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Valeria e Paolo, al Pronto soccorso vestiti da sposi

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Il vestito da sposa bianco è appeso nella stanza d’ospedale, le infermiere lo hanno ripulito dai calcinacci e adesso sembra nuovo, con le paillettes che riflettono le luci. E’ strano vederlo lì dicono i sanitari ma per Valeria, che lo aveva indossato poco prima per il suo matrimonio, è come un abbraccio. Lei e Paolo sono vivi, hanno solo qualche ferita e anche se si chiedono “perchè è successo a noi” sanno di essere fortunati, poteva andare molto peggio. Si tengono per mano nei due letti vicini e si sorridono.

Pronti a raccontare la loro storia così incredibile a chi non era presente all’ex convento Giaccherino di Pistoia dove stavano festeggiando. Sono belli come chi si è appena sposato ma non pensava di passare la prima notte di nozze in ospedale, sono giovani – hanno 26 anni entrambi – e si riprenderanno presto, dalle contusioni non gravi ma soprattutto dallo shock: sono molto preoccupati per i loro amici e parenti che hanno avuto traumi più importanti.

Paolo Mugnaini ha frequentato l’istituto Russell Newton a Scandicci, si è laureato in ingegneria all’Università di Firenze e insegna in una scuola del capoluogo toscano. Ha otto tra fratelli e sorelle e la sua famiglia è molto nota a Lastra a Signa, nel Fiorentino, perché legata alla Comunità neocatecumenale di Scandicci e alla chiesa di San Bartolomeo in Tuto. I genitori di Paolo sono entrambi psicologi. Valeria Ybarra invece è originaria di Houston, negli Stati Uniti. Ha studiato all’università in Italia, alla Luiss, ed è una manager.

Alcuni parenti dello sposo raccontano di aver visto “Valeria sprofondare nel vuoto” mentre tutti ballavano e la musica continuava a suonare allegra prima di essere coperta dalle grida di paura dei presenti. Gli invitati erano circa duecento ma quando è avvenuto il crollo molti di loro erano già andati via. Ne erano rimasti poco più di sessanta. Poi il crollo, improvviso e rumoroso e la sensazione di essere risucchiati. I calcinacci e la polvere impedivano di vedere, come hanno raccontato gli sposi che increduli si sono cercati e ritrovati per fortuna vivi. “Abbiamo avuto molta paura”, hanno raccontato Paolo e Valeria una volta giunti all’ospedale San Jacopo di Pistoia e dove sono stati dimessi poco dopo l’una.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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Cronache

“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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