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Politica

Mattarella garante di tutti, fine anno con la priorità della approvazione della Manovra

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In tanti, dalle opposizioni fino agli Ncc, provano in queste ore a chiamarlo in causa. Ma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non si fa tirare nella partita che infiamma il Parlamento e le piazze. Sulla legge di bilancio ha piu’ volte fatto sentire la sua voce negli ultimi mesi, incoraggiando il dialogo. Neanche dieci giorni fa ha ricordato il ruolo “centrale” del Parlamento come “espressione e interprete della sovranita’ popolare”. Ma al passaggio decisivo per evitare l’esercizio provvisorio di bilancio, con l’obiettivo primario di mettere al riparo i conti pubblici con l’approvazione della manovra, dal Quirinale il silenzio viene rotto soltanto per smentire, come nel caso degli Ncc, che siano stati fatti incontri, interventi diretti o indiretti, e neanche “considerazioni di alcun genere”. Il capo dello Stato parlera’ al Paese, come da tradizione, martedi’ prossimo, nel discorso di fine anno. Ma non e’ escluso – sarebbe ancora oggetto di valutazione – che sulla legge di bilancio si pronunci, al momento della firma del testo, con una lettera di accompagnamento diretta al governo. Ma e’ presto per una scelta del genere, manca ancora il via libero definitivo alla legge di Bilancio. Chi lo conosce sa che la contrazione dei tempi dell’esame parlamentare, con il record negativo di zero voti in commissione al Senato, non puo’ che preoccuparlo. Ma fonti parlamentari escludono che renda pubbliche le sue perplessita’ in questa fase, anche perche’ – sostengono dall’opposizione – le sue parole rischierebbero di suonare come una critica agli stessi presidenti delle Camere. Nella minoranza c’e’ chi, come Renato Brunetta, teorizza che sarebbe preferibile l’esercizio provvisorio di bilancio al varo di una manovra “piena di orrori”. Il Parlamento – e’ la tesi alla base anche del ricorso del Pd alla Consulta – non ha potuto esaminare il testo. “Non abbiamo inserito nel maxiemendamento nessuna norma che non fosse stata presentata in commissione”, ribatte la sottosegretaria Laura Castelli. Mentre dal governo fanno sapere che ci sara’ ampio spazio parlamentare per emendare i decreti su reddito di cittadinanza e “quota 100” sulle pensioni, “che in fondo sono il cuore della manovra”. Tutte tesi, queste, che non convincono l’opposizione. Ma che il Colle, dopo che Mattarella si e’ speso per il dialogo con l’Ue e per evitare la procedura d’infrazione, si spenda ora per l’esercizio provvisorio viene considerato – e non da oggi – “impensabile”, tanto che Pd e Fdi frenano sull’idea di Fi di chiedere un colloquio al presidente. In extremis, il governo prova a sedare le proteste inviando il ministro Giovanni Tria in commissione Bilancio alla Camera per un’audizione. E ascoltando un mondo in rivolta come quello dell’associazionismo, per l’aumento dell’Ires. Ma con i sondaggi che segnano le prime flessioni e un inizio d’anno tutt’altro che semplice, si moltiplicano i segnali di tensione tra M5s e Lega. Che si traducono, sulla scena, in un continuo duello comunicativo tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Per ‘marcare’ i leghisti ed evitare sorprese, il leader M5s starebbe spingendo per inserire ‘quota 100′ e reddito di cittadinanza in un unico decreto. Ma dalla Lega trapelano perplessita’. E filtra ancora la convinzione che i primi assegni per il reddito non possano arrivare prima di giugno.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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Fratelli d’Italia risale nei sondaggi: cala il Pd, stabile il M5S

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Ad aprile, la politica internazionale ha fortemente influenzato l’opinione pubblica italiana. Gli avvenimenti chiave sono stati l’avvio dei dazi da parte degli Stati Uniti, gli incontri della premier Giorgia Meloni con Donald Trump e il vicepresidente americano Vance, la guerra in Ucraina e la crisi a Gaza, oltre alla scomparsa di papa Francesco. Questi eventi hanno oscurato le vicende della politica interna, come il congresso della Lega, il decreto Sicurezza e il dibattito sul terzo mandato per i governatori.

Ripresa di Fratelli d’Italia e consolidamento del centrodestra

Secondo il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera, Fratelli d’Italia torna a crescere, attestandosi al 27,7%, oltre un punto in più rispetto al mese precedente. Il recupero è legato all’eco positiva degli incontri internazionali della premier e alla riduzione delle tensioni interne alla maggioranza. Forza Italia si mantiene stabile all’8,2%, mentre la Lega scende all’8,2% (-0,8%).

Nel complesso, il centrodestra si rafforza leggermente, mentre le coalizioni di centrosinistra e il Campo largo registrano piccoli cali.

Opposizione in difficoltà: Pd in calo, M5S stabile

Il Partito Democratico cala ancora, arrivando al 21,1%, il punto più basso dell’ultimo anno, penalizzato da divisioni interne soprattutto sulla politica estera. Il Movimento 5 Stelle, invece, resta stabile al 13,9%, grazie al chiaro posizionamento pacifista.

Le altre forze di opposizione non mostrano variazioni rilevanti rispetto al mese precedente.

Governo e premier in lieve ripresa

Anche il gradimento per l’esecutivo cresce di un punto, raggiungendo il 41%, mentre Giorgia Meloni si attesta al 42%. Sono segnali deboli ma indicativi di un possibile arresto dell’erosione di consensi degli ultimi mesi.

I leader politici: lieve crescita per Conte e Renzi

Tra i leader, Antonio Tajani registra il peggior risultato di sempre (indice di 28), mentre Giuseppe Conte cresce di un punto, raggiungendolo. Piccoli cali si registrano anche per Elly Schlein e Riccardo Magi. In lieve risalita di un punto anche Matteo Renzi, che resta comunque in fondo alla classifica.

Più partecipazione elettorale

Un dato interessante riguarda la crescita della partecipazione: l’area grigia degli astensionisti e indecisi si riduce di tre punti. Resta da vedere se sarà un fenomeno duraturo o temporaneo.

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Andrea Vianello lascia la Rai dopo 35 anni: “Una magnifica cavalcata, grazie a tutti”

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Dopo 35 anni di giornalismo, programmi, dirette e incarichi di vertice, Andrea Vianello (foto Imagoeconomica in evidenza) ha annunciato il suo addio alla Rai. L’annuncio è arrivato con un messaggio pubblicato su X, nel quale il giornalista ha comunicato di aver lasciato l’azienda con un «accordo consensuale».

Una lunga carriera tra radio, tv e direzioni

Nato a Roma il 25 aprile 1961, Vianello entra in Rai nel 1990 tramite concorso, dopo anni di collaborazione con quotidiani e riviste. Inizia al Gr1 con Livio Zanetti, poi al Giornale Radio Unificato, raccontando da inviato alcuni dei momenti più drammatici della cronaca italiana: dalle stragi di Capaci e via D’Amelio al caso del piccolo Faruk Kassam.

Nel 1998 approda a Radio anch’io, e successivamente a Tele anch’io su Rai2. Tra il 2001 e il 2003 è autore e conduttore di Enigma su Rai3, per poi guidare Mi manda Rai3 fino al 2010. Dopo l’esperienza ad Agorà, nel 2012 diventa direttore di Rai3.

Nel 2020 pubblica “Ogni parola che sapevo”, un racconto toccante della sua battaglia contro un’ischemia cerebrale che gli aveva tolto temporaneamente la parola, poi recuperata con grande determinazione.

Negli ultimi anni ha diretto Rai News 24, Rai Radio 1, Radio1 Sport, il Giornale Radio Rai e Rai Gr Parlamento. Nel 2023 viene nominato direttore generale di San Marino RTV, ma si dimette dopo dieci mesi. Di recente si parlava di un suo possibile approdo alla guida di Radio Tre.

Le parole d’addio: “Sempre con me il senso del servizio pubblico”

«Dopo 35 anni di vita, notizie, dirette, programmi, emozioni e esperienze incredibili, ho deciso di lasciare la ‘mia Rai’», scrive Vianello. «Ringrazio amici e colleghi, è stato un onore e una magnifica cavalcata. Porterò sempre con me ovunque vada il senso del servizio pubblico».

Il Cdr del Tg3: “Un altro addio che pesa”

Dura la reazione del Comitato di redazione del Tg3: «Anche Andrea Vianello è stato messo nelle condizioni di dover lasciare la Rai», scrivono i rappresentanti sindacali, parlando apertamente di “motivi politici”. «È l’ennesimo collega di grande livello messo ai margini in un progressivo svuotamento di identità e professionalità». E concludono con un appello: «Auspichiamo che questa emorragia si arresti, e che la Rai possa recuperare la sua centralità informativa e culturale».

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