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Tecnologia

Twitter patteggia 150 milioni per la privacy

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 Sulla scia del faro acceso dalle autorita’ europee, che ha innescato azioni di controllo anche da parte di altre authority mondiali, e’ diventata sempre piu’ alta l’attenzione sulla privacy. Negli Stati Uniti Twitter patteggia una causa e si impegna a pagare 150 milioni di dollari; mentre Meta, a cui fanno capo Facebook, Instagram e Messenger, aggiorna la sua informativa dati per rendere piu’ chiaro e fruibile agli utenti come li utilizza. La societa’ che cinguetta, su cui ha messo gli occhi Elon Musk, risponde ad un’azione legale presentata dalle autorita’ americane che l’hanno accusata di aver impropriamente raccolto dati degli utenti fra il 2014 e il 2019. Twitter – afferma il Dipartimento di Giustizia – ha ingannato gli utenti in merito alla tutela della privacy: aveva infatti detto che raccoglieva i loro dati per motivi di sicurezza, ma non aveva dichiarato che li avrebbe usati per la pubblicita’ mirata. Per questo ha patteggiato e si e’ impegnata a pagare 150 milioni di dollari. La piattaforma e’ un servizio gratuito che fa soldi principalmente attraverso gli annunci, un modello di business criticato da Musk che si e’ impegnato a diversificare le sue fonti di guadagno se l’acquisto dovesse andare a buon fine. Dallo scandalo Cambridge Analytica del 2018 in poi, pure Facebook – che nel frattempo ha cambiato nome in Meta per focalizzarsi sul metaverso – ha cercato di aggiustare il tiro sul trattamento dei dati anche sulla spinta del Gdpr, la normativa europea sulla privacy che proprio in questi giorni compie quattro anni. La societa’ di Mark Zuckerberg ha lanciato un aggiornamento in materia di dati che entrera’ in vigore dal 26 luglio, con avvisi agli utenti a partire da oggi e che riguardera’ Facebook, Instagram e Messenger. In sostanza e’ una riprogettazione per rendere l’informativa “piu’ chiara e accessibile”. “Ci siamo impegnati a rendere piu’ trasparenti le nostre pratiche in materia di dati. Il nostro obiettivo futuro e’ aggiornare la nostra Informativa man mano che identificheremo le aree da migliorare”, spiega Michel Protti, Chief Privacy Officer del Prodotto di Meta. All’informativa sono stati aggiunti dettagli su come vengono usate e condivise le informazioni con terze parti e introdotti nuovi controlli per gestire chi vede i nostri post e gli argomenti su cui vogliamo vedere gli annunci pubblicitari. Inoltre, nelle Condizioni d’uso viene fatta chiarezza sulla moderazione dei contenuti e sui casi in cui possono essere disabilitati o chiusi i profili.

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Apple potrebbe lanciare in autunno l’IA su iPhone

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È ancora una volta Mark Gurman a fornire nuovi dettagli sui progetti di intelligenza artificiale di Apple. Secondo l’informatore di Bloomberg, ed esperto della Mela, il colosso americano starebbe lavorando ad un’IA per iPhone, da lanciare in autunno insieme all’aggiornamento del sistema operativo iOs 18, che mette al centro la privacy degli utenti. Il riferimento è ad un software che non userebbe la connessione internet per rispondere alle domande degli utilizzatori. Il grosso del lavoro sarebbe dunque svolto direttamente sul dispositivo, grazie al database su cui poggerebbe il cosiddetto Llm, large language model.

Anche i concorrenti, da ChatGpt a Copilot e Gemini di Google possono contare sull’archivio di informazioni a disposizione, con la differenza di incrociare dati da internet per fornire risposte più precise e aggiornate. Secondo Gurman, la scelta di Apple porterebbe ad un chatbot con un potenziale minore rispetto a quelli che si connettono al web, e per questo, la compagnia potrebbe colmare il gap inserendo in alcuni contesti del sistema operativo Gemini. Proprio un mese fa, era balzata in rete la notizia di un accordo tra Apple e Google per l’integrazione dell’IA di quest’ultima sugli iPhone. “I principali vantaggi dell’elaborazione sul dispositivo saranno tempi di risposta più rapidi e una privacy superiore rispetto alle soluzioni basate su cloud” scrive Bloomberg. La novità è prevista per l’autunno, con la disponibilità di iOs 18 ma già il 10 giugno, giorno di apertura della conferenza degli sviluppatori Apple Wwdc 2024, sono attese anticipazioni, in modo particolare durante il keynote di apertura di Tim Cook, amministratore delegato dell’azienda.

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Cina: Huawei supera Apple nel mercato smartphone, aumento vendite del 70% nel primo trimestre

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Le vendite di iPhone di Apple in Cina sono calate del 19% nel periodo gennaio-marzo 2024, segnando il peggior trimestre dal 2020 segnato dalla pandemia del Covid-19. Il colosso di Cupertino sta continuando a cedere quote di mercato a favore dei rivali locali come Huawei, secondo i dati sviluppati dalla società di ricerca indipendente Counterpoint Research. Allo stato, Apple è al terzo posto nel mercato, più o meno alla pari con il rivale in rapida ascesa Huawei. Il mercato cinese degli smartphone è cresciuto nel suo complesso di circa l’1,5% trainato dai marchi locali, tra cui Honor e Xiaomi, ha riferito Bloomberg.

La debolezza dell’iPhone ha un peso rilevante perché è relativo al primo trimestre dell’anno quando in Cina si celebra il Capodanno lunare, un tradizionale periodo di consumi elevati. Huawei, in contrasto, ha avuto un balzo delle vendite di quasi il 70%, sottolineando il ritorno nel segmento premium dominato in passato proprio da Apple. I dati di Counterpoint Research seguono le analisi di IDC, secondo cui le spedizioni globali di iPhone sono diminuite di quasi il 10% nei primi tre mesi del 2024, sollevando preoccupazioni sulla capacità della Casa di Cupertino di sostenere la crescita in vista dei conti del 2 maggio.

La Cina rimane uno dei mercati più grandi dell’azienda, ma le attività – malgrado la forte campagna promozionale, tra un nuovo mega Apple Store e Shanghai e un nuovo centro di ricerca nel Dragone – sono diventate più difficili dopo che Pechino ha intensificato il divieto sull’uso di dispositivi stranieri a carico dei dipendenti delle aziende statali e delle agenzie governative. Quanto a Huawei, i suoi nuovi smartphone hanno debuttato con i chip made in China, superando le sanzioni americane. Gli investitori, infine, sono molto attenti a come Apple sarà in grado di azzerare la percezioni sui ritardi accumulati in settori promettenti come l’intelligenza artificiale.

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Università Camerino entra nel metaverso, attivato insegnamento

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L’Università di Camerino entra nel metaverso ed è la prima Università in Italia a tenervi un intero insegnamento. Innovazione tecnologica per essere sempre al passo, anzi in questo caso un passo avanti, con i tempi. La dimostrazione, appunto, è l’avvio del progetto sperimentale di didattica nello spazio virtuale del metaverso.

Un progetto realizzato da Unicam in collaborazione con Pa Social e con Meta Italia, nato ed annunciato la scorsa estate in occasione della presentazione della campagna di comunicazione dell’Ateneo, quando Unicam organizzò la prima conferenza stampa nel metaverso, progetto che oltre alla didattica porterà nel metaverso anche attività di comunicazione e di public engagement e per il quale l’ateneo ha costituito un apposito gruppo di lavoro. Presso il Polo di informatica hanno preso il via le lezioni dell’insegnamento in “Social media management” del corso di laurea in Informatica per la comunicazione digitale interamente nel metaverso, tenute dal docente Francesco Di Costanzo, presidente di Pa Social.

Cinquantadue studentesse e studenti avranno in dotazione ognuno un oculos Meta Quest3 con il quale potranno confrontarsi con questa tecnologia per apprendere contenuti relativi al corso, ma anche per scoprirne i segreti ed aggiungerli al loro background professionale da spendere poi nel mercato del lavoro. Non solo didattica, ma anche ricerca, dal momento che l’ambiente virtuale, l’aula in cui si svolge la lezione, è stata progettata e sviluppata dal team del prof. Daniele Rossi della Scuola di architettura e design “E. Vittoria”.

“Sono davvero soddisfatto – ha commentato il rettore Graziano Leoni – di poter avviare questa sperimentazione in Unicam: siamo un ateneo sempre all’avanguardia e non potevamo non esserlo anche in questa occasione”. “La realtà immersiva, molto utilizzata in altri contesti, è ancora in fase sperimentale quando si parla di didattica ed è per questo motivo che abbiamo voluto avviare questo progetto per valutarne in pieno tutte le potenzialità, coinvolgendo direttamente tutti gli attori, quindi sia i docenti che le nostre studentesse ed i nostri studenti ed avere un loro feedback”.

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