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I russi avanzano su Kupiansk, allarme a Zaporizhzhia: uccise due giovani musiciste

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Il nuovo epicentro della guerra in Ucraina porta il nome della città nordorientale di Kupiansk, dove i vertici militari di Kiev ammettono “una situazione difficile” seppure “sotto controllo”, mentre fanno i conti con un rinnovato vigore delle forze di Mosca. Se infatti la controffensiva ucraina prosegue a rilento, sul fronte nella regione di Kharkiv gli invasori concentrano i loro principali sforzi offensivi e rivendicano successi, con la conquista di cinque roccaforti e quattro punti di osservazione. I bombardamenti sono costanti, tanto da spingere le autorità ucraine a ordinare l’evacuazione obbligatoria da 37 insediamenti nel distretto di Kupiansk, a meno di un anno dalla sua liberazione durante la controffensiva ucraina dell’estate 2022.

Intanto, a sud torna l’allarme sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia: secondo la società ucraina Energoatom, l’impianto è “sull’orlo del blackout” dopo l’ennesimo taglio del collegamento alla linea principale ad alta tensione. L’amministrazione filorussa della struttura ha poi denunciato una perdita di vapore dal reattore numero 4, dando ulteriore forza alle preoccupazioni. Ma secondo gli esperti, al momento non c’è alcun rischio radioattivo nella centrale nucleare più grande d’Europa: il direttore del dipartimento per la Sicurezza nucleare dell’Enea, Alessandro Dodaro, ha spiegato che la fuoriuscita del vapore proviene da circuiti che non sono in contatto con il nocciolo del reattore. Nessun pericolo imminente quindi per l’impianto, al centro di un braccio di ferro diplomatico sull’istituzione di una zona cuscinetto per scongiurare qualsiasi incidente, dalle conseguenze catastrofiche per tutta l’Europa.

Ma la zona continua a essere nel mirino dei russi: dopo i raid di mercoledì in cui sono morte tre persone, tra cui due giovani musiciste, in serata un nuovo attacco si è abbattuto sulla città di Zaporizhzhia, provocando almeno un morto e diversi feriti. Nel frattempo, la guerra torna a minacciare Mosca: esplosioni hanno scosso all’alba Domodedovo, cittadina a 37 km a sud della capitale russa che ospita il principale scalo aeroportuale del traffico nazionale. Il ministero della Difesa russo ha detto di aver abbattuto nella notte 13 droni ucraini, 11 vicino alla Crimea e altri due diretti verso Mosca, mentre un nuovo attacco nella regione russa di Bryansk ha provocato un morto e due feriti, secondo il governatore Alexander Bogomaz.

Dall’altro lato del fronte, un “massiccio” attacco russo con droni si è abbattuto nell’ovest dell’Ucraina nella notte, distruggendo un deposito di petrolio nella regione di Rivne senza provocare vittime. Secondo l’aeronautica di Kiev, 7 Uav russi su 10 sono stati abbattuti, in un raid durato 5 ore. Con la guerra che non vede tregua, Kiev fa affidamento sulle alleanze per ottenere un vantaggio sul terreno. Secondo fonti informate all’Associated Press, il presidente Usa Joe Biden chiederà al Congresso americano 13 miliardi di dollari per sostenere l’Ucraina, ma stavolta dovrà affrontare un sostegno in calo tra i legislatori Usa.

Lo spazio per la diplomazia resta stretto, e sembra muoversi solo sul fronte del grano: il ministero della Difesa turco ha infatti affermato che “proseguono i contatti con i funzionari delle Nazioni Unite, della Federazione Russa e dell’Ucraina in merito alla prosecuzione dell’Iniziativa sui cereali”, mentre Kiev ha annunciato l’apertura di corridoi per navi mercantili civili nel Mar Nero, pur avvertendo del rischio di mine russe lungo le rotte. Di una soluzione mediata del conflitto non se ne parla invece, e aumentano le tensioni tra i due schieramenti. Nell’Europa orientale, la Polonia ha annunciato che invierà fino a 10.000 soldati al confine con la Bielorussia, tra i timori di una possibile offensiva dell’alleato di Mosca e dei mercenari Wagner. “Avviciniamo l’esercito al confine per spaventare l’aggressore, in modo che non osi attaccarci”, è la strategia di Varsavia illustrata dal ministro della Difesa, Mariusz Blaszczak.

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Trump: la Crimea resterà alla Russia, Zelensky lo sa

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Donald Trump torna a parlare della guerra in Ucraina e lo fa con dichiarazioni destinate a far discutere. In un’intervista rilasciata a Time, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che “la Crimea resterà con la Russia”, aggiungendo che anche il presidente ucraino Zelensky ne sarebbe consapevole.

“La Crimea è andata ai russi, fu colpa di Obama”

«La Crimea è stata consegnata alla Russia da Barack Hussein Obama, non da me», ha ribadito Trump, sottolineando come la penisola fosse “con i russi” ben prima del suo arrivo alla Casa Bianca. «Lì ci sono sempre stati i russi, ci sono stati i loro sottomarini per molti anni, la popolazione parla in gran parte russo», ha aggiunto. Secondo l’ex presidente, se lui fosse stato alla guida del Paese, “la Crimea non sarebbe mai stata presa”.

“Questa guerra non doveva accadere”

Trump ha definito il conflitto in Ucraina “la guerra che non sarebbe mai dovuta accadere”, lanciando un messaggio implicito al presidente Joe Biden e alla gestione democratica della politica estera. A suo avviso, con lui alla presidenza, la situazione in Ucraina si sarebbe sviluppata in modo del tutto diverso, senza l’invasione da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni si inseriscono in un contesto internazionale già molto teso, mentre si continua a discutere del futuro della Crimea e dei territori occupati.

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Mosca: generale ucciso in attacco terroristico

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La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha condannato come “un attacco terroristico” l’attentato in cui è morto oggi vicino a Mosca il generale Yaroslav Moskalik, ucciso dall’esplosione di un ordigno posto sulla sua auto. “La questione principale – ha detto Zakharova, citata dall’agenzia Tass – è come fermare la guerra nel cuore dell’Europa e del mondo. Vediamo così tante vittime ogni giorno. Anche oggi, un militare russo è stato ucciso in un attacco terroristico a Mosca”. (

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‘Usa offriranno pacchetto di armi da 100 miliardi a Riad’

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Gli Stati Uniti sono pronti a offrire all’Arabia Saudita un pacchetto di armi del valore di ben oltre 100 miliardi di dollari: lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando sei fonti a conoscenza diretta della questione e aggiungendo che la proposta dovrebbe essere annunciata durante la visita di Donald Trump nel regno a maggio. Il pacchetto offerto arriva dopo che l’amministrazione dell’ex presidente Joe Biden ha tentato senza successo di finalizzare un patto di difesa con Riad nell’ambito di un accordo più ampio che prevedeva la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele.

La proposta di Biden offriva l’accesso ad armamenti statunitensi più avanzati in cambio del blocco degli acquisti di armi cinesi e della limitazione degli investimenti di Pechino nel Paese. La Reuters non è riuscita a stabilire se la proposta dell’amministrazione Trump includa requisiti simili.

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