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Silurato Surovikin, è sospettato di tradimento: avrebbe appoggiato la rivolta dei mercenari della Wagner

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Rimosso dall’incarico, arrestato, sospettato di tradimento: per due mesi, dopo la tentata rivolta della Wagner, si sono rincorse le voci più disparate sulla sorte del generale Serghei Surovikin, figura quasi leggendaria nel firmamento militare russo ed ex capo delle operazioni militari in Ucraina, che secondo fonti d’intelligence occidentali era sospettato di avere sostenuto Yevegny Prigozhin nella sua sfida al Cremlino. Ora arriva una mezza conferma: il generale è stato rimosso dal comando delle forze aerospaziali (l’Aeronautica russa), ma per il momento di lui non si sa nient’altro. La notizia è stata data dall’agenzia statale Ria Novosti che cita una sua fonte. Il massimo dell’ufficialità che ci si può aspettare in un Paese dove gli avvicendamenti ai vari comandi non vengono normalmente pubblicizzati. Il posto di Surovikin è stato preso ad interim dal generale Viktor Afzalov, un suo stretto collaboratore che già aveva svolto le stesse funzioni quando Surovikin era stato chiamato a comandare le operazioni in Ucraina, dall’ottobre del 2022 al gennaio di quest’anno. La testata Rbc ha riferito che Surovikin, 57 anni, rimane nei ranghi delle forze armate ed è semplicemente in attesa di essere “trasferito a nuovo incarico”. Nessun elemento dunque che contribuisca a far finalmente luce su un eventuale ruolo svolto da Surovikin nei drammatici avvenimenti di due mesi fa, e quindi anche su quanto effettivamente avvenuto in quel sabato 24 giugno. A quel giorno risale l’ultima apparizione di Surovikin, che in un video aveva chiesto ai ribelli della Wagner di mettere fine alla loro marcia verso Mosca prima che fosse “troppo tardi”. Qualche giorno dopo il Financial Times aveva scritto di aver saputo che era stato fermato, anche se non era chiaro se perché “accusato di essere un complice della rivolta o se semplicemente detenuto per essere interrogato”. Ma la figlia del generale aveva smentito tali informazioni. Il mese scorso è stato il Wall Street Journal a tornare alla carica, assicurando che Surovikin era stato arrestato insieme a un’altra decina di ufficiali. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha liquidato come “speculazioni” le voci che i media occidentali hanno ripreso dai servizi d’intelligence dei loro Paesi. Per quanto riguarda i rapporti tra Surovikin, che fin dalla campagna di Siria si è guadagnato il soprannome di ‘generale Armageddon’, e Prigozhin, ricomparso qualche giorno fa in un video in cui dice di essere in Africa, l’unica cosa certa è che il capo della Wagner non ha nascosto la sua stima per il generale, definendolo “un uomo che non ha paura delle responsabilità”. Un’opinione molto diversa da quelle sprezzanti che Prigozhin ha sempre riservato al ministro della Difesa Serghei Shoigu e al capo di Stato maggiore Valery Gerasimov. (ANSA). ZC 2023-08-23 18:20 S0A QBXB EST

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Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

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Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

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Usa: sondaggio “Cnn”, Trump in vantaggio su Biden di 6 punti a livello nazionale

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A poco meno di sei mesi dalle elezioni negli Stati Uniti, l’ex presidente Donald Trump gode del sostegno del 49 per cento degli elettori, in vantaggio di sei punti percentuali sul suo successore Joe Biden, fermo al 43 per cento. Lo indica l’ultimo sondaggio pubblicato dall’emittente “Cnn” ed effettuato dall’istituto Ssrs. Rispetto alla precedente rilevazione condotta lo scorso gennaio, il candidato repubblicano e’ rimasto stabile, mentre l’attuale presidente ha perso il due per cento del proprio consenso. Soprattutto, e’ in miglioramento l’idea che gli elettori hanno degli anni della presidenza Trump. Ora il 55 per cento degli statunitensi considera “un successo” la sua amministrazione, contro il 44 per cento che la definisce “un fallimento”.

Nel gennaio del 2021, pochi giorni dopo l’insediamento di Biden, era il 55 per cento a considerare un fallimento la presidenza di Trump. Al contrario, il 61 per cento ritiene che la presidenza Biden sia stata un fallimento, mentre il 39 per cento la definisce “un successo”. Il sondaggio mostra anche come i repubblicani siano piu’ convinti dell’idea che la presidenza Trump sia stata un successo (92 per cento) rispetto a quanto gli elettori democratici abbiano la stessa opinione della presidenza Biden (solo il 73 per cento). Tra gli indipendenti, l’amministrazione Trump e’ guardata con favore dal 51 per cento, contro il 37 per cento che ha opinione positiva dell’attuale presidenza. Poi vi e’ un 14 per cento che considera un fallimento entrambe le esperienze, e un 8 per cento che invece ritiene un successo sia la presidenza di Donald Trump che quella di Joe Biden.

Il sondaggio rileva anche come il 60 per cento degli elettori disapprovi l’operato dell’attuale presidente e come il tasso di approvazione, attualmente al 40 per cento, sia al di sotto del 50 per cento anche su materie quali le politiche sanitarie (45 per cento) e la gestione del debito studentesco (44 per cento). A pesare sull’opinione che i cittadini Usa hanno di Biden e’ soprattutto la gestione della crisi a Gaza (il 71 per cento disapprova), in particolare nel caso degli under 35 (tra questi e’ l’81 per cento a esprimere valutazione negativa). Non molto meglio il giudizio degli elettori sull’operato della Casa Bianca in economia (solo il 34 per cento approva), tema che il 65 per cento degli intervistati considera “estremamente importante” per il voto di novembre.

Tra questi ultimi, il 62 per cento ha intenzione di votare Trump, il 30 per cento Biden. In generale, il 70 per cento degli elettori si lamenta delle attuali condizioni economiche del Paese, e il 53 per cento si dice insoddisfatto della propria situazione finanziaria. Tale insoddisfazione sale soprattutto tra gli elettori a basso reddito, tra le persone di colore e tra i piu’ giovani. L’impressione per entrambi i candidati resta per lo piu’ negativa (il 58 per cento ha opinione negativa di Biden, il 55 per cento di Trump) e il 53 per cento e’ insoddisfatto delle opzioni a disposizione sulla scheda elettorale il prossimo novembre.

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Sconosciuti uccidono sette giovani nel sud dell’Ecuador

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Sette giovani, che la polizia sospetta facessero parte di una banda dedita al furto di veicoli, sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco da sconosciuti a Petrillo, località del sud dell’Ecuador. Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, riferisce il portale di notizie Primicias, sei dei giovani, tutti fra i 15 e i 21 anni, sarebbero caduti in un’imboscata mentre stavano riportando una moto rubata al proprietario per incassare il riscatto. Il cadavere di un settimo giovane è poi stato ritrovato ore dopo poco lontano dal luogo del massacro. Gli inquirenti hanno comunicato che praticamente tutte le vittime avevano precedenti penali per furti di vario genere, ed in particolare di veicoli, formulando l’ipotesi che le persone che hanno sparato da un’auto sarebbero membri di una banda rivale o residenti del luogo stanchi delle ripetute estorsioni.

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