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Meloni sbarca a Varsavia, poi a Kiev per vedere Zelensky

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L’Italia è saldamente schierata dalla parte dell’Ucraina e vuole giocare un ruolo da protagonista anche nella ricostruzione del Paese martoriato da un anno di guerra. Giorgia Meloni, dopo settimane non facili per la bufera scatenata dalle parole di Silvio Berlusconi su Volodymr Zelensky, sbarca a Varsavia. Città che diventa anche il punto di partenza di un lungo viaggio che la porta fino a Kiev, dove avrà il tanto atteso incontro con il presidente ucraino. Intanto, il faccia a faccia con l’amico Mateusz Morawiecki che condivide con la premier la militanza nel gruppo europeo dei Conservatori. Un occasione per fare un punto anche sull’invio di forniture militari per consentire agli ucraini di difendersi e perseguire “la pace e la stabilità” Infine il colloquio con il presidente Duda.

L’appuntamento con il primo ministro polacco avviene mentre in una Capitale sferzata dal maltempo sta per arrivare, in anticipo e a sorpresa, anche il presidente americano Joe Biden, di ritorno proprio da una visita lampo in Ucraina. Ma le agende dei due leader non si incrociano. Meloni arriva nel tardo pomeriggio, e riprende le uscite pubbliche dopo una influenza che l’ha tenuta per una settimana lontana dagli impegni istituzionali e che ancora lascia qualche strascico nella voce: “siamo umani” dirà davanti ai soli giornalisti polacchi, schernendosi per i colpi di tosse che la costringono a interrompersi più volte mentre parla. Italia e Polonia hanno un legame forte, dice, tanto da essere le “uniche due nazioni che citano l’altra nel proprio inno nazionale”. Un legame che può solo continuare a “crescere”.

A maggior ragione se alla guida dei rispettivi governi ci sono due rappresentanti dei Conservatori europei, che hanno una visione comune anche delle battaglie da portare avanti, insieme, a Bruxelles. L’incontro con il premier polacco serve a fare il punto sul dossier migranti, altro tema caro a Roma e Varsavia. I due chiamano in causa l’Europa: “Deve essere Bruxelles ad occuparsi del problema”, dice Morawiecki. Usa toni ancora più duri Meloni: ” Non possiamo continuare a consentire che la selezione in ingresso sia fatta da bande di trafficanti, non possiamo confondere migrazioni e profughi”. Che l’Europa sia il convitato di pietra del faccia a faccia è facile intuirlo anche quando si parla di aiuti alle imprese: “ci rendiamo conto di come l’Ue abbia bisogno di misure molto concrete per difendere le proprie aziende”, incalza Meloni che invita Bruxelles a trasformarsi “in un gigante politico e non burocratico dove viga il principio di sussidiarietà”. Ma gli aiuti militari a Kiev sono il piatto forte del colloquio tra i due.

“Abbiamo parlato dei futuri fornimenti all’Ucraina affinché ci sia pace e stabilità”, mette in chiaro Morawiecki. Parole a cui fa eco la presidente del Consiglio ribadendo la vicinanza “a tracentosessanta gradi” dell’Italia a Kiev. “Ci siamo stati e ci saremo”, ribadisce Meloni. La premier aveva più volte manifestato l’intenzione di visitare Kiev prima dell’anniversario dell’inizio del conflitto, il 24 febbraio. Ne ha parlato nel breve colloquio a Bruxelles con Zelensky che nelle prossime ore si prepara a incontrare a Kiev. Motivi di sicurezza spingono Palazzo Chigi a mantenere massimo riserbo sui dettagli fino all’ultimo, ma la delegazione italiana dovrebbe muoversi sulla falsariga delle molte visite che si sono susseguite nella capitale ucraina in un anno di guerra. Meloni arriva mentre in tutto il Mondo, e anche in Italia, i pacifisti si preparano a tornare in piazza per chiedere la fine delle ostilità.

E in un quadro in cui i sondaggi indicano un 51% gli italiani favorevoli al sostegno all’Ucraina, come è stato fatto osservare anche nell’intervista a Zelensky dei media italiani. Sostegno che il presidente ucraino ritiene “fondamentale” e che la premier tornerà a ribadire visitando i luoghi simbolo della resistenza ucraina all’aggressione russa. La visita a Kiev potrebbe essere anche l’occasione per rilanciare l’idea di una conferenza sulla ricostruzione, da tenere eventualmente in Italia, non appena ci saranno le condizioni. Il governo sta intanto preparando il terreno insieme alle imprese italiane interessate dopo che a gennaio – in occasione di una visita di Carlo Bonomi insieme al ministro delle imprese Adolfo Urso – Confindustria ha riaperto la sede di rappresentanza in Ucraina.

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Sindaco Istanbul Ekrem Imamoglu contro Erdogan: Hamas è un gruppo terroristico

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Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, definisce Hamas “un gruppo terroristico” e afferma che la Turchia è stata “profondamente rattristata” dal massacro del 7 ottobre. Intervistato dalla Cnn, il primo cittadino della metropoli turca spiega che “qualsiasi struttura organizzata che compie atti terroristici e uccide persone in massa è da noi considerata un’organizzazione terroristica”, aggiungendo però che crimini simili stanno colpendo i palestinesi e invita Israele a porre fine alla sua guerra contro Hamas.

Il governo turco di Erdogan sostiene apertamente Hamas, ha duramente criticato l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza e ha chiesto un cessate il fuoco immediato. Il leader turco ha paragonato le tattiche del primo ministro Benyamin Netanyahu a quelle di Adolf Hitler e ha definito Israele uno “stato terrorista” a causa della sua offensiva contro Hamas a Gaza.

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Usa: sondaggio “Cnn”, Trump in vantaggio su Biden di 6 punti a livello nazionale

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A poco meno di sei mesi dalle elezioni negli Stati Uniti, l’ex presidente Donald Trump gode del sostegno del 49 per cento degli elettori, in vantaggio di sei punti percentuali sul suo successore Joe Biden, fermo al 43 per cento. Lo indica l’ultimo sondaggio pubblicato dall’emittente “Cnn” ed effettuato dall’istituto Ssrs. Rispetto alla precedente rilevazione condotta lo scorso gennaio, il candidato repubblicano e’ rimasto stabile, mentre l’attuale presidente ha perso il due per cento del proprio consenso. Soprattutto, e’ in miglioramento l’idea che gli elettori hanno degli anni della presidenza Trump. Ora il 55 per cento degli statunitensi considera “un successo” la sua amministrazione, contro il 44 per cento che la definisce “un fallimento”.

Nel gennaio del 2021, pochi giorni dopo l’insediamento di Biden, era il 55 per cento a considerare un fallimento la presidenza di Trump. Al contrario, il 61 per cento ritiene che la presidenza Biden sia stata un fallimento, mentre il 39 per cento la definisce “un successo”. Il sondaggio mostra anche come i repubblicani siano piu’ convinti dell’idea che la presidenza Trump sia stata un successo (92 per cento) rispetto a quanto gli elettori democratici abbiano la stessa opinione della presidenza Biden (solo il 73 per cento). Tra gli indipendenti, l’amministrazione Trump e’ guardata con favore dal 51 per cento, contro il 37 per cento che ha opinione positiva dell’attuale presidenza. Poi vi e’ un 14 per cento che considera un fallimento entrambe le esperienze, e un 8 per cento che invece ritiene un successo sia la presidenza di Donald Trump che quella di Joe Biden.

Il sondaggio rileva anche come il 60 per cento degli elettori disapprovi l’operato dell’attuale presidente e come il tasso di approvazione, attualmente al 40 per cento, sia al di sotto del 50 per cento anche su materie quali le politiche sanitarie (45 per cento) e la gestione del debito studentesco (44 per cento). A pesare sull’opinione che i cittadini Usa hanno di Biden e’ soprattutto la gestione della crisi a Gaza (il 71 per cento disapprova), in particolare nel caso degli under 35 (tra questi e’ l’81 per cento a esprimere valutazione negativa). Non molto meglio il giudizio degli elettori sull’operato della Casa Bianca in economia (solo il 34 per cento approva), tema che il 65 per cento degli intervistati considera “estremamente importante” per il voto di novembre.

Tra questi ultimi, il 62 per cento ha intenzione di votare Trump, il 30 per cento Biden. In generale, il 70 per cento degli elettori si lamenta delle attuali condizioni economiche del Paese, e il 53 per cento si dice insoddisfatto della propria situazione finanziaria. Tale insoddisfazione sale soprattutto tra gli elettori a basso reddito, tra le persone di colore e tra i piu’ giovani. L’impressione per entrambi i candidati resta per lo piu’ negativa (il 58 per cento ha opinione negativa di Biden, il 55 per cento di Trump) e il 53 per cento e’ insoddisfatto delle opzioni a disposizione sulla scheda elettorale il prossimo novembre.

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Sconosciuti uccidono sette giovani nel sud dell’Ecuador

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Sette giovani, che la polizia sospetta facessero parte di una banda dedita al furto di veicoli, sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco da sconosciuti a Petrillo, località del sud dell’Ecuador. Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, riferisce il portale di notizie Primicias, sei dei giovani, tutti fra i 15 e i 21 anni, sarebbero caduti in un’imboscata mentre stavano riportando una moto rubata al proprietario per incassare il riscatto. Il cadavere di un settimo giovane è poi stato ritrovato ore dopo poco lontano dal luogo del massacro. Gli inquirenti hanno comunicato che praticamente tutte le vittime avevano precedenti penali per furti di vario genere, ed in particolare di veicoli, formulando l’ipotesi che le persone che hanno sparato da un’auto sarebbero membri di una banda rivale o residenti del luogo stanchi delle ripetute estorsioni.

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