La stretta di mano con Ignazio La Russa e Giorgia Meloni. L’inno di Mameli. Poi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sale le scale dell’Altare della Patria per deporre una corona d’alloro sulla tomba del Milite Ignoto. Si aprono così le celebrazioni della “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera”. “162 anni fa, sotto il Tricolore, si espressero la sovranità e la volontà che, attraverso l’opera risorgimentale, avevano portato alla costituzione dello Stato italiano”, ricorda Mattarella. Il 17 marzo del 1861 veniva promulgato il testo di legge composto da un solo articolo: “il re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi successori il titolo di re d’Italia”. E nel messaggio del presidente, “il primo pensiero va alle generazioni che hanno accompagnato questo traguardo”.
Sergio Mattarella coglie l’occasione per ricordare come la Repubblica, “in innumerevoli prove e, da ultimo, durante la pandemia” abbia confermato “sentimenti di unità e coesione stringendosi ai valori costituzionali”. Quegli stessi valori che, per il capo dello Stato, continuano a garantire “le risorse morali necessarie a fronteggiare le sfide” della contemporaneità: “Costituzione, inno e bandiera sono i riferimenti che ci guidano nell’impegno comune di consolidare un’Italia fondata su pace, libertà e diritti umani”. All’Altare della Patria, accanto al presidente della Repubblica, ci sono il presidente del Senato La Russa, la presidente del Consiglio, il vicepresidente della Camera Rampelli e la presidente della Corte Costituzionale Sciarra. Ma nel giorno della festa, dalle opposizioni, montano critiche al governo, che da una parte celebra l’Unità, e dall’altra “la manda in pezzi” con il progetto di autonomia differenziata, dice il deputato Zaratti di Avs Nel messaggio pubblicato sul sito della presidenza del Consiglio, Giorgia Meloni sottolinea come Costituzione, inno e bandiera, siano “le fondamenta robuste sulle quali la nostra comunità si erge e dalle quali essa prende ispirazione”.
Il 17 marzo, per la presidente, “è la solennità nazionale più unificante che abbiamo”. “Al di là della retorica di oggi, restano le scelte politiche del governo”, incalza però la senatrice Valente del Pd. Ma questa non è l’unico appunto delle opposizioni a Meloni. Nel suo messaggio, la presidente cita anche l’intellettuale francese Ernest Renan e il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni stigmatizza: “ma Meloni per ricordare l’Italia unita doveva proprio scomodare il teorico della razza ariana e del razzismo?”. La seconda carica dello Stato, invece, dopo aver fatto gli auguri ufficiali “a quanti amano l’Italia”, commenta l’altra iniziativa di giornata. Quella organizzata da Fratelli d’Italia in via della Scrofa: una conferenza stampa per presentare la proposta di legge che chiede di istituire il 17 marzo come festa nazionale. Proposta, peraltro, già depositata nella scorsa legislatura dall’allora deputata Meloni.
“Mi piacerebbe molto – dichiara La Russa – se alla Camera o al Senato venisse sottoscritta da tutti i parlamentari”. Del resto, era stato lo stesso presidente, nel suo discorso di insediamento al Senato, ad avanzare l’idea. “Speriamo di calendarizzarla in tempo per celebrare la data già il prossimo anno”, spiega il deputato Giuseppe Donzelli. Ai cronisti che chiedono perché non sia sufficiente come festa nazionale quella del 25 Aprile, risponde il capogruppo FdI alla Camera Tommaso Foti: “una festa non esclude l’altra”. Il ministro Gennaro Sangiuliano precisa: “il 17 marzo è una data identitaria”. E il vicepresidente della Camera Rampelli, ricordando i tempi della fondazione di FdI con La Russa e Meloni, racconta sui social l’emozione della celebrazione: “ci siamo guardati con la coda dell’occhio, io Giorgia e Ignazio e ci siamo sentiti attraversare da un brivido d’orgoglio”.