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Cronache

Cassazione, 9 anni a ex manager Di Fazio per 5 casi di violenza

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La Cassazione ha confermato i 9 anni di reclusione inflitti in secondo grado all’ex imprenditore farmaceutico Antonio Di Fazio, accusato di cinque episodi di violenza sessuale con uso di benzodiazepine, tra cui quello per cui venne arrestato nel maggio del 2021: per l’accusa aveva narcotizzato e violentato una studentessa 21enne attirata nel suo appartamento con la scusa di uno stage per poi fotografarla approfittando del suo stato di incoscienza.

La Suprema Corte ha, infatti, dichiarato inammissibile il ricorso della difesa, sostenuta dall’avvocato Ivano Chiesa e ha accolto quello del pg contro la decisione della Corte d’Appello di Milano di riqualificare i maltrattamenti e la violenza sessuale nei confronti della moglie in atti persecutori così da essere prescritti. Su questo capitolo dunque gli ermellini hanno rinviato a un nuovo giudizio di secondo grado che potrebbe, a seconda dell’esito, portare a un aumento della pena. “Non riuscirò mai a capire – ha dichiarato l’avvocato Chiesa – come si possano dare 8 anni ad Alberto Genovese per degli stupri e 9 al mio assistito per violenza sessuale fotografica ossia per aver fatto delle foto intime. Mi pare evidente una enorme differenza di gravità tra le due ipotesi, ammesso che esista la violenza sessuale fotografica”.

All’ex manager, processato con rito abbreviato, in primo grado erano stati inflitti 15 anni e mezzo di carcere dal gup Anna Magelli che non aveva riconosciuto la continuazione tra i reati. Continuazione invece applicata dai giudici di secondo grado che nel giugno scorso lo hanno anche assolto dal sequestro di persona in merito all’episodio della studentessa e dichiarato il non doversi procedere per maltrattamenti, stalking e violenza sessuale nei confronti dell’ex moglie, punto su cui ci sarà un ulteriore giudizio. Tra i legali di parte civile nel processo figurano gli avvocati Andrea Prudenzano, Andrea Belotti, Gloria Bordanzi, Patrizio Nicolò e Maria Teresa Zampogna , Monica Monteverde e Giorgio Conti. Di Fazio, ora in una comunità terapeutica per i suoi problemi di tossicodipendenza, dovrebbe ritornare in carcere.

Secondo le motivazioni della sentenza di secondo grado, l’ex manager “aveva messo a punto un ‘sistema’ criminale idoneo a far cadere nella sua rete numerose vittime, per lo più giovanissime donne irretite dalle sue promesse, dai suoi contatti, dalla esibizione delle sue possibilità economiche (vere o fasulle che fossero), dal suo patrimonio immobiliare, rassicurate dalla sua famiglia (madre, sorella, figlio) pronte ad accoglierle in un contesto apparentemente normale ma agiato e promettente”.

È riuscito “a ripetere il suo modello criminale con medesime modalità esecutive” ai danni delle vittime, che generalmente fotografava quando erano prive di sensi, “di cui solo sei sono emerse con compiute generalità e sono costituite parte civile nel processo, altre sono rimaste ignote, ma di esse v’è tracce nelle ulteriori numerose fotografie rinvenute nel suo cellulare”.

L’ex imprenditore, oltre alla vicenda per cui è stato condannato definitivamente, ha altri guai giudiziari per bancarotta fraudolenta in relazione a due società, la Global Farma e la Ifai (Industria farmaceutica italiana) Srl, per truffa e frode in pubbliche forniture ai danni di alcune Asl, tra cui quella di Torino, e per inadempimento di forniture di mascherine e altri dpi ad Aria, centrale acquisti lombarda, nel periodo dell’emergenza Covid.

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Cronache

Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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