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Cronache

Investito da moto muore Spera guida di Assomusica

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Il suo primo spettacolo lo aveva organizzato nel 1971, in occasione della festa per la maturità, a Salerno. “Affittai una nave e ingaggiai Peppino Di Capri, la star del momento. Il biglietto d’ingresso costava 10.000 lire, una cifra non da poco per l’epoca”, raccontava Vincenzo Spera per descrivere il suo esordio da manager. Settant’anni, nativo di Salvitelle (Salerno), ma trapiantato a Genova, si era imposto a livello nazionale come uno dei promoter più abili nel settore della musica, tanto da diventare nel 2012 presidente di Assomusica, l’associazione di organizzatori e produttori italiani di spettacoli musicali dal vivo, che costituisce la realtà più rappresentativa delle imprese di musica live in Italia. Spera è morto, la scorsa notte, all’ospedale San Martino di Genova, dopo essere stato investito alcune ore prima da uno scooter mentre attraversava sulle strisce in corso Magenta, nel quartiere Castelletto, a Genova, a due passi da casa. Alla guida della moto, uno scooter Vespa, c’era un ragazzo di 18 anni, L.P., ora indagato per omicidio stradale: ha riportato alcune fratture facciali, guarirà in 20 giorni. Il ragazzo è risultato positivo alla cannabis ma l’assunzione potrebbe risalire ai giorni precedenti visto che da una prima valutazione dei sanitari la scheda psico-fisica è risultata negativa e cioè è apparso lucido.

Il suo scooter era privo di assicurazione e il padre del giovane si è già detto pronto a un risarcimento. Vincenzo Spera aveva fondato nel 1974 la Duemigrandieventi, il marchio con cui aveva ingaggiato le star della musica portandole soprattutto a Genova. “Mi viene in mente – aveva raccontato nella sua autobiografia – il recital di Ella Fitzgerald ai parchi di Nervi nel 1987. Oppure lo spettacolo inaugurale delle Colombiane del ’92. O ancora il concerto di Miles Davis a Nervi. La maggior quantità di adrenalina è comunque legata ai concerti negli stadio di Vasco Rossi: lì una volta dovetti essere soccorso per una crisi da ipertensione”. Accanto Vasco, non si possono dimenticare i nomi di Francesco Guccini, Pino Daniele, Gianna Nannini, Frank Zappa, Joe Cocker, i New Trolls, Paoli e Vanoni, Baglioni, Renato Zero, Franco Battiato, Tina Turner, i Clash, Bruce Sprinmgsteen, Joe Coker e tra gli ultimi Jack Savoretti. “Sgomenti” i componenti del consiglio direttivo di Assomusica ricordano “le grandi doti dell’uomo e del professionista, da sempre impegnato nella promozione della musica dal vivo, nella valorizzazione dei giovani talenti e nel dialogo con le istituzioni italiane e europee” e la sua attività nel mondo dell’informazione con una serie di pubblicazioni e articoli.

Spera era anche componente del Consiglio superiore dello spettacolo, in rappresentanza delle Regioni, presidente Elma – European Live Music Association e già membro della Consulta dello Spettacolo del MiBACT. Nel corso degli anni era stato insignito varie onorificenze della Repubblica ed era stato nominato ambasciatore di Genova nel mondo dal Comune. “Negli anni della sua Presidenza si è impegnato affinché il settore avesse il giusto rilievo nella vita sociale, culturale ed imprenditoriale del Paese”. In pandemia si era battuto per i lavoratori dello spettacolo. ” L’Italia – aveva spiegato durante il lockdown – è il sesto paese al mondo per vendita di biglietti e spettatori. La filiera di lavoro per creare un evento coinvolge molte figure lavorative che spesso non hanno tutele poiché si tratta di lavori atipici e a chiamata. Per questo stiamo cercando di far sì che ci siano ammortizzatori sociali per questi lavoratori”. Ora tutto quel mondo lo ricorda: Agis, Atp, Afi, Ticketone. E lo fanno anche i politici che con lui hanno lavorato, dal presidente della Commissione Culturadella Camera, Federico Mollicone, ai sottosegretari alla Cultura Lucia Borgonzoni e Gianmarco Mazzi, dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti (“sognava Genova e la Liguria vive”) al sindaco di genova Marco Bucci (“manager che ha valorizzato la città, ci mancheranno i suoi consigli”).

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Commando armato tra i vicoli dei Quartieri: volevano uccidere

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Armi in pugno, volti coperti, in quattro hanno fatto irruzione nell’androne di Foqus, la Fondazione Quartieri Spagnoli, in via Portacarrese a Montecalvario. Erano circa le mezzanotte di domenica scorsa e i componenti del commando erano convinti che lì dentro si nascondesse l’uomo che stavano inseguendo per uccidere, come vendetta per un precedente agguato, avvenuto due settimane prima in via Nardones. Non trovandolo, sono fuggiti via. Attimi di terrore per il custode, che ha denunciato tutto.

Il contesto: vendetta e criminalità

Secondo le indagini della Squadra Mobile diretta da Giovanni Leuci, quella incursione armata è stata la risposta a un episodio camorristico. Un agguato, avvenuto a tarda notte tra i vicoli del centro, documentato grazie alla testimonianza di uno studente. L’inchiesta è condotta dalla DDA con il coordinamento del procuratore aggiunto Sergio Amato. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza confermano la dinamica e il livello di pericolosità dei quattro incappucciati, armati di pistole e fucili.

L’emergenza criminale e il caso minorenni

L’attacco a Foqus arriva in un momento già delicato per Napoli, dove si sta alzando l’allarme sulla presenza di armi tra i giovanissimi. Solo pochi giorni fa due ragazzini di 14 e 15 anni sono stati pugnalati da coetanei nei pressi di piazza Dante, per futili motivi. Ieri, il prefetto Michele di Bari e l’assessore alla legalità Antonio De Iesu si sono recati nella zona degli accoltellamenti per incontrare commercianti e cittadini e ribadire l’importanza dell’impegno collettivo contro la devianza giovanile.

La missione di Foqus e la voce di Rachele Furfaro

“Domenica notte il nostro portone era aperto”, spiega Rachele Furfaro, fondatrice e presidente di Foqus. “Da quando siamo nati, nel 2013, abbiamo cercato di vivere la realtà dei Quartieri come una grande piazza, aperta alla contaminazione culturale e al contrasto della povertà educativa”. Non a caso, proprio ieri, la struttura ha ospitato un incontro con 750 studenti provenienti da tutta Italia, in collaborazione con la Robert Francis Kennedy Foundation e l’Università Orientale.

Diritti, scuola e coraggio nei Quartieri

“Serve più coraggio anche da parte delle scuole per stare in questi territori e mettere in campo interventi di qualità. Bisogna affermare il diritto alla formazione, alla lettura, al gioco”, insiste la presidente Furfaro. Un messaggio ancora più forte alla luce dell’ennesimo episodio di violenza giovanile che ha scosso Napoli lo scorso week end.

Il lavoro di Foqus non si ferma. La comunità reagisce, nonostante tutto.

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Videochiamata al concerto dal carcere, indagato Baby Gang

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La Procura di Catania ha indagato il rapper Zaccaria Mouhib, 24 anni, in arte Baby Gang, per concorso per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti, aggravato dall’avere favorito la mafia, e per avere violato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale, che gli impediva di essere presente nel capoluogo etneo. Agenti della squadra mobile della Questura di Lecco, in raccordo con quelli di Catania, hanno eseguito a Calolziocorte (Lecco) un decreto di perquisizione e hanno sequestrato lo smartphone dell’artista che nei prossimi giorni verrà sottoposto ad accertamenti forensi.

All’indagato la polizia ha anche notificato un foglio di via obbligatorio emesso dal Questore di Catania che vieta a Baby Gang di potere dimorare nel capoluogo etneo per quattro anni. Iniziativa che farà saltare il suo concerto previsto per l’8 agosto prossimo alla Villa Bellini. Al centro dell’inchiesta della Procura di Catania la sua partecipazione, lo scorso 1 maggio, sul palco della Plaia, all’One day music festival, dove, prima di esibirsi con la canzone ‘Italiano’, scritta con Niko Pandetta, fa vedere un video sul suo smartphone in cui sembra assistere a una videochiamata con il nipote dello storico capomafia Turi Cappello. Il trapper però è in un carcere in Calabria, detenuto dal ottobre del 2024 per spaccio di sostanze stupefacenti.

“È mio fratello, un c… di casino per Niko Pandetta”, ha incitato il pubblico dal palco l’artista mostrando il telefonino in cui si è visto il volto di Pandetta. Il gesto è stato ripreso da molti dei presenti che hanno poi postato i video sui social, diventati virali. Non è ancora chiaro se la videochiamata fosse in diretta o registrata, o fosse un antico video memorizzato. Per chiarire cosa fosse realmente accaduto e verificare se Pandetta abbia avuto la possibilità, dal carcere, di mandare un video o, addirittura, di partecipare in diretta al concerto del 1 maggio sulla spiaggia della Plaia la Procura di Catania ha avviato degli accertamenti, delegando le indagini alla squadra mobile della Questura. E da una perquisizione nella cella del carcere di Rossano, dove Pandetta è detenuto, eseguita il 3 maggio scorso, la polizia penitenziaria ha trovato e sequestrato un telefonino. Per questo motivo è stato indagato per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.

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False fatturazioni e riciclaggio, 29 misure e 40 perquisizioni

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Ventinove misure cautelari e 40 perquisizioni sono in corso di esecuzione in 10 citta tra Emilia Romagna , Campania e Lombardia nei confronti di presunti appartenenti a un’associazione per delinquere operante nel settore edilizio e dedita all’emissione di fatture false, riciclaggio e autoriciclaggio di denaro. Oltre 100 unità composte da operatori della polizia di Stato e da militari della guardia di finanza sono impegnate nell’operazione che si sta svolgendo Bologna, Ferrara, Modena, Ravenna, Reggio Emilia, Forlì, Rimini, Mantova, Napoli e Caserta. Si tratta del risultato di una complessa indagine – partita dalla segnalazione di movimentazioni di denaro sospette pervenuta alla polizia postale da parte di Poste Italiane – condotta dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica dell’ Emilia-Romagna coordinato dal Servizio polizia postale e per la sicurezza cibernetica, e dal Nucleo operativo metropolitano della guardia di finanza di Bologna, sotto la direzione del pubblico ministero Flavio Lazzarini della procura di Bologna.

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