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Papa: con la fraternità costruire società più giusta

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 “Lo sforzo per costruire una societa’ piu’ giusta implica una capacita’ di fraternita’, uno spirito di comunione umana. #TempoDelCreato #FratelliTutti”. E’ come una prima pillola, un assaggio della sua nuova enciclica, quello che Papa Francesco diffonde via Twitter nel giorno della sua prima uscita da Roma dopo i lunghi mesi del lockdown. Ad Assisi, dove si e’ recato oggi per la quarta volta dopo le visite del 4 ottobre 2013, del 4 agosto 2016 e quella del 20 settembre dello stesso anno per la Giornata di preghiera per la pace, il Pontefice con un gesto di alto valore simbolico ha firmato oggi sull’altare della tomba di San Francesco, nella cripta della Basilica inferiore, la sua terza enciclica, la “Fratelli tutti” sulla fraternita’ e l’amicizia sociale, dopo avervi celebrato una messa in forma strettamente privata, davanti soltanto a una ventina di religiosi e religiose, causa anche le restrizioni dell’emergenza-Covid. La nuova enciclica ‘sociale’ pontificia segue la ‘Lumen fidei’ del 29 giugno 2013, iniziata da papa Benedetto XVI e integrata e firmata da Francesco, e la ‘Laudato si” del 24 maggio 2015, sull’ecologia integrale. E completa un cammino iniziato con la firma, il 4 febbraio dello scorso anno ad Abu Dhabi, del Documento sulla Fratellanza umana insieme al Grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, poi arricchitosi di ulteriori significati con l’esplodere della pandemia da Coronavirus. “Nessuno si salva da solo”, sostiene il Pontefice, nella prospettiva di “guarire un mondo malato” e di costruire una societa’ non piu’ fondata sull’egoismo e lo sfruttamento, anche della casa comune, bensi’ sulla fraternita’ e la condivisione. L’attesissimo testo verra’ diffuso pubblicamente domani, festa di San Francesco, e presentato in una conferenza stampa in Vaticano dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, da Andrea Riccardi e altri. E tra le particolarita’ c’e’ che si tratta della prima enciclica firmata da un Papa fuori da Roma e dal Vaticano dai tempi di Pio IX, che all’epoca, pero’, era in fuga forzata, prima a Gaeta e poi a Napoli. A manifestare plasticamente, da parte di Bergoglio, l’ispirazione e la sintonia con i valori spirituali, umani e sociali incarnati otto secoli fa dal “poverello di Assisi”, da cui ha preso il nome da Pontefice. Prima di arrivare in auto nella citta’ francescana, il Papa e’ andato in visita a Spello al monastero di clausura della Clarisse di Vallegloria, dove si e’ fermato anche a pranzo. Francesco era gia’ stato ‘a sorpresa’ nella comunita’ di una ventina di religiose l’11 gennaio dello scorso anno. E prima ancora, il 25 agosto del 2016 le aveva accolte in Vaticano alla messa mattutina a Casa Santa Marta, pregando insieme a loro per le vittime del terremoto che aveva colpito l’Italia centrale: proprio le Clarisse di Vallegloria erano state duramente colpite dal sisma di Umbria e Marche nel 1997, costrette poi a vivere per 14 anni in un container. Al suo arrivo ad Assisi, dove e’ passato prima alla Basilica di Santa Maria degli Angeli e poi ha brevemente visitato la Basilica di Santa Chiara, il Papa entrando nella Basilica inferiore e’ stato accolto dal cardinale Agostino Vallini, delegato pontificio per le Basiliche francescane, dal vescovo mons. Domenico Sorrentino, e dal custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti, che con lui ha concelebrato la messa nella cripta. Una celebrazione estremamente sobria, senza neanche l’omelia, al termine della quale il Papa ha firmato la “Fratelli tutti”, titolo alla vigilia contestato dai cultori delle questioni di genere poiche’ escluderebbe le donne, ma tratto da una delle “Ammonizioni” di San Francesco d’Assisi. Prima di firmare, il Papa ha presentato e ringraziato tre prelati della Segreteria di Stato, Prima Sezione, che oggi ha voluto con se’ per aver partecipato alle traduzioni e alla revisione del documento: mons. Paolo Braida, che “sorveglia tutto, e per questo ho voluto che lui fosse presente qui oggi e mi portasse l’enciclica”; mons. Antonio Ferreira da Costa, che “ha tradotto dallo spagnolo al portoghese”; e mons. Juan Antonio Cruz, che “ha un po’ sorvegliato le altre traduzioni dell’originale spagnolo”. “Lo faccio come un segno di gratitudine a tutta la Prima Sezione della Segreteria di Stato che ha lavorato in questa stesura e traduzione”, ha aggiunto. E chiamando i tre vicino a se’ sull’altare, applauditi dai presenti, il Pontefice ha infine scherzato: “Sono umili, questi traduttori”.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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