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Battaglia nel Pd per l’assoluzione di Marino: Renzi dice che fu vittima del fango del M5S, Morassut sostiene che fu cacciato dal partito

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Il caso degli scontrini “contro Marino è stata una violenta campagna di fango del M5S contro l’allora sindaco per i suoi guai giudiziari”, secondo Matteo Renzi. “Le dimissioni di 26 consiglieri del Pd e il decadimento del sindaco non avevano niente a che fare coi problemi giudiziari o con gli scontrini – scrive nell’Enews l’allora premier -. Nel 2015 la scelta del Pd romano fu totalmente figlia di valutazioni amministrative legate al governo di Roma. Il Pd romano prese una decisione politica”. “Pensierino della sera – scrive Renzi -. Dopo il sindaco Raggi anche un altro sindaco di Roma, Ignazio Marino, è stato assolto. Ne sono felice perchè solo i vigliacchi brindano per le condanne. Noi siamo garantisti sempre. La vicenda degli scontrini contro Marino è stata una violenta campagna di fango del Movimento Cinque Stelle contro l’allora sindaco per i suoi guai giudiziari. Portarono persino le arance in Consiglio Comunale, gesto barbaro, che peraltro si è ritorto contro gli stessi grillini”. “Quanto alle polemiche interne al Pd, ricordo che le dimissioni di 26 consiglieri del Pd e il decadimento del sindaco non avevano niente a che fare coi problemi giudiziari o con gli scontrini – prosegue il senatore Pd -. Nel 2015 la scelta del Pd romano fu totalmente figlia di valutazioni amministrative legate al governo di Roma. Il Pd romano prese una decisione politica, non fece una guerriglia giudiziaria. Si può essere d’accordo con la scelta dei consiglieri oppure no. Ma quella era una scelta politica non giudiziaria: sovrapporre i piani serve solo a regalare ai Cinque Stelle un alibi per le responsabilità nella campagna di fango che vide protagonisti loro, non certo il Pd”.

Ma questa è l’opinione di Matteo Renzi, all’epoca il grande rottamatore. A ricordargli che Marino fu anche (forse soprattutto) vittima di fuoco amico, è il deputato e membro della Direzione nazionale del Pd Roberto Morassut. “Ignazio Marino fu costretto a dimettersi in modo innaturale, anzi assurdo, con una modalità decisamente antidemocratica. Sarebbe stato più giusto e trasparente, se proprio non si poteva più fare nulla, porre fine a quella esperienza con un voto in consiglio comunale” scrive in una nota il deputato e membro della Direzione Pd Roberto Morassut. “Ma io credo che si sarebbe dovuto fare di tutto per compattare i ranghi con uno sforzo nazionale e locale che invece non ci fu, affrontando i nodi politici apertamente – continua Morassut -. Oggi paghiamo ancora il prezzo di quelle manchevolezze. Il fallimento di quella esperienza amministrativa si deve attribuire complessivamente al Pd ed al centrosinistra di allora che si rivelò non all’altezza della prova sia politicamente che amministrativamente. Oggi, a distanza di anni, dovremmo riflettere su questo guardando a quel che serve ora per Roma, più che tornare sulle vecchie polemiche. Una classe dirigente, se esiste, deve fare questo”. E siccome la verità è merce rara, occorre dare atto a Matteo Orfini, di non essere ipocrita. “Alcuni, compreso qualche dirigente del Pd, mi chiedono di scusarmi per la scelta di avere sfiduciato Ignazio Marino. Ovviamente non credo di doverlo fare, perchè quella scelta l’ho assunta spiegando fin dal primo momento che non era legata all’inchiesta. Marino non era adeguato a quel ruolo, stava amministrando male Roma, la città era un disastro” spiega Matteo Orfini, che durante l’era Marino era commissario del Pd di Roma, in un post su Facebook. Come dire: l’ho cacciato io. E lui, Orfini, era il partito all’epoca. Poi le cose cambiano…

 

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Rafa Benitez: Napoli può vincere lo scudetto, Inter a rischio

Rafa Benitez analizza la corsa scudetto in un’intervista al Corriere della Sera: Napoli favorito, Inter tra campionato e Champions, il peso di Lautaro e Lukaku.

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Una lunga carriera tra successi in Europa, esperienze sulle panchine di Inter e Napoli, e un occhio sempre attento al grande calcio internazionale. Rafa Benitez, intervistato dal Corriere della Sera, analizza con precisione la corsa scudetto italiana, sorprendentemente riaperta nelle ultime settimane.

Napoli favorito per lo scudetto? Per Benitez sì

«Dieci giorni fa avrei detto Inter senza alcun dubbio», ammette Benitez. «Anzi, pensavo addirittura al triplete. Ma il calcio è affascinante proprio per la sua imprevedibilità». Guardando al calendario e agli impegni europei della squadra di Inzaghi, l’ex tecnico ritiene che il Napoli abbia ora «qualche possibilità in più».

Benitez non nasconde il suo affetto per Napoli, dove ha allenato due anni: «Lì ho vinto due titoli e credo di aver dato il via a un cambiamento culturale. Volevo internazionalizzare il Napoli e in qualche modo ci siamo riusciti».

L’Inter tra campionato e sogno Champions

Benitez vede l’Inter di Inzaghi ancora fortissima, ma sottolinea: «Giocare la Champions ti sottrae inevitabilmente energie mentali. La gara col Barcellona sarà decisiva. In campionato conteranno i nervi saldi più della rosa lunga».

E sulla propria breve esperienza nerazzurra dice: «In sei mesi ho vinto due trofei. Avevo la consapevolezza che serviva un ricambio generazionale. Non sempre le idee coincidono, ma resto convinto delle mie scelte».

Inzaghi e Conte, due filosofie diverse

Ragionando sui tecnici protagonisti della corsa scudetto, Benitez distingue bene i caratteri: «Inzaghi è misurato, solido, trasmette calma. Conte invece si alimenta della tensione, trae energia dal suo temperamento battagliero. Entrambi vincenti, ma con approcci opposti».

Lautaro e Lukaku gli uomini decisivi

Se deve scegliere un uomo chiave per la volata finale, Rafa non ha dubbi: «Lautaro per l’Inter, Lukaku per il Napoli. Due attaccanti determinanti. Senza dimenticare due cervelli in mezzo al campo come Lobotka e Calhanoglu».

L’amore per la panchina

Infine, quando gli chiedono se sente la mancanza della panchina, Benitez sorride: «Sono un uomo di calcio, mi aggiorno continuamente, amo il mio lavoro. Faccia lei».

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Cinema

Cristina Comencini: il cinema delle donne è una nuova ricchezza. Io dalla parte delle donne sempre

Cristina Comencini racconta al Corriere della Sera il successo de “Il treno dei bambini”, la sua visione sul cinema delle donne, la politica e il suo nuovo amore.

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Cristina Comencini (le foto sono di Imagoeconomica), con il suo ultimo film “Il treno dei bambini” tratto dal romanzo di Viola Ardone e disponibile su Netflix, ha raggiunto quasi trenta milioni di visualizzazioni. «Mi sembra incredibile», racconta, «ma credo che il tema profondo del dopoguerra, del trauma che la guerra lascia sui sentimenti, abbia colpito il pubblico di tutto il mondo».

Il cinema tra piattaforme e sale

«Portare la gente in sala è bellissimo, ma difficile. Le piattaforme e il cinema possono coesistere. L’importante è, come diceva mio padre Luigi Comencini, mantenere sempre la massima verità e bellezza in quello che si crea», afferma Cristina, riflettendo sulla trasformazione del mondo cinematografico.

Il successo e la nuova generazione di registe

Comencini riconosce l’importanza del successo ma non lo vive come un punto di arrivo: «È un mestiere da montagne russe». È felice dell’affermazione di tante donne nel cinema italiano, come Paola Cortellesi, sottolineando: «Il cinema si è finalmente aperto alle storie delle donne, arricchendosi di nuove prospettive».

Il rapporto con la famiglia e il film di Francesca Comencini

Cristina racconta il forte legame con le sorelle e commenta il film di Francesca Comencini su loro padre Luigi: «Una scelta giusta. Ognuno vive un padre a modo suo». Nessuna gelosia, ma un affetto profondo che ha sempre unito la famiglia.

CRISTINA COMENCINI REGISTA

Politica, femminismo e il ruolo di Giorgia Meloni

Comencini ribadisce la sua radice di sinistra e il suo impegno per il femminismo: «Il sostegno reciproco tra donne non deve mai venir meno». Sul premier Giorgia Meloni, pur nella distanza politica, riconosce: «Per la sua parte politica sta facendo bene».

I cambiamenti nell’estetica e il coraggio delle attrici

Parlando di Giovanna Mezzogiorno, Cristina denuncia il problema della discriminazione estetica nel cinema: «Finalmente si inizia a dare meno peso all’apparenza e più al talento».

La maternità precoce e l’amore ritrovato

Diventata madre a 18 anni, Cristina confida di non aver rimpianti: «Mi ha dato la ricchezza di tutto ciò che ho scritto». Oggi vive una nuova fase felice della sua vita con il documentarista francese François Caillat, tra Roma e Parigi.

Il futuro: un nuovo romanzo in arrivo

Cristina annuncia anche il suo prossimo romanzo, “L’epoca felice”, che uscirà a ottobre per Feltrinelli: «Parlerà dell’adolescenza e della capacità della vita di sorprenderci anche quando meno ce lo aspettiamo».

 

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Esteri

Tragedia al festival Lapu Lapu a Vancouver: suv travolge la folla, morti e feriti

Durante il festival filippino Lapu Lapu a Vancouver, un suv ha investito la folla causando diversi morti e feriti. Arrestato il conducente. La città è sconvolta.

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Diverse persone sono morte e molte altre sono rimaste ferite durante il festival del “Giorno di Lapu Lapu” a Vancouver, nell’ovest del Canada, quando un suv ha investito la folla. La polizia locale ha confermato che il conducente è stato arrestato subito dopo l’incidente, avvenuto intorno alle 20 ora locale (le 5 del mattino in Italia).

Il cordoglio della città e della comunità filippina

La tragedia ha sconvolto l’intera città e, in particolare, la comunità filippina di Vancouver, che ogni anno organizza il festival in onore di Lapu Lapu, eroe della resistenza contro la colonizzazione spagnola nel XVI secolo. Il sindaco Ken Sim ha espresso il proprio dolore: «I nostri pensieri sono con tutte le persone colpite e con la comunità filippina di Vancouver in questo momento incredibilmente difficile», ha scritto su X.

Le drammatiche immagini dell’incidente

Secondo quanto riferito dalla polizia e riportato dalla Canadian Press, il suv ha travolto la folla all’incrocio tra East 41st Avenue e Fraser Street, nel quartiere di South Vancouver. I video e le immagini diffusi sui social mostrano scene drammatiche: corpi a terra, detriti lungo la strada e un suv nero gravemente danneggiato nella parte anteriore. Testimoni parlano di almeno sette persone rimaste immobili sull’asfalto.

Il dolore delle autorità

Anche il premier della Columbia Britannica, David Eby, ha commentato la tragedia: «Sono scioccato e con il cuore spezzato nell’apprendere delle vite perse e dei feriti al festival». La comunità è ora unita nel cordoglio, mentre proseguono le indagini per chiarire le cause dell’accaduto.

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