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Dopo l’estate sulle spiagge la Schlein annuncia l’autunno militante

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Vanno bene le proposte di legge sul salario minimo e l’estate militante nei territori che diventerà autunno, inverno e primavera militante. Ma ora, dal Parlamento e dalle feste dell’Unità, il Pd prende la via della piazza per una grande manifestazione nazionale. L’annuncio è arrivato nel comizio di chiusura di Elly Schlein alla festa dell’Unità di Ravenna. Sedie tutte occupate, pubblico anche in piedi – in 2000 dicono dal partito – caldo che si fa sentire malgrado il venticello, discorso della segretaria che dura un’ora in mezzo con citazioni di Aldo Moro ed Enrico Berlinguer. L’inizio è stato un tentativo di far pace coi riformisti del partito che, dopo l’uscita di una trentina di dirigenti liguri, hanno messo in piazza più di un maldipancia: “L’ambizione del Pd – ha detto Schlein – è non solo unire storie e culture diverse, ma anche immaginare un progetto nuovo. Un partito che spalanca le finestre e le porte, dove non ci si trova per stabilire rapporti di forza. Tutti insieme siamo la forza del Pd, nessuno escluso”.

Però, la segretaria ha anche lanciato una frecciata indiretta a Stefano Bonaccini, che paventa il rischio di un Pd troppo radicale: “Ogni tanto ci accusano di aver spostato il partito a sinistra – è la risposta di Schlein – non so se ho questa colpa e non so se sia una colpa”. E la chiosa: “Vi chiedo di evitare di essere un partito che per parlare di tutto a tutti rischia di parlare poco a pochi. Ascoltiamoci di più, rispettiamoci di più”. Sotto il palco, la compagna della segretaria, Paola Belloni, e i big dem. Non una folla, a dire la verità. Mancano molti capicorrente, per esempio, ma a rappresentare i riformisti c’è Davide Baruffi, che fa parte della segreteria ed è braccio destro di Bonaccini in Regione.

“In questi giorni sono stati tutti ospiti – ricordano poi dal Pd – tutti sono saliti sul palco”. Schlein ha tracciato la strada per i prossimi mesi: “Dopo l’estate militante non ci riposeremo – ha detto – ci attende un autunno di impegni e partecipazione, il Pd è pronto a scendere in piazza per una grande mobilitazione nazionale, è il nostro tempo, riprendiamoci il nostro futuro”. I temi sono la difesa della sanità pubblica e del potere di acquisto delle famiglie, poi misure per la crescita e la conversione ecologica. L’obiettivo è anche mettere in chiaro un ruolo. Una sorta di messaggio alle altre opposizioni: “Senza questo partito non è possibile costruire l’alternativa alle destre che stanno governando il Paese”.

Perché l’idea di costruire un’azione comune c’è e rimane. Sul salario minimo “abbiamo costruito intese non a tavolino – ha ricordato Schlein – un metodo che speriamo possa essere seguito anche su altri temi. Ci interessa unire le nostre forze per essere più efficaci su alcuni temi, lavoreremo per aumentare le occasioni di collaborazione”. Ci sono mille critiche al governo di Giorgia Meloni: “Si possono travestire quanto vogliono ma sono sempre gli stessi. Li conosciamo, non accetteremo tentativi di riscrivere la storia, la destra non fa i conti col suo passato, quando sente il richiamo della foresta difende e protegge gli estremisti, noi saremo sempre dall’altra parte”. Quindi , la difesa di Paolo Gentiloni attaccato in questi giorni in maniera “scomposta”.

Ma anche due aperture: “Non si torni all’errore dell’austerità che tanto ha fatto male all’Italia e all’Europa, il governo faccia questa battaglia a Bruxelles, noi ci saremo”. E sulla violenza alle donne: “Almeno su questo possiamo lavorare insieme, serve la prevenzione sull’educazione alle differenze a partire dalle scuole”. Per rinnovare il Pd, la segretaria ha annunciato “una grande conferenza sull’organizzazione” e “una grande scuola di formazione”. Ma il comizio non è stato solo di scenari, attacchi alla destra e difesa dai mugugni interni. In due momenti, la voce di Schlein si è incrinata: quando ha citato Michela Murgia e alla fine, sul palco: la platea ha intonato “Bella Ciao”. La segretaria, che stava uscendo, è tornata indietro e si è unita al coro.

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La spesa per la Difesa dei 27 aumenta a 240 miliardi di euro

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Nel 2022 la spesa per la difesa dei 27 Stati membri Ue è aumentata per l’ottavo anno consecutivo, raggiungendo i 240 miliardi di euro, ovvero l’1,5% del Pil. Lo rende noto il report annuale della European Defence Agency (EDA). In termini reali la spesa per la difesa è cresciuta di oltre il 6% rispetto al 2021, dimostrando gli sforzi dei 27 per sostenere la tendenza all’aumento della spesa complessiva. Rispetto al minimo storico raggiunto nel 2014, la spesa per la difesa è aumentata di 69 miliardi di euro, pari al 40% in termini reali. Tuttavia i 27 dovrebbero spendere 76 miliardi in più per raggiungere l’obiettivo del 2% del Pil.

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Ordine medici alla Camera, “depenalizzare l’atto medico”: ogni anno intentate 35600 nuove azioni legali

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Ogni anno nei tribunali d’Italia vengono intentate 35600 nuove azioni legali, mentre ne giacciono 300mila nei tribunali contro medici e strutture sanitarie pubbliche. Nel 97% dei casi, nell’ambito penale, si concludono con l’assoluzione, ma con costi enormi per lo Stato. Depenalizzare l’atto medico, attraverso una norma che li sollevi dalla responsabilità penale in tutti quei casi di morte o lesioni, diversi dalla colpa grave, garantirebbe sicurezza delle cure, ma anche sicurezza di chi cura.

Lo ha ribadito la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, oggi in audizione presso la Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati nell’ambito della discussione congiunta delle risoluzioni Ricciardi e Ciancitto in materia di sicurezza delle cure e dei pazienti e di contrasto alla medicina difensiva. “L’impennata di aggressioni fisiche e giudiziarie – ha spiegato il segretario Roberto Monaco – ha portato i medici a comportamenti prudenti, che possono aver fatto lievitare i costi della medicina difensiva”. Costi che, secondo stime recenti di Agenas, si aggirerebbero attorno ai 10 miliardi di euro l’anno. “A risultare lesi – ha osservato Monaco – sono il diritto alla salute, le finanze pubbliche, la tranquillità dei medici, il rapporto medico-paziente”. Tra le altre indicazioni della Fnomceo, la previsione di un risarcimento per i professionisti ingiustamente accusati, la verifica della percorribilità di un provvedimento che, quando il medico accusato sia assolto, ponga a carico del denunciante le spese processuali. E poi, l’accessibilità per il cittadino a procedure di risarcimento del danno tempestive e trasparenti e un controllo più stringente per i messaggi pubblicitari che invitano a intentare azioni giudiziarie contro i medici.

Ancora, implementare la formazione in materia di Risk management e, infine, applicare e revisionare il Protocollo di intesa tra il Consiglio nazionale forense, il Consiglio superiore della Magistratura e la Fnomceo, per promuovere e orientare la revisione degli Albi dei periti e dei consulenti tecnici attraverso linee guida coerenti con la Legge 24 del 2017; emanare i decreti attuativi previsti dalla stessa Legge Gelli- Bianco, in particolare quello sui requisiti minimi delle polizze assicurative. “Esprimiamo perplessità sul quadro normativo attualmente vigente che di fatto non evita ai medici l’inizio di un procedimento penale con tutte le conseguenze che può comportare. Con la depenalizzazione dell’atto medico – ha concluso – il medico tornerebbe ad avere una maggiore serenità”.

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Lo scontro politica- magistratura? “Non abbiamo nemici in politica” dicono al Csm

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“I magistrati italiani non hanno amici o nemici in politica. L’unica loro guida resta la Costituzione”. Al plenum straordinario del Csm, con il capo dello Stato e il ministro Nordio, arriva l’eco della polemica suscitata dall’ allarme sull'”opposizione giudiziaria” che può mettere a rischio il governo, lanciato la scorsa settimana dal titolare della Difesa Guido Crosetto. E a pronunciare la frase che suona come una risposta al ministro Crosetto è il giudice Tullio Morello, togato di Area, che sottolinea la necessità che tutte le istituzioni difendano la credibilità e autorevolezza della magistratura , “beni di tutti” con “azioni fattive così come nelle loro pubbliche dichiarazioni”.

Nelle parole di un’altra consigliera, la togata di Magistratura democratica Mimma Miele, si intravvede invece il riferimento agli attacchi che hanno investito la giudice di Catania Iolanda Apostolico e poi gli altri magistrati che hanno disapplicato il decreto Cutro: è “doverosa” da parte dei magistrati “la verifica di conformità delle leggi nazionali alla Carta costituzionale ed al diritto dell’Unione Europea” e l’azione del governo non gode di “presunzione di legittimità per definizione, neanche quando è sostenuta dalla forza e dal consenso”. Un forte richiamo alla Costituzione con le sue “stelle fisse”, tra le quali brilla “l’autonomia e l’indipendenza della magistratura”, arriva dal laico del M5s Michele Papa.

Mentre il consigliere Marco Bisogni (Unicost) si schiera contro la separazione delle carriere chiedendo che le cose restino come sono, “con un pm saldamente inserito nell’ordine giudiziario, parte imparziale essenziale nella prospettiva del giusto processo”. Dai consiglieri togati diverse le critiche alla nuova valutazione professionale dei magistrati, con le cosiddette pagelle e l’allarme per il temuto flop del processo penale telematico.

Così Paola D’Ovidio, di Magistratura Indipendente, esprime “viva preoccupazione” per l’avvio del processo telematico ma chiede anche il ministro di ridisegnare la geografia giudiziaria, visto che uffici troppo piccoli non consentano ai magistrati la necessaria specializzazione. mentre sulle pagelle il più critico è Bisogni che vede rischi di “lesione dell’autonomia interna di giudici e pm”. Dai laici del centro-destra, invece, l’invito a Nordio ad andare avanti sulle riforme. Enrico Aimi di Forza Italia invoca prima di tutto la separazione delle carriere e una stretta sulle intercettazioni. Mentre Felice Giuffrè (FdI) difende le nuove valutazioni di professionalità dei magistrati introdotte dal governo e chiede alla magistratura di esseere “ossequiosa” della separazione dei poteri.

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