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Sul lungomare di Licola al galoppo in un sogno ad occhi aperti

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Non si può descrivere davvero di quanta bellezza sia intriso il lungomare di Licola, circondato da arte storia e natura che il mondo intero dovrebbe sapere di invidiarci, ma non lo fa perché semplicemente noi non lo abbiamo mai saputo raccontare, così venendo meno a quello che dovrebbe essere un comandamento civile per chi come noi ha la fortuna di vivere posti così, in una Terra straordinaria che troppo spesso non meritiamo appieno.

Ma le cose sembrano finalmente cambiare e la consapevolezza di tale bellezza inizia ad essere al centro di tante iniziative positive e coinvolgenti, come quelle organizzate da Ettore Ranieri che con il suo gruppo “Mucchio Selvaggio” ci propone di vivere i nostri territori sempre in chiave emozionalmente unica. Questa volta ci fa scoprire proprio questo vero e proprio angolo di paradiso, bagnato dalle onde dello stesso mare che a qualche chilometro di distanza ospitava la prima flotta dell’Impero romano, nota nei millenni come Classis Misenensis, voluta da Augusto nel 27 A.C., con il compito principale di sorvegliare le isole del Mar Tirreno, salvo poi aumentare il proprio raggio operativo a supporto dell’espansione commerciale di Roma.

A completare la cornice c’è l’Isola di Ischia, così vicina che sembra poterla accarezzare assieme a Miseno e tutta l’Area puteolana. Qui insiste anche il Parco Archeologico di Cuma, che si perde tra la omonima foresta fino al Monte, dove le antiche strutture sfuggite al tempo splendono ancora al sole e oggi sembrano far da guardiane a tutta la spiaggia che si perde a vista d’occhio.

L’avventura è partita poco distante dal litorale, dalla “Scuderia Fast Horse”, dove Marianna ed il suo espertissimo staff ci hanno affidato a cavalli docilissimi e ben addestrati, che ci hanno accompagnati in un viaggio unico. Dopo aver attraversato una fitta e silenziosa lecceta con grande suggestione, alternando al passo un po’ di trotto abbiamo così raggiungo il lungomare che ci attendeva placido, fino quando al galoppo abbiamo iniziato come a volare tra mare e sabbia, in un sogno ad occhi aperti.

Incredibile come una giornata di qualsiasi fine settimana, possa proiettare ogni fortunato avventore in una dimensione così coinvolgente, dove riconciliarsi con sé stessi e con questa natura a tratti ancora selvaggia ed incontaminata. 

Il contatto con un animale così nobile e generoso, il contesto naturale, tutto è al posto giusto, tutto viene assorbito fino all’essenza, e così si riscoprono sensazioni spesso dimenticate nel profondo del nostro animo, seppellite dallo stress quotidiano e dalla rincorsa di una vita sempre più frenetica.

Qui non c’è spazio per altro, se non per lasciarsi andare e vivere al meglio un Territorio non lontano dalle nostre case e facile da raggiungere. Ma non solo. La “Scuderia Fast Horse” anche oggi ha ospitato decine di giovani e meno giovani, a vario modo colpiti da disabilità prevalentemente psicofisiche e neuromotorie, che qui hanno ritrovano sempre un sorriso ed un’oasi di serenità e gioia. Un lavoro imparagonabile che rende questi appassionati dell’equitazione eccezionali come la loro umiltà ed appassionata dedizione.

Ed è cosi, che in questo contesto, l’attività di Marianna assume una missione fondamentale, soprattutto per le nuove generazioni, sempre più distratte dalla socializzazione on line, che avrà di certo anche i suoi pregi, ma rischia di farli allontanare troppo dalla realtà delle cose e dalla bellezza che ci circonda. Con orgoglio e speranza ci spiega che l’intera area, negli anni addietro quasi sempre abbandonata a sé stessa, oggi è oggetto di maggiore interesse, oltre che da privati ed associazioni, anche da parte della Regione Campania, che ha provveduto ad una ripulita della lecceta e dell’area costiera, con la speranza che tale intervento possa trovare da un lato una cadenza puntuale e costante e, dall’altro, che l’incuria e maleducazione di qualche barbaro locale o di passaggio, non vanifichi tanto lavoro di recupero e di riscatto. 

Viviamo in posti meravigliosi che dobbiamo riscoprire, proteggere e narrare, perché la nostra fortuna non può essere pagata con l’indifferenza ed il lassismo.

Fate quindi un regalo a voi stessi e a chi volete bene, salite in groppa ad un meraviglioso cavallo della “Scuderia Fast Horse” di Licola e volate come in un sogno ad occhi aperti su questo splendido litorale tirrenico, e poi raccontatelo a tutti.

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Giorgio Locatelli: «La Locanda è chiusa, ma sto benissimo. Ora sogno un ristorante in Puglia»

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Dopo 23 anni, Giorgio Locatelli ha chiuso la sua celebre Locanda di Londra. Una decisione forte, ma ponderata. «È come se mi avessero tolto un peso dalla schiena», racconta lo chef stellato in un’intervista al Corriere della Sera. «Eravamo aperti tutti i giorni, con uno staff fino a 84 persone: troppa pressione. A 62 anni, avevo bisogno di respirare». La chiusura è arrivata il 31 dicembre 2024 e, oggi, Locatelli guarda avanti con entusiasmo.

Dal 10 maggio riaprirà al pubblico nella prestigiosa National Gallery di Londra con il nuovo progetto Locatelli’s, affiancato dal Bar Giorgio e da un club. «Abbiamo già 400 prenotazioni. Finalmente cucinerò senza dovermi occupare dei conti», confessa. «Non sono un bravo businessman. Anzi, sono terribile coi soldi».

Tra truffe, lutti familiari e riscatto personale

Il passato non è stato privo di ostacoli: «Mi hanno truffato quando ero allo Zafferano a Londra. Ho perso tutto. Ma il dolore più grande è stata la morte di mio fratello Roberto per un cancro. Mio padre Ferruccio non ha retto ed è mancato poco dopo. È lì che ho deciso di vivere diversamente».

Locatelli ripercorre anche la sua infanzia «scapestrata», il difficile rapporto con i genitori, il senso di inadeguatezza accanto al fratello «perfetto», e la voglia di emergere con la cucina. Una vocazione scoperta presto, tra scuola alberghiera e lavoro nel ristorante degli zii a Varese.

Il ritorno a Londra con una nuova filosofia

Dopo l’esperienza a Dubai, finita anche per divergenze culturali («un nostro dipendente finì in carcere per aver fumato una canna»), il cuore di Locatelli resta a Londra. E proprio nella capitale britannica, nell’ala Sainsbury della National Gallery — che sarà inaugurata il 6 maggio da Re Carlo III — lo chef porterà avanti la sua missione culinaria.

Re Carlo è un affezionato cliente: «Ogni Natale gli mando un tartufo. Una volta non mi ha ringraziato, e l’anno dopo me ne ha mandato uno trovato nella sua tenuta. Buonissimo!».

Politica, antifascismo e delusione per l’Italia

Locatelli non nasconde il suo pensiero politico: «Vengo da una famiglia antifascista. Mio zio Nino fu fucilato dai nazisti a 20 anni. Al Quirinale, durante la cena con Mattarella, ho fatto fatica a stringere la mano a certi ministri italiani. Mi ha infastidito».

Sulla premier Giorgia Meloni: «È stata eletta e ha consenso. Va accettata, come impone la democrazia». Più critico con il Regno Unito: «La Brexit ha creato solo problemi. Saremmo dovuti restare nell’Unione Europea».

Tra allergie, cucina etica e nuovi sogni

A commuoverlo è la figlia Margherita, affetta da oltre 600 allergie. «Ho creato una linea di cucina anallergica per lei. Pensavo di nutrirla, invece la stavo avvelenando. Ora porteremo quei piatti anche alla National Gallery». La figlia gli ha chiesto se gli piacerebbe diventare nonno. «Le ho detto di sì, ma mi chiedo che mondo stiamo lasciando ai nostri figli».

MasterChef, la Michelin e Arnold Schwarzenegger

Locatelli, giudice amatissimo di MasterChef Italia, è alla sua ottava stagione. «Continuo finché mi diverto. Antonino è esattamente come lo vedete. Bruno, invece, la mattina è intrattabile». Alla cerimonia della Guida Michelin non ci va da anni: «Ho avuto la stella per 23 anni, ma non cucinavo per quello. Cucinavo per il ristorante pieno».

Tra i ricordi più curiosi? «Servii ad Arnold Schwarzenegger due friselle con scamorza e pomodori. Le mangiò come un panino!».

Un futuro tra la Puglia e la libertà

Il sogno di Giorgio Locatelli? «Un viaggio di sei mesi con mia moglie Plaxy. E aprire un ristorante in Puglia, dove abbiamo casa. Ma per ora, c’è ancora Londra».

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Nicola Sorrentino: “La mia nuova dieta mediterranea è un elisir di salute e sostenibilità”

Il noto dietologo si racconta in un’intervista al Corriere della Sera: “La dieta è come un abito su misura, non una taglia unica. E va vissuta come uno stile di vita, non come una moda”.

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Una dieta per stare bene con se stessi e con gli altri, per riscoprire la convivialità, la sostenibilità e il benessere profondo. È questo il cuore del nuovo libro del professor Nicola Sorrentino (foto in evidenza di Imagoeconomica), La mia dieta mediterranea – La madre di tutte le diete (Salani editore), in uscita il 25 aprile. Un volume che non solo riafferma il valore della dieta mediterranea, ma la allarga, la arricchisce, la modernizza, aprendola a culture e ingredienti di tutto il mondo, senza tradirne i principi.

“La dieta è una cura, non una moda”

«Il dietologo non può prescrivere una dieta che passa di mano in mano: è una cura, va costruita sul paziente come un vestito su misura», sottolinea Sorrentino nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera.

Per lui, la dieta mediterranea resta l’unica alimentazione seria, riconosciuta a livello globale per i suoi effetti preventivi su malattie cardiovascolari, diabete, obesità:

«Non è certo la pasta e fagioli con le cotiche, ma una cucina leggera, attenta alle cotture e all’equilibrio dei nutrienti».

“Non è solo pasta: è uno stile di vita”

Il professor Sorrentino insiste sul fatto che la dieta mediterranea non è solo un elenco di alimenti, ma uno stile di vita:

«Conta cosa mangi, ma anche come lo mangi: convivialità, stagionalità, prodotti locali. Se un alimento ha le stesse proprietà e rispetta l’ambiente, ben venga anche da altre culture».

Così nella sua nuova proposta entrano il cous cous, il pesce crudo, le spezie orientali, purché sani e sostenibili.

“Sì alla pasta, ma con criterio”

«La pasta non fa ingrassare: dipende da cosa ci mettiamo sopra», spiega. Una pasta con verdure o legumi è un piatto sano, completo e coerente con la dieta mediterranea:
«La trasgressione è la carbonara tutti i giorni, non un bel piatto di pasta e ceci».

Un decalogo per la sostenibilità

Nel libro c’è anche un manifesto della sostenibilità che include:

  • Limitare lo spreco di cibo

  • Preferire prodotti locali e di stagione

  • Ridurre il consumo di carne rossa

  • Bere acqua del rubinetto

  • Evitare imballaggi di plastica

  • Alternare proteine animali e vegetali

“Il benessere è armonia tra corpo, mente e ambiente”

«Una dieta sana va sempre accompagnata da attività fisica mirata e da uno stile di vita corretto. Solo così si raggiunge l’equilibrio con se stessi e con l’ambiente».

Con questo libro, Sorrentino propone un ritorno consapevole alla salute, attraverso un modello alimentare scientificamente fondato, moderno e sostenibile: la sua “nuova dieta mediterranea”, capace di coniugare tradizione, scienza e futuro.


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Le 8 regioni più accoglienti d’Italia per rigenerare corpo e mente

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Un nuovo trend del turismo consapevole tra natura, silenzio e autenticità

Cresce in Italia il desiderio di staccare dalla routine con un “annual reset”, un viaggio rigenerante tra natura, tradizione e autenticità. Sempre più persone scelgono soggiorni immersivi per ritrovare equilibrio e benessere. A intercettare questa tendenza è Vamonos-Vacanze.it, tour operator specializzato in viaggi di gruppo, che ha selezionato le 8 regioni più accoglienti d’Italia, ideali per ricaricare corpo e spirito.

Puglia: tra trulli, ulivi e mare segreto

Sole, ritmi lenti e sapori decisi. La Puglia è una terra che invita alla semplicità. Una meta suggerita è Pugnochiuso, sulla costa tra Vieste e Mattinata. Il resort, fortemente voluto da Enrico Mattei negli anni ’60, rappresenta l’inizio dell’industria turistica sul Gargano. La sua spiaggia privata, circondata dal verde e accessibile solo via mare o dal resort, è oggi uno dei luoghi simbolo dell’undertourism. Suggestiva anche la Torre dell’Aglio, da cui si gode un panorama mozzafiato.

Sardegna: Caraibi vicini e antiche tradizioni

Non solo mare turchese, ma anche canyon, foreste e nuraghi. La Sardegna è pura bellezza silenziosa. Da vivere a San Teodoro, piccolo comune della Gallura che offre spiagge paradisiache e atmosfere autentiche. Perfetto per chi cerca esperienze condivise e paesaggi da cartolina.

Sicilia: l’anima del Mediterraneo

Cultura, cucina e accoglienza calorosa. Ogni viaggio in Sicilia è un viaggio nei sensi. Da non perdere San Vito Lo Capo, tra Trapani e Palermo, che ospita ogni anno il celebre Cous Cous Fest, evento simbolo dell’incontro tra culture. A colazione, granite artigianali e brioche con frutta fresca: un rituale che da solo vale il viaggio.

Trentino-Alto Adige: avventure e benessere tra le vette

Piste da sci, terme e gourmet. Questa regione è l’equilibrio perfetto tra adrenalina e relax. Panorami alpini spettacolari, sentieri da esplorare e una gastronomia che racconta storie di montagna.

Umbria: spiritualità e silenzio verde

Borghi, boschi e bellezza discreta. L’Umbria è un cuore verde che batte lento. Perfetta per un reset slow e sostenibile, tra meditazione, passeggiate e sapori autentici.

Basilicata: l’Italia autentica

Matera, il Pollino e Maratea. La Basilicata è un mix sorprendente di storia e natura. Tra le pietre della città dei Sassi e le scogliere della “piccola Rio”, il viaggio diventa intimo e potente.

Valle d’Aosta: pace alpina e castelli

Montagne, yoga e silenzi. Rifugio ideale per chi cerca spiritualità e aria pura, la Valle d’Aosta offre castelli fiabeschi, sentieri meditatativi e scenari rigeneranti.

Molise: la bellezza nascosta

Borghi genuini, tradizioni e autenticità. Il Molise è una perla riservata. Lontano dalle folle, regala esperienze vere, tra prodotti tipici, paesaggi lenti e incontri sinceri.

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