Le munizioni all’Ucraina servono subito. La guerra è diventata ormai di posizione e senza proiettili, per Kiev, il risultato è a rischio. L’Europa riunita a Bruxelles con i ministri degli Esteri dei Paesi membri si trova ad affrontare una nuova emergenza sul fronte ucraino, quello delle munizioni. Non è un nodo da poco anche perché, sulle fasi operative del suo sostegno, l’Ue spesso si è impantanata. “Bisogna fare ciò che abbiamo fatto ma più in fretta. Parlerò ai ministri della Difesa, mi rivolgerò agli industriali, bisogna mettere mano agli stock”, ha sottolineato l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell al termine di una riunione che ha avuto al centro anche il tema delle sanzioni. L’Ue vuole il via libera al decimo pacchetto entro il 24 febbraio: l’impegno delle capitali c’è, la sicurezza dell’approvazione nei tempi previsti non ancora.
Il Consiglio Affari Esteri si è aperto mentre, da Kiev, arrivavano le prime immagini della visita del presidente degli Usa Joe Biden. Un evento che “dimostra l’unità transatlantica”, ha osservato Borrell anche se, dalla Commissione e dal Consiglio, entrambi solitamente molto attivi sui social, non sono arrivati commenti. Di certo, in occasione del primo anniversario della guerra, l’Ue vuole farsi trovare pronta. Mostrando plasticamente il suo sostegno con il decimo pacchetto di sanzioni. “Ci sono alcuni ostacoli ma dovrebbe essere approvato con procedura scritta entro il 24”, ha spiegato Borrell. In realtà, per avere l’unanimità, il pacchetto sarà più morbido del previsto: embargo sui diamanti e misure contro il colosso di energia nucleare Rosatom non ci saranno, tra l’irritazione di Polonia e Baltici.
“Si tratta di elementi fondamentali”, ha sbottato il ministro degli Esteri di Varsavia Zbigniew Rau. Mercoledì, alla riunione dei Rappresentanti Permanenti dei 27 è prevista la trattativa decisiva. Il prossimo 7 marzo, invece, potrebbe essere una data chiave per il tema degli aiuti militari. Borrell illustrerà ai ministri della Difesa le proposte per semplificare e velocizzare le procedure. “Il problema non sono i fondi, ma il metodo”, ha spiegato l’Alto Rappresentante aprendo all’idea dei Baltici (Estonia su tutti) di usare il modello dei vaccini, ovvero di appalti congiunti, per acquistare munizioni per Kiev. “La Russia spara 50mila proiettili al giorno, dobbiamo fare in modo che l’Ucraina abbia le stesse capacità”, ha sottolineato Borrell sferzando le capitali su un punto: nell’invio di munizioni non bisogna aspettare quelle di nuove fabbricazione ma mettere già mano alle scorte. A Kiev servono innanzitutto munizioni di calibro 1.55. E martedì sarà questo uno dei temi al centro dell’incontro tra Borrell, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba e il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.