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Politica

Segre: felice unanimità sulla relazione relativa ai discorsi di odio

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Ha 92 anni ed e’ uno dei pochi testimoni rimasti della Shoah, sotto scorta non perche’ e’ senatrice a vita, ma perche’ c’e’ ancora qualcuno che la minaccia di morte. Con disarmante semplicita’ Liliana Segre prende la scena in una conferenza stampa in Senato per raccontare la sua storia, ma soprattutto il successo ottenuto con il voto unanime all’indagine conoscitiva sui discorsi di odio portata avanti per un anno dalla commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza che presiede. Accanto a lei il vicepresidente della commissione, Francesco Verducci, braccio e anima del lavoro svolto. Oltre 100 audizioni per arrivare in Aula con il documento, non solo, spiega, per “restituire il senso del lavoro fatto, ma anche per dare una traccia per quello da fare”. La relazione chiede al parlamento un intervento normativo urgente contro l’odio e l’istigazione all’odio, a tutela della liberta’ di espressione e delle minoranze vittime dei discorsi d’odio. Elenca anche categorie target per individuare i possibili bersagli: “colore della pelle, etnia, religione, nazionalita’, disabilita’, sesso, identita’ di genere, orientamento sessuale, condizioni personali o sociali”. Temi sensibili, delicati sui quali la politica si e’ sempre spaccata, ma oggi, la senatrice Segre, puo’ dirsi davvero contenta di aver messo d’accordo, per una volta, tutto l’arco parlamentare. Ammette con candore “non ci poteva che essere l’unanimita’” e, decide di mettere da parte il discorso scritto per andare a braccio. “Avevo preparato una relazione che avrei dovuto leggervi – spiega – ma ho cambiato idea”. La figura esile, elegante, i capelli bianchi che la fanno sembrare la nonna di tutti, conquista l’attenzione della platea, perche’ per dare un senso alla battaglia contro i discorsi di odio mette in campo la sua storia. In fondo, lei quei crimini di odio li porta tatuati sul braccio, “e’ la vergogna di chi l’ha fatto e non l’ho mai voluto cancellare”, confessa con una punta di orgoglio. Arriva dritta al punto: “Sono stata vittima dei crimini dell’odio gia’ da bambina e voglio ricordare che iniziano con l’istigazione e sfociano contro persone colpevoli solo di essere nate”. Poi regala il racconto che fa luccicare gli occhi a tutti. “Mi trovai sopravvissuta di un intera famiglia a poco meno di 15 anni, brutta, grassa, perche’ avevo mangiato tantissimo dopo la liberazione, selvaggia, incolta, imbevuta di un passato in cui avevo brucato nei letamai, in cui avevo sfilato nuda davanti ai miei persecutori, in cui avevo fatto la marcia della morte senza mutande, fermandomi come un animale agli angoli della strada quando dovevo fare i bisogni. Senza nessuna forma di civilta’, se non che ero ancora viva”. Applausi, lacrime, imbarazzo e tanta ammirazione per questa donna che sembra aver stregato il tempo per quanta disinvoltura mette nel portare il testimone di un passato tragico, in un presente complicato, continuando incessantemente a lavorare per il futuro con grande resistenza. La conferenza infatti e’ solo l’ultima tappa di una faticosa maratona a palazzo Madama, iniziata ieri mattina con la sorpresa per il suo nome nella traccia dell’esame di maturita’, proseguita con l’unanimita’ al documento sui discorsi di odio e terminata in Aula al Senato dopo mezzanotte per dare il primo si’ al Pnrr. Il tutto tra interviste e telefonate, anche quella del ministro Bianchi. “Chiunque di noi diventando vecchio vuole lasciare una scia di se'”, ammette Liliana Segre e condivide la sua: “dopo 45 anni di silenzio sono riuscita a parlare a migliaia di studenti senza mai usare la parola odio. Senza mai usare la parola vendetta. La mia eredita’ morale e’ parlare d’amore”.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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