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Cronache

Nei Pronto soccorso del Lazio 20 ore attesa visita-ricovero

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In meno di un anno il presidente Francesco Rocca rivendica di aver cambiato rotta sulla Sanità del Lazio soprattutto per i tempi di attesa negli ospedali. E, conti alla mano, afferma di aver scongiurato anche il commissariamento. Ma molti ‘alert’ rimangono accesi. Nel 2023 calano infatti le ore medie di attesa nei Pronto Soccorso ma rimanendo drammaticamente alte. Ovviamente esclusi i codici rossi, tra visita e ricovero, nel gennaio 2023 l’attesa era di 26 ore 43 minuti. Ad agosto del 2023 il dato si abbassa di oltre sei ore, ma l’attesa media si attesta sulle 20 ore. Tra visita medica e dimissione, al gennaio 2023 l’attesa era di 9 ore e 12 minuti ad agosto 2023 arriva a 6 ore e 36 minuti. Il governatore ha comunque tutto chiaro: Non è abbastanza ed “è solo l’inizio ma abbiamo invertito il trend.

Diminuiscono dell’83 per cento le ambulanze e le barelle bloccate nei pronto soccorso a settembre rispetto al mese di gennaio di quest’anno. E diminuiscono del 29 per cento le attese dei pazienti in pronto soccorso prima di trovare un posto letto per il ricovero e del 28 per cento le attese dei pazienti nei pronto soccorso tra la visita medica e la dimissione”, ha spiegato il presidente della Regione durante un punto stampa. “Sui pronto soccorso diamo un inversione del trend, anche se ancora non sono completamente soddisfatto”, ha sottolineato. Rocca ha poi spiegato come sta portando avanti una ristrutturazione corposa, anche sulle liste d’attesa delle visite specialistiche da mettere a regime nel Recup: “Ci sono due liste di attesa su cui stiamo lavorando: una sui Recup, ovvero prestazioni diagnostiche specialistiche ambulatoriali, l’altra sulle liste di attesa operatorie che devono essere gestite in maniera trasparente e da servizio sanitario universale. In linee generali, verranno centralizzate e significa garantire la risposta clinica a tutti”, ha detto Rocca.

“Stiamo pulendo le liste di attesa”, ha confermato Andrea Urbani, direttore regionale Sanità, raccontando: “Abbiamo trovato anche persone in lista del 1918. Un parto cesareo del 2017”. Insomma “un gran disordine”, e per questo ora la Regione sta “informatizzando tutto”. Solo l’inizio. E infatti Rocca non si ferma qui, e spiega quali sono alcuni dei suoi progetti strutturali, come per il trasferimento dell’Umberto I: “Il 6 novembre, ci rivediamo con la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni e il sindaco Roberto Gualtieri. Conto di dare novità entro fine anno”. Sulla sanità, il governatore ha anche scongiurato il commissariamento: Il Lazio “non è tra le 5 regioni che supereranno il tetto del disavanzo del 5 %, oltre il quale scatta il commissariamento che quindi al momento è scongiurato”, ha annunciato. Insomma un lavoro certamente gravoso, per cui il governatore ha annunciato un’altra grande missione “un’operazione di pulizia che chiuda questa stagione della contabilità opaca”.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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