Collegati con noi

Cronache

Strage di Erba, i reperti trovati sulla scena del massacro compiuto da Rosa Bazzi e Olindo Romano distrutti: il ministro della Giustizia Bonafede chiede gli atti

Pubblicato

del

Una tenda, un cellulare, un mazzo di chiavi, dei cuscini, quattro giubbotti delle vittime, un pc, 18 mozziconi di sigaretta. Sono i reperti trovati sul luogo della strage di Erba e andati distrutti su cui ha messo gli occhi il ministero della Giustizia. Per quel massacro Rosa Bazzi e Olindo Romano sono stati condannati in via definitiva. Ora gli ispettori di via Arenula vogliono chiarezza sulla distruzione di quel materiale, su cui la Cassazione aveva negato l’incidente probatorio, ma concesso alla difesa accertamenti autonomi. Il procedimento predisciplinare avviato su richiesta del ministro Alfonso Bonafede – uno dei tanti messi in pista, specificano dal ministero – è partito i primi di agosto. “Qualche giorno prima, il 12 luglio, intorno alle 10, alcuni oggetti prelevati sul luogo del delitto e mai analizzati, perche’ mai ammessi al dibattimento, furono distrutti dall’Ufficio corpi di reato presso il Tribunale di Como, come attesta il verbale firmato dal cancelliere che si reco’ all’inceneritore”, spiega Fabio Schembri, l’avvocato di Olindo e Rosa, snocciolando l’elenco dei reperti.

Ministro della Giustizia. Alfonso Bonafede ha promosso una ispezione

Rosa pazzi e Olindo Romano. Autori condannati in via definitiva per la strage di Erba

Un passo compiuto, pero’, poche ore prima che la Cassazione si pronunciasse, quello stesso 12 luglio, sul ricorso della difesa che aveva chiesto fossero eseguiti in incidente probatorio esami irripetibili proprio su quei reperti per cristallizzare eventuali prove. E a novembre, col deposito delle motivazioni, si e’ saputo che la Cassazione, pur dicendo no all’incidente probatorio, aveva lasciato aperta la possibilita’ per la difesa di far eseguire esami nell’ambito delle indagini difensive, dandone avviso al pm. L’11 dicembre 2006, nell’appartamento di una corte interna di un edificio di Erba furono uccisi a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, il cui marito, Mario Frigerio, rimase ferito. Rosa e Olindo sono stati condannati all’ergastolo in tutti e tre i gradi di giudizio: la Cassazione si e’ pronunciata il 3 maggio 2011. A latere viaggia la vicenda dei reperti mai analizzati, al centro di un ricorso della difesa. “C’e’ poi una questione legata ad alcune intercettazioni che risultano nei brogliacci, ma non sono nei dischetti”, aggiunge Schembri sospettando una “manipolazione”. Anche su questo vuole fare chiarezza il ministero. Del caso nel suo complesso si sono occupate “Le Iene”, documentando presunte anomalie nella fase di indagine: incontrando i giornalisti del programma, Bonafede aveva preso l’impegno di avviare verifiche. E ricevuta una parte della documentazione, il ministero ha ritenuto di voler acquisire tutti gli atti relativi al caso.

Advertisement

Cronache

Uccide un 44enne, poliziotto rischia il linciaggio

Pubblicato

del

Un uomo di 44 anni ucciso, a conclusione di un inseguimento, da un poliziotto, che poi rischia il linciaggio ad opera dei familiari della vittima e finisce in prognosi riservata in ospedale. É accaduto nel pomeriggio a Crotone. Per la ricostruzione dei fatti sono in corso le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale. La vittima è un pizzaiolo, Francesco Chimirri, noto anche perché molto attivo su Tik Tok, dove aveva quasi 158 mila follower. Del poliziotto che lo ha ucciso, in servizio nella Questura di Crotone, si sono apprese, al momento, soltanto le iniziali e l’età, G.S., di 37 anni. L’agente é stato ricoverato nell’ospedale di Catanzaro, dove sarà sottoposto nelle prossime ore ad un intervento chirurgico per le numerose lesioni che ha riportato soprattutto al volto.

L’agente, comunque, non sarebbe in pericolo di vita. La vicenda ha avuto inizio ad Isola Capo Rizzuto, un centro a pochi chilometri da Crotone. Secondo una prima ricostruzione, il poliziotto, che era in borghese e libero dal servizio, avrebbe notato Chimirri mentre investiva con la sua auto alcune automobili parcheggiate. Notata la scena, l’agente si sarebbe posto all’inseguimento di Chimirri, affiancando la sua auto e raggiungendolo soltanto nel centro abitato di Crotone, nel quartiere “Campanaro”, considerato dagli investigatori ad alta sensibilità criminale perché vi risiedono numerosi pregiudicati. Quando le due auto si sono fermate, Chimirri avrebbe tentato di aggredire il poliziotto, che nel frattempo era sceso dalla sua vettura. A quel punto c’é stata la reazione di G.S., che ha impugnato la sua pistola d’ordinanza ed ha sparato tre colpi contro il quarantaquattrenne, uno solo dei quali lo ha raggiunto, provocandone la morte istantanea.

É stato in quel momento che alcuni familiari e conoscenti di Chimirri si sono scagliati contro il poliziotto, tempestandolo con calci e pugni. Solo l’intervento dei carabinieri, giunti nel frattempo sul posto, ha consentito di riportare la situazione, sia pure con grande difficoltà, alla calma, sottraendo il poliziotto da una situazione che si era fatta per lui molto critica. I carabinieri, per ricostruire in ogni dettaglio la dinamica di quanto è accaduto, hanno acquisito le immagini registrate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza installate nella zona. I militari stanno anche sentendo, nella qualità di testimoni, le persone che hanno assistito alla scena. Obiettivo delle indagini, in particolare, è di ricostruire l’intera dinamica dei fatti culminati con la morte di Francesco Chimirri e di identificare le persone che hanno aggredito e quasi linciato il poliziotto in modo da inchiodarle alle loro responsabilità. Un compito difficile anche perché la scena dell’aggressione sarebbe avvenuta fuori dal campo visivo delle telecamere. La vicenda ha suscitato scalpore sia a Crotone che ad Isola Capo Rizzuto. L’agente è in servizio da alcuni anni ed é considerato un poliziotto esperto e di grande professionalità. Stima circondava anche Francesco Chimirri, conosciuto da molti per la sua professione di pizzaiolo e per il suo attivismo sui social. Le indagini dei carabinieri dovrebbero consentire a breve di chiarire tutti i contorni della vicenda.

Continua a leggere

Cronache

Trovati morti nel giardino di casa madre e figlio

Pubblicato

del

I cadaveri di due persone, che al momento sono identificato come quelli di una madre – una donna molto anziana – e del figlio, sono stati ritrovati nel giardino di una casa di Orbetello (Grosseto), a San Donato, in una zona isolata di campagna. A segnalare il ritrovamento sarebbe stato un passante che ha visto la donna a terra, a faccia in giù, nel vialetto di casa. Pensando a un malore avrebbe chiamato i soccorsi. L’uomo è stato invece ritrovato dentro un pozzo artesiano. Non è ancora chiaro cosa sia successo e gli accertamenti dei carabinieri sono in corso.

Secondo le prime valutazioni, i decessi potrebbero risalire ad alcuni giorni fa ma la casa si trova in aperta campagna, in un reticolo di strade vicinali che non sono granché frequentate. Tale ubicazione avrebbero favorito il ritardo nella scoperta dei corpi. Sul posto la Croce rossa e i vigili del fuoco.

Continua a leggere

Cronache

Chiusa in auto con le fiamme, prima di morire ha raccontato i fatti a figlia: arrestato il marito

Pubblicato

del

L’ultima carezza di una figlia alla madre: “Mamma, hai i capelli tutti bruciati”. “Mi ha chiuso in macchina con le fiamme. Mi sento morire”. Ed e’ proprio in quell’istante che la 60enne Maria Angela Turturo, davanti agli occhi della figlia Antonia e del personale sanitario dell’ospedale “Perinei” di Altamura, ha esalato l’ultimo respiro. Parole sussurrate e un’altra vita spezzata, un altro femminicidio che si aggiunge agli oltre 65 gia’ registrati in Italia dall’inizio del 2024, secondo i dati del Viminale.

L’ultimo episodio si e’ verificato a Gravina in Puglia, a circa 55 km da Bari: per il delitto, la polizia di Stato ha arrestato questa mattina il 65enne Giuseppe Lacarpia, pregiudicato e marito della donna, con l’accusa di omicidio premeditato e aggravato. Secondo la ricostruzione dei fatti, la tragedia e’ avvenuta nella notte di domenica 6 ottobre, lungo strada vicinale dei Pigni. L’uomo avrebbe appiccato il fuoco alla propria automobile, una Fiat Panda X, con la moglie all’interno.

Nonostante la vittima sia riuscita a fuggire dall’auto in fiamme, riportando ustioni parziali, e’ stata brutalmente aggredita dal marito. Lacarpia l’ha immobilizzata sull’asfalto in posizione supina, schiacciandola con il proprio corpo – che pesava circa 100 kg – e posizionando le ginocchia sull’addome, esercitando pressione sullo sterno con le braccia. Questo avrebbe provocato alla donna fratture gravi allo sterno e alle costole, causando la compressione del cuore e, infine, l’arresto cardiocircolatorio che ha portato al decesso della 60enne.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto