È stato il grande protagonista dei Mondiali di Russia. Noi italiani lo abbiamo conosciuto già lo scorso anno in Serie A anche se non è riuscito del tutto a cancellare le polemiche arbitrali. In Champions League ed Europa League ancora non è stato introdotto. Si tratta del Var ovvero il Video Assistant Referee. Quello russo è stato il primo Mondiale con la tecnologia a supporto dei direttori di gara.
Responsabile dell’implementazione della tecnologia Var a bordo campo nelle 12 partite giocate nei due stadi di Mosca (Spartak e Luzhniki), inclusa la finalissima, dove il Var è stato utilizzato dall’arbitro argentino Pitana per una On-field Review, che ha poi assegnato un rigore alla Francia, è stato un ragazzo campano. Daniele Diana, 34 anni, aversano, una laurea in Business Administration alla Bocconi, due master, uno in Management alla London School of Economics ed uno in Sport Management – Fifa Master. Innamorato del calcio grazie a Gianfranco Zola, decide di fare della passione il suo lavoro. A termine del Fifa Master, a cui era stato ammesso come unico italiano, viene chiamato per una breve esperienza con la Figc, lavorando per gli azzurri. Poco dopo selezionato fra i trentadue partecipanti al master, insieme ad una sola collega, entra nella Fifa come manager football innovation. A Zurigo accetta la sfida presentatagli dal Football Innovation Team di Fifa: quella di portare il Var ai Mondiali in Russia.
Ci tolga subito un dubbio: si dice il Var o la Var?
Il problema è tutto italiano. Al maschile è il video arbitro assistente, cioè riferito all’uomo che controlla, al femminile, invece, si dice della tecnologia. In inglese non c’è differenza. Ed in ogni caso, tranquillizzo gli italiani: nessuno dei due modi è errato.
Il primo Mondiale della storia con l’utilizzo del Var è stato archiviato. Qual è il bilancio sulla tecnologia e sulla sua gestione in Russia? E com’è stato accolto da calciatori e arbitri?
Il bilancio è stato positivo. Basti pensare che nel corso delle 64 partite disputate al Mondiale in Russia solo quattro sono stati i cartellini rossi. E nessuno di questi quattro per gioco violento. Questo significa che anche i calciatori sono consapevoli di essere osservati e monitorati. In questo modo il calcio è più pulito e bello, sia da vedere che da giocare.< Il var è stato il protagonista della scorsa serie A. Riuscirà a mettere un freno alle polemiche arbitrali?
Il bello del calcio, che è lo sport più seguito ed amato al mondo, è anche questo. Il var non deve eliminare le polemiche, ma eventuali ingiustizie. La tecnologia al servizio dello sport aiuta ad evitare decisioni evidentemente sbagliate. Oggi, ad esempio, al tempo del var non ci sarebbe stata la ‘Mano de Dios’. Sarebbe stato un peccato non vedere quel gol di Maradona, ma la tecnologia non avrebbe consentito che la palla finisse in rete.
Oltre il var, già utilizzato nel campionato italiano, in Russia è stata utilizzata la linea virtuale tridimensionale per valutare il fuorigioco con più sicurezza. Tutta questa tecnologia non rischia di far morire il divertimento che c’è nel gioco del calcio? La tecnologia non elimina il divertimento nel calcio, anzi, lo rende ancora più bello. In Brasile quattro anni fa quando è stata istituita la gol line tecnology ci sono state numerose polemiche. La novità era vista con diffidenza. Oggi, invece, non è più così. Quest’anno oltre il var è stata inserita anche la cosiddetta ‘linea tridimenzionale’, utile per valutare oggettivamente il fuorigioco. Dopo il var e la linea 3D quale sarà la prossima frontiera tecnologica del calcio? In Russia è stata utilizzata una var operation room (Vor) centralizzata: dall’international Broadcast Center (Ibc) di Mosca, il team var, composto da quattro arbitri (Var, Avar1, Var2, e Avar3), aveva accesso a 38 differenti telecamere per poter meglio analizzare le azioni di gioco da ogni angolazione. Nonostante la distanza, il ritardo nella comunicazione tra il terreno di gioco e la sala var, era meno di un secondo. Oltre al var, al mondiale è stata confermata la Goal Line Technology (Glt), già utilizzata nel mondiale brasiliano, mentre altri due progetti, Data Tracking, raccolta dati delle performance dei calciatori forniti in tempo reale allo staff tecnico, e Medical Analysis, monitoraggio di eventuali incidenti sul terreno di gioco, sono stati lanciati in quello che è stato definito, il torneo più tecnologico di sempre. Il ‘data tracking’ monitora ogni movimento di un calciatore in campo e lo comunica, attraverso un tablet, ad un analista in panchina. Stesso principio per il Medical Analysis che invece valuta la parte medica. In pratica se c’è uno scontro ed un calciatore resta a terra, attraverso un ricevitore viene comunicato allo staff medico cosa è successo e quale punto del corpo è stato colpito. Com’è stato il suo Mondiale?
Per me è come se avessi vinto la Coppa del Mondo. In ogni caso concordo con quanto detto dal presidente della Fifa Gianni Infantino che ha definito questo Mondiale come “il migliore di sempre”. Da italiano come ha vissuto i mondiali senza la nazionale in campo? Mi è dispiaciuto non vedere gli azzurri in campo, ma c’è una differenza tra tifoso e l’operatore del calcio. Sono ruoli differenti. A livello di tifoseria si è sentita la mancanza degli italiani così come degli olandesi e degli statunitensi: tifosi corretti che donano sempre ‘colore’ ad un Mondiale. Con l’Italia in lizza, comunque, non sarei stato al var a bordo campo per evitare ogni eventuale speculazione.
during the 2018 FIFA World Cup Russia Round of 16 match between Colombia and England at Spartak Stadium on July 3, 2018 in Moscow, Russia.
Tornano i dubbi nel Napoli la cui certezza è quella di partecipare e se possibile vincere lo sprint scudetto ma che deve fare i conti con un’infermeria piena. Se Neres e Juan Jesus sono certamente in tribuna, in dubbio per il match contro il Torino anche Buongiorno, che sta recuperando dopo l’infortunio agli adduttori che lo ha finora tenuto fuori per tre partite: il recupero fisico c’è, ma lo staff medico azzurro aspetta prima di dare l’ok al tecnico Conte per riutilizzare il centrale. Buongiorno è assente da tre partite, gare in cui il Napoli ha subito un gol in casa del Bologna e zero contro Empoli e Monza, con le prime due partite con Juan Jesus in campo e Marin titolare conro l’ultima in classifica. Domenica sera al Maradona arriva però un Torino minaccioso perché si gioca il finale di stagione con leggerezza, vista la classifica tranquilla.
Il peso delle responsabilità sarà tutto sulle spalle della coppia d’attacco Lukaku-Raspadori che Conte è pronto a rimettere in campo Il 25enne attaccante della Nazionale vuole essere determinante in questo finale di stagione. Raspadori lo ha confermato a Monza, entrando in campo al 20′ della ripresa al posto di Oliveria e confezionando il perfetto assist per il colpo di testa di McTominay che è valso tre punti. Domenica contro il Torino l’attaccante è pronto a rilanciare la sintonia con Lukaku: “Io e Romelu – queste le sue ultime dichiarazioni in materia – abbiamo le caratteristiche giuste per giocare insieme ed esaltarci l’uno con l’altro. Possiamo ancora migliorare e aumentare l’intesa che potrà essere fondamentale per aiutare la squadra e supportarci a vicenda”. Quando i due riescono a dialogare sanno creare il panico nelle difese avversarie, con la capacità del belga di fare spazio in area e Raspadori che riesce ad inserirsi.
L’attaccante è a Napoli dall’estate del 2022, ha vissuto lo scudetto nella prima stagione in cui segnò 6 gol di cui 4 in Champions League, una cifra che ha replicato lo scorso anno e che vuole raggiungere anche in questa stagione, in cui ha ormai uno spazio anche nella nazionale di Spalletti, con cui quest’anno ha segnato contro Francia e Germania e con cui sarà anche nel finale di stagione contro Norvegia e Moldavia. Contro il Torino Raspadori segnò con la maglia del Sassuolo, domenica cerca un gol anche in azzurro per mettere un altro suo timbro sul sogno scudetto del Napoli.
“Ci vuole un po’ di tempo perché la gente accetti il fatto che Roger Federer e Rafa Nadal non giocano più, e nemmeno Andy Murray. E un giorno toccherà anche a me. Ma sto ancora cercando di restare lì e rappresentare la vecchia generazione”. Novak Djokovic è pronto a rilanciare la sua sfida personale al tempo e ai record al Mutua Madrid Open, il secondo dei tre Masters 1000 stagionali sulla terra battuta. Il serbo, campione più titolato in questa categoria di tornei e negli Slam, torna all’inseguimento del centesimo titolo ATP. Djokovic, che arriva a Madrid dopo l’eliminazione a sorpresa al primo turno a Montecarlo, per mano di Alejandro Tabilo, esordirà contro Matteo Arnaldi.
“Lo sport è più importante di qualsiasi individuo. Siamo tutti qui al servizio del tennis” ha detto Djokovic. “Se guardiamo i numeri, negli ultimi anni i grandi tornei, non solo gli Slam, hanno registrato un pubblico da record. È un buon segno, perché l’affluenza non dovrebbe dipendere solo dalle grandi stelle o dalle leggende del gioco che si sono ritirate. Lo sport dovrebbe sopravvivere a tutti, e lo farà – ha detto -. È anche uno dei motivi per cui continuo a giocare: sento che questo aiuta il tennis a prosperare ancora. Quando sei un top player, tutto quello che fai può servire a contribuire alla popolarità del tennis, a portare più persone, più bambini e appassionati verso questo sport”. Djokovic non gioca a Madrid dal 2022. Allora perse in semifinale contro Carlos Alcaraz, il murciano però non sarà in campo alla Caja Magica per un infortunio.
“Quello che ha ottenuto alla sua età non è normale – ha commentato Djokovic -. Sono sicuro che lo vedremo ancora spesso vincere i trofei più prestigiosi nei prossimi 10, 15 anni, finché giocherà”. In attesa di assistere al match tra il serbo e Arnaldi, l’Italia del tennis sorride con Jasmine Paolini che ha battuto 6-1 6-2, in appena un’ora di partita, la britannica Katie Boulter, infilando la vittoria numero 16 in stagione e raggiungendo il terzo turno del torneo madrileno.
“Lei è un’ottima giocatrice, mi aspettavo che la partita potesse essere più dura – il commento a caldo dell’azzurra – comunque è stato bello giocare con questa atmosfera, davanti a questo pubblico. Mi aspetto buone cose da questo torneo ma devo ancora adattarmi all’altura di Madrid, ai rimbalzi alti della pallina che non sono facili da gestire. Diciamo che ho bisogno ancora di qualche giorno per arrivare a gestire tutto al meglio. Sto provando anche ad imparare a parlare un po’ in spagnolo ma mi riesce meglio in italiano – ha aggiunto ridendo -. Non è facile ma ci proviamo: cerco di appendere il più possibile. Muchas gracias”. Al terzo turno Paolini dovrà vedersela con la greca Maria Sakkari, n.82 WTA, che ha eliminato 7-6(5) 6-3 la polacca Magda Linette. Saluta il Masters 1000 di Madrid invece Federico Cinà. Il diciottenne palermitano è stato battuto in tre set dallo statunitense Sebastian Korda col punteggio di 6-3 3-6 6-1.
L’Inter prova a cambiare verso alla sua sciagurata settimana, che le ha sottratto certezze, insinuato dubbi. Dopo il ko di misura col Bologna e quello extralarge nel derby di Coppa Italia col Milan, in quattro giorni si gioca gran parte della stagione. Arriva al Meazza domenica una Roma con le speranze d’Europa fortemente ridotte, ma con una striscia di 17 risultati positivi. Poi mercoledì al Nou Camp la aspetta la spietata macchina da gol del Barcellona nella semifinale di Champions. Inter-Roma è il clou di una giornata compressa con sette gare domenicali, retaggio di un passato remoto, sulla scia di due diversi lutti: il funerale di Papa Francesco ha cancellato le gare di domani mentre l’improvvisa morte del fisioterapista del Lecce ha prodotto lo slittamento della gara di Bergamo.
La crisi dell’Inter, di cui si erano avute avvisaglie nelle scorse settimane, è un trampolino di lancio prezioso e insperato per il Napoli che, nonostante le inopportune esternazioni di Antonio Conte, sa di giocarsi un jolly scudetto. Se l’Inter frenerà ancora, potrà lanciarsi in fuga battendo in casa il tranquillo Torino, potendo poi contare su un calendario migliore rispetto a un’avversaria stanca e concentrata sulla Champions. Inzaghi non avrà gli squalificati Mkhitaryan e Bastoni, l’infortunato Thuram, dovrà utilizzare dei panchinari che non lo stanno convincendo con l’assillo di dosare le forze in vista di Barcellona. Ranieri spera di sfatare il tabù nerazzurro visto che la Roma non vince da tre anni, unico successo delle ultime 16 sfide. Il Napoli invece farà a meno di Neres, punterà su Lukaku e Politano e sull’uomo squadra-goleador McTominay. Il Toro è in corsa per il modesto decimo posto, ma ha qualità e mordente per cercare il risultato di prestigio. I recuperi di mercoledì ingarbugliano la volata Champions: se l’Atalanta col Lecce perde Kolasinc, cerca la terza vittoria consecutiva gestendo con tranquillità un terzo posto che appare difficilmente attaccabile, la bolgia del quarto posto coinvolge un grappolo di squadre. Il Bologna precede Juve e Lazio di un punto, a tre c’è la Roma e a quattro la Fiorentina. Gli impegni più facili sembrano quelli di Juve e Bologna. I bianconeri, reduci dalla scossa di Parma che ha movimentato la luna di miele di Tudor con la nuova squadra, ricevono il dimesso Monza che attende solo la certificazione della sua retrocessione.
Mancherà Vlahovic per cui dovrebbe essere rispolverato Kolo Muani, deludente dopo un buon inizio. Il Bologna, sulla scia di una serie di risultati eccellenti e della finale di Coppa Italia conquistata dopo 51 anni, rende visita all’Udinese che, raggiunta la salvezza in anticipo, è incappata in cinque sconfitte di fila. La terza contendente più accreditata per il quarto posto, la Lazio che ha vinto a Genova con una prodezza di Castellanos (e ha protestato molto per le modalita’ dei rinvii delle partite), riceve lunedì un Parma in ottima forma a conferma del buon lavoro di Chivu: ha fermato Inter e Fiorentina, ha sconfitto la Juve. Baroni sente puzza di bruciato e raccomanderà la massima concentrazione.
La Fiorentina, che spera di arrivare fino in fondo nella Conference, dopo il brillante successo in recupero di Cagliari senza il suo goleador Kean, ha in programma il derby toscano con un Empoli in gravi difficolta’, ma cerca il quarto successo in sei gare col due Gudmundsson-Beltran. Un nuovo ko avrebbe conseguenze gravi per la squadra di D’Aversa, a pari punti del Venezia, uno in meno del Lecce. Solo una delle tre si salverà. I veneti affronteranno in casa il Milan, lanciato dal derby trionfale, ma che non sembra in grado di garantire un rendimento omogeneo. Per Di Francesco + un altro appuntamento da non fallire. Le ultime due gare non hanno particolari criticità: Verona e Cagliari accoglierebbero senza battere ciglio un pari sulla strada di una salvezza quasi agguantata. Piu’ ambiziose, Como e Genoa provano a mettere nel mirino il decimo posto del Torino, a coronamento di una stagione molto lusinghiera.