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Politica

Di Maio e i rischi della guerra mondiale del pane

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“L’aumento dei prezzi a cui stiamo assistendo e’ inquietante, rischiamo una guerra mondiale del pane. Il prossimo mese l’Italia, in collaborazione con la Fao, sosterra’ un’iniziativa per affrontare la crisi alimentare nell’area del Mediterraneo”. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio fa un appello per risolvere la crisi di approvvigionamenti dovuta alla guerra in Ucraina, con i prezzi delle materie prime, soprattutto del grano, che stanno aumentando a dismisura e che a marzo hanno raggiunto il livello piu’ alto dal 1990 . “Tutto il mondo paga il prezzo della guerra”, dice Mykola Solsky, ministro dell’Agricoltura ucraino, al G7 Agricoltura in corso a Stoccarda, dove ha avuto un colloquio anche con il nostro ministro Stefano Patuanelli. All’appuntamento di Stoccarda, che si svolge parallelamente al G7 dei ministri degli Esteri nello Schleswig-Holstein, i rappresentanti delle sette potenze piu’ ricche del pianeta discutono di sicurezza alimentare pregiudicata dalla crisi geopolitica, sistemi alimentari sostenibili e catene di approvvigionamento. Rinomata per i suoi terreni neri molto fertili l’Ucraina era, prima dell’invasione, il quarto esportatore mondiale di mais e stava per diventare il terzo esportatore di grano. E nei suoi porti sono bloccate tante merci, tanto che la Commissione Europea ha pensato ad un piano per stabilire “corridoi di solidarieta’” per facilitare le esportazioni di cereali da Kiev verso l’Ue e il resto del mondo. “Circa 20 milioni di tonnellate devono lasciare i silos del Paese entro tre mesi prima del prossimo raccolto, siamo di fronte ad una situazione difficile”, ha spiegato Solski. “Se non possiamo esportare i prodotti agricoli che sono nei magazzini non avremo spazio per accogliere i nuovi raccolti e la crisi diventera’ sistemica, un blocco totale della filiera ucraina – gli fa eco il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba – Non ce lo possiamo permettere e chiedo ai Paesi africani e asiatici di fare pressioni sulla Russia perche’ fermi la guerra e rimuova il blocco ai nostri porti”. “E’ una strategia di Vladimir Putin quella di usare la fame come arma di guerra, in Ucraina e non solo”, sottolinea il ministro dell’Agricoltura tedesco Cem Ozdemir che ha definito “ripugnante” il furto del grano da parte della Russia. Per la Fao, e’ necessario un piano in tre punti: mantenere la produzione di cibo sostenendo i raccolti dei cereali e delle altre colture; sostenere filiere agroalimentari e mercati coinvolgendo il governo e il settore privato per fornire servizi a piccoli proprietari produttori attraverso partnership pubblico-privato; coordinare la sicurezza alimentare. A sottoporlo al G7, il direttore generale Qu Dongyu che ha invitato le nazioni ad aiutare ad anticipare la futura carenza di cibo, “poiche’ la guerra in Ucraina riduce le forniture, spinge i prezzi a livelli record e minaccia nazioni gia’ vulnerabili in Africa e Asia”. L’Italia e’ in prima linea. Oggi al G7 di Stoccarda il Ministro Patuanelli, oltre al colloquio col suo omologo ucraino, ha avuto un bilaterale con la Ministra Canadese Marie Claude Bibeau e con la Ministra britannica Victoria Prentis.

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Politica

Ministro Giuli: scudetto al Napoli? Rallegra il cuore di un romano e un romanista come me

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“Napoli non è in odore di scudetto, ma è in profumo di scudetto. Io sono romano e romanista, ma innamorato di Napoli. Sappiamo bene che in passato ci sono stati terribili episodi che hanno riguardato le tifoserie della Roma e del Napoli. Oggi sentire Napoli in profumo di scudetto è una cosa che rallegra il cuore di un romano e di un romanista”. Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, sulla corsa scudetto, a margine della sua visita al cantiere dell’Albergo dei poveri a Napoli.

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Politica

Atto di clemenza per onorare Papa Francesco: la politica torna a discutere di indulto e liberazione anticipata

Casini, Boschi, Serracchiani e altri parlamentari rilanciano l’appello di Papa Francesco: proposto l’indulto per l’ultimo anno di pena. Forza Italia apre, centrodestra diviso.

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Nel clima sospeso di queste giornate post-festive, scosse dalla solennità dei funerali di Papa Francesco, la politica italiana rispolvera un tema delicato e mai risolto: l’atto di clemenza verso i detenuti, nel nome del Pontefice scomparso. È stato Pier Ferdinando Casini, con un intervento sul Corriere della Sera, a riaprire il dibattito, rilanciando l’appello di Papa Francesco per una giustizia più umana, espresso simbolicamente all’apertura dell’Anno giubilare nel carcere di Rebibbia.

A farsi portavoce di questa istanza anche il movimento radicale Nessuno Tocchi Caino, che ha proposto la liberazione anticipata per i detenuti con un solo anno di pena residua. Una proposta già sottoscritta da parlamentari di diversi schieramenti: Maria Elena Boschi (Italia Viva), Debora Serracchiani (Pd), Luana Zanella (Avs), Maurizio Lupi (Noi Moderati), fino ad arrivare a Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia al Senato.

“Un minimo di coerenza vorrebbe che la politica, commossa ai funerali del Pontefice, dia un segnale concreto, non solo retorico”, ha dichiarato Zanettin. A fargli eco, Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera: “Serve una misura straordinaria, non un perdono indiscriminato”.

Tuttavia, non mancano i contrasti: Fratelli d’Italia e Lega restano silenziosi o critici, ricordando le frizioni già esplose nel centrodestra quando, lo scorso anno, Forza Italia sembrava aprire alla proposta di Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata. Apertura poi rientrata dopo le tensioni con gli alleati.

Intanto, al ministero della Giustizia, guidato da Carlo Nordio, il viceministro Francesco Paolo Sisto conferma che è allo studio un provvedimento sull’uso eccessivo della custodia cautelare, ma frena su condoni e amnistie: “È giusto dire che si esce dal carcere solo perché non c’è posto? No. Lo sfratto non è incline alla funzione rieducativa della pena”.

Il confronto resta acceso, ma l’eredità spirituale e sociale di Papa Francesco torna a farsi sentire anche nelle aule parlamentari, spingendo una parte della politica a immaginare un gesto di clemenza come segno di civiltà e memoria.

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Economia

I sindacati in piazza, ‘basta morti sul lavoro’

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Oltre mezzo milione di incidenti sul lavoro e più di mille morti l’anno. Tre al giorno: tragedie in cantieri, fabbriche, campi, a cui bisogna mettere fine. Cgil, Cisl e Uil (foto Imagoeconomica in evidenza) scendono in piazza per il Primo maggio all’insegna della sicurezza sul lavoro, ricordando le tante vittime e dicendo basta. Al governo, che mette sul tavolo altri 650 milioni per la sicurezza, chiedono misure più incisive in vista dell’incontro dell’8 maggio a Palazzo Chigi.

Servono risposte ‘adeguate’ o sarà mobilitazione, avverte il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. In attesa del confronto, la premier Giorgia Meloni rivendica l’azione dell’esecutivo in questi due anni e mezzo: oltre un milione di posti di lavoro in più e il numero degli occupati al massimo storico, più di 24 milioni e 300mila. Un impegno che, assicura, continua anche sul fronte della sicurezza. Ma sulle sue parole si riaccende lo scontro con la segretaria del Pd, Elly Schlein: ‘Continua a mentire sui numeri’, attacca la segretaria dem, rilanciando la necessità di una legge sul salario minimo. Nelle piazze riecheggiano anche i referendum dell’8 e 9 giugno. Schlein al corteo a Roma sfila accanto a Landini, che rilancia l’invito ad andare a votare, e conferma che il Pd sostiene tutti i 5 sì al referendum.

VIA SPARANO PRIMO MAGGIO FESTA DEI LAVORATORI CGIL CISL E UIL UNITI PER UN LAVORO SICURO BANDIERE CGIL UIL CISL (foto Imagoeconomica)

Mentre il leader M5s, Giuseppe Conte, su Fb scrive che il movimento ‘dirà 4 sì’ ai quesiti sul lavoro (resta fuori quello sulla cittadinanza che non aveva firmato). Il tema unitario resta quello della sicurezza e del contrasto agli incidenti sul lavoro. ‘Questa vergogna deve finire’, dice la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, dal palco a Casteldaccia (Palermo), dove il 6 maggio dell’anno scorso cinque operai persero la vita, guardando alla convocazione dell’8 maggio per costruire una strategia nazionale e ‘un’alleanza’.

Da Montemurlo (Prato), il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ricorda invece Luana D’Orazio, morta lì quattro anni fa in una ditta tessile. E da lì torna a chiedere di istituire il reato di omicidio sul lavoro e una procura speciale. Alla giovane nel pomeriggio viene intitolata una strada, su iniziativa del comune. E alla mamma, Emma Marrazzo, arriva l’abbraccio anche della ministra del Lavoro, Marina Calderone, presente alla cerimonia: ‘Quello che le è accaduto è il peggior incubo’, le dice assicurando l’impegno a fare di più. Nel pomeriggio il concertone del Primo maggio a Roma – aperto da Leo Gassmann sulle note di ‘Bella Ciao’ – omaggia Papa Francesco: ‘La sicurezza sul lavoro è come l’aria che respiriamo, ci accorgiamo della sua importanza quando viene tragicamente a mancare ed è sempre troppo tardi’, le parole di Bergoglio che riecheggiano in una piazza San Giovanni stracolma.

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