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Tullio Solenghi: «Da Sanremo santo a Khomeini, fino a Striscia la Berisha. Mi manca la telefonata con Anna»

In una lunga intervista al Corriere della Sera, Tullio Solenghi ripercorre la carriera, le polemiche, la nascita del Trio con Anna Marchesini e Massimo Lopez e confessa la nostalgia per una tv ormai scomparsa.

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Nel corso di una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, Tullio Solenghi ha ripercorso i momenti più intensi e controversi della sua carriera, tra satira, successi e qualche polemica internazionale. Lo storico comico genovese ha ricordato il celebre sketch su San Remo santo, che provocò le ire del Vaticano: «Tutti hanno condotto Sanremo, ma San Remo – il santo – l’ho fatto solo io. Purtroppo in gara c’era Christian e la mia predica iniziava con “con Christian per Christian in Christian”. In Vaticano non la presero bene».

Ancora più clamorosa fu la parodia sull’Ayatollah Khomeini, interpretato da Solenghi insieme a Anna Marchesini e Massimo Lopez. «Rimasi stupito dal clamore – racconta –. Per uno sketch espulsero tre diplomatici iraniani e richiamarono l’ambasciatore a Roma. Prodi ci disse che avevamo fatto lo sketch più costoso della storia della tv».

Non mancarono le accuse anche con Striscia la Berisha, parodia albanese di Striscia la Notizia realizzata con Gene Gnocchi. «Ci accusarono di razzismo – spiega – ma quando una troupe di Tirana venne a fare un servizio, ci dissero che era solo divertente».

DAL TEATRO AL CABARET, IL PRIMO INCONTRO CON GRILLO

Solenghi ha ricordato gli inizi a teatro e il primo spettacolo condiviso con Beppe Grillo: «Facevamo il primo e il secondo tempo dello stesso spettacolo. A volte avevamo solo tre spettatori, e Beppe diceva che avevamo divertito il 70% del pubblico».

Dopo il teatro, arrivò la comicità televisiva e la nascita del Trio: «Conobbi Anna Marchesini e Massimo Lopez quasi per caso. Scrissi ad Anna che, se avessi avuto un’occasione importante, l’avrei chiamata. Quando li radunai a Genova, da lì partì tutto».

IL TRIO E IL SUCCESSO DEI PROMESSI SPOSI

Il Trio trovò subito il favore del pubblico grazie alla parodia di Lascia o Raddoppia e al celebre adattamento de I Promessi Sposi, diventato un cult televisivo. «Un’idea nata per caso, a una cena – ricorda Solenghi –. Quella signora che suggerì la cecata di Anna ci regalò lo spunto del secolo».

La regola del Trio era chiara: «Decidevamo tutto all’unanimità, mai a maggioranza. Abbiamo buttato centinaia di pagine perché non convincevano tutti e tre».

TULLIO SOLENGHI
MASSIMO LOPEZ

LO SCIOLGIMENTO E LA NOSTALGIA DI ANNA

Dopo dodici anni, la decisione di fermarsi arrivò da Massimo Lopez: «La creatività si era affievolita. Meglio chiudere quando ti dicono “rimani” che quando ti dicono “vattene”».

Oggi Solenghi confessa quanto gli manchi la compagna di scena Anna Marchesini: «Mi manca la telefonata quotidiana con Anna. Condividevamo tutto con l’occhio obliquo del Trio». Con Lopez, invece, il legame è rimasto indissolubile: «Abbiamo fratelli naturali, ma tra di noi ci chiamiamo fratellini».

LA TV DI UNA VOLTA E IL RITORNO A TEATRO

Solenghi oggi è tornato alle origini, portando in scena Gilberto Govi, simbolo della comicità ligure. «Dopo un’ora di trucco divento lui – racconta – per restituirlo al pubblico».

Critico verso la televisione moderna, ricorda con nostalgia quella degli anni d’oro: «Una volta si provava in sala, oggi se chiedi la sala prove ti prendono per matto».

Vegetariano da oltre cinquant’anni, confessa anche la sua scelta etica: «Non accetto animali di serie A e animali di serie B. Perché salviamo le balene e facciamo la mattanza dei tonni?».

(le foto sono di Imagoeconomica)

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Renzo Arbore e la memoria di una vita: l’infanzia, la musica, gli incontri decisivi. L’intervista al Corriere della Sera

Dall’infanzia a Foggia ai miti americani, dagli esordi Rai all’amicizia con Dalla, fino a Battisti e Melato: il racconto di Renzo Arbore in una lunga intervista al Corriere della Sera.

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«Il mio primo ricordo? Il Duce». Così Renzo Arbore apre il suo racconto nell’intervista al Corriere della Sera, rievocando Riccione negli anni Trenta e un Mussolini rimasto senza costume in mare. Poi la guerra, «l’odore delle micce sulle candele» e la fame combattuta «con pane e zucchero». Nel Palazzo Arbore a Foggia, rifugio durante i bombardamenti, il piccolo Renzo intratteneva gli sfollati cantando La bela Gigogin e le canzoni della balia friulana.

Gli americani e la nascita di un amore

Sfollato a Chieti, Arbore vide sfilare gli ultimi tedeschi e poi arrivare gli americani «con la musica sulle jeep». Tornato a Foggia, di fronte a casa sua c’era un circolo ricreativo USA dove suonavano Benny Goodman e Stan Getz. Da lì, l’imprinting: jazz e canzone napoletana.

L’artista come destino

Da ragazzo studiava i personaggi del corso cittadino: «lo scappato di casa, il mobiliere, la bonona», e soprattutto «l’artista», come Humbert, “l’inventore dell’acqua tiepida”. Da quell’umorismo goliardico nascerà una carriera. Anche ufficiale: «Ho una laurea in goliardia», dice Arbore, consegnata da Umberto Eco.

Ricordi, Napoli e l’incontro con Padre Pio

Figlio di una famiglia monarchica, votò monarchico la prima volta. Conobbe Padre Pio diciottenne: «Facèsse che vòle», gli disse il frate sul suo futuro. Si trasferì poi a Napoli per studiare Giurisprudenza, tra serate allo USO Club e tagli “crew cut” che ispirarono Tu vuo’ fa’ l’americano.

L’arrivo in Rai, Boncompagni e la Roma degli anni d’oro

A Roma, grazie a un consiglio arrivato da Foggia, superò il concorso Rai come maestro programmatore. Al suo fianco Gianni Boncompagni, «maledetto toscano, intelligentissimo», con cui inventò Alto gradimento. È l’epoca delle prime notti romane, dell’incontro con Gabriella Ferri e della scoperta di Lucio Battisti: Arbore fu quello che gli mise la chitarra in mano e lo convinse a cantare Per una lira.

Melato, Dalla e gli amori che segnano

Fra le foto che riempiono la sua casa, spunta il ricordo di Mariangela Melato: «Ci siamo amati tutta la vita». Racconta il primo incontro, la festa da Agostina Belli e Battisti che improvvisa Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi. Ancora più indietro, l’infanzia condivisa con Lucio Dalla senza saperlo: «Era il figlio della modista di Bologna che veniva a casa mia».

La tv che cambia tutto

Dopo Per voi giovani arriva la rimozione, poi Alto gradimento. E ancora L’altra domenica, con il debutto di Roberto Benigni («Abbiamo già provato, ora vai in onda»), fino a Quelli della notte, che «esplose in mano»: Bracardi, Frassica, Laurito, Marchini, Luotto, D’Agostino. Una rivoluzione.

Gli incontri incredibili: da Craxi a Adriana Faranda

Arbore ricorda l’ultima notte romana di Bettino Craxi, prima della fuga in Tunisia, e una colazione con «una bella ragazza» che si rivela Adriana Faranda: «Non ti ricordi? Siamo stati a un passo dal chiamare L’Altra domenica».

L’Orchestra Italiana e il rimpianto dei figli

Dopo Indietro tutta!, nasce l’Orchestra Italiana: «1.600 concerti in tutto il mondo». E una confessione: «Mi manca non aver avuto figli. Ma forse, con i grandi amori che ho vissuto, non avrei fatto tutte queste imprese».

Renzo Arbore, nella sua casa romana, è la memoria vivente di un’Italia che non c’è più, e che il Corriere della Sera ha saputo far raccontare dalla sua voce più autentica.

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Napoli, Conte chiede rinforzi subito: 50 milioni per il mercato di gennaio e rivoluzione in vista

Conte vuole interventi immediati sul mercato: 50 milioni pronti, diversi giocatori verso l’addio e obiettivi pesanti a centrocampo e sulle fasce. Il Napoli prepara una rivoluzione.

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Occhio ai miraggi: Conte non ha ricaricato le pile. Domani ritroverà parte del suo Napoli, al completo solo mercoledì, appena 72 ore prima della sfida con l’Atalanta. L’allenatore pretende che nessuno metta in discussione i suoi metodi e vuole interventi immediati sul mercato di gennaio. De Laurentiis è pienamente d’accordo.

Esami per Lang, Lucca, Neres e Marianucci

Non tutte le operazioni estive hanno convinto: Lang, Lucca, Neres e Marianucci rischiano la cessione. Gennaio è lontano, ma è già tempo di test. In calendario ci sono sei gare di campionato, due di Champions, la Coppa Italia e la trasferta a Riad. Manna, su indicazione di Conte e De Laurentiis, si sta muovendo per chiudere almeno due acquisti a centrocampo.

Un budget da 50 milioni nonostante il bilancio

Il Napoli è pronto a investire almeno 50 milioni. Poco importa la perdita da 30 milioni al 30 giugno: non è il momento dell’austerità e si prepara una manovra radicale.

DIFESA

Nonostante il ko di Meret, Manna punta su Contini come vice Milinkovic. Serve un terzino destro: Mazzocchi partirà, Di Lorenzo deve rifiatare e Spinazzola non basta.

L’obiettivo è Brooke Norton-Cuffy del Genoa, valutato 15 milioni ma difficile da cedere per il club ligure. Juanlu Sanchez del Siviglia costa circa 20 milioni e senza sconti non si procede.

Tra gli esuberi dei grandi club c’è Sacha Boey del Bayern Monaco, ma accetterebbe difficilmente il ruolo di vice Di Lorenzo. Marianucci potrebbe andare in prestito, mentre Beukema resta intoccabile.

CENTROCAMPO E ATTACCO

Nessuno svincolato: servirebbe troppo tempo per portarli in forma. Anguissa torna a fine gennaio, De Bruyne a febbraio. Conte cerca rinforzi pesanti.

Il rapporto con il Manchester United apre alla pista Kobbie Mainoo, 20 anni: lo United chiede almeno 40 milioni. In alternativa, Arthur Atta dell’Udinese costa circa 20 milioni. Nel mirino anche Pellegrini della Roma e soprattutto Morten Frendrup del Genoa, entrambi difficili da liberare.

Valutato anche Weston McKennie, in scadenza con la Juventus.

In attacco potrebbe scattare una rivoluzione: se Lang e Lucca trovassero acquirenti, Conte e De Laurentiis potrebbero tornare su Federico Chiesa, ancora in bilico nel Liverpool.

Rinnovi: Rrahmani verso la firma

Manna lavora sui prolungamenti: Rrahmani è vicino al rinnovo di due anni, restano solo dettagli e non si prevedono intoppi.

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Robbie Williams: «La mia vista peggiora per le iniezioni dimagranti». L’allarme della popstar

Robbie Williams rivela un peggioramento della vista e collega il problema alle iniezioni dimagranti. L’artista racconta la sua esperienza per avvertire sui potenziali rischi.

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«La mia vista è offuscata, sta peggiorando». Robbie Williams lo confessa al «The Sun», spiegando di avere sempre più difficoltà a vedere il pubblico durante i concerti. Il problema è emerso guardando una partita di football: «Non riuscivo a distinguere i giocatori, erano solo macchie su un campo verde».

Il sospetto sul trattamento dimagrante

In un primo momento Williams pensava fosse un normale calo dovuto all’età. Un ottico gli ha consigliato di cambiare occhiali, ma senza alcun miglioramento. A quel punto la popstar ha collegato il peggioramento della vista alle iniezioni per dimagrire, decidendo di parlarne pubblicamente per «avvertire le persone sui potenziali rischi» e invitare tutti a informarsi prima di intraprendere cure simili.

Una dipendenza difficile da rompere

Nonostante il problema, Williams ammette: «Sono così malato che probabilmente continuerei a prenderlo finché non mi sarà completamente scomparsa la vista da un occhio».

La nuova routine quotidiana

Il cantante racconta anche di essere diventato «una di quelle persone a cui piace allenarsi». Ogni giorno, dice, «mi alzo e faccio esercizi», mostrando un impegno costante nel mantenersi in forma.

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