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Cronache

Auto esplosa in Tangenziale, troppe cose non tornano

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“Prima di tutto sono vicino alle due persone rimaste ferite nell’esplosione, avvenuta venerdì alle 14 sulla Tangenziale di Napoli, e alle loro famiglie. Ma su questo episodio bisogna fare immediatamente chiarezza perché troppe cose non tornano e, solo per una serie fortuita di coincidenze, non si è trasformato in una strage. Le indagini in corso dovranno chiarire i tanti dubbi formulati dai familiari stessi di uno dei feriti: cosa trasportassero il giovane tirocinante e la ricercatrice; chi li ha incaricati di questo tipo di servizio; se ci fossero tutte le condizioni di sicurezza per effettuare il trasporto di materiale che poi è esploso in un orario con temperature estremamente elevate. Chiedo una collaborazione del Cnr per dare una risposta ai tanti quesiti che mi lasciano perplesso, per evitare che tragedie simili accadano in futuro”.

Sono le parole del deputato di Alleanza Verdi – Sinistra Francesco Emilio Borrelli che ha raccolto l’appello del cugino di uno dei feriti affinché si faccia luce sull’intera vicenda. “Mio cugino Fulvio è stabile e sia lui che la famiglia stanno ricevendo uno straordinario supporto dall’equipe medica che lo segue con grande professionalità e umanità – ha detto Fabio Corsaro – adesso tutte le nostre energie sono concentrate affinché possa riprendersi il prima possibile. Tuttavia ritengo indispensabile che venga chiarito come mai un tirocinante prossimo alla laurea fosse stato designato per quell’incarico di trasportare materiale evidentemente pericoloso insieme a una ricercatrice. Quale sia il valore aggiunto per un tirocinio offerto da un’attività del genere resta un mistero. Dal Cnr non abbiamo ancora ricevuto nessun contatto, aspettiamo che le indagini facciano il loro corso per dare un senso o una spiegazione a questa tragedia che ha colpito un giovane 25enne che sta per laurearsi in Ingegneria meccanica, sogna di lavorare in Ferrari e ha tanti progetti da realizzare”.

Ecco il messaggio integrale di Corsaro pubblicato su Facebook. 
Ieri pomeriggio sulla tangenziale di Napoli è esplosa un’auto in transito. Una notizia ripresa presto da tutti i media locali e nazionali per la gravità dell’incidente. In quella macchina c’erano due persone, una di queste era mio cugino, Fulvio.
Fulvio è ricoverato nel reparto Grandi Ustionati del Cardarelli. Non sappiamo molto: potrebbe essere ustionato gravemente dalla testa ai piedi, essere irriconoscibile, avere ferite insanabili o essere in una situazione meno disperata. La mente corre e non si placa in assenza di informazioni concrete.
Fulvio è un ragazzo gentile di 25 anni, primogenito di tre figli, appassionato di palestra e motori, in procinto di laurearsi al percorso Motoristico, appunto, della magistrale di Ingegneria Meccanica.
A Fulvio bastavano pochi crediti per chiudere il percorso di studi, tra cui alcuni CFU da ottenere con un tirocinio curriculare che stava svolgendo presso il CNR di Napoli. Come emerso dai fatti di cronaca, la deflagrazione dell’auto è avvenuta probabilmente a causa di due bombole di ossigeno o di materiale infiammabile presenti nella vettura del CNR. E qui sorgono le domande che più ci tormentano:
1. Chi ha dato dal CNR l’ordine di trasportare materiale altamente infiammabile a una ricercatrice sessantenne e a un tirocinante in un’auto comune, per di più di proprietà del CNR?
2. Chi è responsabile di questi processi che non soddisfano nemmeno i minimi standard di sicurezza?
3. Quale valore aggiunto apporta a un tirocinante del CNR il trasporto di due bombole di ossigeno da A a B?
Fulvio ha studiato tantissimo in questi anni e spesso lo vedevo sui libri a quella scrivania di Nonno Enzo a cui eravamo tanto legati. Sognava di lavorare in Ferrari, di affermarsi, di trovare l’indipendenza che ha provato a costruirsi negli anni consegnando pizze il sabato sera e uscendo sempre meno con gli amici.
I suoi sogni non possono finire così. Per conseguire gli ultimi crediti all’università sta rischiando di dare come credito la sua vita.
Ed è proprio per i sogni di Fulvio che vi chiedo la massima condivisione affinché non si spengano le luci su questa vicenda e si faccia chiarezza sui responsabili dell’accaduto.
Fù sei forte, non fare scherzi.

 

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Cronache

Guida ubriaco, si scontra con 3 moto e muore centauro, arrestato

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E’ risultato positivo all’alcol test il conducente della Fiat Punto che oggi si è scontrato con tre moto lungo la statale 108 bis “Silana di Cariati” che porta a Lorica. Nell’urto un centauro 37enne di Settingiano (Catanzaro) è morto, e altri due sono rimasti gravemente feriti. Dopo i risultati, i carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno arrestato l’uomo, un 41enne, con l’accusa di omicidio stradale e lo hanno posto ai domiciliari.

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Scossa di terremoto di magnitudo 3.1 fa tremare il Vesuvio, molta paura ma nessun danno

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Un terremoto di magnitudo 3.1 della Scala Richter ha colpito alle 5,55 alle pendici del Vesuvio. L’evento sismico, che ha avuto luogo a una profondità di circa 400 metri, è stato distintamente avvertito dagli abitanti delle zone circostanti, in particolare nei piani alti degli edifici.

Gi esperti hanno definito la scossa come un evento “inusuale” e hanno confermato che non ci sono stati segnali di un incremento dell’attività vulcanica. L’epicentro del terremoto è stato localizzato vicino al Monte Somma, una zona storicamente monitorata per la sua vicinanza con il vulcano.

La comunità locale ha reagito con una comprensibile apprensione, ma, fortunatamente, non sono stati segnalati danni a persone o strutture. Le autorità locali nelle prossime ore decideranno se mantenere aperte le scuole. Intanto c’è da rassicurare  la popolazione sulla gestione dell’evento.

Ieri, alle 5,45, dall’altra parte di Napoli, in un’altra area vulcanica, nei Campi Flegrei, c’è stata una scossa di magnitudo 3.9. Anche in quel caso paura tanta ma nessun danno.

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Cronache

“Due uomini dei servizi segreti vicino l’auto di Giambruno”, le rivelazioni del Domani

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Due uomini fuori dalla villetta di Giorgia Meloni, la notte tra il 30 novembre e l’1 dicembre. Armeggiavano attorno all’auto dell’ex compagno, Andrea Giambruno, mentre la premier era in missione a Dubai. Nell’episodio, però, non sono stati coinvolti “appartenenti ai Servizi” e la sicurezza della premier “non è mai stata posta a rischio”. Così il sottosegretario Alfredo Mantovano interviene dopo che un articolo apparso oggi sul Domani ha riferito sull’allarme scattato in quella occasione. Nella ricostruzione del quotidiano, un’auto si avvicina alla villetta nel quartiere Torrino.

Scendono due uomini, accendono una torcia o un telefonino e si mettono a trafficare attorno alla macchina di Giambruno. A sorvegliare la scena c’è però una volante della Polizia appostata in servizio di vigilanza. Un agente scende e chiede conto ai due dei loro movimenti. Gli uomini si identificano come “colleghi” senza però mostrare documenti di riconoscimento e si allontanano. Sull’accaduto viene stilato un rapporto che finisce alla Digos; vengono avvertiti – sempre secondo l’articolo del Domani – il capo del Polizia, Vittorio Pisani, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano e la stessa premier.

Sarebbe stata informata anche la procura della Capitale. Inizialmente i sospetti ricadono su due uomini dell’Aisi, l’Agenzia d’intelligence per la sicurezza interna, che fanno parte della scorta di Meloni. I due vengono quindi trasferiti all’Aise, l’agenzia che invece si occupa dell’estero. In seguito però le indagini dell’Aisi scagionano gli 007 che quella notte – e lo testimonierebbero le celle telefoniche – si trovavano altrove.

I due potrebbero essere stati banalmente ladri alla ricerca di qualcosa nell’auto di Giambruno. Il fatto, secondo il quotidiano, avrebbe influito anche sulla nomina del nuovo direttore dell’Aisi, sbarrando la strada ad uno dei papabili, Giuseppe Del Deo, alla guida del gruppo dell’Agenzia che ha investigato sul caso. Mantovano non entra nei dettagli della vicenda, ma si limita a rivelare di averne dato notizia il 4 aprile nella sua audizione al Copasir, dove ha chiarito che “gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell’intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento di appartenenti ai Servizi, e che la sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio”.

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