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Spettacoli

In vendita loculo accanto a Marilyn Monroe

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Di qui all’eternita’ con Marilyn Monroe: un loculo a pochi passi da quello della “Venere al platino” in un cimitero di Los Angeles e’ tornato sul mercato a prezzo di saldo dopo che il suo titolare, che l’aveva acquistato quando era single, si e’ sposato e trasferito in Florida. Bastano 475 mila dollari, la meta’ del prezzo richiesto un anno fa e una frazione di quanto raggiunto oltre dieci anni su eBay per un altro loculo al Westwood Memorial Park adiacente a quello dell’attrice, per chiudere l’affare. L’attuale proprietario, John Thill, ha reclamizzato l’offerta sul Los Angeles Times decantando la speciale posizione immobiliare della tomba: oltre che accanto a Marilyn, e’ vicina a quella di Hugh Hefner. Nel 1992 il papa’ delle conigliette pago’ 75 mila dollari per la cripta accanto a quella di Marilyn che non aveva mai incontrato nella vita ma una cui foto senza veli fu pubblicata senza permesso sul primo numero di “Playboy”.

La Monroe non e’ d’altra parte la sola star sepolta al Westwood Memorial (tra gli altri inquilini illustri ci sono Truman Capote, Natalie Wood, Jack Lemmon e Billy Wilder), ma certamente e’ la piu’ popolare. Secondo stime del cimitero, ogni anno piu di 10 mila persone all’anno visitano la tomba della diva che negli anni Cinquanta fece impazzire gli uomini di mezzo mondo. Alcuni portano fiori, altri si dicono delusi dalla modestia della lapide che onora una delle leggende di Hollywood morta suicida nel 1962 a 36 anni. Occasionalmente loculi di Westwood tornano sul mercato e a volte salgono agli onori della cronaca: nel 2009 una tomba adiacente a quella della diva era stata battuta su eBay per oltre quattro milioni e mezzo di dollari, quasi dieci volte il prezzo di partenza, anche se poi alla fine l’affare era andato a monte: il compratore si era rivelato insolvente. A vendere era stata in quel caso una vedova di Los Angeles, Elsie Poncher, che aveva sfrattato il marito Richard, da due decenni legittimo “vicino di tomba” di Marilyn, dopo aver acquistato il loculo dall’ex secondo marito di lei, Joe Di Maggio, per lasciare ai figli la casa di Beverly Hills senza il peso del mutuo che ci gravava sopra.

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Giovanni Terzi in diretta a Simona Ventura: mi vuoi sposare? E “Ballando” vola negli ascolti

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Lacrime di commozione ieri sera a Ballando con le stelle. Il clou della serata è stato il momento in cui Giovanni Terzi ha chiesto in diretta alla compagna, Simona Ventura, di sposarlo, sotto lo sguardo commosso dei genitori della futura sposa, accanto a lei sulla pista, e della conduttrice Milly Carlucci. Le nozze erano nell’aria: “Ci sposiamo entro il 2024, per condividere con gli amici la nostra gioia”, aveva annunciato Terzi qualche giorno fa in un’intervista a Repubblica. E ieri sera, dopo l’esibizione della compagna, si è fatto coraggio, avanzando verso di lei: “Volevo proprio in questo luogo dire una cosa a Simona, che è la donna della mia vita, la donna che mi ha cambiato la vita, me l’ha cambiata anche accogliendo tutti i miei difetti: il 6 luglio, vuoi diventare mia moglie…”, ha detto il giornalista e scrittore infilando l’anello al dito di Simona, che ha accolto la proposta tra le lacrime: “Sì, va bene”.

Poi la battuta, rivolta alla conduttrice: “Milly, che te possino”. “Siamo tutti testimoni di una cosa meravigliosa”, il commento di Carlucci, prima del valzer della coppia Ventura-Terzi sulle note di Questo amore splendido. Tra confessioni di tradimenti subiti, una tendenza ormai tra le celebrity, da Ilary Blasi a Belen Rodriguez, e battibecchi sempre più movimentati quest’anno a Ballando, il momento di dolcezza ha fatto centro: il video è virale online e Ballando ha vinto la sfida degli ascolti, crescendo rispetto alla scorsa settimana, con una media di 3 milioni 334mila telespettatori pari al 23.74% di share, Prima di scendere in pista per il tango con Samuel Peron, Ventura aveva commosso il pubblico parlando nella clip registrata della figlia Caterina, che oggi ha 17 anni e studia a Londra, adottata dalla conduttrice quando aveva meno di due mesi. “La madre, una mia parente, era in difficoltà”, ha rivelato Simona.

“È stata il regalo più grande della mia vita, l’abbiamo inondata di affetto”. Dopo l’affido, l’adozione vera e propria, con il via libera dei genitori naturali: “Un gesto d’amore incredibile, perché hanno pensato alla felicità di Caterina e non a loro stessi”. L’ex conduttrice di Mai dire gol, Le Iene, L’Isola dei Famosi, Sanremo è stata già sposata con Stefano Bettarini: dall’unione sono nati i figli Niccolò, nel 1998, e Giacomo, nel 2000, molto legati a mamma Simona che hanno accompagnato anche in studio a Ballando. Anche i due giovani hanno parlato del rapporto con Caterina: Giacomo, in particolare, ha ammesso che all’inizio – aveva solo sei anni quando la piccola arrivò a casa – era un po’ geloso, “ma oggi darei la mia vita per lei”, ha sottolineato.

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Spettacoli

Musica, il San Carlo apre con la Turandot: ed è un trionfo per le voci, dissenso per regia del russo Vasily Barkhatov

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Trionfo per le voci, dissenso per la regia, prima esperienza italiana per il lanciatissimo russo Vasily Barkhatov. Comunque molti e calorosi gli applausi per la Turandot favola dark che ha aperto la stagione del San Carlo firmata dal soprintendente e direttore artistico Stephane Lissner. Ovazione del pubblico anche per il direttore musicale Dan Ettinger che ha guidato l’orchestra del Massimo, alla sua prima inaugurazione. Nella nuova produzione la principessa Turandot è la diva americana Sondra Radvanovsky, Calaf è Yusif Eyvazov, Timur è Alexander Tsymbalyuk, Liù è la stella campana Rosa Feola, la più applaudita. Dimenticate le cineserie, allestimento fantasmagorico sui misteri della morte e dell’amore, la Turandot sancarliana parte con un piccolo film girato nella bellissima chiesa napoletana di San Lorenzo Maggiore: Calaf e Turandot sono una coppia che litiga in auto tornando dal funerale di Timur. Sullo sfondo la paura della principessa di divenire anche lei vittima della violenza maschile, come sua nonna, ma anche la morte di Liù, ex fidanzata di Calef. Insomma, la coppia è evidentemente in crisi.

Improvvisamente ecco la luce dei fari di un camion e il rumore di un terribile incidente. Si apre il sipario, e si entra così nella dimensione dell’opera, come in un sogno o meglio un incubo cupo. C’e’ l’auto distrutta, una sala operatoria in una gabbia che salirà” e scenderà sulla scena per l’intero spettacolo. E’ quella la realtà, dove Calef lotta tra la vita e la morte. In coma ha le visioni e ritrova Timur e Liù, desidera però restare in vita e non lasciare il suo amore Turandot che intanto, nell’altra dimensione, prega i medici perchè lo salvino. Nel secondo atto si tornerà alla scena iniziale con ruolo invertiti: è Turandot a combattere per la vita nel letto d’ospedale mentre Calef è salvo. Protagonista assoluta, in armatura da Giovanna d’Arco, ricorderà nel suo sogno la violenza subita dalla nonna che la costringe ad odiare gli uomini.

La celebre scena degli enigmi esalta ancora di più l’umanità dei personaggi disegnata dal regista moscovita. Nel terzo atto, spiega, “Calef deve risolvere quello che è sospeso, incontra il padre e Liù e li lascia andare. Questo è il punto dove si interrompe la partitura per la morte di Puccini”. Scelto musicalmente il finale breve di Alfano, il più eseguito, c’è anche la terza ‘sliding doors’ con il duetto d’amore e lieto fine. Riparte il film visto all’inizio, ma stavolta non succede nulla, l’incidente non c’è, tutto è stato immaginato. I due si baciano cinematograficamente. Trionfa l’amore, e il messaggio e’ non ha mai senso farsi la guerra. Di cinese resta solo il gong. Per Ettinger ”Una parte di questa musica sommerge, sconvolge, anche per il carattere militaresco e dittatoriale, ci rimanda al clima di quella Europa, alla guerra, gli stupri”. Le scene sono di Zinovy Margolin, firma i costumi di varie epoche Galya Solodovnikova, le luci (e le insegne luminose con le parole chiave speranza, sangue e amore) Alexander Sivaev. Sei le repliche fino al 17 dicembre.

Secondo cast il 10, 13 e 16 dicembre con Oksana Dyka (Turandot), SeokJong Baek (Calaf), Amina Edris (Liù). Ultimo capolavoro di Giacomo Puccini lo spettacolo segna l’avvio delle celebrazioni per il centenario della morte del compositore nel 2024 ed è anche un omaggio a Maria Callas (nata nel 1923) tre volte nel ruolo nel 1949 al suo debutto napoletano. Continua a tenere banco nella serata la querelle sulla presenza del San Carlo nel dossier Unesco presentato dal ministero della Cultura per l’inserimento del canto lirico nel patrimonio mondiale immateriale.

Per il presidente della Campania Vincenzo De Luca il massimo napoletano non è stato citato. Il sottosegretario GianMarco Mazzi ha mostrato intanto ai giornalisti una copia del famoso dossier. ”Voglio chiudere la polemica. Leggete. Il San Carlo c e’. Basta andare sul sito dell’Unesco”. Mazzi, si è recato nel retropalco per salutare le maestranze del Teatro di San Carlo a Napoli nell’intervallo, presenti i vertici della Fondazione lirico-sinfonica.

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Agli Efa 2023 sbanca Triet, niente per l’Italia

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Alla 36/ma edizione degli Efa Awards, gli Oscar del cinema europeo consegnati stasera all’Arena Berlin sbanca una regista, Justine Triet, e il suo Anatomia di una caduta che si porta a casa tutto: miglior film, regia, attrice a Sandra Huller (correva anche per The Zone of interest) e sceneggiatura, premio condiviso con Arthur Harari. Il film già Palma d’oro a Cannes e thriller su un suicidio/omicidio che mette sotto la lente di ingrandimento una famiglia particolare, ottiene anche poi il premio dell’Università europea. Niente invece all’Italia che correva con Io, capitano di Matteo Garrone per miglior film e miglior regia, con Josh O’Connor, protagonista di La chimera di Alice Rohrwacher nella categoria miglior attore e con ben due film nella categoria film d’animazione: Linda e il pollo di Chiara Malta e Mary e lo spirito di mezzanotte di Francesco D’Alo.

A vincere invece in questa categoria è stato Robot Dreams di Pablo Berger con il racconto dell’amicizia inseparabile tra un cane e un robot. Miglior attore invece è risultato il danese Mads Mikkelsen, classe 1965, per La terra promessa di Nikolaj Arcel. L’European Fipresci Discovery va invece al film spagnolo 20.000 specie di api di Estibaliz Urresola Solaguren, già Orso Argento a Berlino. Smoke Sauna Sisterhood della regista estone Hanna Hints è risultato poi come miglior documentario con il racconto del mondo femminile più intimo e discreto di una sauna qualsiasi.

Premio onorario Efa 2023 va a Bèla Taar, classe 1955, autore di Perdizione e L’uomo di Londra che ha affrontato le miserie umane con ironia e nichilismo che chiude il suo intervento con “la cosa più importante è essere liberi non stare al computer o al telefonino”. Due momenti di vera commozione in questa serata finale a Berlino: quello che ha visto come protagonista Sandra Huller che, nel ricevere il premio come miglior attrice, ha chiesto alla platea un minuto di silenzio per la pace nel mondo. E poi è vera commozione quando il protagonista di Io Capitano di Garrone, il giovane senegalese Sarr Seydou alla presentazione della cinquina della miglior regia lo ringrazia per come ha cambiato la sua vita: “mi ha fatto crescere e conoscere cose che neppure immaginavo”. Un premio, già annunciato, è andato comunque all’Italia per La chimera, di Alice Rohrwacher che ha vinto l’Excellence Awards 2023 per la migliore scenografia. Grande sconfitto di questa edizione è Foglie al vento di Kaurismaki che correva con ben cinque candidature.

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