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Corona Virus

Campagna di vaccinazione, dosi utilizzate e vaccinati: ecco i dati nelle Regioni

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E’ dell’83,8% il dato nazionale sulle somministrazioni effettuate rispetto alle dosi ricevute in Italia. Ma i numeri variano a seconda delle Regioni: la Valle d’Aosta sfiora il 94% (precisamente il 93,9%), seguita dalla provincia autonoma di Bolzano (91,1%), Campania (88,3%), Molise (88,2%) e Puglia (88%). In coda ci sono Liguria (72,7), Calabria (72,4) e Sardegna (71,6).

VALLE D’AOSTA – Somministrate 19.315 dosi di vaccino, il 91,3% di quelle ricevute. Tra le categorie, 6.046 sono andate agli operatori sanitari, 4.924 al personale non sanitario, 1.225 agli ospiti delle Rsa, 5.113 agli over 80, 805 alle forze armate, 1.202 al personale scolastico.

PIEMONTE – Inoculazione di 662.716 dosi, delle quali 221.361 come seconda, corrispondenti all’83,5% delle 793.530 finora disponibili. Ad una settimana dall’inizio le preadesioni della fascia 70-79 anni sono state in tutto 164.854. Invece 92.787 le richieste di vaccinazione per persone estremamente vulnerabili e disabili gravi e 22.634 per conviventi e caregiver espresse tramite i medici di famiglia.

LIGURIA – Gli over 80 prenotati sono 95.022, mentre i cittadini i 75 e i 79 anni sono 26.379. Le somministrazioni con Pfizer e Moderna sono 197.711 con 74.108 persone che hanno concluso il ciclo vaccinale, mentre le dosi di Astrazeneca inoculate sono 19.188.

LOMBARDIA – Il totale delle vaccinazioni e’ di 1.231.413 dosi utilizzate, quelle somministrate agli over 80 sono 322.568.

ALTO ADIGE – Vaccinato il 79% degli ultra 80enni con almeno una dose, esaurendo cosi’ la lista d’attesa.

VENETO – Sono 640.456 le dosi di vaccino somministrate. Le persone ad aver completato il ciclo vaccinale sono 203.789.

FRIULI VENEZIA GIULIA – al 21 marzo sono state somministrate 152.961 dosi di vaccino Pfizer e alla stessa data le prenotazioni sono 60.405. Per quanto riguarda Moderna, le dosi somministrate sono 5.142, le prenotazioni 3.378. In merito ad AstraZeneca, sono state consegnate 47.600 dosi: tra somministrate e vincolate per le forze armate ne sono state impiegate circa 30.000. Le prenotazioni sono 22.684.

EMILIA-ROMAGNA – Somministrate 705.754 dosi. Le persone che hanno completato il ciclo vaccinale con entrambe le dosi sono il 5,5% della popolazione (246.297. Le persone che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino sono il 10,3%, ovvero 459.457.

TOSCANA – Sono 524.407 le dosi di vaccino somministrate, di cui 157.631 richiami. Le prenotazioni gia’ fatte per AstraZeneca, come recupero dei giorni in cui erano state sospese dopo l’indicazione dell’Aifa, sono 17.492. UMBRIA – Sono finora 113.571 le prenotazioni in Umbria, 88.669 delle quali per la prima dose. In particolare 40.051 dosi sono andate agli operatori sanitari e socio sanitari, 36.179 agli ultraottantenni, 16.654 al personale scolastico, 9.281 al personale non sanitario, 7.211 agli ospiti di strutture residenziali e 3.052 alle forze armate.

MARCHE – Somministrate 212.601 dosi su 242.030 consegnate, l’87,8%.

LAZIO – Si somministrano oltre 20 mila dosi al giorno: quasi 850 il totale delle vaccinazioni somministrate. Superata la quota delle 306 mila vaccinazioni over 80 che rappresentano oltre 88% delle persone prenotate over 80 e circa il 30% ha gia’ ricevuto anche la seconda dose.

ABRUZZO – Somministrate 180 mila dosi di vaccino, di cui 50 mila come richiamo. 58mila dosi sono per il personale sanitario, 63 mila per gli over 80.

MOLISE – Somministrate complessivamente 49.288 dosi di vaccini anti Covid, pari al 90% di quelle consegnate (54.975). Di queste, 39.263 sono Pfizer, 7.341 Astrazeneca e 2.684 di Moderna.

CAMPANIA – Somministrate 681.272 dosi. Di queste 458.225 sono prime dosi e 223.047 sono richiami. Alla mezzanotte di oggi ci sono 689.949 adesioni in attesa di convocazione. La maggioranza delle dosi e’ stata somministrata alle persone dagli 80 agli 89 anni, in tutto 188.231.

PUGLIA – Somministrate 514.421 dosi di vaccino su 601.745 a disposizione, pari all’85,5%. Di queste: 149.304 agli over 80, 86.271 al personale scolastico, 13.964 alle forze armate. Sono 36.307 le seconde dosi gia’ somministrate agli over 80 pugliesi. Da domani nella Fiera del Levante di Bari sara’ attivo il nuovo hub per le vaccinazioni con 20 postazioni attive.

BASILICATA – Somministrate 77.409 dosi, l’84,5% delle 91.635 consegnate. In totale le persone che hanno ricevuto anche la dose di richiamo sono 30.678. Ha ricevuto almeno una dose di vaccino il 78,2% degli over 80.

CALABRIA – Ammontano a 28 mila le prenotazioni giunte al momento in Calabria, per le categorie over 80 e fragili. Le dosi gia’ somministrate per la categoria degli over 80 sono pari a 58.552 su una platea potenziale di circa 180 mila persone.

SICILIA – Somministrate 649.767 dosi di vaccino delle 778.525 consegnate pari all’83,5%: 217.228 a operatori sanitari e sociosanitari; 172.733 a personale non sanitario; 34.029 a ospiti strutture residenziali; 136.261 a over 80; 27.426 a forze armate e 62.090 a personale scolastico.

SARDEGNA – Il totale delle vaccinazioni effettuate tra Pfizer, Moderna e AstraZeneca e’ pari a 176.784 su circa 240 mila dosi consegnate, quasi il 73%. La prima somministrazione riguarda 123.528 persone, mentre sono 53.526 coloro che hanno avuto il ciclo completo. C’e’ poi una graduatoria che non riguarda la percentuale di somministrazioni sulle dosi ricevute (una cifra che si basa sulla popolazione target individuata man mano nel Piano vaccinale), ma e’ compilata in base alle vaccinazioni effettuate sul totale della popolazione.

La Provincia autonoma di Bolzano (11,7%) ha la maggiore percentuale di persone vaccinate almeno con una dose rispetto alla popolazione residente nei rispettivi territori. Seguono Molise (10,7%), Piemonte (10,2%), Lazio, Emilia Romagna, e Abruzzo (tutte al 10%). Ci sono poi Provincia autonoma di Trento, Toscana e Valle d’Aosta (9,8). A meta’ classifica ci sono Friuli Venezia Giulia (9,7%), Liguria (9,5%), Umbria (9,4%),Puglia (9,3%), Sicilia (9,2%), Marche (9,1%), Veneto (9%), Lombardia (8,7%). Infine Basilicata (8,4%), Campania (8%), Calabria e Sardegna (7,6%). Le regioni non ricevono esattamente le stesse dosi in rapporto alla popolazione, si fa notare, ad esempio la Lombardia ne riceve meno del Piemonte, e dipende anche da come si gestiscono le seconde dosi Pfizer e da quanto si usa AstraZeneca.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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