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Nipote del boss Capriati giustiziato a Bari, ora si teme una guerra di mafia

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A Bari ora si teme una nuova guerra di mafia. L’uccisione, la sera di Pasquetta, di Raffaele (detto Lello) Capriati, figlio di Sabino e nipote del boss indiscusso di Bari Vecchia Antonio Capriati, fa capire che la tregua tra clan è saltata. Le modalità dell’agguato lasciano poco spazio ad altre interpretazioni: quello di Lello Capriati è chiaramente un agguato in stile mafioso. Il 39enne era in auto quando è stato avvicinato da una moto, probabilmente con due persone a bordo, che gli hanno sparato per tre volte alla testa ed una alla spalla. Poi sono fuggite.

ùNon hanno lasciato tracce, neppure bossoli. Per uccidere hanno usato un revolver. E fino a quando il medico legale, Francesco Vinci, non eseguirà l’autopsia non si saprà neppure il calibro dell’arma utilizzata. Sul delitto indaga la polizia che ha compiuto perquisizioni. Lello Capriati era stato scarcerato a fine agosto 2022 e il suo ritorno in libertà era stato accolto a Bari Vecchia da festeggiamenti, fuochi d’artificio e video sui social. Era stato condannato a 17 anni per concorso nell’omicidio del 16enne Michele Fazio, ucciso per errore nella faida tra i clan mafiosi Capriati e Strisciuglio mentre rientrava a casa, nel cuore di Bari Vecchia, il 12 luglio 2001.

A sparare per errore al ragazzino fu Leonardo Ungredda (ucciso nel 2003). Per il delitto furono condannati altri componenti del commando, Raffaele Capriati (ucciso ieri) e Francesco Annoscia, rispettivamente a 17 anni e a 15 anni e 8 mesi, e Michele Portoghese, all’epoca 17enne. Lo scopo del commando era vendicare l’uccisione di Francesco Capriati, 24 anni, altro nipote del boss ‘Tonino’, ucciso due settimane prima, il 29 giugno. Il loro obiettivo era Marino Catacchio, 31 anni (assassinato nel 2008), che loro ritenevano l’autore del delitto. Non trovando Catacchio, decisero di far fuori Vito De Felice contro il quale Ungredda sparò, ma il proiettile colpì alla testa il ragazzino.

La famiglia di Lello Capriati è già stata vittima di agguati e una prova è il dolore espresso sui social dai figli (Sabino e Christian) e dai parenti. Il 21 novembre del 2018, nel rione Japigia di Bari, davanti alla moglie e al figlio, fu ucciso Domenico Capriati, fratello di Lello. Secondo gli investigatori Lello potrebbe aver preso il posto del fratello nella gestione degli affari di famiglia, in qualche modo legati al mondo delle discoteche. Sullo sfondo resta il dolore dei genitori di Michele Fazio, Pinuccio e Lella, protagonisti dell’antimafia sociale, che hanno deciso di non rilasciare dichiarazioni e chiedono di “vivere serenamente” la loro vita “privata, familiare e associativa”.

Intanto il prefetto ha convocato per giovedì prossimo una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza, mentre il sindaco, Antonio Decaro, sottolinea che “la città non può vivere nel terrore dell’attesa di un regolamento di conti tra clan. È importante agire subito per bloccare qualsiasi potenziale recrudescenza”.

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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