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Botte alla figlia disabile e insulti degradanti e disumani: “Avveleniamo la scimmia”

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“Odio mia figlia, ho un rifiuto per lei. Mi conosci, anneghero’ lei e la picchiero’ di continuo. Non sopporto la sua voce… brutta scimmia. Faccio finta di darle da mangiare, ma la pizzico”. A parlare di questa bambina di 3 anni mezzo e’ la mamma, una donna egiziana di 29 anni arrivata in Italia nel 2010 assieme al marito, suo connazionale e coetaneo. Le frasi sono una minima parte dell’orrore intercettato dalla polizia locale di Milano nel corso dell’indagine sui maltrattamenti subiti dalla piccola negli ultimi mesi. Violenze fisiche e psicologiche spinte da un odio innaturale verso quella figlia con l’unica colpa di avere una disabilita’ cognitiva. Una condizione mai riconosciuta ufficialmente e che ora si sospetta possa essere conseguenza del maltrattamento. I genitori sono stati arrestati venerdi’ su un autobus in stazione Centrale diretto a Malpensa. Portavano con se’ gli altri 4 figli (di eta’ compresa tra uno e mezzo e 8 anni), in tasca avevano un biglietto di sola andata per l’Egitto. Agli agenti hanno chiesto di sbrigarsi perche’ temevano di perdere il volo. Mentre li arrestavano, la loro bambina era al sicuro all’ospedale Fatebenefratelli, dove questa storia e’ partita. Il 15 maggio l’uomo si e’ presentato con la figlia, ha detto che lamentava dolore al braccio per una caduta accidentale. La bambina era in pessime condizioni igieniche, la radiografia ha evidenziato una frattura scomposta e altre 15 lesioni con calcificazione in corso risalenti a settimane prima. L’hanno tenuta in osservazione e due giorni dopo hanno avvertito gli agenti dell’Unita’ tutela donne e minori della polizia locale che hanno chiesto al pm di avviare le intercettazioni. “Ho fatto cose bruttissime che non puoi immaginare alla scimmia – dice la madre in arabo al marito – Le ho pure rotto il braccio (?). L’ho picchiata a morte. Lei capisce, lei sa tutto, ma e’ furba e viziata”.

 

I coniugi vivono in una casa abusiva a San Siro, non distante da quella via Ricciarelli dove il 22 maggio scorso Alijca Hrustic ha ucciso di botte il suo bambino di 2 anni. Il padre e’ un muratore, lei una casalinga che aveva il compito di accudire i cinque figli. E invece come li trattava lo racconta lei: “Sono stanca e ho picchiato X e Y (altri due figli, ndr) per colpa sua. Mi conosci; anneghero’ lei e la picchiero’ di continuo”. A questo punto il marito risponde con fermezza: “Allora la uccido”. La donna replica: “Si’, posso anche io, metto il veleno dentro il suo mangiare. Ho fatto cose bruttissime che non puoi immaginare alla scimmia. Stai con lei, cosi’ capisci cosa passavo con lei. La scimmia e’ un grosso problema”. Da quando e’ entrata in ospedale la piccola non ha mai lasciato la struttura ed e’ stato impedito ai genitori di continuare le violenze. Nelle conversazioni e’ infatti emerso il loro piano per rapirla, salvo poi decidere di eliminare il “problema”. “Se vado in ospedale me la mangio viva. Non sopporto la sua voce, brutta scimmia, sei una grande merda! Mi ha stancato tantissimo questa scimmia”. La soluzione e’ suggerita dal compagno al telefono: “Portala in bagno ora e strangolala subito. Chiudi il suo naso cosi’ non respirera’ piu’ e falla finita”. Davanti al Gip, i due, assistiti dal legale Emanuele Bellani, hanno negato ogni cosa dicendo che la piccola “e’ caduta in casa, ha sbattuto e si e’ fatta male da sola”. Il giudice ha pero’ convalidato il loro fermo.

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Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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