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Politica

Bufera su Landini: definisce Giorgia Meloni “cortigiana di Trump”, accuse di sessismo e polemiche politiche

Maurizio Landini definisce Giorgia Meloni “cortigiana di Trump” e scoppia la polemica. La premier replica parlando di “offesa sessista”, mentre la maggioranza chiede scuse che non arrivano.

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È scoppiata la polemica dopo che Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, durante la trasmissione Di Martedìsu La7, ha definito la presidente del Consiglio Giorgia Meloniuna cortigiana di Trump”.
Un termine che ha immediatamente scatenato accuse di sessismo, con il conduttore Giovanni Floris che in diretta ha invitato il sindacalista a chiarire l’espressione, ricordandone la connotazione offensiva.

Landini ha tentato subito di correggere il tiro: “Intendevo dire che Meloni sta alla corte di Trump, che ne è la portaborse politica”. Una precisazione che, tuttavia, non ha fermato l’ondata di reazioni indignate, né da parte della maggioranza né del mondo politico in generale.

La replica della premier e la reazione del governo

La stessa Giorgia Meloni, impegnata a Palazzo Chigi nella definizione della manovra economica, ha reagito via social pubblicando la definizione da dizionario di “cortigiana”, dove, in senso figurato, compare anche il termine “prostituta”.
Quando la sinistra non ha argomenti, per criticare una donna le dà della prostituta”, ha scritto la premier, parlando di “rancore montante” e di un linguaggio indegno del dibattito pubblico.

Le reazioni del governo sono state immediate. Il vicepremier Antonio Tajani ha definito l’uscita di Landini “un linguaggio volgare e sessista, segno dell’incapacità di certi uomini di cambiare cultura”.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha accusato il segretario Cgil di “confondere la libertà di espressione con la libertà di insulto”, mentre la sottosegretaria Wanda Ferro ha parlato di “parole da osteria che offendono la storia del sindacato”.

Nessuna scusa, solo un chiarimento

In una nota successiva, Landini ha ribadito di aver chiarito subito il senso delle sue parole, precisando che non intendeva offendere la premier ma esprimere “un giudizio politico”. Tuttavia, dal leader della Cgil non sono arrivate scuse ufficiali, come richiesto da più parti, anche dall’ala riformista del Pd.

Il silenzio di Schlein e le critiche di Calenda

Sotto pressione anche la segretaria del Pd Elly Schlein, che, interpellata dai cronisti al termine di un convegno al Senato su “Donne, diritti e violenza maschile”, ha preferito non commentare l’episodio.
Più diretto Carlo Calenda, leader di Azione, che ha invitato Landini a “cambiare registro” e ad occuparsi dei problemi concreti del Paese: “Non è con gli insulti che la sinistra batterà la destra”.

Un episodio che incendia il clima politico

Il caso “cortigiana di Trump” infiamma così il clima politico già teso tra governo e sindacati, proprio nei giorni in cui si discute la manovra economica e la riforma del lavoro.
Un incidente verbale che, al di là delle intenzioni, ha riportato al centro del dibattito pubblico il tema del linguaggio sessista e del rispetto verso le donne nella politica italiana, e che rischia di lasciare un segno profondo nei rapporti tra esecutivo e mondo sindacale.

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Cirielli accelera sulla campagna elettorale: spunta l’ipotesi Pisani e cresce il pressing su Lina Lucci

Edmondo Cirielli accelera la campagna elettorale: tra i possibili candidati l’avvocato Angelo Pisani e l’ex segretaria Cisl Lina Lucci. Intanto Fratelli d’Italia nomina nuovi commissari a Napoli e Salerno.

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La campagna elettorale di Edmondo Cirielli, candidato presidente del centrodestra in Campania, entra nel vivo. Al centro dell’agenda, la definizione delle liste elettorali e il consolidamento dell’alleanza con i movimenti civici e moderati.
Durante un incontro a Maddaloni, Cirielli ha presentato la candidatura di Vincenzo Santangelo, ex Italia Viva passato a Fratelli d’Italia, sottolineando che il suo ingresso «rappresenta la volontà della coalizione di allargare al centro».

Con lui sul palco, il deputato Marco Cerreto, la senatrice Giovanna Petrenga e l’eurodeputato Alberico Gambino. Santangelo ha spiegato così il suo passaggio politico:

«Avevo bisogno di tornare in un partito vero, con idee chiare. L’esperienza civica con De Luca è finita: senza di lui non esiste più».

Cirielli non ha risparmiato stoccate agli avversari:

«Fico pur di stare in sella si rimangia ciò che ha detto su De Luca e sul Pd. E De Luca, quando lo insulta, fa il furbo: sa che sta perdendo la Regione e prova a riproporsi come anti-Fico».

Pisani e Lucci, i nomi nuovi per la lista del presidente

Tra le novità in arrivo, spunta la possibile candidatura di Angelo Pisani, noto avvocato e storico legale di Diego Armando Maradona, figura molto conosciuta anche per il suo impegno civico nei Quartieri Spagnoli.
Parallelamente, continua il corteggiamento verso Lina Lucci, ex segretaria regionale della Cisl, che non ha escluso un suo coinvolgimento:

«Sto valutando se candidarmi o sostenere dall’esterno. Accetterei solo se potessi esprimermi in piena libertà».

Cirielli, interpellato sull’ipotesi, ha confermato:

«Sarei onorato di un suo impegno. Ho avuto con lei un ottimo rapporto quando ero presidente della Provincia. Anche se non fosse candidata, mi piacerebbe coinvolgerla nel futuro governo regionale».

Oggi è attesa anche l’adesione del movimento “Sud Protagonista” di Salvatore Ronghi, che porterà con sé un gruppo di candidati nella lista del presidente, tra cui la consigliera uscente Maria Muscarà, ex Movimento 5 Stelle.

Cirielli all’attacco: «Fondi europei sprecati, serve il modello Meloni»

Nel suo intervento, Cirielli ha criticato duramente la gestione dei fondi europei da parte del governo regionale:

«Dei fondi Fesr 2021-2027 solo il 16% è stato effettivamente utilizzato. Basta scaricare le responsabilità: le risorse ci sono, ma serve una rete efficiente sul territorio per sfruttarle fino in fondo».

Il modello da seguire, spiega il candidato del centrodestra, è quello del governo nazionale:

«Il modello Meloni ha garantito stabilità e crescita, con oltre un milione di nuovi lavoratori in Italia. È quello che vogliamo portare anche in Campania».

Fratelli d’Italia: tensioni interne e nuovi commissari

Sul fronte interno, Fratelli d’Italia registra qualche scossa dopo le nomine decise da Giorgia Meloni.
A Napoli, Sergio Rastrelli e Marta Schifone sono stati nominati rispettivamente commissari cittadino e provinciale, dopo la candidatura al Consiglio regionale di Marco Nonno e Ira Fele, moglie del coordinatore provinciale Michele Schiano di Visconti.
A Salerno, la deputata Imma Vietri prende il posto di Giuseppe Fabbricatore, anche lui candidato.

Il commissario regionale Antonio Iannone minimizza:

«È prassi del partito nominare dei reggenti durante le campagne elettorali per garantire pari dignità a tutti i candidati».

Ma qualcuno, nei corridoi del partito, fa notare che nella lettera firmata dalla premier si parla di “commissari” e non di “reggenti”: un dettaglio che alimenta il dibattito interno, destinato a chiarirsi solo dopo il voto.

Bandecchi arruola Boccia, si attende Sangiuliano

Intanto nel campo avversario, Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e leader di Alternativa Popolare, ha ufficializzato la candidatura dell’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, protagonista dell’“affaire Sangiuliano”.
Proprio l’ex ministro della Cultura è dato in pole position come capolista di Fratelli d’Italia, in attesa dell’annuncio ufficiale.

La campagna elettorale campana, intanto, si infiamma. E mentre Cirielli punta su “apertura e radicamento territoriale”, il campo largo e la destra si preparano a una sfida che si annuncia durissima.

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Politica

Fico presenta la sua lista e rilancia la sfida: «Le elezioni si vincono il giorno dopo, lavoriamo casa per casa»

Roberto Fico presenta la sua lista per le regionali in Campania e richiama i suoi alla mobilitazione contro l’astensionismo: «Le elezioni si vincono il giorno dopo, non date nulla per scontato».

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«Le elezioni si vincono il giorno dopo, con un voto in più. Quindi non date nulla per scontato e lavorate pancia a terra coinvolgendo tutti». Con queste parole Roberto Fico, candidato del centrosinistra alle regionali in Campania, ha aperto la presentazione ufficiale della sua lista, ieri mattina a Napoli.
È la seconda volta in 24 ore che l’ex presidente della Camera insiste sul tema dell’astensionismo, dopo l’allarme lanciato per la scarsa affluenza alle urne registrata in Toscana.

«Il vero pericolo è la fuga dal voto, che può colpire il centrosinistra più degli avversari. Bisogna connettersi con il territorio, andare casa per casa, parlare ai cittadini», ha ribadito Fico.

I candidati e i valori della lista

La lista di Fico sarà presente in tutte le province, «un ulteriore tassello per consolidare la coalizione che dovrà battere la destra e costruire una vera alternativa anche a livello nazionale».

Tra i capilista spiccano Giovanni Russo (Napoli), Alfonso Annunziata (Salerno), Virginia Anna Crovella (Caserta), Maria Laura Amendola (Avellino) e Francesco Fiorillo (Benevento).
Gli altri nomi della squadra rappresentano mondi diversi: società civile, associazionismo, impresa e politica. Ci sono Nino Simeone, Carlo Migliaccio, il vicesindaco di Capri Roberto Bozzaotre, l’ex presidente Arcigay Napoli Salvatore Simioli, Rossella Solombrino del Movimento Equità Territoriale, l’ex consigliere regionale Alfonso Longobardi, il manager Giuseppe Ferrara e il giovane blogger Cristian Cutino, sostenuto da Alfonso Pecoraro Scanio, che ha sottolineato «l’importanza di riportare i giovani al voto».

Nella lista anche figure provenienti da esperienze politiche differenti: il centrista Enzo Varriale, l’ex parlamentare renziano Luigi Famiglietti e Valentina Ercolino, già candidata con Catello Maresca alle comunali di Napoli.

«Molti nomi rappresentano percorsi diversi — spiega Fico — chi politico, chi amministrativo, chi sociale. Ma tutti condividono i valori di legalità, partecipazione e giustizia sociale che animano il nostro progetto».

Una campagna “sobria” e basata sull’impegno personale

La campagna elettorale di Fico sarà, come lui stesso la definisce, “sobria” e a basso costo.

«Non faremo spese ingenti, non abbiamo chiesto fondi per scelta: se occorre, organizzeremo cene o sottoscrizioni. Contiamo solo sulle nostre gambe e sull’impegno di tutti».

Il candidato si è detto determinato a risolvere nelle prossime settimane i nodi ancora aperti, dal simbolo della lista civica di De Luca al codice etico dei candidati.

«Abbiamo già messo dei paletti, e chi non li condivide è andato altrove. Valuteremo caso per caso, ma la coerenza sarà la base della nostra coalizione».

Dialogo con Manfredi e unità del centrosinistra

Sul rapporto con il governatore uscente Gaetano Manfredi, Fico ribadisce la volontà di cooperare:

«Stiamo lavorando in modo saldo. La costruzione si fa solo con il dialogo, la lealtà istituzionale e la collaborazione. Non serve guardare ai colori politici, ma pensare al bene della Campania e dei cittadini».

La campagna del candidato del centrosinistra entra dunque nel vivo, con un messaggio chiaro e diretto: riconnettere la politica con i cittadini e riportare al voto chi si sente distante.
Fico punta a una Campania del dialogo, della legalità e del lavoro, pronta a voltare pagina attraverso un centrosinistra unito e credibile.

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L’Italia pronta a partecipare a una forza di stabilizzazione a Gaza: via libera bipartisan in Parlamento

L’Italia si dice pronta a partecipare con i propri militari a una forza di stabilizzazione a Gaza se lo richiederà l’Onu. Governo e opposizioni convergono su una missione condivisa per la pace e la ricostruzione.

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Se l’Onu lo richiederà, l’Italia è pronta a partecipare con i propri militari a una forza di stabilizzazione a Gaza. Lo scenario, discusso in una riunione della task force interministeriale a Palazzo Chigi, segna una rara convergenza tra governo e opposizioni su un tema di politica estera.

Il piano, ancora in fase di definizione, punta a garantire la sicurezza della Striscia dopo la cessazione delle ostilità, aprendo la strada alla ricostruzione civile e istituzionale.

Un piano italiano per la ricostruzione della Striscia

Alla riunione — presieduta dal ministro degli Esteri Antonio Tajani e alla quale hanno partecipato ministri, il nuovo inviato speciale Bruno Archi, Protezione civile e Servizi — sono stati individuati i principali ambiti di intervento: sanità, istruzione, agricoltura, sicurezza e intelligence.

Il documento strategico, annunciato dalla premier Giorgia Meloni al vertice di Sharm el-Sheikh, potrebbe essere presentato ufficialmente alla conferenza per la ricostruzione del Cairo prevista per novembre.

Nel frattempo, il 7 novembre, Abu Mazen sarà a Roma per incontri ufficiali con Meloni e il presidente della Repubblica, mentre la ministra degli Esteri palestinese prenderà parte ai Med Dialogues di Napoli.

Tajani: “Ruolo attivo dell’Italia per la pace”

Intervenendo alla Camera, Tajani ha sottolineato che l’Italia “ha mantenuto vivo il dialogo con Israele e con l’Autorità nazionale palestinese”, ricevendo apprezzamento anche dagli Stati Uniti.

Il ministro ha poi ricordato che “i fatti abbreviano i tempi per il riconoscimento dello Stato di Palestina, ma finché esiste Hamas questo è difficile”. Tajani ha anche condannato i disordini di Udine, parlando di “violenti estremisti pro-Palestina” e garantendo il massimo impegno del governo “contro ogni manifestazione di antisemitismo”.

Opposizioni favorevoli alla missione

Sulla missione internazionale a Gaza, si registra un’inedita unità politica.
Il Pd ha dichiarato sostegno all’operazione, pur criticando un governo “che parla di ricostruzione ma è stato assente durante la distruzione”.

Anche il leader del M5S Giuseppe Conte si è espresso favorevolmente:

“L’Italia può avere un ruolo importante a Gaza. Abbiamo professionisti stimati nel mondo e una capacità straordinaria di dialogo e pacificazione con le popolazioni locali.”

Il piano umanitario “Italy for Gaza”

Nell’attesa che maturino le condizioni per una missione internazionale, l’Italia intensifica l’invio di aiuti umanitari. È in preparazione un convoglio da 100 tonnellate di beni essenziali, raccolti con il contributo delle principali realtà del sistema Paese.

Contribuiremo ancora di più con alimenti e materiali di prima necessità”, ha spiegato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida dopo la prima riunione della task force Italy for Gaza, presieduta da Tajani in assenza della premier Meloni, impegnata al Processo di Aqaba sul terrorismo in Africa.

Secondo il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, l’Italia è pronta ad allestire in pochi giorni ospedali da campo e strutture prefabbricate modulari per le famiglie sfollate.

Scuole, università e assistenza ai bambini

Sul fronte educativo, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha garantito l’impegno per la ricostruzione delle scuole di Gaza, mentre la ministra dell’Università Anna Maria Bernini ha proposto di attivare corsi a distanza e persino la costruzione di un’università nella Striscia.

Il 23 ottobre, inoltre, la ministra sarà in Giordania per accogliere un nuovo gruppo di studenti palestinesi che studieranno in Italia.

Parallelamente, la ministra per la Disabilità Alessandra Locatelli sta lavorando a un programma di assistenza per i bambini palestinesi con gravi disabilità, per garantire cure e sostegno psicologico nei centri medici italiani.

Con la macchina diplomatica e umanitaria in movimento, l’Italia prova così a consolidare il proprio ruolo nel processo di pace e di ricostruzione di Gaza, in una fase cruciale per l’intero Medio Oriente.

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