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Il Milan sbatte sui pali, lo Spezia vince 2-0 e spera

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Lo Spezia batte il Milan per 2-0, rilancia le proprie chance salvezza e frena la corsa Champions League dei rossoneri che oggi poteva segnare una giornata quasi decisiva dopo i passi falsi di Lazio e Atalanta. La squadra di Stefano Pioli sbatte sui pali, poi cala alla distanza e cade due volte di fronte ad una squadra che gioca con la forza della disperazione. La semifinale di Champions pesa sulla testa e sul fisico dei rossoneri, chiamati all’impresa martedì prossimo per cercare di ribaltare il 2-0 sull’Inter nel ritorno della semifinale. E’ partita dalle grandi motivazioni al Picco. Per i padroni di casa una specie di ultima chiamata salvezza: serve una vittoria per mettere pressione al Verona e arrivare al Via del Mare di Lecce con la possibilità di superare i salentini in caso di successo. Per il Milan non è solo una parentesi tra le due semifinali, perché i risultati delle concorrenti offrono un set point per entrare nelle prime cinque posizioni. Per questo nonostante le tante defezioni – Messia e Krunic gli ultimi a dare forfait – Pioli non snobba l’impegno: schiera in pratica la difesa titolare con Kjaer e Tomori centrali ma tiene in panchina Calabria e Giroud. Semplici invece torna ad un 3-5-2 che non si vedeva dal primo tempo della partita contro l’Inter, fino ad oggi l’ultima vittoria dei liguri in campionato. Panchine cortissime per entrambe le squadre, falcidiate dagli infortuni.

Ci vogliono sette minuti per vedere la prima conclusione in porta ed è subito pericolo per Dragowski. Pobega vince un contrasto con Bourabia in mediana e Tonali trova campo libero per arrivare ai venti metri e sfoderare un destro che incoccia il palo a portiere battuto. I ritmi si alzano ma bisogna aspettare il 23′ per rivedere il Milan in avanti con una doppia occasione: prima Rebic trova il muro di una scivolata di Amian su tiro a botta sicura, poi Theo sulla respinta obbliga Dragowski ad alzare in calcio d’angolo. Dalla parte opposta Reca può concludere due volte trovando sempre un avversario sulla traiettoria. Partita agonisticamente intensa e tuttavia corretta. Prima dell’intervallo ci prova ancora il Milan con Pobega dal limite (36′), respinta di Dragowski a mano aperta. Anche il secondo tempo parte a ritmi alti. E’ lo Spezia a riversarsi in avanti per cercare il tutto per tutto, ma è il Milan ad andare ancora vicino al vantaggio. Al minuto 55 altro palo dopo un triangolo tra Tonali e Diaz concluso dallo spagnolo, fino a quel momento marcato a vista da Esposito, sul legno da ottima posizione.

Quando manca meno di mezz’ora alla fine arrivano i primi cambi per Pioli, che richiama Theo e Saelemaekers per Ballo Touré e De Ketelaere. Maignan salva due volte su Nzola (68′) ed Ekdal arrivato fino al limite dell’area piccola. A Pioli non resta che rischiare Giroud (70′) per dare sostanza in area, dove i cross arrivano ma sono tutti preda dei difensori di casa, su tutti il gigante Wisniewski. Ed è proprio il polacco a segnare. Al 75′ un angolo di Esposito arriva teso in area, colpo di testa di Amian che si stampa sul palo e tap in del polacco. Gli animi si scaldano e il Var grazia Giroud al minuto 81 quando il francese colpisce a mano aperta Nikolaou in area a palla lontana. Sul rovesciamento di fronte i bianchi segnano ancora e chiudono la partita. Punizione da 25 metri di Esposito che si spegne sotto l’incrocio piegando le dita di Maignan. Prima rete in serie A per entrambi, arrivati in inverno dalla cadetteria. Inutili gli ultimi tentativi dei rossoneri, lo Spezia si conferma bestia nera: tre sconfitte in sei incroci dal 2020 in poi. A fine partita Theo e compagni vanno sotto il settore ospiti, un po’ per fare ammenda, e un po’ per ricevere comunque cori di incoraggiamento.

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De Laurentiis attacca Fifa e Uefa: “Mi hanno restituito Rrahmani e Anguissa sfasciati, basta con troppe partite e nazionali obbligatorie”

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis critica Fifa e Uefa per l’eccessivo numero di partite e per gli infortuni subiti dai giocatori convocati in Nazionale. “Le società devono poter decidere se mandarli o no”.

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Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis (foto Imagoeconomica) torna a puntare il dito contro Fifa e Uefa, denunciando ancora una volta l’eccessivo numero di partite e la gestione delle pause per le Nazionali, che stanno compromettendo le stagioni dei club.

In collegamento video con l’evento Motore Italia – America’s Cup, De Laurentiis ha espresso tutta la sua rabbia per gli infortuni che hanno colpito Amir Rrahmani e Frank Anguissa dopo gli impegni internazionali.

Ho prestato Rrahmani ed è tornato sfasciato, Anguissa è tornato sfasciato. Non si può andare avanti così. Quando ci sono i campionati devo arrivare fino alla fine senza interruzioni. Bisogna avere meno squadre e fare meno partite”.


“Le società devono decidere se mandare i giocatori in Nazionale”

Il patron azzurro ha rilanciato la sua proposta di riforma dei rapporti tra club e federazioni:

I giocatori prendono uno stipendio dalle società e le società devono poter decidere se mandarli o no in Nazionale. Se un calciatore si infortuna durante gli impegni internazionali, deve essere previsto un risarcimento e la riapertura del mercato per sostituirlo”.

Un attacco diretto al sistema internazionale del calcio, che secondo De Laurentiis penalizza i club a vantaggio degli organismi sovranazionali.

Alla Fifa e all’Uefa dei campionati nazionali non interessa nulla”, ha concluso con tono polemico.


Un grido d’allarme che divide il calcio europeo

Le parole di De Laurentiis riaccendono un dibattito mai sopito: quello sull’iperinflazione del calendario calcistico.
Tra Champions, campionati, Nations League e tornei continentali, le squadre sono costrette a giocare quasi senza soste, con il rischio di aumentare infortuni e stress fisico.

Il presidente del Napoli, da anni tra i più critici verso il sistema Fifa-Uefa, chiede una riforma radicale: meno partite, più tutele per i club e maggiore equilibrio tra interessi economici e sportivi.

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Ben Shelton chiude le Finals a testa alta: “Fa male, ma mi spingerà a lavorare di più”

Dopo la sconfitta contro Jannik Sinner alle Atp Finals di Torino, Ben Shelton ammette la delusione per il 0-3 nel girone ma promette di tornare più forte nel 2026. “Fa male, ma mi spingerà a lavorare di più”.

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Si chiude con amarezza l’esperienza di Ben Shelton alle Atp Finals di Torino. Dopo la sconfitta contro Jannik Sinner, lo statunitense ha terminato il torneo con tre ko nel girone, ma senza perdere la lucidità e la fiducia nel suo percorso.

“È difficile concludere la stagione in questo modo, con uno 0-3 alle Finals – ha detto Shelton in conferenza stampa –. Per me è stato comunque un anno fantastico, con tanti aspetti positivi. Il tennis è pieno di alti e bassi: questo mi spingerà a lavorare ancora più duramente nella pausa invernale e mi renderà ancora più entusiasta per la stagione 2026. Fa male, questo è certo.”


“Superato al servizio, ma non è stata una brutta partita”

L’americano ha analizzato con onestà la sfida contro Sinner, riconoscendo la superiorità dell’avversario ma anche alcuni segnali incoraggianti nel suo gioco:

“Sicuramente non è stata la mia migliore prestazione, ma non direi nemmeno che sia stata una brutta partita. Dopo un periodo di assenza, mi ci vuole un po’ per ritrovare il ritmo, e farlo alla fine dell’anno, quando gli altri sono in grande forma, è complicato. Ho giocato bene dalla linea di fondo e a rete, ma sono stato semplicemente superato al servizio: è stato il tema ricorrente di tutte e tre le partite qui.”


L’obiettivo: ripartire con più forza nel 2026

Shelton guarda già avanti: la delusione per Torino è solo uno stimolo in più. A 22 anni, il talento americano resta una delle promesse più brillanti del circuito e promette di tornare più competitivo nella prossima stagione, con l’obiettivo di stabilizzarsi tra i primi dieci al mondo.

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Sinner vola in semifinale: “Felice e grato al pubblico, una partita difficile ma ho tenuto duro”

Jannik Sinner batte Ben Shelton e vola in semifinale alle Atp Finals di Torino. “È stata una partita difficile, ma ho tenuto duro mentalmente. Sono felice e grato al pubblico che mi ha sostenuto”.

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Jannik Sinner chiude da imbattuto la fase a gironi delle Atp Finals di Torino e conquista la semifinale grazie alla vittoria in due set contro lo statunitense Ben Shelton. Al termine del match, l’azzurro ha voluto ringraziare i tifosi che lo hanno sostenuto dal primo all’ultimo punto.

“È stata una partita difficile – ha detto Sinner a bordo campo – ho solo cercato di restare lì mentalmente, soprattutto contro un giocatore di questo tipo. È stata un’ottima partita, il pubblico mi ha aiutato tantissimo e lo voglio ringraziare. Sono felice di essere in semifinale, cercherò di giocare con una buona energia, poi vediamo come va.”

Prima di lasciare il campo, il numero uno azzurro ha salutato i tifosi scrivendo sul vetro della telecamera “A domani”, un messaggio che è già diventato virale tra gli appassionati.


“Non sono una macchina, ma sto facendo le scelte giuste”

In conferenza stampa, Sinner ha poi analizzato la partita con la consueta lucidità, sottolineando l’importanza dei dettagli nei momenti chiave:

“Finora sto facendo le scelte giuste nei momenti giusti. Con Zverev, se non avessi servito così bene, so che avrei perso. Se oggi al tiebreak fossi andato sotto di un minibreak, potevo anche perdere il set. Nel tennis non si sa mai, sono piccoli momenti.”

L’altoatesino ha però ribadito che, pur essendo in un periodo di forma straordinario, non si sente invincibile:

“Una partita prima o poi la perderò, non sono una macchina. Però sono sempre contento di mettermi in gioco. Quando metti sempre pressione all’avversario, stai facendo le cose giuste: qualcosa di positivo esce sempre.”


Ora la semifinale con De Minaur

Domani alle 14:30, Sinner affronterà Alex De Minaur nella semifinale dell’Inalpi Arena. L’Italia del tennis sogna la finale, mentre il giovane campione altoatesino continua a mostrare la sua maturità tecnica e mentale, confermandosi tra i protagonisti assoluti del circuito mondiale.

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