Tredici ricercatori dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli, Isernia, sono entrati a far parte della prestigiosa lista “World’s Top 2% Scientists”, sviluppata dall’Università di Stanford, in California. Un risultato che colloca l’IRCCS Neuromed tra le più affermate Istituzioni scientifiche internazionali. La classifica mondiale degli scienziati con livello più elevato di produttività scientifica vede un grande risultato dell’Istituto molisano.
La lista, aggiornata ogni anno, viene stilata utilizzando i dati bibliometrici provenienti da “Scopus”, database delle pubblicazioni scientifiche mondiali, e impiegando diversi indicatori della qualità del lavoro dei vari ricercatori per creare un indice complesso (c-index). Organizzata in 22 settori e 174 sotto-categorie, comprende oltre duecentomila scienziati a livello mondiale.
“I ranking sulle istituzioni di ricerca – dice il professor Luigi Frati, Direttore Scientifico dell’I.R.C.C.S. Neuromed – sono utilizzati negli ultimi tempi per mettere in evidenza la qualità scientifica delle pubblicazioni in base alle citazioni da parte di altri. Fa davvero piacere che nella lista top 2 % compaiono 13 ricercatori attivi presso Neuromed, alcuni dei quali ricercatori universitari alla Sapienza, Tor Vergata e Insubria, istituzioni alle quali va il ringraziamento per aver creduto in progetti congiunti. Neuromed è davvero onorata per un riconoscimento che riguarda tutti i suoi settori attivi (neuroscienze, cardiovascolare, immunologia, nutrizione, oncologia). Ed è altrettanto importante che il riconoscimento sia andato a tutte le Università con le quali Neuromed collabora, non solo quelle romane (che hanno nel miglior 2% decine di loro ricercatori), ma anche l’Università del Molise, con numerosi ricercatori, tra i quali il Rettore, professor Brunese. Il Molise fa vedere che si sa fare squadra, anche grazie all’impulso che la Regione dà alla ricerca, come evidenziato dal fatto che il Presidente Roberti mi ha recentemente designato in sua rappresentanza per la ricerca scientifica presso la Conferenza Stato-Regioni”.
Giovanni de Gaetano, Presidente di Neuromed
“Questo riconoscimento – commenta Giovanni de Gaetano, Presidente dell’I.R.C.C.S. Neuromed – non solo pone il nostro Istituto tra le eccellenze globali nel campo della ricerca, ma sottolinea anche la dedizione con cui i nostri ricercatori affrontano le sfide della medicina moderna. Il fatto che siamo riconosciuti a livello internazionale, in ambiti così cruciali della medicina, evidenzia l’efficacia delle nostre linee di ricerca e la pertinenza dei nostri contributi al corpo collettivo della conoscenza scientifica. A tutti i nostri ricercatori, compresi coloro che sono presenti in altri database internazionali, il mio più sincero ringraziamento per aver portato alto il nome dell’I.R.C.C.S. Neuromed sulla scena internazionale”
Per quanto riguarda i settori in cui si sono distinti i ricercatori Neuromed, la lista comprende alcuni dei principali campi della medicina moderna. Ecco l’elenco con i relativi nomi dei ricercatori (elencati in ordine alfabetico):
Neurologia e Neurochirurgia
Alfredo Berardelli
Diego Centonze
Francesco Fornai
Ferdinando Nicoletti
Antonio Suppa
Sistema Cardiovascolare ed Ematologia
Giovanni de Gaetano
Maria Benedetta Donati
Giacomo Frati
Licia Iacoviello
Sebastiano Sciarretta
Immunologia
Silvano Sozzani
Nutrizione e Dietetica
Marialaura Bonaccio
Oncologia e Carcinogenesi
Giuseppe Minniti
L’IRCCS Neuromed L’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Neuromed di Pozzilli (IS) rappresenta un punto di riferimento a livello italiano ed internazionale per la ricerca e la terapia nel campo delle malattie che colpiscono il sistema nervoso. Un centro in cui i medici, i ricercatori, il personale e gli stessi pazienti formano una alleanza rivolta a garantire il miglior livello di assistenza possibile e cure all’avanguardia, guidate dagli sviluppi scientifici più avanzati.
Un ‘conclave’, seppur sportivo, la cui fumata bianca sembra ancora lontana. Appuntamento a domani pomeriggio, a Palazzo H, per il secondo incontro tra i presidenti federali e il n.1 del Coni, Giovanni Malagò, dopo quello andato in scena già prima di Pasqua.
Sul tavolo ci sono le elezioni presidenziali del comitato olimpico nazionale italiano con l’obiettivo di convergere all’unanimità, o quasi, verso un nome che possa rappresentare gli organismi sportivi per il prossimo quadriennio. Le elezioni sono fissate per il 26 giugno al CPO Giulio Onesti, le candidature potranno esser presentate fino al 5 di giugno e oggi sono tre i nomi: quello di Luciano Buonfiglio (presidente Federcanoa), Luca Pancalli (n.1 Cip in uscita) ed Ettore Thermes (velista e unico ad aver già oggi depositato la candidatura). E mentre Sport e Salute sembra stare alla finestra perché l’obbiettivo naturale è quello di una collaborazione con il Coni del futuro, nella riunione di domani i presidenti entreranno più nel vivo del dibattito.
Una parte di loro appoggia la candidatura di Buonfiglio anche se nessuno si sbilancia ancora sul n.1 FICK, nemmeno Malagò, che continua a tessere la tela e comunque per il suo ruolo Cio farà parte della prossima Giunta, a prescindere dall’eventualita’ che in caso di successo del suo candidato gli venga riconosciuto un ruolo onorifico, come fu per Nostini. Insomma, si attende domani; non si può escludere che esca anche un altro nome, ancora riservato, ma sempre interno al mondo federale verso il quale confluire i voti. Di contro c’è Pancalli, la cui candidatura, in questo momento, resta, seppur silenziosa, dopo il suo annuncio di voler concorrere alla poltrona Coni.
Dai primi exit poll se le elezioni fossero oggi e i candidati quelli citati, Buonfiglio sarebbe in vantaggio sul n.1 Cip, ma in due mesi possono succedere ancora tante cose e a fare da sfondo c’è sempre l’augurio di Gianni Petrucci, presidente FIP, a prescindere da chi sarà il prossimo presidente Coni. “Mi auguro che il successore di Malagò porti a una rappacificazione in Consiglio Nazionale perché abbiamo bisogno anche di Barelli e Binaghi”, aveva detto in occasione dell’ultima riunione, per un aspetto che potrebbe avere anche un peso nella scelta di quale candidato appoggiare il prossimo 26 giugno.
In Italia sale il rischio di povertà tra le persone che lavorano anche se impegnate a tempo pieno: nel 2024 gli occupati con un reddito inferiore al 60% di quello mediano nazionale al netto dei trasferimenti sociali sono il 9%, in aumento dall’8,7% registrato nel 2023. Una percentuale più che doppia di quella della Germania (3,7%). E’ quanto emerge dalle tabelle Eurostat appena pubblicate secondo le quali, invece, sono il 10,2% i lavoratori di almeno 18 anni occupati per almeno la metà dell’anno (sia full time che part time) a rischio povertà, anche questi in aumento rispetto al 9,9% del 2023 .
In Spagna la percentuale dei lavoratori impegnati full time poveri è del 9,6% mentre in Finlandia è al 2,2%. Per chi lavora part time la percentuale di chi risulta povero in Italia nel 2024 risulta in calo dal 16,9% al 15,7%. La povertà lavorativa sale in Italia soprattutto per i lavoratori indipendenti, tra i quali il 17,2% ha redditi inferiori al 60% di quello mediano nazionale (era il 15,8% nel 2023) mentre per i dipendenti la quota sale all’,8,4% dall’8,3% precedente. In Germania la quota degli occupati over 18 in una situazione di povertà è diminuita dal 6,6% al 6,5% mentre in Spagna è diminuita dall’11,3% all’11,2%. Soffrono in Italia di questa condizione soprattutto i giovani: tra i 16 e i 29 anni è povero l’11,8% degli occupati mentre tra i 55 e i 64 anni è il 9,3%. Nella povertà lavorativa conta il livello di istruzione.
Tra i lavoratori che hanno fatto la sola scuola dell’obbligo in Italia si registra un 18,2% di occupati poveri (era il 17,7% del 2023) mentre la percentuale crolla tra i lavoratori laureati, tra i quali solo il 4,5% risulta con un reddito inferiore al 60% di quello mediano nazionale. Ma in questo caso si registra un importante aumento, visto che la percentuale era al 3,6% nel 2023. Si registra invece un lieve calo della povertà tra gli occupati che hanno un diploma con il 9,1% in difficoltà nel 2024 a fronte del 9,2% dell’anno precedente.
“Il Comandante in Capo Oleksandr Syrskyi ha fornito un aggiornamento sulla situazione in prima linea. In molte direzioni la situazione rimane difficile”. Lo scrive Volodymyr Zelensky su X. “Solo a mezzogiorno, si sono già verificati quasi 70 attacchi russi. Gli scontri si concentrano nelle direzioni di Pokrovsk, Kramatorsk, Lyman e Kursk”. E “le nostre forze continuano le operazioni difensive in aree specifiche delle regioni di Kursk e Belgorod”, ha assicurato, dopo che ieri Mosca aveva annunciato la completa riconquista del Kursk. Zelensky ha chiesto una rinnovata pressione sulla Russia ad accettare la tregua proposta dagli Usa.
Secondo Zelensky “la situazione in prima linea e l’azione dell’esercito russo dimostrano che l’attuale pressione globale sulla Russia non è sufficiente a porre fine a questa guerra. Presto saranno passati cinquanta giorni da quando la Russia ha iniziato a ignorare la proposta degli Stati Uniti di un cessate il fuoco completo e incondizionato, una proposta che l’Ucraina aveva accettato l’11 marzo”. Per questo motivo, “è necessaria una pressione più tangibile sulla Russia per creare maggiori opportunità per una vera diplomazia”, ha avvertito, ringraziando “tutti coloro che sono al fianco dell’Ucraina”.