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Ricercatori Neuromed, diabete: la dieta sana non basta, attenzione ai cibi ultra processati

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Per le persone con diabete una sana alimentazione non basta, se a tavola ci sono anche cibi ultra-processati. Una ricerca dell’IRCCS Neuromed mostra che il consumo di alimenti sottoposti a intensa lavorazione, spesso industriale, aumenta il rischio di morte per persone con diabete di tipo 2, indipendentemente dalla qualità nutrizionale della dieta

La primissima regola, per le persone a cui viene diagnosticato un diabete di tipo 2, riguarda il cibo. L’attenzione verso le calorie ingerite, oltre a quella per i nutrienti contenuti nei vari alimenti, diventa parte integrante della vita di un diabetico. Ma potrebbe non bastare: un ruolo importante nel determinare lo stato di salute delle persone con questa patologia potrebbe infatti essere giocato anche dal grado di lavorazione degli alimenti che finiscono nel piatto. Questi prodotti vengono descritti come “ultra-processati” e sono stati associati a un impatto negativo sulla salute nella popolazione generale, come documentato in numerosi studi di popolazione.

Una ricerca condotta dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), pubblicata sulla rivista scientifica American Journal of Clinical Nutrition, si è quindi occupata di capire se il consumo di alimenti ultra-processati potesse rappresentare un fattore di rischio anche per persone particolarmente vulnerabili come quelle affette da diabete di tipo 2. I risultati della ricerca indicano che un elevato consumo di cibi ultra-processati è associato a un aumento sostanziale del rischio di mortalità, sia per malattie cardiovascolari che per tutte le altre cause. E questo indipendentemente dalla qualità nutrizionale della dieta, misurata in questo caso come aderenza alla Dieta Mediterranea.

Gli alimenti ultra-processati sono prodotti che hanno subito processi di trasformazione spesso intensi, realizzati, in parte o interamente, con sostanze che non vengono utilizzate abitualmente in cucina (es. proteine idrolizzate, maltodestrine, grassi idrogenati) e che contengono generalmente diversi additivi, come coloranti, conservanti, antiossidanti, anti-agglomeranti, esaltatori di sapidità ed edulcoranti, il cui fine principale non è migliorare le proprietà nutrizionali degli alimenti ma piuttosto quello di esaltarne il sapore, l’aspetto e prolungarne la durata. Vengono in mente gli snack confezionati, le bevande gassate e zuccherate, i pasti pronti per il consumo e i cibi fast-food. Ma questo scenario non rappresenta tutta la realtà: il livello di lavorazione di un alimento è una caratteristica che si può riscontrare anche in cibi che “insospettabili”, come ad esempio yogurt alla frutta, cereali per la colazione, cracker e buona parte dei sostituti vegetali della carne.

La ricerca italiana, condotta nell’ambito del Progetto Epidemiologico Moli-sani, ha preso in esame 1.066 partecipanti che al momento dell’ingresso nello studio erano affetti da diabete di tipo 2.

Marialaura Bonaccio

“Esaminando l’evoluzione della loro salute nel corso di 12 anni – dice Marialaura Bonaccio, epidemiologa del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli e primo autore dello studio – è stato possibile evidenziare che una alimentazione ricca di alimenti ultra-processati esponeva le persone con diabete ad una ridotta sopravvivenza. Quelle che riportavano un consumo più elevato di cibi ultra-processati mostravano un rischio di mortalità per ogni causa del 60% più alto, rispetto ai pazienti che consumavano questi prodotti in quantità minore. Il rischio di mortalità per malattie cardiovascolari, che sono già frequenti nella popolazione con diabete, aumentava più del doppio”.

Licia Iacoviello

“Uno dei risultati più interessanti di questo studio – dice Licia Iacoviello, Direttore del Dipartimento e professore ordinario di Igiene all’Università dell’Insubria di Varese e Como – è che l’aumento di rischio legato ai cibi ultra-processati si osserva anche se si è scrupolosamente attenti a ciò che si mangia. Ad esempio, una persona con diabete sceglie generalmente cibi salutari tipici della Dieta mediterranea. Ma se nella sua alimentazione sono presenti anche molti cibi sottoposti a lavorazione, i vantaggi si annullano, con un evidente aumento di rischio per la salute”.

Giovanni de Gaetano, Presidente di Neuromed

“Questi risultati – commenta Giovanni de Gaetano, Presidente dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli – potranno avere importanti implicazioni per future linee guida finalizzate alla gestione del diabete di tipo 2. Oltre alla tradizionale adozione di una alimentazione basata sui ben noti requisiti nutrizionali, le raccomandazioni alimentari dovranno anche suggerire di limitare quanto più possibile il consumo di alimenti ultra-processati. In questa prospettiva, e non solo per le persone con diabete, riteniamo che le etichette e le indicazioni sui cibi che acquistiamo dovrebbero contenere anche informazioni sul grado di lavorazione al quale sono stati sottoposti”.

 

Lo studio Moli-sani
Partito nel marzo 2005, ha coinvolto circa 25.000 cittadini, residenti in Molise, per conoscere i fattori ambientali e genetici alla base delle malattie cardiovascolari e dei tumori. Lo studio Moli-sani, oggi basato presso l’IRCCS Neuromed, ha trasformato un’intera Regione italiana in un grande laboratorio scientifico.

L’IRCCS Neuromed

L’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Neuromed di Pozzilli (IS) rappresenta un punto di riferimento a livello italiano ed internazionale per la ricerca e la terapia nel campo delle malattie che colpiscono il sistema nervoso. Un centro in cui i medici, i ricercatori, il personale e gli stessi pazienti formano una alleanza rivolta a garantire il miglior livello di assistenza possibile e cure all’avanguardia, guidate dagli sviluppi scientifici più avanzati. 

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Estate e benessere della pelle: l’alimentazione giusta per proteggersi

Durante l’estate, la pelle è esposta a vari stress ambientali, ma possiamo proteggerla e mantenerla sana anche attraverso l’alimentazione. Una dieta ricca di antiossidanti e seguendo i principi della dieta mediterranea può fare la differenza.

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L’estate è sinonimo di passeggiate all’aria aperta, bagni di sole e di mare, un mix perfetto per il benessere di corpo e mente, ma non sempre favorevole per la pelle. Tuttavia, possiamo aiutare la nostra epidermide a rimanere sana, protetta e bella attraverso una corretta alimentazione.

Antiossidanti: i guardiani della pelle

Gli antiossidanti sono fondamentali per la salute della pelle. «Sono gli elementi che conferiscono colore a frutta e verdura», spiega Stefano Erzegovesi, nutrizionista e psichiatra. Esempi comuni sono:

  • Antocianine: conferiscono il colore blu e violetto ai mirtilli.
  • Clorofille: danno il verde scuro agli spinaci.
  • Carotenoidi: rendono arancioni le albicocche.

Ogni pianta ha i suoi specifici antiossidanti. È importante consumare una varietà di antiossidanti, piuttosto che grandi quantità di pochi tipi. Questo principio si applica anche agli integratori, che non possono sostituire l’effetto benefico di una dieta variata e bilanciata.

Il collagene: mito e realtà

Il collagene, essenziale per la tonicità e l’elasticità della pelle, è una proteina presente in tutte le parti gelatinose della carne o del pesce. Tuttavia, quando consumato attraverso la dieta, viene scisso in aminoacidi e non ha lo stesso effetto diretto sul collagene della pelle.

Dieta mediterranea “povera”

La migliore alimentazione per la pelle è quella che promuove anche la salute generale: la dieta mediterranea “povera”. Questa dieta prevede che il 50% delle proteine sia di origine vegetale. Questo tipo di alimentazione non solo aiuta la pelle, ma è anche benefica per la circolazione, la prevenzione dei tumori e il benessere cerebrale.

Idratazione e antiossidanti

Mantenersi idratati è cruciale durante l’estate. Bere acqua arricchita di antiossidanti, come tè verde, infusi di erbe e anche caffè, può contribuire a questo obiettivo.

Abbronzatura e protezione UV

Per chi desidera un’abbronzatura dorata, i carotenoidi presenti in albicocche, carote, pomodori, melone e anguria possono creare uno strato protettivo a livello dell’epidermide, conferendo un colore più dorato all’abbronzatura. Tuttavia, è importante ricordare che la vera protezione dai raggi UV viene dalla schermatura solare.

Antiossidanti


In sintesi, per proteggere la pelle in estate, è fondamentale seguire una dieta ricca di antiossidanti e bilanciata secondo i principi della dieta mediterranea. Questo, insieme a una corretta idratazione e all’uso di protezioni solari, può aiutare a mantenere la pelle sana e bella.

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Campania Regina della Tavola, per Taste Atlas c’è “la cucina che conquista il mondo”

La Campania si conferma come la regione dove si mangia meglio al mondo, seguita dall’Emilia Romagna e da altre prestigiose destinazioni culinarie internazionali. L’enogastronomia italiana, con la Campania in testa, rappresenta un traino fondamentale per il turismo e l’economia nazionale, come confermato da recenti studi e classifiche.

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La Campania è stata proclamata la regione dove si mangia meglio al mondo, seguita dall’Emilia Romagna. Questo prestigioso riconoscimento arriva da Taste Atlas, l’atlante mondiale del cibo, che ha lodato l’enogastronomia della Campania. Nella top ten, Java (Indonesia) e Creta (Grecia) occupano il terzo e quarto posto, mentre la Sicilia si piazza al quinto.

La Campania eccelle non solo per la qualità del cibo, ma anche per il numero di ristoranti. Secondo la Fipe, su 331.888 ristoranti in Italia, la Campania ne conta 34.271, piazzandosi subito dopo Lombardia e Lazio. La regione è leader anche per le pizzerie, con 34.406 in tutto il Paese.

In Italia, la cucina è un’arte e un business. L’enogastronomia rappresenta uno dei principali motivi di attrazione per il turismo, con un terzo della spesa turistica destinata alla tavola. Secondo un’indagine di The European House-Ambrosetti, l’Italia è il primo paese al mondo per la presenza di ristoranti italiani nelle principali metropoli globali, da Hong Kong a New York.

La cucina italiana sta per entrare nell’Olimpo dell’Unesco, rafforzando ulteriormente il suo status. L’Italia è il numero uno per prodotti certificati e tradizionali, e il 29,3% dei turisti stranieri sceglie l’Italia anche per l’appeal delle sue produzioni agroalimentari e tradizioni culinarie.

La Campania è al primo posto per prodotti tradizionali (601), seguita da Lazio (472) e Toscana (467). La regione è anche ricca di città e strade del cibo e del vino, a pari merito con il Piemonte (123) e seconda solo alla Toscana (137). Questi fattori spiegano l’exploit del turismo campano e del Sud in generale.

Turismo e cibo sono strettamente collegati. I consumi alimentari in Italia nel 2023 hanno raggiunto 287 miliardi di euro, di cui 92 miliardi spesi fuori casa. L’industria agroalimentare italiana, inclusa la filiera Ho.re.ca, vale circa 600 miliardi di euro, generando quasi 335 miliardi di valore aggiunto, pari al 19% del PIL italiano.

L’export agroalimentare italiano ha raggiunto i 64 miliardi di euro, con l’Italia come primo produttore ed esportatore mondiale di pasta e passata di pomodoro, prodotti tipici del Sud Italia.

I piccoli comuni italiani, che rappresentano il 69,5% del totale, sono la cassaforte delle tipicità alimentari. Questi centri, in particolare nel Sud Italia, producono il 93% delle eccellenze Dop e Igp del paese. Secondo Ermete Realacci, presidente di Symbola, i piccoli comuni rappresentano il futuro dell’Italia, non solo il passato.

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, sottolinea che i piccoli borghi hanno un significativo valore economico, storico, culturale e ambientale. Valorizzare queste aree può diventare una risorsa strategica per il rilancio economico e occupazionale del paese.

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50 Top Pizza Viaggio in Italia 2024, Napoli e Roma città della pizza al taglio

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Roma si conferma capitale della pizza al taglio. E’ quanto emerge dalla guida 50 Top pizza Viaggio in Italia 2024: in guida 10 locali capitolini, seguita da Napoli con 4 pizzerie e da Fiumicino e Torino con 3 locali a testa. La regione più rappresentata resta il Lazio con 13 indirizzi, seguita dalla Campania con 6 e dalla Calabria con 4. Pizzarium di Gabriele Bonci, a Roma, è la Migliore Pizza in Viaggio in Italia per il quinto anno consecutivo.

Al secondo posto si conferma Lievito di Francesco Arnesano, sempre a Roma, mentre al terzo posto ritroviamo Campana Pizza In Teglia di Daniele Campana, a Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza. La quarta posizione va ad Antico Forno Roscioli della famiglia Roscioli, a Roma; quinta posizione per La Masardona della famiglia Piccirillo, a Napoli; sesta posizione per ‘O Fiore Mio Pizze di Strada di Davide Fiorentini, a Bologna; settima posizione per Tiri Bakery & Caffè, a Potenza. Per l’ottava posizione un nuovo ingresso in guida: Tiella, di Daniele Biagioni, a Roma. Nona posizione per il panificio Davide Longoni, a Milano e, a chiudere la top ten, Tellia, di Enrico Murdocco, a Torino. Novità è l’inserimento di Eataly Fiumicino. Per la prima volta entra in classifica una pizzeria situata in aeroporto, che si posiziona al tredicesimo posto.

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