La data è quella annunciata dalla premier Meloni: primavera 2024. Per allora, dunque tra meno di un anno, il centro sportivo Delphinia di Caivano dovrà essere trasformato da luogo dell’orrore, dove il branco stuprava, in una struttura polifunzionale, sportiva e non solo, simbolo del riscatto del Parco Verde e di tutte le aree degradate d’Italia. Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, che oggi ha accompagnato i tecnici per il primo sopralluogo al Delphinia, ha confermato la promessa.
“Siamo qui – ha spiegato – per dare seguito a quello che è stato detto. E’ un lavoro di squadra: ora ci sono io, poi verranno gli altri ministri. Si tratta di un impegno molto importante e noi abbiamo il dovere, il piacere e anche l’orgoglio di rispettarlo, passo passo, giorno dopo giorno, in modo che si veda la trasformazione e il recupero dell’umanità di questi luoghi”. Insieme al ministro, il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, il presidente di “Sport e Salute (la società pubblica provvederà ai lavori dopo una prima bonifica da parte del Genio dell’Esercito) Marco Mezzaroma e il neo commissario per la riqualificazione di Caivano, Fabio Ciciliano, nominato proprio ieri dal governo col compito di realizzare il piano di interventi contro il degrado, la vulnerabilità sociale e il disagio giovanile presenti sul territorio. “Siamo qui con lo spirito della speranza, la missione è quella di cercare di restituire al territorio questo centro sportivo, ma non solo”, ha detto Ciciliano. Contro di lui, o meglio contro la figura del commissario, si sono però abbattuti gli strali di Vincenzo De Luca. Nella sua diretta Fb del venerdì il governatore non ha usato, come al solito, mezzi termini. “Al di là della persona nominata, che è rispettabile e credo abbia lavorato con noi al tempo delle Universiadi, è l’idea del commissario che è sbagliata”, dice. “Ma come, volete recuperare Caivano e nominate uno da Roma? No, dovete impegnare le istituzioni territoriali”.
“L’idea di avere un commissario per gestire 36 milioni pare una idea sconclusionata. Il pericolo della demagogia è dietro l’angolo…”, aggiunge il presidente. Che non condivide neppure l’approccio sul versante della sicurezza: cita l’operazione con 400 agenti dell’altro giorno e osserva che “i blitz non servono a niente. C’è bisogno, invece, di più forze dell’ordine che rimangano permanentemente sul territorio. Non ci servono azioni propagandistiche e operazioni di polizia una tantum”. Tornando ai soldi stanziati dal governo per Caivano, molti mettono in guardia dal rischio che la criminalità organizzata possa infiltrarsi in quel business milionario. Lo dice anche il prete anti camorra don Maurizio Patriciello: “Attenti – dice – a tenere le mani dei clan lontane dai fondi stanziati dal Governo”. Anche se in definitiva è fiducioso. “Le continue visite dei ministri in aggiunta all’attenzione dei media faranno sicuramente da scudo al malaffare”. E’ fiducioso e di buon umore il prete sotto scorta, che scherza con il ministro dello Sport. “Ora o mai più. Vediamo questo miracolo”, lo sfida. Pronta la replica di Abodi: “Posso garantire il massimo impegno. Per i miracoli, non so”. Don Patriciello lo tranquillizza: “Non si preoccupi, neanche Gesù all’inizio faceva miracoli”.