Steve Witkoff ha costruito la sua fortuna nel settore immobiliare come Donald Trump, di cui è amico di lunga data nonostante la rivalità sui campi da golf. Un’amicizia che ha portato il presidente a sceglierlo come suo inviato speciale per il Medio Oriente, ruolo che ora si è ampliato fino a includere l’Ucraina. Witkoff è stato indicato personalmente da Trump per volare a Mosca e incontrare il presidente russo Vladimir Putin al posto del segretario di Stato Marco Rubio e di Keith Kellogg, nominato lo scorso gennaio inviato speciale per la Russia e l’Ucraina, ma a quanto pare con un ruolo ormai ridimensionato. Dopo la visita di successo nella capitale russa il mese scorso per riportare a casa Marc Fogel, l’insegnate americano detenuto in Russia dal 2021, Witkoff è ora di nuovo a Mosca per parlare con il Cremlino di una possibile tregua con Kiev. Un viaggio che segue il blitz in Medio Oriente per presentare la versione aggiornata della proposta americana per il cessate il fuoco a Gaza.
Trump e Witkoff, newyorkese come il presidente, si sono incontrati negli anni 1980, quando l’attuale inviato lavorava in uno studio legale specializzato in questioni immobiliari che si stava occupando di un affare per Trump. Il loro primo contatto risale però a qualche tempo prima in una gastronomia: Trump non aveva i soldi per ordinare un panino prosciutto e formaggio e chiese a Witkoff di pagarlo per lui. Un contatto che gettò le basi per un rapporto di lunga durata. Witkoff durante il primo mandato di Trump ha giocato un ruolo defilato nell’amministrazione, sedendo nel consiglio di amministrazione del Kennedy Center e vestendo i panni di presidente del Great American Economic Revival Industry Groups, organismo che aveva come obiettivo quello di combattere gli effetti del Covid. Durante l’ultima campagna elettorale, Witkoff è stato uno dei maggiori finanziatori di Trump.
E dopo la sua vittoria lo scorso novembre, ha espresso al presidente il desiderio di lavorare sulla questione del Medio Oriente, un’area in cui vanta molti rapporti lavorativi tramite la sua società, il Witkoff Group, che conta complessivamente 50 proprietà immobiliari sparse in tutto il mondo. L’idea è da subito piaciuta a Trump, che gli ha ritagliato il ruolo di inviato. Chi conosce Witkoff lo descrive come un negoziatore “duro” ma allo stesso tempo come una persona “empatica” in grado di rapportarsi con tutte le parti di un conflitto, grazie in parte alla sua storia personale di genitore che ha perso suo figlio 22enne, Andrew, per un’overdose di ossicodone nel 2011. Nonostante gli apprezzamenti, Witkoff non è comunque estraneo alle critiche: molti lo hanno accusato per aver sostenuto il piano di Trump per fare di Gaza la nuova “Riviera del Medio Oriente”, mentre altri polemizzano sul suo ruolo di primo piano nella gestione delle crisi tramite un incarico che non richiede alcuna approvazione da parte del Congresso.