Collegati con noi

Esteri

Le potenze militari bloccano l’Onu: nessuno stop ai robot killer

Pubblicato

del

La Conferenza per controllare o mettere al bando le cosiddette “armi autonome letali” è bloccata dal maggio del 2014 dalle grandi potenze. Quelle che producono armi. L’ultima riunione a Ginevra si è chiusa senza alcun passo avanti. Negoziati fermi al palo. Un trattato di divieto giuridicamente vincolante, sul modello del bando all’ atomica, approvato nel luglio del 2017, è la richiesta rappresentata al summit da 76 organizzazioni no profit di 32 diversi Paesi, riunite da aprile 2013 nella Campagna internazionale “Stop killer robots”. Così vengono chiamati comunemente i sistemi di armi controllati da intelligenze artificiali.

“Le armi attuali causano già abbastanza vittime nel mondo. Davvero vogliamo in futuro anche delle macchine capaci di prendere decisioni di vita o di morte?”, si domanda Francesco Vignarca, di Rete di- sarmo, esponenti italiano della Campagna insieme all’Unione scienziati per il disarmo (Uspid). Non sono solo le organizzazioni pacifiste ad opporsi ai robot-killer. Il mondo scientifico è preoccupato. Già nel 2017, un gruppo di esperti della robotica, guidati da Elon Musk, aveva esortato l’ Onu a fermare lo sviluppo delle “armi pensanti”. E, ieri, l’ International commettee for robots arms control (Icrac) – che riunisce scienziati specializzati in intelligenza artificiale – hanno definito tali dispositivi “un rischio per la sicurezza globale”.
Vari Stati ne sono consapevoli: il numero dei favorevoli al bando è salito a ventisei.
Tra questi, figura la Santa Sede, la cui rappresentanza permanente a Ginevra ha definito “inaccettabili” i robot-killer, foss’anche solo perché ci sarebbe una deresponsabilizzazione collettiva nei confronti di eventuali vittime e del loro legittimo diritto alla riparazione. La comunità internazionale nel suo insieme, però, a mettere nero su bianco un impegno definitivo. L’Italia, ad esempio, propende per dichiarazione politica congiunta. Il principale scoglio, però, è rappresentato dal fronte delle potenze militari: Francia, Israele, Russia, Regno Unito, Stati Uniti, Cina e Corea del Sud.
Nazioni che stanno stanziando ingenti risorse negli armamenti con gradi decrescenti di controllo umano.

Advertisement

Esteri

Flop al varo della nave da guerra, ira di Kim Jong-un

Pubblicato

del

Un flop clamoroso nell’industria della difesa nordcoreana, il principale vanto di Kim Jong-un, ha provocato una prevedibile sfuriata del dittatore. Il “grave incidente”, secondo quanto hanno riportato i media di regime, si è verificato durante la cerimonia di varo di una nave da guerra, un cacciatorpediniere da 5mila tonnellate. In particolare l’agenzia di stampa Kcna ha riferito che “alcune sezioni del fondo si sono frantumate”, compromettendo “l’equilibrio della nave”. Proprio Kim ha assistito all’intera fallimentare manovra.

Ed ha parlato di un “atto criminale causato da totale negligenza” che “non poteva essere tollerato”, perché “ha gravemente danneggiato la dignità e l’orgoglio della nostra nazione in un istante”. Quindi, ha ordinato di riparare la nave prima di una riunione chiave del partito a giugno e ha disposto di mettere all’indice coloro che erano stati coinvolti nella progettazione della nave. Appena poche settimane fa, la Corea del Nord aveva inaugurato un altro cacciatorpediniere, il Choe Hyon, che secondo il regime è in grado di trasportare oltre 70 missili e “le armi più potenti”.

Un mezzo sviluppato, secondo Seul, con l’aiuto della Russia, probabilmente in cambio delle migliaia di soldati nordcoreani inviati nel Kursk per aiutare Mosca contro Kiev. Salutando il varo del nuova nave da guerra, il dittatore aveva parlato di una “svolta” nella modernizzazione delle forze navali del Paese.

Lo sviluppo bellico in Corea del Nord è in cima alle priorità di Kim, che ciclicamente autorizza test di missili balistici: una corsa agli armamenti che, secondo gli analisti, il leader nordcoreano vuole sfruttare come merce di scambio per contrattare un alleggerimento delle sanzioni e dell’isolamento internazionale. Proprio nel giorno del varo flop del cacciatorpediniere, l’esercito sudcoreano ha denunciato il lancio da parte di Pyongyang di “diversi missili da crociera non identificati verso il Mar Cinese Orientale”.

Continua a leggere

Esteri

Anp, 29 bimbi e anziani morti per fame a Gaza in 2 giorni

Pubblicato

del

Il ministro della Salute palestinese Majed Abu Ramadan ha dichiarato che negli ultimi giorni a Gaza 29 bambini e anziani sono morti di fame e che molte altre migliaia di persone sono a rischio. “Negli ultimi due giorni abbiamo perso 29 bambini”, ha detto ai giornalisti il ;;ministro della Salute palestinese, descrivendoli come “morti per fame”. Reuters, che riporta la notizia sul sito, riferisce che in seguito ha chiarito che il totale includeva sia gli anziani che i bambini.

Continua a leggere

Esteri

Maduro: con le elezioni ci riprendiamo l’Essequibo

Pubblicato

del

ìIn vista del voto di domenica per la scelta di parlamentari e governatori, il presidente Nicolás Maduro ha affermato che il Venezuela “si riprenderà l’Essequibo”, grazie all’elezione di un governatore e 8 parlamentari per la regione ricca di petrolio, che fa parte del territorio del vicino Stato della Guyana, e che Caracas rivendica nell’ambito di una disputa secolare. In un infuocato discorso Maduro ha affermato che il presidente della Guyana Irfaan Ali e il suo governo sono “schiavi della Exxon Mobil”, a cui attribuisce la politica estera del Paese. “La nostra volontà di recuperare i diritti storici, territoriali e della Guyana Essequiba è incrollabile”, ha affermato il capo di Stato durante il comizio elettorale trasmesso dai media ufficiali. Nel frattempo, il presidente della Guyana ha ribadito che non cederà “nemmeno un centimetro” del suo territorio a Caracas.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto