Antonio Tajani apre le porte ai moderati del Pd. “Siamo pronti ad aprire le liste di Forza Italia a persone che vogliono costruire con noi la dimora del centro, che non è ‘Il Centro'” di Matteo Renzi”, annuncia chiudendo la festa dei giovani di Forza Italia, a Gaeta. “Caterina Chinnici è l’emblema di quell’anima moderata cattolica che non si riconosce in quella linea politica. Noi guardiamo a quell’elettorato, oggi siamo pronti ad aprire le nostre porte a chi volesse partecipare alla costruzione di questa che è la dimora di chi vuole creare, per dirla con Battiato, ‘un centro di gravità permanente’. Non è il centro e basta come uno slogan”. Tajani pensa “a una pietra angolare del sistema politico italiano com’è stata la Dc con il pentapartito, che era quello che pensava Berlusconi”. Per il vicepremier se ci sono dei candidati “indipendenti che vogliono partecipare alla costruzione di un centro” sono ben accetti. Per quanto riguarda le amministrative invece, il segretario azzurro spiega che lo hanno sempre fatto: “abbiamo sempre aperto ai civici. Noi siamo la famiglia del Partito Popolare europeo e vogliamo costruire qualcosa che rinforzi l’anima popolare” .
Una risposta, neanche tanto indiretta, a Matteo Renzi, che per il suo nuovo progetto in vista delle europee, guarda con decisione all’elettorato di centrodestra. Anche se questo obiettivo rischia di fargli perdere, intanto, qualche pezzo. Basti pensare all’annuncio di Elena Bonetti di aver lasciato Iv per fare un ticket con Carlo Calenda. Tutto ciò anche in vista della partita delle europee che riscalda gli animi sia della coalizione di governo che delle opposizioni. Matteo Salvini, che si prepara per la grande e tradizionale manifestazione della Lega a Pontida del 17 settembre, rilancia sul fronte sovranista invitando a partecipare all’evento la leader di Rassemblement National, Marine Le Pen.Che conferma la sua presenza sul palco della manifestazione leghista. E da Gaeta proprio Tajani rimarca la sua opinione al riguardo: “Salvini è libero di invitare chi vuole. Fa parte di una famiglia politica nella quale c’è Le Pen, quindi è libero di invitare Le Pen, che però non può essere mai un nostro alleato” Tradotto in sintesi: Fi non farà mai un accordo di governo con Le Pen e con Afd.
“Noi non lo possiamo fare perché i nostri valori sono alternativi a quelli di Afd e di Le Pen. Cosa diversa è la Lega di Salvini, che è un nostro alleato e secondo me – ci tiene a stigmatizzare – anche lui ha valori diversi anche da Le Pen e da Afd”. Il segretario di Forza Italia ha più volte spiegato che il partito si preparerà ad avere liste competitive, che verranno fatti anche accordi politici ma a una condizione: “senza mai rinunciare al simbolo che porta il nome di Silvio Berlusconi e a un riferimento imprescindibile che è quello al Ppe”. In questo quadro, interviene il presidente del Partito popolare europeo Manfred Weber. In una intervista al Corriere della Sera ribadisce la volontà del Ppe di confermarsi come prima forza continentale, pronta sempre a ragionare su intese con le famiglie politiche socialiste e liberali per il bene dell’Ue. “Bisogna tenere presente che i leader di Spagna e Germania sono socialisti, il presidente francese è liberale e il Ppe è il primo partito in Europa, credo sia ovvio che i tre debbano sedersi insieme e trovare un’intesa per il futuro dell’Ue. La costruzione di compromessi è sempre stata il fondamento e continuerà a basarsi sulle maggioranze decise dai cittadini”, rimarca.
Una posizione condivisa dal leader di Noi Moderati Maurizio Lupi: “l’intervista del presidente del Ppe conferma la nostra posizione, rafforzare l’area moderata, popolare, riformista che si riconosce nel Partito Popolare Europeo, che è sempre stato il perno di qualsiasi maggioranza europea. Noi continueremo a lavorare con l’obiettivo di valorizzare l’esperienza italiana di governo e rafforzare anche in Europa l’asse con i Conservatori, ma senza inseguire l’estrema destra”.
“Il ministro Adolfo Urso ha dato mandato ai suoi legali di denunciare in ogni sede il conduttore di Report Sigfrido Ranucci e gli autori del servizio in onda domenica 10 su Rai3”, nonostante il ministro avesse già eccepito “l’assoluta falsità” delle notizie riportate sulla asserita adesione a logge massoniche e l’intento “gravemente diffamatorio”. Lo comunica una nota del Mimit che aggiunge che sia “compito del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica occuparsi di materia che riguarda senza alcun dubbio la sicurezza dello Stato e la tenuta della nostra democrazia”, anche per l’uso strumentale del servizio pubblico.
Secondo il ministero delle Imprese e del made in Italy, report “prosegue in una campagna persecutoria, attivata subito dopo l’insediamento del governo, tesa evidentemente a inibire l’attività del Ministro, facendo palesare chissà quali reconditi interessi e condizionamenti occulti che non hanno alcun fondamento nella realtà”. Sarebbe piuttosto il servizio pubblico oggetto di “manovre occulte”. “Già in precedenti servizi – sottolinea la nota – erano emerse, infatti, interviste manipolate e false, ricostruzioni arbitrarie e notizie del tutto infondate che i fatti hanno poi ampiamente smentito. Servizi che hanno costretto il Ministro Urso ad adire già le vie legali, così come altre persone chiamate in causa anch’esse quali parti lese”.
Il ministro ha inoltre dato mandato di denunciare i signori Kitty Montemaggi e Gioele Magaldi per quanto affermato nel corso delle interviste riportate da Report e Luigi Bisignani per quanto scritto nel quotidiano Il Tempo nell’articolo uscito in contemporanea con il servizio di Report, domenica 10 dicembre, evidentemente frutto della medesima strategia.
“È gravissimo – secondo il ministero – che una trasmissione del servizio pubblico avvalori le farneticazioni di personaggi che nel tempo hanno accusato di appartenenza a logge segrete presidenti della Repubblica, presidenti del Consiglio, governatori di Bce e Banca d’Italia e persino sommi Pontefici”.
“Sarà il ventunesimo articolo del Fatto Quotidiano contro di me. Usano documenti che sono secretati, perché fino alla fine delle indagini preliminari non li puoi pubblicare. Tutto quello che raccontano è rubato e quindi l’unica cosa che posso dire è che faremo una causa civile come ha fatto Renzi perché non si può immaginare un killeraggio e uno stolkeraggio così insistente, per di più su materiali che non sono usabili perché derivano da delle fuoriuscite di informazioni che vengono da carabinieri, procure, non so chi. Tutto quello che si legge è fuorilegge”.
Lo ha detto il sottosegretario Vittorio Sgarbi a margine della lectio magistralis su ‘Michelangelo. Rumore e paura’ (La Nave di Teseo) che ha tenuto stamattina alla fiera della piccola e media editoria ‘Più Libri più Liberi’ dove ha parlato del suo libro che chiude la trilogia del Rinascimento. Il riferimento è all’articolo pubblicato oggi dal quotidiano secondo cui Sgarbi rischierebbe di finire a giudizio per esportazione illecita di opere d’arte grazie a nuovi elementi scoperti dal Fatto e acquisiti dalla Procura di Imperia. In particolare, il sottosegretario sarebbe chiamato a rispondere della tentata vendita del dipinto ‘Concerto con bevitore’ di Valentine de Boulogne. Valore presunto, 5 milioni.
“Sto aspettando la decisione dell’Antitrust (che ha avviato un’istruttoria a suo carico per possibili condotte illecite in violazione di quanto previsto dalla legge in materia di attività incompatibili con la titolarità di una carica di governo, ndr) che sarà a febbraio e quella secondo me è difficile che sia contraria a me perché è tutto trasparente. Sono i diritti d’autore, come questa presentazione di oggi. Teoricamente non avrei dovuto farla. Questa cosa che è il racconto dell’arte che è perfettamente compatibile con l’esercizio delle funzioni ministeriali sarebbe incompatibile. Se uno parte dall’idea che io non posso fare questa conferenza, allora dovrei avere torto per l’Antitrust, ma non credo che lo avrò. Il ministro Sangiuliano non lo vedo perché lui si occupa di fare il ministro, io invece mi occupo di raccontare l’arte” ha spiegato Sgarbi. “‘Michelangelo. Rumore e paura’ non è una monografia e non è una biografia. Ho sentito la necessità di raccontare quello che gli artisti di questa trilogia Leonardo, Raffaello e Michelangelo dicono a me, non io a loro” ha sottolineato.
“La corruzione altera la vita delle persone e attacca i diritti di ciascuno, corrode le fondamenta della società, mina lo Stato di diritto, altera i mercati”. Nella giornata internazionale contro la corruzione è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a ricordare come la lotta a quella che il Capo dello Stato bolla come una “piaga” sia “un dovere delle Istituzioni e, al tempo stesso, un impegno etico e civile delle forze sociali, delle comunità, dei cittadini”.
Mattarella sottolinea come la ricorrenza cada nel “ventesimo anniversario della Convenzione ONU contro la corruzione, che ha dato carattere universale a questa battaglia di civiltà e progresso, fornendo strumenti giuridici nuovi ai Paesi, rafforzando la collaborazione tra magistrature e forze di polizia, sostenendo misure comuni di prevenzione”.
“È un’occasione importante – ribadisce il presidente della Repubblica – per rilanciare il valore del contrasto al crimine e dell’affermazione della legalità”. Parole a cui fa eco il presidente della Camera Lorenzo Fontana “desidero richiamare l’importanza di promuovere in ogni sede i valori e la cultura della legalità”. Per il presidente di Montecitorio “La corruzione rappresenta una minaccia per la democrazia, logora la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, la coesione sociale e lo sviluppo economico. Contrastare questo fenomeno è una priorità assoluta”.