Non solo l’inchiesta giudiziaria e il nuovo filone della procura Figc: all’orizzonte Juve già carico di nubi si aggiunge l’apertura di un’indagine della Uefa sui conti e il fair play finanziario, che al netto della ‘guerra’ politica tra la confederazione europea e il club italiano attorno alla Superlega, rischia di avere pesanti conseguenze sportive. “Ci riserviamo di intraprendere azioni legali”, e’ la dura presa di posizione da Nyon, nell’annunciare che l’organismo che si occupa del controllo finanziario ha aperto un’indagine “per presunte violazioni delle regole di licenza e financial fair play”.
Ieri la procura di Torino aveva firmato la richiesta di rinvio a giudizio di Agnelli e altri 12 degli indagati. Oggi l’indagine aperta dall’Uefa è una conseguenza delle notizie in arrivo dall’Italia – dalla Consob e dalla Procura di Torino, sottolineano dalla sede Uefa di Nyon – dopo le dimissioni in blocco del Cda bianconero. La confederazione guidata da Ceferin aveva infatti raggiunto con la Juve un ‘settlement agreement’ sui conti, in base alla politica del financial fair play che impone alle societa’ paletti precisi allo sbilanciamento tra entrate e uscite.
La Juve aveva accettato una multa di 3.5 milioni, con altri 19.5 da pagare in caso non venissero rispettati ulteriori paletti sugli esercizi delle prossime tre stagioni. A far indispettire parecchio Nyon, più ancora dell’eventualità che la licenza Uefa possa poggiare su fondamenta fragili (qui subentra l’inchiesta della procura Figc), è il sospetto che quell’accordo sia nato da dati falsati: l’Uefa parla infatti del rischio di una situazione “significativamente diversa da quella valutata” al momento di un accordo concluso sulla base dei dati finanziari forniti dalla Juve per l’arco di tempo dal 2018 al 2022: in gran parte, gli anni al centro dell’inchiesta torinese. Per questo l’Uefa “cooperera’ con le autorita’ italiane”, in sostanza aspettando di capire da loro.
Ma intanto paventa una battaglia legale che in caso sarebbe lunga, anche piu’ del procedimento disciplinare: da quello, se verrano accertata irregolarità, la Juve rischia oltre alla revoca dell’accordo l’esclusione dalle Coppe europee per i prossimi anni, con annesse conseguenze sulle entrate. Intanto, a Torino dopo le richieste di rinvio a giudizio presentate dalla procura si attende l’inizio dell’udienza preliminare.
L’appuntamento in tribunale è per tredici indagati, fra cui Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici e la stessa Juventus, chiamata in causa come persona giuridica (sarà archiviata invece la posizione di tre sindaci: Paolo Piccatti, Nicoletta Paracchini, Silvia Lirici). I pubblici ministeri si muovono lungo un doppio binario: le presunte plusvalenze ‘artificiali’ per un totale di 155 milioni e le irregolarità che hanno accompagnato le ‘manovre stipendi’ del 2020 e 2021. Nel corso del procedimento, però, hanno già incontrato un primo scoglio.
La loro proposta di mettere agli arresti domiciliari Agnelli, Paratici e un consulente legale del club, l’avvocato Cesare Gabasio, è stata respinta lo scorso 12 ottobre. Il gip Ludovico Morello in quel caso non si è limitato a certificare la mancanza di esigenze cautelari. Nella sua ordinanza si era spinto oltre, spiegando che sulla questione delle plusvalenze non si può escludere a priori la buona fede della Juventus: siccome “sono pacificamente assenti riferimenti e parametri normativi ben definiti”, se il club ha davvero seguito “la costante prassi internazionale della football industry” diventa “difficile ipotizzare un discostamento consapevole, e quindi doloso, dai corretti criteri di valutazione”. Diverso invece è il discorso sulla ‘manovra stipendi’.
Qui il giudice afferma che sono emerse circostanze “certamente illecite” a un punto tale che, osserva, si “condivide con la pubblica accusa la sussistenza di gravi indizi”. Su questo fronte procura e Guardia di Finanza hanno continuato a lavorare ancora nelle ultime settimane. A giudizio degli inquirenti ci sono almeno una trentina di milioni (compresi i 19 rivendicati da Cristiano Ronaldo) che non tornano nei conti. E’ assai probabile che all’udienza preliminare i capi d’accusa saranno integrati con nuove contestazioni.