Tra i tanti sogni che sono stati spezzati a Giulia Cecchettin c’era quello di diventare un’illustratrice. “Aveva un segno molto gentile, delicato, che colpiva; i suoi disegni si facevano guardare, non è scontato affatto, soprattutto per un’autodidatta come era lei”. A raccontarlo è Jessica Ferreri, direttrice della Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia che la ragazza aveva cominciato a frequentare da ottobre: andava solo due volte la settimana, ancora impegnata com’era con la tesi di laurea in Ingegneria biomedica che avrebbe dovuto discutere pochi giorni dopo essere stata uccisa.
“I suoi disegni personali trasmettevano già qualcosa – spiega la direttrice – avevano contenuto e qua avrebbe imparato tanto; per quel che ho potuto conoscerla so che si sarebbe impegnata all’ennesima potenza”. Tutto lo staff della scuola, dirigenti, docenti, studenti (Giulia frequentava il primo anno del corso triennale di illustrazione con altri 14 compagni di classe) ora è concentrato nel ricordo, nel fare in modo che il suo segno si faccia emblema di un punto di svolta.
“Lo stiamo sentendo tutti tantissimo questo dramma, come fosse stato un momento in cui si prende coscienza in maniera definitiva di un problema che esiste e vogliamo anche noi sensibilizzare contro la violenza sulle donne perché non accada più – prosegue Ferreri – Vogliamo organizzare qualcosa in memoria di Giulia, istituire un’attività, un concorso, un premio che la ricordi per sempre e si possa rinnovare di anno in anno perché il suo nome non venga mai dimenticato. E’ un dovere per noi”. La giovane era stata per l’ultima volta al corso di illustrazione venerdì 10 novembre, proprio il giorno prima della scomparsa. “Seguiva con passione, sempre molto precisa, puntuale, nonostante abitasse lontano e stesse ultimando la tesi – spiega – Era dedita ai suoi impegni e desiderava dopo la laurea coronare il sogno di approfondire le tecniche di disegno, era anche quello un suo desiderio: diventare illustratrice, penso le piacesse molto l’illustrazione per l’infanzia”. Lunedì sul banco lasciato vuoto è stato appoggiato un mazzo di rose bianche, un biglietto con su scritto “Per Giulia” e la “a” che si chiude con un cuore.
“Abbiamo comprato questi fiori puri, delicati, la rappresentavano. Con i suoi compagni di classe, i docenti abbiamo avuto un momento intenso di raccoglimento, di riflessione, molto commovente. E non intendiamo fermarci. Non ci è bastato ricordarla così”. Giulia nel suo secondo profilo Instagram (@t0rtadimele) aveva postato alcuni dei suoi lavori e di lei diceva “Just me, pretending I’m not that bad at drawing (Solo io, che faccio finta di non essere così male a disegnare). L’ultimo suo disegno pubblicato su quella pagina è un mazzo di fiori colorato e allegro.