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La rivolta dei gilet arancioni in Puglia, con i trattori in marcia a difesa dell’agricoltura

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Stanno arrivando un po’ alla volta, in fila, con ordine, scortati dalla polizia, i trattori guidati dai gilet arancioni. Appuntamento a  Bari dove oggi manifesteranno per denunciare – ancora una volta – lo stato di crisi che l’agricoltura pugliese sta vivendo. In piazza accanto agli agricoltori ci saranno Agci, Associazione frantoiani di Puglia, Cia, Confagricoltura, Confocooperative, Copagri, Italia olivicola, Legacoop, Movimento nazionale agricoltura, Unapol, Liberi agricoltori, Cgil, Cisl e Uil), i Comuni con l’Anci, l’ordine degli Agronomi e il collegio regionale dei periti agrari. A decretare lo stallo produttivo sono state le gelate dello scorso anno, la diffusione della xylella e l’attesa del piano di sviluppo rurale.

A manifestare solidarietà ai gilet arancioni la gran parte del gruppi consiliari che saranno in piazza Libertà – dove saranno montati i gazebo e dove si terrà il presidio – e il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo, che in una nota dichiara che “la protesta degli olivicoltori pugliesi è sacrosanta. I danni ingentissimi provocati dalle gelate del marzo 2018, dalle altre calamita’ naturali e dalla tragedia della xylella, si aggiunge la beffa del governo nazionale e della maggioranza giallo-verde che, non approvando la deroga, costringono sostanzialmente gli agricoltori a non poter usufruire delle provvidenze previste dalle legge sulle calamita’”. “Ci auguriamo – aggiunge – che il buon senso prevalga e che a breve da Roma arrivino segnali positivi, per vedere garantiti agli olivicoltori pugliesi gli indispensabili risarcimenti”.   Sono attesi 150 trattori e oltre 3.000 agricoltori e olivicoltori. Accanto ai Gilet Arancioni, coordinamento che raggruppa le organizzazioni Agci, Associazione frantoiani di Puglia, Cia, Confagricoltura, Confocooperative, Copagri, Italia olivicola, Legacoop, Movimento nazionale agricoltura, Unapol, Liberi agricoltori, scendono in piazza i sindacati dei lavoratori (Cgil, Cisl e Uil), l’Anci, l’Ordine degli agronomi, il Collegio regionale dei periti agrari e rappresentanti di alcune forze politiche.

“E’ una piazza bellissima, dietro questi gilet arancioni c’e’ il cuore degli operatori della terra che e’ qui per manifestare perche’ il tappo e’ saltato e non ne possiamo piu’ di aspettare, tra indecisioni, perdite di tempo e rimpalli di responsabilita’ tra Governo centrale e governo regionale”. Cosi’ Onofrio Spagnoletti Zeuli, portavoce dei Gilet Arancioni, intervenendo alla protesta dei Gilet Arancioni in piazza Prefettura a Bari. I Gilet Arancioni chiedono al ministro Centinaio di venire a Bari per parlare con tutti gli agricoltori. “Naturalmente ci differenziamo dai gilet gialli della Francia – dice Spagnoletti Zeuli – perche’ il nostro e’ un movimento sempre pacifico. Batteremo i piedi fortemente finche’ non otterremo il decreto per la grande calamita’ della gelata, per la Xylella e i Psr che ancora non partono”. “Sarebbe un grandissimo segnale di cambiamento se il ministro Centinaio venisse a Bari – continua – non a parlare con una delegazione dei gilet arancioni o col portavoce, ma con tutti gli agricoltori. In alternativa siamo pronti ad incontrarlo insieme a tutte le altre delegazioni che riterra’ di invitare, ma in una data diversa da quella di domani”. Perche’ “non intendiamo – spiega Spagnoletti Zeuli – prestare il fianco a chi organizza (riferendosi a Coldiretti, che non ha aderito alla manifestazione dei Gilet Arancioni, ndr), guarda caso proprio domani, un’altra sceneggiata dopo quella del 31 dicembre sotto la Regione Puglia, stavolta sotto il Ministero luogo dell’incontro, per prendersi meriti che proprio non ci sono e per issare ancora una volta la bandiera dell’arroganza alla faccia dei problemi veri degli agricoltori e degli Olivicoltori pugliesi”. All’arrivo dei trattori in Corso Vittorio Emanuele gli agricoltori hanno intonato l’inno nazionale. Accanto a loro decine di sindaci pugliesi con fasce e gli stessi gilet arancioni degli agricoltori.

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Rapinano ufficio postale a Napoli ma vengono presi, 2 arresti

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‘Colpo’ all’ufficio postale finito male per i rapinatori. Accade a Napoli questa mattina nel quartiere di Fuorigrotta. La polizia ha arrestato due napoletani di 47 e 54 anni per rapina aggravata. Dopo una allerta della Sala Operativa, agenti sono intervenuti in un ufficio postale di via Michelangelo Da Caravaggio e hanno sventato la rapina, riuscendo a intercettare e bloccare immediatamente i due rapinatori, anche grazie all’ausilio di personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, del Commissariato Bagnoli e delle Unita’ Operative Pronto Intervento. I due arrestati sono stati trovati in possesso di due pistole a salve e della refurtiva appena asportata. L’attivita’ e’ stata vigilata dall’alto dall’elicottero del VI Reparto Volo della Polizia di Stato.

 

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Sui social foto omicida Santo Romano, madre presenta esposto

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La madre di Santo Romano ha presentato un esposto affinché vegano fatti accertamenti sulle foto del 17enne che ha ucciso il figlio, postate sui social verosimilmente dall’istituto penale minorile dove il giovane è detenuto. Santo è stato ucciso a San Sebastiano al Vesuvio (Napoli), la notte tra l’1 e il 2 novembre 2024 con un colpo di pistola esploso al culmine di una lite scoppiata solo per un paio di scarpe sporcate.

L’avvocato Marco De Scisciolo, che difende la famiglia Romano, ha presentato un esposto al Tribunale, alla Procura per i minorenni di Napoli e alla Polizia postale, con il quale chiede che venga disposta una perquisizione nella struttura dove il 17enne è detenuto ed eventualmente anche un sequestro. Sui social sono stati pubblicati di recente foto e messaggi che hanno suscitato sconcerto e ira della mamma di Santo, Filomena De Mare. Lo scorso 29 aprile la sentenza il 17enne accusato di aver ucciso Santo Romano, giovane portiere di calcio è stato condannato in primo grado a 18 anni e 8 mesi di reclusione al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato.

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Bergamo, carabiniere fuori servizio salva una donna sospesa nel vuoto su un cavalcavia

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Ieri un carabiniere scelto della stazione di Albino, in provincia di Bergamo, libero dal servizio, è intervenuto per impedire un gesto estremo da parte di una donna. Intorno alle 11.20, il militare stava percorrendo in auto con i suoi familiari la SS42 quando, all’altezza di San Paolo d’Argon, ha notato una donna, visibilmente agitata, che si era posizionata all’esterno del parapetto di un cavalcavia, in una situazione di grave pericolo. Il militare ha fermato il proprio veicolo precipitandosi verso la donna. Una volta vicino, mentre sotto le auto continuavano a transitare, il carabiniere ha abbracciato la donna per trattenerla contro il parapetto, evitando che potesse cadere, fino all’arrivo dei soccorritori. Nelle delicate fasi successive si è assicurato della sua incolumità tenendola e rassicurandola, mentre insieme lentamente strisciavano contro il parapetto, fino a raggiungere il terrapieno posto sul lato destro del cavalcavia, dove erano finalmente al sicuro. Sul posto sono giunti i carabinieri della vicina stazione di Trescore Balneario e i sanitari del 118, che hanno soccorso la donna, poi trasportata presso l’ospedale di Alzano Lombardo.

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