DeepSeek: una rivoluzione nell’intelligenza artificiale o una bolla mediatica?
DeepSeek, nuovo protagonista cinese nell’AI, ha scalzato ChatGPT come app più scaricata, ma solleva dubbi su privacy e legislazione. È davvero una rivoluzione o solo un fenomeno mediatico?
C’è un nuovo protagonista nell’universo dell’intelligenza artificiale: DeepSeek. Questo modello di AI open-source, sviluppato in Cina, ha rapidamente catturato l’attenzione globale, superando in prestazioni nomi di spicco come ChatGPT, Gemini e Claude AI. La sua app, lanciata solo pochi giorni fa, è diventata l’app gratuita più scaricata negli Stati Uniti, scalzando rivali consolidati.
La narrazione mediatica intorno a DeepSeek è a dir poco entusiasta: si parla di un “game changer” che avrebbe sconvolto gli equilibri del settore, dimostrando che la Cina è capace di innovare al pari, se non meglio, delle big tech occidentali. Ma dietro il clamore mediatico si celano interrogativi importanti, legati sia agli aspetti tecnici che a quelli legali e di privacy, che non possono essere trascurati.
Tecnologia e accessibilità: un successo apparente
DeepSeek, sviluppato con un budget inferiore ai 6 milioni di dollari, si distingue per essere un modello AI open-source altamente performante e gratuito per gli utenti. Questa accessibilità lo ha reso un fenomeno globale, soprattutto in mercati dove altri strumenti di AI, come quelli di OpenAI e Anthropic, richiedono abbonamenti a pagamento.
Il modello R1, ultima versione di DeepSeek, promette prestazioni avanzate e una caratteristica unica: fornisce un ragionamento dettagliato prima di rispondere a un prompt, una funzione che lo rende apparentemente più trasparente rispetto ai suoi rivali.
Un’analisi necessaria: gli aspetti legali e di privacy
Tuttavia, l’entusiasmo per DeepSeek oscura alcune preoccupazioni fondamentali. Scaricando l’app, gli utenti accettano di operare sotto la legislazione cinese, la quale prevede standard di tutela della privacy molto meno rigorosi rispetto a quelli europei o statunitensi. Secondo alcuni esperti, DeepSeek presenta numerose falle nella gestione dei dati personali, aprendo la strada a potenziali violazioni della privacy e utilizzi poco trasparenti delle informazioni raccolte.
Questi aspetti sollevano dubbi non solo sull’affidabilità della piattaforma, ma anche sull’impatto che potrebbe avere sulla percezione della sicurezza digitale degli utenti. Inoltre, l’approccio open-source di DeepSeek pone questioni sul controllo e sull’eventuale manipolazione del codice da parte di terzi, che potrebbero utilizzare il modello per scopi meno nobili.
Un successo che ha scosso il mercato
L’ascesa di DeepSeek ha avuto ripercussioni immediate sui mercati finanziari. Le azioni di aziende statunitensi legate all’AI, come Nvidia, Meta e Microsoft, hanno subito una flessione dopo il lancio dell’app, evidenziando l’impatto del modello cinese sul panorama competitivo globale. Ma è davvero una minaccia concreta o si tratta di una reazione eccessiva?
L’importanza di un’analisi critica
È indubbio che DeepSeek rappresenti un passo avanti nel rendere l’intelligenza artificiale più accessibile e democratica. Tuttavia, lo strombazzamento mediatico che circonda il fenomeno appare eccessivo e rischia di offuscare una discussione più ampia e necessaria. Aspetti come la privacy, la sicurezza dei dati e l’impatto legale richiedono un’analisi approfondita per evitare che l’entusiasmo prevalga sul buon senso.
Il futuro dell’AI non può essere giudicato solo dal successo momentaneo di un’app o dalla sua capacità di catturare l’attenzione. DeepSeek, pur con le sue potenzialità, rappresenta un esempio di quanto sia fondamentale analizzare il contesto completo, bilanciando innovazione e responsabilità.
Si chiama ‘Me at the Zoo’, dura 19 secondi ed è stato girato allo Zoo di San Diego, California, da Jawed Karim. Inizia così, vent’anni fa, il 23 aprile del 2005 l’avventura di YouTube. La popolare piattaforma video era stata fondata pochi mesi prima, il 14 febbraio 2005, da tre ex dipendenti di PayPal, Chad Hurley, Steve Chen e appunto Jawed Karim. Nel giro di un mese il sito registra 30mila utenti al giorno, sei mesi dopo due milioni. Il video Me at the zoo è stato girato da Yakov Lapitsky, amico di Karim: mostra il co-fondatore della piattaforma di fronte a due elefanti allo zoo californiano. Ad aprile 2025, il video ha ricevuto oltre 355 milioni di visualizzazioni. Nessuno avrebbe mai immaginato che YouTube sarebbe diventato uno dei siti più visitati al mondo. Secondo Google – che ha acquistato la piattaforma a ottobre 2006 per 1,65 miliardi di dollari – ogni minuto vengono caricate più di 500 ore di video, i filmati brevi (gli Shorts) contano più di 70 miliardi di visualizzazioni giornaliere, ogni giorno gli utenti di tutto il mondo guardano più di un miliardo di ore di contenuti solo sui televisori. In questi 20 anni la piattaforma non solo è cresciuta nei numeri ma ha fatto nascere nuove professioni legate alla rete (gli YouTubers); ha tenuto testa all’avanzare dei social, in particolare TikTok e Instagram spinti dai più giovani e proprio dai video. Continua ad essere un pungolo per la tv con la trasmissione di eventi dal vivo e ha fatto da apripista allo streaming video di Netflix e a quello musicale di Spotify. Cresce pure il suo servizio di podcast, “al momento il più usato negli Stati Uniti”, come ha sottolineato il Ceo Neal Mohan. Nel presente e nel futuro di YouTube c’è l’Intelligenza artificiale, un campo in cui la società compete con OpenAI e Meta.
Attraverso il progetto “Work On Space”, che nasce per iniziativa dell’associazione no profit “Air & Space Next Generation” (ASNG), di cui mi onoro essere presidente e fondatore, tesa alla massima divulgazione della cultura aerospaziale e di tutte le straordinarie opportunità che ci offre e ci offrirà nei prossimi anni, soprattutto per i nostri giovani talenti ci rivolgiamo agli Istituti Scolastici di secondo grado di eccellenza, in particolare con indirizzi specialistici (aeronautico ed aerospaziale, meccanica di precisione, elettrotecnica, robotica, eccetera)per incrementare una connessione reale e concreta con il mondo istituzionale ed industriale.
Lo scopo finale è dunque quello di dare maggiore consapevolezza ai futuri tecnici e professionisti, che non solo il nostro Paese, ma tutto il mondo da sempre ci invidia e ci contende (e a buona ragione), nonché favorire percorsi mirati di formazione e stage soprattutto presso enti ed aziende campane. Si cerca insomma di accompagnare questi studenti carichi di passione e di speranza verso il difficile e variegato mondo lavorativo che, lo sappiamo bene, soprattutto al Sud perde i “pezzi” migliori proprio per la mancanza di quel filo diretto con il mondo scolastico ed accademico.
E lo sa bene la vulcanica dirigente scolastica dott.ssa Antonella Gesuele, che grazie al suo fitto e costante impegno, coadiuvata dal corpo docente e all’intero staff tecnico ed amministrativo dell’ITIS partenopeo “Alessandro Volta”, ha avviato ormai da anni un percorso virtuoso che cerca di offrire la migliore prospettiva di inserimento ai suoi circa 600 studenti. L’Istituto, tra i più antichi del mezzo giorno d‘Italia, incastonato come una pietra preziosa nel cuore di Napoli, nella splendida struttura dell’ex convento di S. Maria della Fede, con circa centosettanta anni di storia si conferma, dunque non a caso, anche tra i più efficienti, ispirato e proteso all’Umanesimo Tecnologico.
Così qualche giorno fa abbiamo potuto realizzare un incontro e confronto diretto tra il mondo dell’aerospazio e i ragazzi del “Volta”, grazie anche alla collaborazione e partecipazione del Distretto Aerospaziale della Campania, presieduto dal Luigi Carrino, in rappresentanza dell’intero comparto produttivo ed industriale del settore, dove convergono realtà di rilievo internazionale.
Come ha potuto sottolineare la Dirigente Gesuele, il migliore percorso formativo, passa necessariamente attraverso l’applicazione concreta di quanto acquisito attraverso lo studio teorico,che deve essere sempre e necessariamente aggiornato per restare al passo con i tempi, salvo poi cimentarsi in stage aziendali mirati e periodi di pratica “sul campo”. Anche per questo il “Volta” propone un’offerta didattica ampia, con tre indirizzi: informatica e telecomunicazioni; elettrotecnica e automazione; grafica e comunicazione e, malgrado le croniche criticità che attanagliano la scuola italiana in generale e le problematiche di una Città, non sempre al massimo per efficienza ed organizzazione, riesce ogni anno a garantire ai suoi studenti il miglior percorso formativo possibile.
L’incontro, in vera sinergia con i giovani partecipanti, non si è dunque arenato ad una “lezione accademica” sullo stato dell’arte e sulla divulgazione di notizie standard, ma i relatori sono andati oltre, grazie agli interventi degli ingegneri Rino Russo e Raffaele Minichini (DAC Campania) che hanno presentato le aziende e le concrete possibilità di inserimento. La partecipazione è stata così reale e costruttiva, così come anche sottolineato dal prof. ing. Francesco Blosio, tra i primi a credere in questa sinergia, ed è sempre emozionante scoprire di quanta passione e di quanta sensibilità siano intrisi tanti dei nostri giovani, spesso bistrattati ed ingiustamente bollati come distratti e poco attenti al loro futuro o a ciò che li circonda.
In tale contesto fondamentale anche la presenza e l’intervento della dott.ssa Sonia Palmeri, già Assessore regionale della Campania alle politiche lavorative e manager di punta di “Generazione Vincente”, società napoletana ormai leader in tutta Italia nella somministrazione lavoro e formazione professionale, che ha concretamente indicato quali soano le migliori chance professionali e quale sia l’approccio più efficiente per trovare l’impiego più congeniale rispetto alle proprie attitudini, capacità e propensioni.
Considerando che i numeri della “Space Economy” narrano di un fatturato stimato nel 2023, a livello globale, intorno ai 630 miliardi di dollari, con una proiezione decennale che, secondo le stime del World Economic Forum, ne prevede la triplicazione fino a 1.800 miliardi di dollari, unitamente alla vivacità imprenditoriale ed istituzionale presente in Campania, sempre riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo, speriamo di vedere presto i ragazzi dell’ITIS “Volta” di Napoli farsi largo con successo nel mondo, anzi, nell’universo professionale dell’aerospazio, per cui il legame con il loro Istituto non si ferma al nostro primo incontro, ma rappresenta solo l’inizio di un sodalizio che proseguirà con appuntamenti ed attività di accompagnamento per concretizzare al massimo ogni opportunità di crescita ed occupazione.
La navetta spaziale Soyuz MS-26 è rientrata sulla Terra ed è atterrata in Kazakistan. A bordo i cosmonauti russi Alexei Ovchinin, Ivan Wagner e l’astronauta della Nasa Donald Pettit, che hanno trascorso nello spazio 220 giorni, orbitando attorno alla Terra 3.520 volte e completando un viaggio di 149,8 milioni di chilometri. L’atterraggio – come riportano i media locali – è avvenuto alle 4,21 ora di Mosca in un’area situata 147 km a sud-est della città di Zhezkazgan.