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Il vaccino, i capitalismi e la supplica a San Ciro

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La notizia del giorno, quella destinata ad avere le ripercussioni maggiori, riguarda il vaccino messo a punto da un consorzio farmaceutico americano-sino-tedesco: Pfizer-BioNTech- Shanghai Fosun Pharmaceutical Group. Quanto dire che i capitalismi – quello capitalistico e quello comunista, quello doc e quello ibrido, insieme –  hanno battuto il virus.  

          Come ci si poteva aspettare. Oh, si, i soldi investiti sono pubblici, in massima parte: ma al capitale quando mai è importato il colore o l’odore dei soldi? Guardate le Borse! Da Tokyo a Hong Kong, da Wall Street a Milano, macinano le news al rialzo: non di zerovirgola, ma di cifre tonde, 4,5,6%! E comunque, lo spirito, il know how, le strutture ideative, manageriali, produttive di questa impresa senza eguali nela storia scientifico-induztriale della farmacologia e della medicina, sono quelle che costituiscono, precisamente, il modo di produzione capitalistico e fanno funzionare la macchina del capitale. Dico così, tanto per memoria. E per rammentare a me stesso che come la giri e come la volti, con quella macchina ci devi fare i conti: nel bene e nel male.

          E dunque, per un verso, ci rallegriamo del discorso di J. Biden, che ha deciso di prendere in mano il terribile dossier pandemico -costruito se non con intenti certamente con esiti genocidari da Trump- ben prima dell’insediamento ufficiale alla Casa Bianca, affermando che si accinge a lavorare, tra le altre importanti cose, proprio ad una somministrazione del vaccino “sicura, efficace, equa e gratuita”. Per altro verso dobbiamo ascoltare, sperando che il nuovo inquilino della Casa Bianca lo faccia proprio, il magnifico discorso del senatore Bernie Sanders, a suo tempo ritiratosi dalle primarie democratiche a favore di Biden. Il quale Sanders si insedia in qualche modo come Presidente-ombra degli Stati Uniti, e ancor più, come voce lucida e ferma coscienza della sinistra americana. 

          Molti scienziati, tra quelli che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare, si esprimono elogiativamente su questo farmaco che si chiama in codice BNT162. Dicono che protegge al 90% dall’aggressione del coronavirus e che comunque l’infezione si sviluppa con sintomi estremamente attenuati: insomma, non si finisce più in terapia intensiva e forse neppure in sub-intensiva. Dicono che le somministrazioni -ne servono due- si possono avviare, se “tutto va bene”, già a gennaio per le categorie prioritarie, potendosi intensificare e forse anche concludere all’inizio dell’estate. Tempismo perfetto. E quindi giusto in tempo per andare “tutti ar mare a mostrà le chiappe chiare”, come cantava Gabriella Ferri, salvando la stagione turistica e ricominciando a vivere “felici e contenti”.

          Anche in Italia? Dove il capitalismo ha attecchito stentatamente con almeno un secolo di ritardo e senza mai sviluppare uno “spirito” riconoscibile? Abbiamo sentito la Presidente della Commissione Europea, Ursula von Der Leyen, dichiarare che l’Unione ha comprato o sta per comprare 300 milioni di dosi vaccinali, variando opportunamente tra le diverse opzioni. Davvero possiamo esserne lieti. Resta ora da fare gli scongiuri, accendere un cero alla Madonna, senza dimenticare di andare a parlare con San Ciro, come ci ingiunge sorridendo Massimo Troisi, perché le dosi che spettano all’Italia arrivino nel nostro Paese, siano distribuite su tutto il territorio nazionale, vengano somministrate correttamente e in tempi rapidi alla popolazione. Tutte operazioni semplici, ma per nulla scontate, si capisce, se pensiamo a quello che sta succedendo in Calabria: sanità commissariata, un commissario talmente inadeguato che non esita a dimettersi, subitissimo sostituito dal Governo (!) da un altro Commissario non meno inadeguato…..

La Calabria è stanca, noi siamo agghiacciati! 

Nel frattempo, e per l’appunto, il mio banalissimo vaccino antinfluenzale è stato spostato, dal 6 al 23 novembre. Ho scritto una lettera al mio medico di base, non si sa mai, a futura memoria. È l’ultimo anello, probabilmente senza colpa, di una catena sconcertante di inefficienze che la mia regione, la Lombardia – che pure faceva promettenti prove di capitalismo, unica in Italia, già al tempo del feldmaresciallo Radetzsky- sta collezionando dall’inizio di questa pandemia. La quale non sarebbe neanche terribile in sé, forse, ma viene resa micidiale dagli umani: la politica, la deriva civica, l’incultura organizzativa, tutte incapaci di supportare gli sforzi, lo slancio etico, l’abnegazione, la competenza clinica, scientifica, professionale, pratica dei nostri medici, dei nostri infermieri, dei nostri barellieri, dei nostri farmacisti. 

*Angelo Turco, africanista, è uno studioso di teoria ed epistemologia della Geografia, professore emerito all’Università IULM di Milano, dove è stato Preside di Facoltà, Prorettore vicario e Presidente della Fondazione IULM

“Epistemologia della pandemia”, un corso digitale su Juorno del professor Turco: proviamo a far capire che cosa fanno ricerca scientifica e istituzioni ai tempi del coronavirus

La scommessa del professor Turco: trasformare Facebook da veicolo di odio a propulsore di cultura e dibattito

 

Caos pandemia, parla l’epistemologo Angelo Turco: giornalisti impreparati, politici confusi e liti tra medici-clinici e scienziati-ricercatori

 

Angelo Turco, africanista, è uno studioso di teoria ed epistemologia della Geografia, professore emerito all’Università IULM di Milano, dove è stato Preside di Facoltà, Prorettore vicario e Presidente della Fondazione IULM.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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