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Cultura

Padre Paolo Benanti, dai rischi dell’intelligenza artificiale alla sfida della libertà

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Padre Paolo Benanti, presidente della Commissione vaticana sull’intelligenza artificiale, ha affrontato con Walter Veltroni, in una lunga intervista pubblicata sul Corriere della Sera, le sfide poste dall’avvento della società digitale e dalle nuove tecnologie.

Apocalittici o integrati?

Riprendendo la celebre domanda di Umberto Eco sulla televisione, Padre Benanti chiarisce: «La risposta cambia a seconda del momento storico. Nei primi anni Duemila la tecnologia sembrava alleata delle democrazie, come in piazza Tahrir. Oggi, invece, con gli eventi di Capitol Hill e l’intelligenza artificiale generativa che concentra il potere nei server di pochissime aziende, tutto è cambiato: il 70% dei dati è nelle mani di sole due compagnie di Seattle, il 100% in cinque compagnie al mondo. È un potere immenso».

La crisi della normatività

«Oggi bisogna ridare valore alle norme», sostiene Padre Benanti, ricordando come eventi storici e sociali abbiano minato il concetto stesso di regola: «Siamo passati da una società kantiana, basata sulla norma morale, al dubbio che la norma possa diventare tirannica. La pandemia ha esasperato questo aspetto, portando molti a vedere la regolamentazione come distruzione dell’autonomia individuale».

Il rischio di una “Repubblica tecnologica”

Secondo Benanti, la società digitale sta creando nuove forme di potere politico. Citando Peter Thiel e gli altri fondatori di PayPal, definisce la loro visione come un capitalismo basato sulla competizione estrema e sull’esclusione: «Il loro modello è tra estremo individualismo e governo delle élite, più efficiente della democrazia tradizionale. Un esempio è Alex Karp, CEO di Palantir, che parla apertamente di una “Repubblica tecnologica” guidata da una classe illuminata».

Intelligenza artificiale, democrazia e realtà

“Ogni cittadino dovrebbe sapere se un’immagine è reale o generata artificialmente”, sostiene Padre Benanti. Il concetto del “sintetico”, cioè la perfetta imitazione del naturale, rischia di compromettere la capacità di distinguere vero e falso, minacciando le fondamenta della democrazia. Citando Turing e Eco, sottolinea: “La democrazia vive solo se i cittadini possono formarsi opinioni su fatti reali”.

L’algoritmo non può rispondere a tutto

Benanti avverte: “L’algoritmo tratta tutto come un problema matematico, ma le questioni umane fondamentali riguardano il senso della vita. Ho chiesto a un’intelligenza artificiale medica come eliminare il cancro, e la risposta logica, drammatica, era eliminare chi ne è affetto. Le questioni etiche non possono ridursi a soluzioni matematiche”.

Tecnologia e libertà personale

Il religioso riflette poi sulla perdita del senso esistenziale delle parole e dei rapporti umani, ormai filtrati da algoritmi e dispositivi: “Oggi viviamo in un capitalismo della sorveglianza basato sull’economia dell’attenzione. Dobbiamo trovare il modo di rendere compatibili tecnologia e libertà, umano e artificiale”.

Il futuro è un equilibrio delicato

“È urgente un ‘brain helmet’, una protezione che aiuti a difendersi dal dominio delle piattaforme digitali”, conclude Benanti. “Serve un nuovo equilibrio, per non perdere la nostra umanità di fronte al potere smisurato della tecnologia”.

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Cultura

Addio a Mario Vargas Llosa, Nobel per la Letteratura: è morto a Lima a 89 anni

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Il mondo della cultura piange la scomparsa di Mario Vargas Llosa (foto in evidenza di Imagoeconomica), uno dei più grandi romanzieri del Novecento e premio Nobel per la Letteratura nel 2010. Lo scrittore peruviano si è spento oggi, domenica, a Lima all’età di 89 anni, circondato dalla sua famiglia, come ha comunicato suo figlio Álvaro attraverso un messaggio pubblicato sul suo account ufficiale di X.

«Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace».

Una vita tra letteratura e impegno

Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, Vargas Llosa è stato tra i più influenti autori della narrativa ispanoamericana contemporanea. Oltre ai riconoscimenti letterari internazionali, ha vissuto una vita profondamente segnata anche dall’impegno civile e politico.

Con la sua scrittura tagliente e lucida, ha raccontato le contraddizioni della società peruviana e latinoamericana, esplorando con coraggio e passione temi di potere, ingiustizia e libertà.

I capolavori che hanno segnato la sua carriera

Autore di romanzi fondamentali come “La città e i cani” (1963), durissima denuncia del sistema militare peruviano, e “La casa verde” (1966), Vargas Llosa ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura del Novecento. La sua vasta produzione comprende anche saggi, articoli e testi teatrali.

Un addio in forma privata

Come reso noto dalla famiglia, i funerali saranno celebrati in forma privata e, nel rispetto della volontà dell’autore, le sue spoglie saranno cremate. Un addio sobrio, coerente con la riservatezza che ha spesso contraddistinto l’uomo dietro lo scrittore.

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Cultura

La Campania conquista il mondiale di fisica per studenti: cinque eccellenze campane rappresenteranno l’Italia all’IYPT 2025

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Cinque giovani talenti campani delle scuole superiori rappresenteranno l’Italia all’International Young Physicists’ Tournament (IYPT) 2025, la più prestigiosa competizione mondiale di fisica per studenti delle scuole superiori, che si svolgerà dal 29 giugno al 6 luglio a Lund, in Svezia.

Dopo una severa selezione nazionale, articolata in prove pratiche e orali, sono stati scelti cinque studenti, tutti provenienti da istituti superiori della Campania: il Liceo Mercalli di Napoli e il Liceo Buchner di Ischia. Una vittoria che premia la qualità della formazione scientifica nelle scuole del Sud e conferma il livello di eccellenza raggiunto dalla regione in campo scientifico.

Tra i protagonisti Pierluigi Trani, talento di Ischia

Tra i cinque campioni c’è Pierluigi Trani, studente del terzo anno del Liceo Scientifico Buchner di Ischia, attualmente a Salonicco, in Grecia, per partecipare a un torneo amichevole di preparazione con altri cinque Paesi del sud Europa. Trani si è classificato tra i primi quattro nella fase provinciale dei Campionati di Fisica 2025 a Napoli, risultando l’unico studente ischitano tra i primi dieci. Inoltre, si è distinto a livello nazionale arrivando terzo alle Olimpiadi di Statistica nella sua fascia d’età.

Il giovane fisico non ha intenzione di fermarsi qui: dopo l’esperienza mondiale in Svezia, proseguirà i suoi studi in un prestigioso college londinese, pronto ad accoglierlo per coltivare il suo brillante futuro accademico.

Un team guidato da due docenti campani

A guidare la squadra italiana saranno Gianmarco Sasso e Raffaele Campanile, entrambi docenti del Liceo Buchner di Ischia. I due insegnanti hanno seguito tutte le fasi della selezione e accompagnano i ragazzi nella preparazione per la competizione internazionale. L’IYPT è un torneo con una lunga storia: esiste da 38 anni, ma l’Italia partecipa ufficialmente solo dal 2024, grazie al sostegno dell’associazione “Scienza e Scuola”, con sede nel Meridione. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ancora non riconosce formalmente la competizione, ma l’entusiasmo e la determinazione di studenti e docenti colmano ogni lacuna istituzionale.

La fisica come passione e riscatto territoriale

L’affermazione della Campania all’IYPT è un segnale forte: il talento scientifico non conosce confini geografici, e può emergere anche in territori spesso penalizzati da scarse risorse e riconoscimenti. I cinque ragazzi selezionati, con il sostegno dei loro docenti e di una rete associativa motivata, porteranno in alto il nome dell’Italia e del Sud Europa, confrontandosi con delegazioni di ben 39 nazioni.

Dal cuore del Sud, un segnale di speranza, competenza e futuro.

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Cultura

Antonio Calbi: a Parigi porto l’Italia che crea bellezza. La cultura è come una scuola o un ospedale: essenziale

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Direttore dell’Istituto italiano di cultura di Parigi dal 2023, Antonio Calbi (foto Imagoeconomica in evidenza) ha raccontato in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera il suo percorso di uomo di teatro, intellettuale e promotore culturale. Dai primi spettacoli in un paesino della Basilicata alle serate sold-out in rue de Varenne, Calbi guarda con passione alla missione di raccontare il meglio dell’Italia all’estero.

Dalla Basilicata all’Europa: il teatro come vocazione

Cresciuto a San Mauro Forte, in provincia di Matera, Calbi ha scoperto giovanissimo la passione per lo spettacolo. «Alle elementari organizzai una colletta per comprare una cinepresa. Ma il vero amore era il teatro», racconta. Con il fallimento dell’impresa familiare, si trasferisce con la famiglia a Milano, dove sperimenta sulla propria pelle il pregiudizio verso i meridionali. «Negli anni Settanta c’erano ancora cartelli con scritto: non si affitta ai meridionali».

Milano, tra cultura e politica

A Milano si forma politicamente e culturalmente. Vendeva l’Unità e il Manifesto porta a porta, frequenta il liceo artistico e si laurea al Dams di Bologna. Poi una lunga carriera nella direzione di teatri pubblici e istituzioni culturali, collaborando anche con Letizia Moratti e Vittorio Sgarbi. «Con loro ho lavorato per la città, non per la politica. Ma quando arrivò Pisapia fui licenziato: il Pd mi rimproverava di aver dato troppo lustro alla giunta precedente».

Roma, Siracusa e la riscoperta delle radici

Dopo Milano, dirige il Teatro Eliseo e il Teatro di Roma, ideando format come Luce sull’archeologia, con storici e archeologi sul palco. «A Roma ho ritrovato il senso del passato condiviso, del vissuto cittadino». Poi l’esperienza emozionante a Siracusa: «Vedere il teatro greco gremito di cinquemila persone è stato indimenticabile».

La chiamata per Parigi… per sbaglio

«Volevo fare un’esperienza all’estero da giovane, poi ho lasciato perdere. Ma nel 2022 ho letto del bando per la direzione dell’Istituto italiano a Parigi. Avevo dimenticato la Pec, non sapevo nemmeno di essere stato convocato». Alla fine si presenta, ripassa il francese, e durante il colloquio scherza con una citazione di Flaubert. Viene scelto.

Un programma culturale senza ideologie

Da Parigi, Calbi promuove una visione libera della cultura. «Invitiamo Vladimir Luxuria e Giordano Bruno Guerri, Beatrice Venezi e Filippo Del Corno, parliamo di Ucraina e di Gaza. Il nostro pubblico è per l’80% francese, molti vengono a ogni evento senza nemmeno sapere cosa vedranno: si fidano del nostro stile». Tra gli eventi più amati, ricorda la serata per Ferruccio Soleri e l’installazione I letti verdiani di Animanera: «Otto personaggi di Verdi, ciascuno nel proprio letto, a tu per tu con uno spettatore».

La cultura come bene primario

«In ogni mia scrivania ho sempre tenuto con me Quarant’anni di palcoscenico di Paolo Grassi. La sua lezione è attuale: le arti sono il cuore di una comunità». E guarda avanti: nel 2026 celebrerà i 70 anni del gemellaggio tra Roma e Parigi con un doppio ritratto teatrale delle due città. Nel 2027, due sinfonie: del Mediterraneo e d’Europa, fatte di parole, suoni e visioni.

Un appello all’Italia: «Investite nel soft power»

Infine, lancia un appello alle imprese italiane: «Sostenete noi e tutta la rete degli 86 Istituti italiani di cultura nel mondo. È il momento di credere davvero nella diplomazia culturale».

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