“Quando potremo uscire saremo pronti a esprimere la nostra personalita’, a far vivere noi stessi oltre i confini, in modo iconoclasta”: ne e’ convinto Kean Etro, che per l’inverno che verra’ immagina “un desiderio di cambiamento, di uscire vestiti e non travestiti”. Questo perche’ “questo periodo di confinamento ci ha fatto bene, ci ha resi tangenti alla realta’, ognuno di noi ha messo in ordine i suoi armadi, mescolando il giorno e la sera, il dentro e il fuori, trovando una sua identita’ vestimentaria”.
Ecco quindi che ogni look della collezione – in passerella oggi a Milano in versione digitale – diventa uno “statement personale”: il bermuda di cashmere e la giacca camicia con il pull a trecce, il gilet fluo genderless da acquistare subito dopo lo show e il pantalone da lavoro stampato, la camicia di raso ricavata dalle fodere di un abito da sera con il cappotto-vestaglia stampato, il pantalone sciolto di lana e il cappotto classico ma “bislacco”, il maglione finissimo stile tatoo e la felpa tecnica. Tutto immaginando il momento in cui “si potra’ tornare a comprare in un luogo fisico: non restera’ – e’ la previsione di Kean Etro – tutto digitale perche’ l’essere umano ha bisogno di calore fisico”. In fondo – si domanda il creativo parafrasando Einstein – “e’ meglio essere ottimisti ed avere torto o pessimisti e avere ragione?”
Il 2024 ha visto la mozzarella di bufala campana DOP confermarsi come uno dei prodotti simbolo del Made in Italy agroalimentare, con una crescita nei consumi interni ma un leggero rallentamento delle esportazioni. Questo il quadro emerso dal report presentato dal Consorzio di Tutela durante la giornata di studio “Mozzarella di Bufala Campana DOP: direzione Futuro”, svoltasi presso la Camera di Commercio di Caserta.
Numeri e tendenze del 2024
La produzione totale ha raggiunto i 55,7 milioni di chilogrammi, registrando un lieve aumento del +0,23% rispetto al 2023. La crescita si è concentrata soprattutto nell’ ultimo trimestre, compensando le difficoltà dell’ export, che ha subito un calo dal 38,3% al 36,8% del totale.
A livello internazionale, la Francia si conferma primo mercato di destinazione, assorbendo da sola il 31,8% dell’ export, in crescita rispetto al 29% del 2023. Seguono la Germania (dal 15,7% al 18,1%) e la Spagna (dal 5,1% all’8,1%). Tra le nuove destinazioni spiccano Norvegia e Thailandia, mentre le prospettive di sviluppo guardano all’ Europa dell’ Est, al Messico e all’ Asia, con particolare interesse per Emirati Arabi, Singapore e Malesia.
Sul fronte interno, invece, la mozzarella di bufala campana ha guadagnato terreno, passando dal 61,7% al 63,2% dei consumi nazionali. I dati rivelano un boom nelle regioni del Centro e del Nord Est, dove i consumi sono saliti rispettivamente dal 17,9% al 23,5% e dal 16,6% al 24,5%. Al contrario, le vendite nel Nord Ovest e al Sud hanno subito una contrazione.
Le sfide del settore
Secondo il presidente del Consorzio, Domenico Raimondo, il 2024 “è stato un anno “in chiaroscuro”: “Di fronte alle difficoltà internazionali e alla crisi dei consumi, la filiera ha retto, ottenendo risultati in linea con il 2023. Questo ci spinge a pianificare il futuro con strategie efficaci per affrontare i cambiamenti in atto”.
Domenico Raimondo
Uno dei nodi principali da sciogliere, secondo il direttore del Consorzio Pier Maria Saccani, è la destagionalizzazione della produzione del latte: “Si continua a produrre più latte nei mesi invernali, quando la domanda cala, e meno in primavera-estate, quando la richiesta aumenta. Questo squilibrio porta a un eccesso di latte congelato, inutilizzabile per la DOP”. Tra le soluzioni proposte ci sono meccanismi premiali per gli allevatori virtuosi e un contratto tipo per regolamentare la filiera, pur lasciando al mercato la determinazione dei prezzi.
Un altro tema centrale è la tracciabilità, considerata un elemento chiave per garantire trasparenza e sicurezza. Michele Blasi, del Dipartimento Qualità Agroalimentare, ha evidenziato i risultati raggiunti in 10 anni di controlli: “Abbiamo verificato oltre un milione di dati e condotto circa 10mila ispezioni, creando una piattaforma unica nel settore agroalimentare”.
Sul futuro della tracciabilità si è espresso Antonio Limone, direttore dell’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno: “l’innovazione tecnologica è fondamentale per garantire trasparenza e integrità alla filiera. Stiamo lavorando su strumenti informatici avanzati per rafforzare il sistema di controllo”.
I progetti per il 2025
Il 2025 sarà un anno cruciale per la promozione della mozzarella di bufala campana DOP, con il Consorzio pronto a lanciare una campagna di comunicazione in Europa dal valore di oltre 1 milione di euro. Le risorse saranno concentrate su Francia, Germania, Inghilterra e Paesi Bassi, mercati considerati strategici.
Parallelamente, saranno avviati seminari internazionali con il coinvolgimento di ambasciate e uffici ICE, oltre a iniziative mirate per avvicinare i giovani consumatori europei alla Bufala DOP. Il programma prevede anche un incremento della presenza alle fiere di settore, con tappe negli Stati Uniti per Pizza Expo a Las Vegas e il Fancy Food a New York.
L’ Assessore regionale all’ Agricoltura, Nicola Caputo, ha annunciato nuovi fondi per la promozione internazionale: “Stiamo studiando con il Consorzio le migliori iniziative per valorizzare la mozzarella di bufala campana DOP, prodotto simbolo della nostra terra”
Lo chef Giorgio Locatelli ha annunciato l’apertura di un nuovo ristorante a Londra in uno dei centri dell’arte britannica e internazionale: la National Gallery a Trafalgar Square. “E’ un grosso progetto che comincerà a maggio”, ha detto il celebre “giudice” di Masterchef Italia in un’intervista al podcast Foodminds che arriva a una settimana da un altro annuncio dello chef, fatto in quel caso “col cuore pesante”, sulla chiusura della sua Locanda Locatelli nella capitale del Regno Unito dopo oltre 20 anni e la conquista di una stella Michelin. “E’ la prima volta che la National Gallery decide di avere un ristorante italiano e ha scelto noi dopo un bando pubblico che abbiamo vinto qualche settimana fa”, ha dichiarato con grande soddisfazione Locatelli.
“Sarà un ristorante sulla linea della Locanda, lavoreremo sempre con gli stessi ingredienti e vogliamo essere una grande pubblicità per il made in Italy in quell’istituzione”, ha sottolineato lo chef riferendosi sempre alla National Gallery, fra l’altro diretta dall’italiano Gabriele Finaldi. Nell’annunciare la chiusura della Locanda Locatelli aveva comunque già fatto riferimento a un nuovo progetto a cui stava lavorando affermando che “quando una porta si chiude, un’altra si apre”. Lo chef 61enne, originario della provincia di Varese, si è trasferito da tempo nel Regno dove vive con la moglie britannica Plaxy Exton, e nella sua carriera ha alternato la cucina stellata al piccolo schermo, lavorando anche ad alcuni documentari della Bbc per il programma ‘Italy Unpacked’, oltre a pubblicare diversi libri.
A 61 anni, lo chef Giorgio Locatelli, noto giudice di Masterchef Italia dal 2018 e figura di spicco della ristorazione italiana a Londra, ha annunciato la chiusura della sua celebre Locanda Locatelli. Situato nel cuore del quartiere chic di Marylebone, il ristorante, una stella Michelin, era un punto di riferimento per la cucina italiana di alta qualità nella capitale inglese da ben 23 anni.
L’annuncio sui social e un futuro da svelare
L’annuncio della chiusura è arrivato tramite un post sui social del ristorante, che ha lasciato trasparire sia tristezza sia speranza per il futuro. “È con la tristezza nel cuore, e per ragioni che non dipendono da noi, che annunciamo la chiusura definitiva del locale. Ci mancheranno tutti i nostri clienti, molti dei quali nel tempo sono diventati degli amici. Ma quando una porta si chiude, un’altra si apre”, si legge nel messaggio. Il post si chiude con un accenno a nuovi progetti e un augurio per un 2025 prospero e felice.
Da quanto emerso, la chiusura è legata a un cambiamento nell’assetto del Hyatt Regency London-The Churchill, l’hotel cinque stelle che ha ospitato il ristorante fin dalla sua apertura. La Locanda riaprirà altrove, probabilmente sempre a Londra, ma con un progetto più ampio, i cui dettagli restano per ora segreti.
Un’eredità di gusto e tradizione italiana
Originario di Corgeno di Vergiate, un piccolo paese sul lago di Comabbio in provincia di Varese, Giorgio Locatelli ha sempre portato avanti una filosofia culinaria basata su ingredienti di alta qualità, il rispetto per la tradizione italiana e una particolare attenzione alla stagionalità. Piatti iconici come le pappardelle ai fegatini di pollo, il minestrone, o l’insalata di puntarelle hanno conquistato il cuore dei suoi clienti, grazie a un equilibrio tra tradizione e innovazione.
La Locanda Locatelli, inaugurata nel 2002 insieme alla moglie Plaxy Exton, ha ricevuto la stella Michelin nel 2003, confermandosi un luogo d’eccellenza per la cucina italiana all’estero.
I primi passi e la nuova avventura
Prima di aprire la Locanda, Locatelli aveva già lasciato il segno con il ristorante Zafferano, aperto nel 1997, che ottenne la stella Michelin nel 1999. Da sempre legato alla città di Londra, dove vive dal 1986, lo chef ha saputo affermarsi come uno dei maggiori ambasciatori della cucina italiana all’estero.
Sebbene Locatelli non abbia ancora rilasciato dichiarazioni sulla chiusura, gli accordi per la nuova avventura prevedono il massimo riserbo. Quel che è certo è che il nuovo progetto non è legato alla collaborazione annunciata tempo fa con la National Gallery, ma potrebbe segnare un nuovo capitolo nella sua carriera.
Aspettative per il futuro
La chiusura della Locanda Locatelli rappresenta la fine di un’era, ma anche l’inizio di una nuova avventura. I fan dello chef e della sua cucina attendono con curiosità di scoprire quale sarà la prossima tappa per uno dei più celebri interpreti della tradizione gastronomica italiana.
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