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Cronache

Rapina e devastazione del pronto soccorso a Napoli: in ospedale medici e infermieri sono terrorizzati

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Mariella Corvino, direttore sanitario dell’ospedale Vecchio Pellegrini, assaltato da cento e più vandali che l’hanno devastato è terrorizzata all’idea che possa succedere ancora. Amici e parenti del sedicenne, deceduto nel corso di una rapina con un carabiniere al quale aveva tentato di rubare l’orologio, sembravano degli incasati. Chi ha visto le immagini delle telecamere di sorveglianza ha potuto notare un livello di violenza inaudito. “Non hanno avuto nessun rispetto per operatori sanitari e  pazienti che in quel momento erano ricoverati. Hanno distrutto tutto – afferma la Corvino – in tanti anni di direzione sanitaria in diversi presidi non mi era mai capitato di assistere a un episodio del genere”. Medici, infermieri, operatori socio-sanitari: andare a lavorare, per loro, e’ diventato un terno al lotto a Napoli e in provincia. L’episodio della notte scorsa è solo l’ultimo di una lunga serie di assalti a presidi e ambulanze con i Ps diventati la frontiera contro la violenza. “Ogni volta che vengo a lavorare mi domando ‘Cosa succedera’ oggi?’ – racconta un infermiere – Ho paura, soprattutto quando mi tocca il turno di notte”. Il Vecchio Pellegrini e’ un ospedale nella Pignasecca, quartiere popolare al centro della citta’. Nella scorsa primavera, il cortile interno della struttura e il pronto soccorso sono stati scenario di un agguato. Anche in quel caso, tutto successe di notte. Il bersaglio dei sicari era un 22enne arrivato al pronto soccorso con ferite da arma da fuoco. C’è una pagina Fb, ‘Nessuno tocchi Ippocrate’, che a Napoli porta il conto delle aggressioni che subisce il personale medico. Insultati, offesi, strattonati, colpiti, minacciati. Solo dall’inizio dell’anno sono state già 19 le aggressioni subite. Tra le tante: l’episodio del petardo lanciato contro un’ambulanza, lo scorso 2 gennaio. Il medico a bordo ha rischiato di perdere l’udito, l’ambulanza era intervenuta nel quartiere Barra, periferia est della citta’. Dopo i soccorsi, quando il personale stava per risalire sull’ambulanza e’ esploso il petardo. E solo qualche giorno piu’ tardi, un gruppo di ragazzi sequestro’ un’ambulanza della postazione del Loreto Mare, con tutto il personale per costringerli a soccorrere un amico 16enne con una distorsione al ginocchio. Numeri spaventosi per i quali sono state necessarie misure ad hoc come le telecamere sulle ambulanze cosi’ da riprendere le azioni di violenza contro gli uomini e i mezzi del 118. “E’ una guerra e questo non e’ tollerabile – scrivono in un post su Facebook – non siamo dei soldati. Dietro le porte divelte del pronto soccorso c’e’ distruzione, paura, c’e’ voglia di telecamere, ma sopratutto di essere pubblici ufficiali”. Il riconoscimento della qualifica di pubblico ufficiale metterebbe, secondo i medici dell’emergenza, il personale in una posizione diversa: difficilmente – e’ il loro ragionamento – qualcuno aggredirebbe un pubblico ufficiale, consapevole della punibilita’ del gesto. Perche’, ad ora, non c’e’ alcuna certezza della pena a carico di chi commette l’aggressione

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Travolto e ucciso da un’auto pirata

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Sono in corso le indagini dei carabinieri per risalire al conducente dell’auto pirata che questa notte ha travolto e ucciso un uomo di 57 anni a Carpaneto, in provincia di Piacenza. L’uomo, come spiega il quotidiano online Il Piacenza, è stato trovato riverso a terra in fin di vita poco prima di mezzanotte da un passante, a pochi metri dalla sua abitazione. Trasportato di urgenza all’ospedale di Piacenza è morto nel corso della notte a causa dei traumi. Stanno indagando i carabinieri che sono intervenuti.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due persone, lo scorso novembre, si sarebbero avvicinate nel corso della notte a Roma all’auto di Andrea Giambruno, l’ex compagno della premier Giorgia Meloni, ma sono stati fermati da un agente che era di sorveglianza all’esterno della abitazione della presidente del Consiglio. Lo scrive il quotidiano ‘Domani’ secondo il quale i due avrebbe riferito al poliziotto di essere ‘colleghi’, mostrando anche un tesserino prima di risalire a bordo della loro auto ed andare via senza essere identificati. Della vicenda, sostiene il quotidiano, è stata informata la Digos e la scala gerarchica fino al capo della Polizia Vittorio Pisani e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Dalle indagini svolte sarebbe emerso in un primo momento che i due uomini, che avevano con loro una torcia, erano due agenti dell’Aisi, l’Agenzia dei servizi segreti interna, e in particolare della scorta di Meloni. Del fatto, sempre in base a quanto riferisce il quotidiano, sarebbe stata informata anche al Procura della Capitale. Dall’indagine dei servizi, alcuni mesi dopo, si sarebbe però arrivati ad una altra conclusione: i due uomini che quella notte si sarebbero avvicinati all’auto di Giambruno sarebbero stati in realtà due ricettatori forse interessati a quanto c’era di valore in quella macchina e non agenti intenti a piazzare cimici o altro.

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Coldiretti, 30 aprile agricoltori in assemblea in tutta Italia

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Il prossimo 30 aprile almeno 50mila agricoltori della Coldiretti si preparano a riunirsi in 96 assemblee nelle province di tutta Italia in vista delle elezioni europee e nell’ambito delle celebrazioni degli 80 anni dell’organizzazione agricola. Fra i temi della “giornata dell’orgoglio Coldiretti”, la raccolta firme europea per l’origine obbligatoria su tutti gli alimenti, la fauna selvatica, la moratoria dei debiti a favore delle aziende agricole “che hanno investito e che in questi ultimi due anni hanno subito l’aumento dei tassi di interesse e forti problemi reddituali”.

Lo rende noto la stessa organizzazione agricola in un comunicato. Fra gli altri temi, le “importazioni sleali”, il “falso made in Italy” e “la richiesta di un piano invasi che, soprattutto in questo periodo storico, può e deve diventare un valido alleato contro i cambiamenti climatici”. Al centro degli incontri ci sarà la raccolta di firme “per una legge popolare europea per garantire trasparenza sulle etichette di tutti gli alimenti” e “l’abolizione del codice doganale per l’origine dei cibi, che deve diventare una priorità”. Per la Coldiretti “il 30 aprile sarà l’occasione per rilanciare l’impegno a denunciare alle istituzioni e ai cittadini consumatori, che non si può non stare dalla parte dei produttori agricoli che si impegnano ogni giorno a portare sulle tavole degli italiani le eccellenze dei nostri territori e a fermare l’arrivo incontrollato di prodotti dall’estero”.

Sulla fauna selvatica incontrollata, definita “un’emergenza nazionale dal punto di vista agricolo e della sicurezza”, l’organizzazione agricola rileva che “mancano i piani regionali straordinari di controllo” e “strumenti normativi efficaci per difendere il territorio da una vera e propria invasione che sta mettendo a rischio un comparto”. In particolare, la Coldiretti dice di avere chiesto “un intervento immediato per fermare la diffusione della peste suina”.

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