Mercato del lavoro in ripresa a settembre, con l’occupazione che torna a salire e la disoccupazione che scende (al 9,2%) ma non tra i giovani, tra i quali arriva a sfiorare il 30%. Un livello alto che piazza l’Italia al secondo posto in Europa. Ad aumentare in particolare sono i dipendenti a termine, mentre continuano a diminuire i lavoratori autonomi. Una dinamica che, nel complesso, riduce il gap dai livelli pre-pandemia, anche se restano ancora 300mila posti da recuperare. Positivo comunque e’ il segno dell’occupazione a settembre, come certificano gli ultimi dati Istat: dopo i cali registrati a luglio e ad agosto, gli occupati aumentano di 59mila unita’ (+0,3%), con una ripresa piu’ accentuata tra le donne (+46mila), rispetto al mese precedente e di 273mila (+1,2%) rispetto a settembre dell’anno scorso. Nel confronto rispetto a gennaio 2021, il saldo arriva a segnare +500mila occupati, sulla spinta dei dipendenti. Sono tuttavia i lavoratori con contratto a tempo determinato quelli che aumentano di piu’: +97mila (+3,3%) a settembre mentre si registrano 11mila (-0,1%) dipendenti permanenti in meno, rispetto al mese precedente. Nell’arco dei dodici mesi il boom dei dipendenti a termine risulta ancora piu’ evidente: +353mila (ovvero +13,2%) a fronte di un aumento degli ‘stabili’ pari a 69mila (+0,5%). Sempre in calo, invece, gli autonomi: -28mila (-0,6%) sul mese e -150mila (-3%) sull’anno. Un andamento, dunque, non uniforme perche’ non interessa allo stesso modo tutti i segmenti del mercato del lavoro e che preoccupa tra gli altri Confcommercio: i dati, dice, “confermano le difficolta’” in cui ancora versano molte piccole imprese e larga parte del lavoro autonomo. Il quadro complessivo segna anche un calo degli inattivi, ovvero di coloro che non hanno un posto e nemmeno lo cercano e che erano aumentati in misura eccezionale all’inizio dell’emergenza sanitaria, e dei disoccupati. Tanto che il tasso di disoccupazione scende al 9,2%, (-0,1 punti sul mese precedente), nonostante l’aumento tra i giovani di 15-24 anni al 29,8% (+1,8 punti). L’aumento mensile piu’ forte in tutta la zona euro, come indica l’Eurostat, che porta il tasso italiano al secondo posto soltanto dopo la Spagna, dove la disoccupazione tra i giovani sotto i venticinque anni e’ al 30,6%. In media, a settembre il tasso di disoccupazione giovanile nell’Eurozona viaggia al 16% (al 7,4% quello generale). I giovani, insieme alle donne, restano dunque la parte piu’ debole del mercato del lavoro. Su cui, e’ la richiesta pressoche’ unanime che arriva dai sindacati ma anche dalle forze politiche, e’ necessario concentrare gli sforzi con interventi ed investimenti mirati, soprattutto alla luce dei progetti del Pnrr, in cui sono previste anche delle condizionalita’ specifiche. “Tra legge di Bilancio e attuazione del Pnrr occorre promuovere gli investimenti e le misure per creare nuova occupazione. Occupazione sempre piu’ stabile e di qualita’ per combattere la disoccupazione giovanile” e la precarieta’, afferma la capogruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani.