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Politica

Brunetta: Pil al 6,3% con l’addio allo smart work

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L’effetto-rimbalzo dopo il 2020 peggiore di sempre, lo stimolo del recovery Ue, e per finire lo stop allo smart working dal 15 ottobre a partire dalla Pubblica amministrazione: secondo il ministro Renato Brunetta sono gli ingredienti che faranno fare uno scatto in avanti alla crescita nell’ultimo trimestre fino a superare la stima, gia’ oltre le attese iniziali, di un +6% di Pil nel 2021. Il governo punta tutto sulla ripresa fiducioso che, per mettere il debito in un sentiero di sostenibilita’, occorre assicurare (anche nel futuro) un tasso di crescita nominale superiore all’interesse pagato sui Btp. E ora la decisione di introdurre il green pass obbligatorio, col ritorno dei dipendenti della p.a. al lavoro in presenza, offre l’opportunita’ di un’ulteriore spinta attraverso i consumi. “Venerdi’ della prossima settimana avremo un d-day”, dice il ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione, quello del ritorno alla “piena normalita’” per milioni di dipendenti pubblici in smart working: la “piu’ grande manovra di politica economica” prima che sanitaria, la definisce Brunetta, perche’ sblocchera’ “tutto il potenziale di crescita, lavoro, redditi, mobilita’”. La Nadef ha confermato la revisione al rialzo, al 6%, della stima di crescita del Governo per il 2021, che nel Documento economico e finanziario dello scorso aprile era data al 4,5%, e ha segnato un 4,7% nel 2022 attraverso le misure messe in cantiere. Grazie all’addio allo smart working, dice Brunetta intervistato a ‘Forum in Masseria’, si puo’ fare ancora di piu’. Il grande rientro al lavoro in presenza con obbligo di green pass “significa che intere parti delle nostre citta’ ricominciano a vivere, pensiamo all’Eur che era mezza vuota perche’ non c’erano piu’ i dipendenti pubblici che frequentavano i ministeri: le nostre 14 citta’ metropolitane ricominciano a vivere nella propria pienezza”. Vuol dire, spiega ancora – “consumi, e consumi vuol dire reddito: questo vorra’ dire molto probabilmente per l’ ultimo trimestre di questo 2021 un boom, oltre il 6%. Brunetta cita anche i numeri: un “6,2-6,3%, con un ulteriore elemento, che il trascinamento di quest’anno sul prossimo sara’ molto alto. E’ molto probabile che il 2022, partendo da questa eredita’ positiva di reddito e di consumi del 2021, dia una sorpresa positiva di crescita attorno al 5%”. Sommando i due tassi di crescita 2021 e 2022, il ministro stima “oltre 11%”, che e’ oltre due punti in piu’ di quello che abbiamo perso durante la pandemia” col -9% del 2020. L’Ue, secondo le stime della Bce, colmera’ il gap di crescita creato dalla pandemia gia’ a fine 2021. Per l’Italia ci vorra’ un po’ di piu’ dato l’impatto devastante del Covid-19. E non sara’ semplice raddoppiare il tasso di crescita potenziale, obiettivo del ministro dell’Economia Daniele Franco che impone un ritmo di riforme strutturali mai visto prima. Le riforme di fisco e concorrenza sono in cantiere, sulle opere del recovery dal lato infrastrutturale “abbiamo gia’ trasferito gran parte dei 62 miliardi agli enti attuatori, come Rfi o le Regioni o i Comuni che ora devono realizzare le opere”, spiega il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Enrico Giovannini. Brunetta punta all’efficientamento della P.a. chiesto dal Recovery, “sto mettendo in piedi il LinkedIn italiano per il reclutamento delle migliori risorse nella nostra pubblica amministrazione”, e al lavoro in presenza e a tutto il suo ‘indotto’ di consumi. Con un occhio – approfittando dell’occasione del Forum intitolato a ‘Economia e Vino’ – alla legge per la valorizzazione della filiera eno-gastronomica: “ho gia’ avuto il via libera del ministro dell’Agricoltura Patuanelli, dovremmo approvarla alla Camera entro quest’anno”.

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Ue: nuovo colloquio telefonico von der Leyen-Meloni

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La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la premier Giorgia Meloni hanno avuto un colloquio telefonico ieri in serata. Lo riferisce una portavoce dell’esecutivo Ue. La conversazione si è concentrata su “tutte le questioni di interesse comune attuale”, compreso il sostegno all’Ucraina e il dossier dei dazi nel quadro della trattativa tra l’Ue e l’amministrazione Trump.

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Politica

Elezioni comunali Napoli: sfida di Paolo Russo a Marigliano e ritorno degli ex sindaci

Paolo Russo in corsa a Marigliano, ex sindaci in campo e centrodestra solido: ecco come cambiano le elezioni comunali nella provincia di Napoli tra sorprese e conferme.

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Tornano tanti ex sindaci nella città metropolitana di Napoli, mentre il campo largo annaspa e crolla l’asse Pd-Cinque Stelle. Il Movimento fondato da Conte praticamente scompare, mentre il centrodestra, pur con qualche difficoltà, regge. Proliferano le liste civiche e resta alta l’attenzione sulle liste pulite e sull’eventuale presenza di “impresentabili”.

Marigliano: la sfida di Paolo Russo

A Marigliano la novità è Paolo Russo (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Mara Carfagna), ex deputato di lungo corso, che scende in campo nella sua città d’origine. La sua coalizione “Cuore civico” raccoglie pezzi di centrodestra, società civile ed esponenti progressisti. Il Pd ha invece scelto un altro candidato: Gaetano Bocchino, sostenuto anche da Azione, Verdi e Sinistra. Terzo candidato è Ciro Panariello, appoggiato da una lista civica.

Giugliano: centrodestra contro un centrosinistra diviso

A Giugliano, la città più popolosa della provincia, si sfidano Giovanni Pianese con il centrodestra, Diego D’Alterio con il centrosinistra senza il Movimento 5 Stelle, e Salvatore Pezzella, ex esponente grillino, ora sostenuto da una civica. Resta la spada di Damocle della commissione d’accesso prefettizia che potrebbe portare allo scioglimento per infiltrazioni.

Nola: il Pd rinuncia e resta fuori dalla corsa

A Nola il Pd si sfila a sorpresa e lascia il campo a quattro candidati: Maurizio Barbato (Fratelli d’Italia), Andrea Ruggiero (Per e civiche), Agostino Ruggiero (sostenuto dai socialisti) e Antonio Ciniglio (civiche territoriali). Il ritiro del candidato Pd Giuseppe Tudisco ha lasciato spazio a una corsa senza bandiere ufficiali del centrosinistra.

Volla: sei candidati e la conferma dell’instabilità politica

A Volla si conferma il record di instabilità politica: sei i candidati a sindaco. Tra loro due ex primi cittadini: Giuliano Di Costanzo (sostenuto dal Pd) e Pasquale Di Marzo (civiche). In corsa anche Lino Di Donato (centrodestra), Roberto Barbato (civica), Gennaro Burriello (Potere al Popolo) e Gianluca Pipolo (civiche).

Casavatore: sfida tra ex sindaci

A Casavatore la sfida è tra Vito Marino (appoggiato da cinque civiche), Fabrizio Celaj (Pd e civiche) e Mauro Muto (Fratelli d’Italia). Marino e Muto hanno entrambi già guidato il Comune in passato.

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Zelensky: da Meloni una posizione chiara, la apprezzo

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“Oggi a Roma ho incontrato la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Abbiamo discusso dell’importanza delle garanzie di sicurezza per l’Ucraina e degli sforzi per ripristinare la pace e proteggere le vite umane”. Lo ha scritto su X Volodymyr Zelensky. “46 giorni fa l’Ucraina – scrive – ha accettato un cessate il fuoco completo e incondizionato e per 46 giorni la Russia ha continuato a uccidere il nostro popolo. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione all’importanza di esercitare pressioni sulla Russia”. Ed ha aggiunto: “Apprezzo la posizione chiara e di principio di Giorgia Meloni”.

Il leader ucraino ha aggiunto di aver “informato” la premier italiana “degli incontri costruttivi tenuti dalla delegazione ucraina con i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania a Parigi e Londra. C’è una posizione comune: un cessate il fuoco incondizionato deve essere il primo passo verso il raggiungimento di una pace sostenibile in Ucraina”.

(la foto in evidenzaè di Imagoeconomica)

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