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Napoli

Universiadi 2019, a Napoli è tutto pronto per il grande flop delle olimpiadi degli sfigati

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Ricordate, se ci riuscite, questa espressione, carica di significato simbolico: “Le prossime Olimpiadi si faranno a Napoli”. Ovviamente è una scemenza. Però a volte le parole servono ad evocare qualcosa, a ricordare che Napoli tutto sommato e nonostante tutto era e resta una capitale del Mediterraneo e non sarebbe affatto male se qualcuno pensasse di organizzare delle Olimpiadi al centro del Mediterraneo, luogo che evoca storia millenaria di popoli e di tragedie passate e recenti. Ma torniamo alle Olimpiadi.

A Napoli hanno assegnato le olimpiadi degli universitari. Qualcuno dice le “olimpiadi degli sfigati”. Comunque sia Napoli due anni fa ebbe questa investitura dopo la defezione brasiliana. Per fortuna questo appuntamento sportivo, quale che sia il nostro giudizio, è per l’Italia l’evento internazionale sportivo dei prossimi anni. Che cosa stiamo facendo per far trovare l’Italia pronta a questo appuntamento? Si litiga. Si chiacchiera.  E mentre si litiga tra Regione, Comune, Governo, soldi che non ci sono, strutture fatiscenti, infrastrutture inesistenti, scelte imbarazzanti, restano appena 10 mesi per approntare le Universiadi 2019. In questi giorni si è riunita la cabina di regia che deve organizzare le Universiadi. Quando le cose non  vanno bene si fa sempre una cabina di regia in Italia, quando vanno una chiavica arriva il commissario tuttofare con poteri speciali e leggi speciali per fare appalti speciali e risolvere una questione che altrove sarebbe ordinaria.

Vincenzo De Luca. Il presidente della Giunta regionale della Campania e sotto il sindaco Luigi De Magistris

Comunque, che cosa è la cabina di regia delle Universiadi?  Una organizzazione sgangherata dove non si sa chi sia responsabile di che cosa. In questa cabina c’è di diritto anche il signor Eric Saintrond ovvero il segretario generale della Federazione Internazionale Sport Universitari. Se chiedete a lui che cosa pensa delle Universiadi a Napoli, vi risponderà senza parole, ma con una mimica facciale da fare invidia ai napoletani. Avete presenta l’espressione di un napoletano quando invece di un caffè gli servono una ciofeca? Ecco, quella è l’espressione di Eric Saintrond.  Che cosa pensa della organizzazione delle Universiadi? Lo dice con tre parole e due numeri. Precise, come può essere preciso uno svizzero: “Persi 2 anni su 3».
Protagonisti di quella che rischia di essere una delle figura di merda più grandi della storia recente italiana sono il governatore campano Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Il secondo si candiderà alla Regione per sostituire il primo che nella vita ha sempre e solo fatto il politico.  Le Universiadi sono terreno di scontro anche elettorale. De Luca ha voluto le Universiadi quando De Magistris battagliava per avere la candidatura per le Olimpiadi al Sud. De Luca ha creato un’agenzia regionale e l’ha dotata di 270 milioni di euro. Risorse incredibili per una Regione per ristrutturare 57 impianti sportivi in 24 città; metà per alloggi e servizi agli atleti. I due, governatore e sindaco, però non si parlano. E quando non si parla, è difficile capire cosa fare in una città dove è complicato fare ogni cosa. De Magistris vorrebbe, come sarebbe giusto, un ruolo centrale per Napoli. De Luca vuole distribuire gli atleti in tutta la regione. Residenze universitarie, hotel, navi da crociera ormeggiate nei porti di Napoli e della sua Salerno. Perché le Universiadi si chiamano Napoli 2019, ma i soldi li mette solo la Regione. Per sbloccare lo stallo, Palazzo Chigi, nel 2017, quando c’era Gentiloni, nomina un commissario con pieni poteri. 
Il governo Gentiloni all’epoca aveva altri problemi, ad esempio provare a non perdere rovinosamente le elezioni. Le Universiadi non erano in agenda. Era solo una rottura di scatole, una delle tante iatture che De Luca portava a Roma. Comunque il commissario viene nominato: Luisa Latella. La signora Latella ci mette tre mesi per arrivare a Napoli. Avesse preso un treno Av, sarebbe giunta in un’ora. Comincia subito la rissa sul villaggio degli atleti a Napoli. A boxare sul ring De Luca vs de Magistris. Arbitro la prefetto commissaria Latella. De Luca vuole fittare navi da crociera per trasformarle in villaggio olimpico.  Navi alla fonda a Napoli e Salerno, ovviamente.  Il comune di Napoli  pensa a casette prefabbricate amovibili alla Mostra d’Oltremare. De Magistris pensa così a sistemare il bilancio della Mostra, malandata Spa comunale, e ad usare le casette, dopo l’ evento, per le mille emergenze abitative di Napoli. Su questo scontro, il match De Luca – de Magistris finisce con la sconfitta dell’arbitro. Il commissario Latella viene rispedito a Roma. Anche perché intanto è cambiato il governo. Il sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti dà alla litigiosa compagnia partenopea un ultimatum. Poi propone con il Coni di rinviare la manifestazione. Si potrebbe fare. Rinvio di un anno.  De Luca e De Magistris si oppongono, per loro sarebbe uno smacco. Si va avanti. Ma il governo si defila: “Volete le Universiadi a ogni costo, organizzatevele da soli”. Si riparte. De Luca e de Magistris hanno l’obbligo di collaborare. Un flop sarebbe intestato a loro.  Il nuovo commissario per le Universiadi si chiama Gianluca Basile.  È un dirigente della Regione. Come primo atto firma il contratto con Msc per l’affitto della nave da crociera Lirica: per 10 milioni di euro ospiterà 2000 atleti.
Il bando per la seconda e la terza nave è pronto. “La macchina si è messa in moto”, assicura. Ma la sua agenzia conta 40 persone. Ne servirebbero il triplo.
Non c’è certezza su nulla: ospitalità, logistica, discipline sportive. Gli atleti all’ultima edizione a Taipei erano 12 mila. Il primo dossier campano ne prevedeva 15 mila. Poi si è scesi a 10 mila. Oggi si chiede ai 170 Paesi di limitarsi a 8 mila. Su 57 impianti, quelli in cui i lavori sono cominciati si contano sulle dita di una mano. Il presidente Raffaele Cantone garantisce che gli uffici dell’Anticorruzione lavoreranno anche ad agosto. In assenza di intoppi, entro settembre tutti gli appalti dovrebbero essere aggiudicati. Ma i tempi sono comunque stretti. L’associazione costruttori chiede procedure semplificate e turni notturni sui cantieri, come per l’ Expo. “Si rischia di far saltare tutto ” denuncia la presidente dell’Acen Federica Brancaccio.
Con 270 milioni a bilancio è difficile fare in maniera veloce tutto. Non basteranno. Tra qualche mese si chiederà una mano a Palazzo Chigi. Ma sarà difficile che arrivino soldi. A Roma Di Maio e Salvini hanno altre gatte da pelare: flat tax, reddito di cittadinanza, migranti, inchieste. La Regione deve spendere bene quel che ha. Come andrà a finire? Male. Se tutto andrà bene come non è previsto, Napoli patirà l’ennesima figuraccia perché di riffa o di raffa viene sempre lasciata sola. E senza soldi. A proposito, De Luca però ha già vinto un match con de Magistris. Con i soldi delle Universiadi ha comprato l’indulgenza, crede lui, dei tifosi del Napoli. Userà una trentina di milioni per rifare lo stadio San Paolo. Per la felicità di Aurelio de Laurentiis e anche di de Magistris.

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Braccio di ferro sulla Rai, la Lega punta al dg

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Si riaccende lo scontro nel centrodestra sulle nomine Rai. Il duello a tutto campo che da settimane vede ingaggiati soprattutto la Lega e Forza Italia emerge con maggiore intensità con la richiesta formale da parte del partito di Matteo Salvini di un tavolo sulla nuova governance e sul futuro della tv pubblica. Un confronto a tutto campo reso più urgente dalle dimissioni della presidente di viale Mazzini, Marinella Soldi (attive dal 10 agosto). Sullo sfondo la partita per il direttore generale della Rai, che i leghisti rivendicano quasi come ‘risarcimento’ per gli altri vertici coperti da Fratelli d’Italia e Forza Italia. Lo schema, in parte tracciato, vedrebbe infatti Giampaolo Rossi nel ruolo di amministratore delegato indicato dai meloniani e Simona Agnes come presidente in quota Forza Italia, e non prevederebbe la figura del direttore generale. Ma la Lega non ci sta e alza la voce non nascondendo anche mire sulla direzione del Tg1, dove non è scontato che resti Gian Marco Chiocci.

O in alternativa per la testata Tgr. Di fronte alle resistenze degli alleati, la strategia offensiva del partito di Salvini – secondo quanto raccontano più fonti di maggioranza – includerebbe la minaccia di non sostenere la designazione di Agnes quando si arriverà al voto in commissione di Vigilanza, dove serve il quorum dei due terzi. “Meglio non tirare troppo la corda”, l’avvertimento che filtra da Fratelli d’Italia, che a quel punto potrebbe scavalcare i leghisti cercando un accordo con Pd e Italia viva, secondo i ragionamenti che si facevano in Transatlantico alla Camera dopo la richiesta di un tavolo lanciata dalla Lega. Si tratta di posizionamenti tattici, al momento, spia di rapporti tutt’altro che sereni nella coalizione di governo su dossier politicamente cruciali come la Rai, e lo dimostra plasticamente il ping pong tra Camera e Senato sul voto per i quattro componenti del cda dell’emittente pubblica. Dai capigruppo,riuniti a Montecitorio, emerge per la seconda volta la possibilità di votare nel giro di pochi giorni (già c’era stato un impegno formale a esprimersi entro fine luglio) “previa interlocuzione con il Senato”.

Una intesa che però a Palazzo Madama – secondo fonti di maggioranza e vicine alla presidenza – sembra ancora lontano. Da giorni si attende un confronto fra i tre leader del centrodestra. Un’occasione potrebbe essere nei primi giorni di agosto, al rientro di Giorgia Meloni dalla lunga missione internazionale in Cina e dal breve intermezzo in Francia, per le Olimpiadi. Una situazione che rende sempre più possibile un rinvio del dossier a settembre, quando le acque – forse -saranno più calme. La battaglia sulla Rai si intreccia inevitabilmente con altri fronti aperti. Sulle carceri non sono mancati scontri interni negli ultimi giorni, e sono ancora da misurare le reazioni degli alleati all’asse che Forza Italia ha lanciato su questo tema con in Radicali, interpretato da molti anche alla luce delle recenti scosse di Marina e Pier Silvio Berlusconi. Di certo gli inviti a frenare sull’Autonomia da parte dei governatori meridionali azzurri vanno inevitabilmente di traverso alla Lega mentre, notano parlamentari ben informati, potrebbero fare gioco anche a Meloni per frenare le offensive leghiste.

L’ultima, non inedita, riguarda le Province, e dopo la presentazione del disegno di legge per farle tornare enti di primo livello, è arrivato subito un mezzo stop dai piani alti del governo: “Siamo tutti” d’accordo, ma ciò deve avvenire nella sede opportuna, quella della definizione di una riforma organica”. Fibrillazioni che portano un navigato politico come Matteo Renzi a sentenziare che “il voto anticipato non è più un tabù”.

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Cronache

Crollo nella Vela Celeste di Scampia, due morti e 13 feriti: tra i più gravi 7 bamibini

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Il bilancio del crollo del ballatoio nella Vela Celeste di Scampia, Napoli, si aggrava ulteriormente. Secondo i dati forniti dal prefetto Michele di Bari, il crollo ha causato la morte di due persone e il ferimento di 13, tra cui sette bambini. L’incidente è avvenuto intorno alle 22.30 quando il ballatoio di collegamento al terzo piano è crollato, trascinando con sé i ballatoi dei due piani sottostanti. Le vittime sono un giovane di 29 anni e una donna di 35 anni, deceduta all’arrivo in ospedale.

Le squadre dei Vigili del Fuoco sono intervenute prontamente, operando senza sosta fino a dopo mezzanotte per cercare tra le macerie. Fortunatamente, non sono state ritrovate altre vittime, e le ricerche sono state sospese. Numerosi mezzi di soccorso hanno trasferito i feriti nei vari ospedali cittadini: tre persone sono state trasportate al Cardarelli, due all’Ospedale del Mare, due al Cto e un bambino in codice rosso pediatrico è stato portato all’ospedale Santobono. Altre persone coinvolte in modo più lieve si sono recate in ospedale con mezzi propri.

Cause del crollo e verifiche

Le cause del crollo sono ancora ignote, ma la prima ipotesi accreditata è quella del cedimento strutturale. I Vigili del Fuoco, con l’ausilio dell’autoscala, hanno proceduto all’evacuazione dei piani alti dell’edificio e hanno continuato le verifiche sulla stabilità dell’intera struttura durante la notte.

Panico tra i residenti

Il crollo ha provocato il panico tra gli abitanti della Vela Celeste, che si sono riversati in strada temendo nuovi crolli. Molti residenti sono rimasti all’esterno dell’edificio per ore, preoccupati per la stabilità dello stabile e per le persone coinvolte.

Indagini e coordinamento

Le indagini sul crollo sono state affidate alla polizia, che non esclude al momento nessuna ipotesi. Subito dopo l’incidente, si è tenuta una riunione di coordinamento in Prefettura, con la presenza del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, che sta seguendo da vicino l’evolversi della situazione.

Progetto ReStart e Riqualificazione

La Vela Celeste, una delle poche rimaste in piedi dopo gli abbattimenti delle altre vele, era da tempo oggetto di un intervento di riqualificazione e rigenerazione urbana nell’ambito del progetto ReStart. Il progetto, finanziato dal Piano Periferie con circa 18 milioni di euro, mirava a trasformare l’edificio in un centro di attività culturali e lavorative. Diversamente dalle altre vele, la Vela Celeste doveva rimanere in piedi come monito degli errori del passato e simbolo di speranza per il futuro.

Futuro del Progetto

Questo tragico evento mette in discussione il futuro del progetto di rigenerazione urbana e sottolinea l’urgenza di interventi strutturali adeguati per garantire la sicurezza degli edifici storici. Le autorità locali e nazionali dovranno ora affrontare le implicazioni di questo crollo e valutare le misure necessarie per evitare simili tragedie in futuro.

 

Scampia, crollo nella Vela Celeste: 700 sfollati, verifiche in corso

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Cronache

Premio “L’Origano”, evento di solidarietà e riconoscimenti

Il 22 luglio, il ristorante “Bar del Mare” a Posillipo ospiterà la settima edizione del premio “L’Origano”. L’evento, ideato dalla giornalista Olga Fernandes, celebrerà la solidarietà con la consegna di un defibrillatore e premi a personalità impegnate nel sociale e nella scienza.

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Cuori da salvare e cuori da premiare. Torna uno degli appuntamenti più attesi nel panorama della solidarietà: il 22 luglio alle ore 19, nei locali del ristorante “Bar del Mare” a Posillipo, si terrà la settima edizione del premio “L’Origano”.

Il momento clou della manifestazione sarà, come da tradizione, la cerimonia di consegna di una postazione salvavita: un defibrillatore con supporto vitale per il soccorso medico avanzato. Questo simbolo di vita rappresenta l’impegno concreto del premio a favore della comunità, grazie ai fondi raccolti dalla vendita del libro “L’Origano”, scritto dalla giornalista scientifica Olga Fernandes.

Quest’anno, i riconoscimenti andranno a persone che si sono distinte nella diffusione della scienza e nell’impegno sociale. Una novità rispetto alle edizioni passate è la premiazione di due uomini che hanno dedicato la loro vita alla missione di genitori, sostenendo i loro figli in difficoltà: Pierluigi Mayer e Marco Basile. Il terzo riconoscimento sarà conferito al professore Carlo Vosa, premiato da una giovane donna che oggi studia medicina grazie a un’operazione al cuore che il cardiochirurgo effettuò quando era solo una bambina.

Dopo aver premiato in passato figure illustri come il Nobel Mario Capecchi, quest’anno il premio “L’Origano” ha scelto di far conoscere storie apparentemente minori, ma profondamente significative e in linea con lo spirito originario del premio. Queste storie testimoniano l’importanza della solidarietà e della dedizione verso gli altri.

Olga Fernandes, mente e anima del Premio, cita il filosofo Charles Taylor per riassumere il senso del lavoro svolto: “La nostra epoca esige oggigiorno dalle persone dei livelli di solidarietà e di benevolenza mai richiesti in precedenza. Mai in precedenza agli individui è stato chiesto di protendersi così avanti, così coerentemente, così sistematicamente, così naturalmente verso l’estraneo che è fuori dalla nostra porta”. La giornalista sottolinea l’urgenza di fare qualcosa di significativo in un tempo che spesso valorizza l’interesse individuale.

Fernandes non dimentica di ringraziare tutti coloro che la supportano, in particolare l’artista Marco Petrucci, creatore dei riconoscimenti, e la rete di amici che contribuiscono al successo del premio. Ricordando le parole di Charles Renouvier, conclude: “La solidarietà è una legge dell’umanità. A nessun uomo è dato di salvarsi o di perdersi da solo”.

Il premio “L’Origano” continua così la sua missione di promuovere la solidarietà e celebrare l’impegno di coloro che, con le loro azioni, migliorano la vita degli altri.

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