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Corona Virus

Teen Agers, parlano loro, un mondo diverso parte da un uso diverso e consapevole degli strumenti che hanno a disposizione

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Mentre il numero delle vittime continua tragicamente a salire, ma ci viene detto che i contagi cominciano a scendere, mentre ancora non esiste una voce unica che possa indirizzare e parlare con chiarezza, come accade negli altri paesi, come è accaduto in Cina, come accade nel caso  del governatore dello stato di New York che  ogni giorno si assume la responsabilità di parlare ed illustrare la tragica situazione, nel nostro  paese, il paese delle tante voci che ci dicono che correre si, ma forse anche no, che ci ripete che  non si fanno tamponi agli asintomatici, ma si, forse è meglio che si fanno e in Lombardia, cominciano con eccessivo ritardo ad essere eseguiti, in questa Italia che non trova pace e si sforza, contando sempre sulle forza dei suoi abitanti e sulla loro  responsabilità, come hanno sempre dimostrato di fare, in passato con le donazioni di solidarietà finite nelle tasche dei soliti noti o scomparse nei meandri delle società o dei ministeri, questo popolo che nelle emergenze c’è sempre, supplendo tutte le mancanze di uno stato che si rigenererà e che sarà purtroppo sempre uguale, si spera che le prossime generazioni siano consapevoli, che non si fermino, ma che spazzino via gli usi e quei costumi  che hanno ammorbato la vita sociale e politica di questa nazione. Loro sanno, loro capiscono, le nuove generazioni, che possono sembrare silenti e delle quali abbiamo sempre pensato come inebetiti dai social e dalle trasmissioni che noi gli abbiamo confezionato, sanno, sanno scegliere e sanno usare gli strumenti che pensiamo aver dato loro per addomesticarli.

La loro voce è forte, e urla speranza, urla determinazione e ci dice che nulla sarà come prima a cominciare da ora, in questi momenti nei quali stanno conoscendo  una diversa socialità, ma non un diverso desiderio di conoscere e confrontarsi.

Francesca 17 anni

“Molte persone potrebbero pensare che per noi giovani questo isolamento dal mondo esterno non cambi la nostra routine quotidiana; o pensare che passiamo 24h/24 con i cellulari, computer e tablet e ora che dobbiamo restare a casa non abbiamo che quello, in realtà anche noi ragazzi soffriamo per questa reclusione, per gli allenamenti mancati, per le feste e appuntamenti persi, per aspettare ancora chissà quanto il film che aspettavamo da un anno intero, per i viaggi annullati e molto altro ancora, ma tutte queste azioni hanno in comune lo stare insieme con altre persone, possiamo utilizzare i computer per le video-lezioni o scaricare un’applicazione per svolgere dieci minuti di esercizio fisico ma non sarà mai come farlo con i nostri amici, questo però lo abbiamo notato solo quando ci è stata tolta la possibilità di fare quello che per molti era naturale o addirittura scontato. Sin da piccoli ci rivolgevamo ai nostri genitori quando volevamo rifugiarci in un posto sicuro, ma in questo momento nel quale vedi nei loro occhi la preoccupazione inizi anche tu a preoccuparti e ad informarti, incominci a non dar per certo tutto ciò che leggi, ti scarichi un’applicazione di un quotidiano affidabile e provi più interesse per gli articoli riguardanti i medici in prima fila o la media giornaliera dei morti, degli infetti e dei guariti piuttosto dei soliti siti scandalistici e menzogneri. Nel giro di due settimane la nostra vita è cambiata in modo radicale, i nostri genitori che li vedevamo sola a cena ora sono il nostro unico appiglio alla società, il telefono che a scuola utilizzavamo per distrarci solo cinque minuti adesso aspettiamo di posarlo per dieci,  dal rifiutare una serata fuori con gli amici perché troppo stanchi a sbarrare i giorni passati sul calendario aspettando l’ora “x” che viene rimandata, quando chiedevamo di dormire un po’ di più mentre ora ci svegliamo già stanchi e con la sigla dei vari telegiornali che rompono il silenzio dei nostri quartieri. Questa situazione ha cambiato e continuerà a cambiare il nostro modo di essere, continuiamo ad aspettare per ritornare alla nostra e cara vita”.                                                                                                                                                                     

Antonia, 14 anni

Mi sono trovata chiusa qui in Cilento da un giorno all’altro, inizialmente non volevo nemmeno venirci. Ora sono molto felice di essere qui, sento tutte le mie amiche che dicono di non farcela più. È un tormento. Manca tutto a tutti, ci manca fare lezioni in modo verticale, l’ansia pre-interrogazione nonostante ci siano interrogazioni non saranno mai uguali a quelle che c’erano prima. Queste lezioni a distanza non funzionano per niente ma tutti vogliono credere di si, vogliono far finta che qualcosa stia andando bene ma in realtà non sta andando niente bene. Inizialmente l’avevamo presa tutti sul ridere, ci faceva ridere il fatto che un virus potesse contagiare così tante persone, non siamo abituati a questo genere di situazioni. Prendiamo tutto seriamente e non ci  rendiamo conto quando una situazione è seria o meno, non ci hanno insegnato questo. Siamo imparando da soli cosa prendere seriamente e cosa no e questa ormai come hanno capito tutti è una situazione seria. La socialità è cambiata da un giorno all’altro, abbiamo sempre usato tanto i social ma adesso li stiamo usando davvero per comunicare. Facciamo tutti i giorni videochiamate su skype e zoom, studiamo, chiaccheriamo , giochiamo con dei giochi online , ci raccontiamo storie del nostro passato, parliamo dei nostri ricordi estivi. La cosa che tormenda di più tutti è il pensiero di non poter partire per l’estate, non poter rivedere gli amici estivi, non poter andare in quel posto dove torniamo ogni anno, non poter andare in quel posto dove tutto l’anno si è sognato di andare”.

Simona, 14 anni

“Tutti ormai conosciamo la criticità della situazione. C’è preoccupazione, le strade sono vuote, degli scaffali dei supermercati è stata fatta piazza pulita da persone così determinate da mettersi in coda per ore. Questo evento farà parte dei futuri libri di storia che un giorno i miei figli studieranno. magari con sguardo sorpreso, mi chiederanno di descrivere questo periodo.
Gli racconterò che tutte le persone dovevano restare a casa, che però in momenti di solidarietà, si affacciavano ai propri balconi ed improvvisano concerti cantando ad una sola voce canzoni piene di speranza. Racconterò loro anche ciò che facevo durante le giornate, nella mia casa a Napoli, con la mia famiglia: al momento impegno il tempo con la mia più grande passione, la musica. suonando e cantando sto bene e questo mi aiuta prendere con leggerezza ciò che accade intorno a me. Passo molto tempo giocando con il mio cane, stando con mia sorella e i miei genitori. La scuola adesso viene a casa nostra, tramite video-lezioni programmate. Lo studio è di certo più difficile, ma ognuno di noi deve accettare la cosa e impegnarsi.
Noi amici non ci incontriamo più fisicamente, ma con i nostri cellulari facciamo videochiamate per vederci, parlarci e ridere un po’. Tutti inizialmente avevamo preso la notizia con leggerezza, ma ora che la situazione riguarda il mondo intero e ci viene chiesta una sola piccola cosa, cerchiamo di restare a casa per la nostra salute e per quella altrui. per questo dobbiamo ritenerci fortunati, quando sarà possibile uscire, avremo un’unica occasione per vedere il mondo con occhi nuovi”.

Flavia 12 anni

“In questi giorni non sto facendo molto, ma sto facendo il possibile per non annoiarmi. Ho un’app che si chiama Wattpad che ti consente di scrivere e leggere storie e devo dire la verità che è molto rilassante. Poi sto facendo i compiti, assegnati tramite un sito che si chiama CLASSEVIVA, ti permette di vedere i compiti che assegnano e le lezioni online, chatto anche con delle mie amiche e  il sabato sera facciamo la riunione scout dalle 18:00 alle 19:30 tramite Skype e a volte metto i pattini e giro per casa, beh mi diverto con poco. Inoltre in questi giorni io e la mia famiglia prepariamo anche molti dolci come pancake, tiramisù, le graffe. Spero che finisca presto e che ritornerà tutto alla normalità!!

Mariasole, 12 anni

“In questa quarantena, la possibilità di abbracciare, uscire e parlare con le mie amiche e con i miei amici é la cosa che mi manca di più, passavo tanto tempo con loro. Essendo in seconda media i miei compagni di classe ed io (per quanto riguarda la maggior parte) ci conosciamo da due anni , ed in questo tempo abbiamo tutti creato un bellissimo rapporto l’uno con l’altro, in questo periodo però stiamo capendo quanto veramente ci vogliamo bene, grazie alla lontananza. Per quanto riguarda la mia giornata, mi sono svegliata presto per le videolezioni; mi ritengo fortunata perché ho delle professoresse molto brave che si sono subito attivate per noi alunni. Dopo le lezioni, la mia professoressa di matematica ci ha proposto di fare una video chiamata per discutere e consigliarci libri film e serie tv. Ho trovato questa cosa molto interessante. In seguito, con un gruppo di amici di classe abbiamo fatto un gioco virtuale, che consisteva nel disegnare un oggetto e gli altri dovevano indovinarlo. In questi giorni mi sento spaesata, di solito le mie giornate erano piene: il corso di inglese, andare a suonare alla ZTL, studiare fino a tardi dopo essere tornata da danza, passere del tempo con i nonni. Ora invece le mie giornate sono senza imprevisti: NOIOSE .Ma nonostante questo a casa ci inventiamo sempre qualcosa di carino da fare insieme. Grazie alla quarantena però ho trovato più tempo da passare con la mia famiglia. La quarantena a parer mio ci ha privati della nostra libertà, ma se è questo il prezzo da pagare per poi riabbracciarci più forti di prima ne sono disposta”. 

 Alberto, 12 anni

 “Mi sveglio verso 8:15 o 9:15 (dipende dall’ orario delle video-lezioni) e vado a fare colazione, a colazione normalmente mangio 1 pancake e una tazza di latte, dopo vado a fare video-lezione. Durante la video-lezione, quando la prof interroga, chi deve essere interrogato esce dalla chiamata dicendo che gli è saltata la connessione. Finita la video-lezione io e un gruppo di miei compagni ci chiamiamo e giochiamo a Scribble.io un gioco in cui uno disegna e gli altri devono indovinare di cosa si tratta. Dalle 16:00 alle 17:30 gioco a Fortnite con qualche compagno, dopo faccio i compiti, poi alle 21:00 ceno, dopo cena ogni tanto mi guardo un film di Myazaki con la mia famiglia e dopo vado a dormire.

Per la prima volta mi manca la scuola!

Pro e contro della quarantena: CONTRO: è noioso stare in casa, ho paura per i nonni, mi mancano i contatti umani, i miei genitori sono esauriti, non posso fare sport. PRO: posso guardare moltissimi anime, ordino molte più cose su Amazon, sto imparando a usare il computer, potrei leggere di più ma non lo faccio, è bello vedersi con gli amici online”.

 

 

A little girl is studying connected in streaming with the teacher and the other classmates to recover the school days lost in this period of schools closed to the bitter end due to the Coronavirus (COVID19) widespread in Italy.

 

 

 

Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse, Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES. Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli. Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli. Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International. Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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Covid, meno ricoveri in ospedale e meno contagi

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L’indice di trasmissibilità per il Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero al 26 dicembre si conferma sotto soglia epidemica e sostanzialmente stabile con 0,75; in leggera diminuzione anche i ricoveri sia nei reparti che i terapia intensiva. Anche l’incidenza di casi Covid-19 diagnosticati e segnalati nel periodo 28 dicembre 2023-3 gennaio 2024 è in lieve diminuzione pari a 66 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 70 della settimana precedente. Il numero di nuovi contagi segnalati è 38.736 contro i 40.988 della settimana precedente e i 60.556 della settimana ancora prima. Questo quanto emerge dall’ultimo monitoraggio del ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità, in cui viene spiegato che, per l’Rt, i valori potrebbero essere sottostimati “a causa di un ritardo di notifica dei ricoveri durante i giorni festivi” e per l’incidenza “in parte per una ridotta frequenza di diagnosi effettuate durante i giorni festivi”.

Per le ospedalizzazioni, al 3 gennaio l’occupazione dei posti letto in area medica risulta pari al 10,1% (6.320 ricoverati) rispetto all’11,0% rilevato al 27 dicembre 2023. In riduzione anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 2,8% (246 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (3,2% al 27 dicembre 2023). I tassi di ospedalizzazione e mortalità, viene rilevato nel monitoraggio, aumentano con l’età, presentando i valori più elevati nella fascia d’età 90+ anni; anche il tasso di ricovero in terapia intensiva aumenta con l’età. L’incidenza settimanale dei casi diagnosticati e segnalati risulta in diminuzione nella maggior parte delle Regioni e Province.

L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Lazio (128 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa in Sicilia (6 casi per 100.000 abitanti). Le reinfezioni sono al 43% circa, in lieve diminuzione rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda le varianti, alla data della più recente indagine rapida condotta dall’11 al 17 dicembre 2023, JN.1 (discendente di BA.2.86) è predominante, con una prevalenza nazionale stimata pari a 38,1%. Si conferma, inoltre, se pur con valori di prevalenza in diminuzione, la co-circolazione di ceppi virali ricombinanti riconducibili a XBB, ed in particolare alla variante d’interesse EG.5 (prevalenza nazionale stimata pari a 30,6%).

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In Spagna torna mascherina contro boom virus respiratori e Covid

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Un appello al “buon senso” e la raccomandazione “ad avere sempre a portata di mano la mascherina” da indossare negli ambienti affollati o sui trasporti pubblici è stato lanciato oggi dalla ministra spagnola di Sanità, Monica Garcia, a causa del “notevole aumento” di virus respiratori registrati negli ultimi giorni, che hanno già portato in emergenza numerosi centri di salute e servizi di pronto soccorso ospedalieri. In una dichiarazione alla tv nazionale Rtve, Garcia ha fatto riferimento all’incidenza attuale di virus respiratori “di 1.000 casi per 100.000 abitanti”, secondo il rapporto settimanale dell’Istituto Carlos III di riferimento.

“Il tasso di ricoveri, nonostante il lieve aumento, si mantiene basso, sotto i 30 casi per 100.000 abitanti”, ha aggiunto, ma “è prevedibile che continuerà a intensificarsi nei prossimi giorni”. La ministra ha convocato per lunedì il Consiglio interterritoriale del Sistema sanitario nazionale di salute, per “unificare i criteri per “affrontare i picchi di virus respiratori”, dopo che regioni come la Catalogna e la Comunità Valenziana hanno ripristinato da oggi l’obbligo di mascherina in ospedali, centri sanitari e residenze di anziani.

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