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Cronache

Accordo Comune di Napoli e Arcidiocesi, chiese aperte a eventi

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La cultura in città ha 32 nuovi spazi disponibili: il Comune di Napoli e l’Arcidiocesi del capoluogo campano hanno stipulato una Convenzione per la valorizzazione e l’uso degli spazi di altrettante chiese, attraverso la realizzazione di eventi e attività culturali. L’accordo, si legge in una nota del Comune di Napoli, “rappresenta un importante tassello per la politica adottata dall’amministrazione comunale, che già rivolge particolare attenzione alle Municipalità più decentrate, investendo più fondi in periferia che nel centro. L’obiettivo principale della collaborazione è promuovere e diffondere l’offerta artistica e culturale nei quartieri periferici di Napoli, contribuendo alla rigenerazione delle identità locali e alla partecipazione attiva dei cittadini alla vita culturale”.

“Questo accordo è perfettamente in linea con la visione dell’amministrazione di realizzare una Napoli policentrica, che mira allo sviluppo sociale e culturale di tutta la città. Il Comune e l’Arcidiocesi – spiega il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi – condividono l’obiettivo comune di rendere accessibili i luoghi sacri per svolgere attività culturali, favorendo la valorizzazione del patrimonio storico e artistico dell’intera città e offrendo al contempo nuove opportunità di incontro e condivisione per i napoletani oltre che per i turisti. Questa sinergia innovativa favorisce un equilibrio tra la conservazione del valore religioso dei luoghi e la promozione della cultura, per noi un fondamentale strumento di crescita del territorio. Attraverso questa collaborazione riduciamo ulteriormente le disuguaglianze territoriali, confermando l’alto potenziale di tutti i quartieri della città. Abbiamo anche accolto le richieste di associazioni ed enti culturali, spesso in difficoltà per mancanza di spazi, e che ora – conclude il sindaco – grazie a questo protocollo potranno lavorare in contesti suggestivi e di grande valore storico-artistico”.

“Attraverso la realizzazione di eventi presso gli spazi delle chiese afferenti all’Arcidiocesi, si mira a creare una programmazione condivisa che includa diverse forme di espressione artistica, come mostre temporanee, opere d’arte, rassegne musicali, coreutiche, teatrali e altro ancora. Grazie alla disponibilità dei parroci e al sostegno dell’Arcidiocesi di Napoli, sarà possibile organizzare una vasta e diversificata offerta artistica e culturale, coinvolgendo le parrocchie afferenti ai decanati – si legge nella nota Decanato 05, Vomero – Colli Aminei – Camaldoli; Decanato 06, Vasto – Centro Direzionale – Poggioreale; Decanato 07, Doganella – Secondigliano – S. Pietro a Patierno; Decanato 08, Scampia – Piscinola – Chiaiano – Miano; Decanato 09, limitatamente a Ponticelli – Barra – S.Giovanni a Teduccio.

Le chiese individuate, molte delle quali dotate di teatri, campi sportivi, aree parcheggio e ristoro, diventeranno parte di una rete, attraverso la quale l’Amministrazione potrà ampliare e estendere le offerte culturali di Napoli, con importanti ricadute anche sulle zone direttamente interessate. La convenzione prevede, infatti, la sottoscrizione di intese, accordi e partenariati con attori del territorio, al fine di favorire sinergie e partnership che vadano oltre la semplice conservazione del patrimonio storico-artistico della città, agendo anche sul tessuto urbanistico, edilizio, ambientale e sociale”. “La visione a cui puntiamo è quella di una città che non ha un unico centro, restituendo la complessità, la stratificazione e le connessioni del tessuto urbano reale – spiega il coordinatore delle politiche culturali del Comune di Napoli -. Ogni quartiere ha delle sue specificità, queste risorse devono poter dialogare tra loro ed essere rese a portata di tutti i cittadini. La disponibilità di nuovi spazi rappresenta, inoltre, un importante contributo per la crescita e lo sviluppo di tante realtà, che potranno in questo modo divenire protagoniste del fermento ormai riconosciuto a livello nazionale e internazionale del nostro territorio”. Don Antonio Loffredo, direttore del Museo Diocesano dell’Arcidiocesi di Napoli, parla di un’importante opportunità di diffusione culturale soprattutto per quelle periferie della città in cui abitanti solitamente devono spostarsi per accedere ad arte, musica e cultura: “Con queste azioni progettuali anche le periferie si sentiranno centro. Prima di tutto perché sono al centro di un rinnovato attivismo di cittadini, che potranno godere delle performance musicali e artistiche di tanti nomi importanti del mondo della musica, dell’arte e della cultura. Le nostre chiese, così, oltre che spazio sacro possono diventare spazio santo, ovvero luogo in cui si edifica l’uomo nella dimensione culturale oltre che cultuale, perché, come dice un padre della Chiesa – sant’Ireneo di Lione – la gloria di Dio è l’uomo vivente”. (

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Cronache

Muore a 38 anni dopo intervento estetico in una clinica privata di Caserta

Sabrina Nardella, 38 anni di Gaeta, è morta durante un intervento estetico alla clinica Iatropolis di Caserta. Disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso.

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Sarà l’autopsia a stabilire con precisione che cosa ha provocato la morte di Sabrina Nardella (nella foto), 38 anni, madre di due figli piccoli, deceduta giovedì scorso nella clinica privata Iatropolis di Caserta durante un intervento di chirurgia estetica. La donna, residente a Gaeta, si era recata in Campania per sottoporsi a quello che le era stato prospettato come un intervento di routine, in anestesia locale e in day hospital.

Il malore improvviso e le indagini in corso

Durante l’operazione, però, Sabrina ha avuto un improvviso malore che l’ha portata a perdere conoscenza. I medici hanno tentato la rianimazione, ma ogni tentativo è stato vano. I vertici della clinica hanno subito avvertito i carabinieri, che su disposizione della Procura di Santa Maria Capua Vetere hanno sequestrato la cartella clinica e identificato l’équipe medica. I componenti saranno presto iscritti nel registro degli indagati in vista dell’autopsia, che servirà a chiarire cause e responsabilità.

Una comunità sconvolta dal dolore

La città di Gaeta è sotto shock. Il sindaco Cristian Leccese ha ricordato Sabrina con parole di grande commozione: «Era una persona dolce, un’ottima madre, conosciuta e stimata da tutti. La sua improvvisa scomparsa ha lasciato un profondo vuoto nella nostra comunità».

I precedenti inquietanti della clinica

La clinica Iatropolis non è nuova a casi simili. Un anno fa, la pianista Annabella Benincasa è morta dopo 14 anni di stato vegetativo, conseguenza di uno shock anafilattico subito nel 2010 proprio in questa struttura. In quell’occasione, i medici furono condannati per lesioni gravissime. Altri episodi di reazioni avverse all’anestesia si sono verificati negli anni, alimentando polemiche sulla sicurezza degli interventi praticati nella clinica.

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Cadavere nel lago, è un 51enne morto forse per un malore

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E’ un 51enne di Calvizzano (Napoli) l’uomo trovato senza vita nel lago di Lucrino a Pozzuoli. La salma è stata sequestrata per esami autoptici. Tra le ipotesi più accreditate c’è quella di un malore.

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Cronache

Verso Conclave tra suffragio e diplomazia, domani la data

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Secondo il testo liturgico che definisce le regole e le modalità di cosa avviene dopo la morte di un Papa – l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis -, il Conclave inizia tra il 15/o e il 20/o giorno dal decesso, quindi tra il 5 e il 10 maggio prossimi. Oppure tra il 6 e l’11 maggio se si conta dal giorno successivo alla morte. Anche questo ‘busillis’ sarà risolto domattina, quando la quinta congregazione generale dei cardinali stabilirà la data definitiva. Il calendario della settimana prevede congregazioni la mattina alle 9.00 e, nel pomeriggio alle 17.00, le messe dei ‘novendiali’ nella Basilica vaticana: il ciclo dei nove giorni di suffragio, iniziato ieri con la messa esequiale presieduta in Piazza San Pietro dal cardinale decano Giovanni Battista Re, si esaurirà domenica 4 maggio.

Dopo di che il possibile ingresso in Sistina e l'”extra omnes” che apre il Conclave. I 135 ‘elettori’ (134 considerando il forfait per motivi di salute del cardinale di Valencia Antonio Canizares Llovera) stanno convergendo a Roma. Molti si conosceranno direttamente nelle congregazioni, dove, in tema di strategie che porteranno all’elezione del nuovo Papa, conterà molto anche il peso di non-elettori, cioè i cardinali ‘over-80’, che mantengono la loro capacità di influenza e di orientare consensi. Una sorta di ‘grandi elettori’, insomma, anche se poi nel chiuso della Sistina ognuno risponde a sé stesso e, secondo quello che è il metro cattolico, allo Spirito Santo. Tra questi ‘grandi vecchi’ c’è sicuramente il 91/enne decano Re, mentre non si sa tra gli italiani quanto potranno esercitare un ruolo di indirizzo ex presidenti Cei come Camillo Ruini e Angelo Bagnasco.

Fra gli stranieri con capacità di spostare voti, e non presenti in Conclave, ci sono il cardinale di Boston Sean Patrick O’Malley, il più attivo promotore della lotta agli abusi sessuali, quello di Vienna Christoph Schoenborn, fine teologo ex allievo di Joseph Ratzinger e fiduciario di papa Bergoglio in ruoli-guida di vari Sinodi come quelli sulla famiglia, o l’ex prefetto dei vescovi, il canadese Marc Ouellet, influente anche in America Latina, da ex presidente della Pontificia Commissione competente. Intanto oggi, la scena tra i ‘papabili’ è stata tutta per Pietro Parolin, già segretario di Stato, che ha presieduto in Piazza San Pietro la seconda messa dei ‘novendiali’, davanti ai 200 mila partecipanti al Giubileo degli adolescenti.

Da stretto collaboratore di papa Bergoglio, la sobrietà, il piglio sicuro ma anche affabile e umano con cui ha portato avanti la celebrazione ha ricordato quelli dell’allora prefetto per la Dottrina della fede e decano del Collegio cardinalizio Joseph Ratzinger nell’officiare venti anni fa i funerali di Giovanni Paolo II, uscendone come l’unico vero candidato alla successione. Nella messa di oggi, in cui ha assimilato la tristezza, il turbamento e lo smarrimento per la morte di Francesco a quelli degli “apostoli addolorati per la morte di Gesù”, Parolin è come se avesse esposto sinteticamente una sorta di suo ‘programma’, sulla scia del grande pontificato appena concluso. Ha spiegato che l'”eredità” del Pontefice “dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri”.

“Solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell’odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco”, ha sottolineato, a proposito di un Pontefice che alla misericordia dedicò anche un Anno Santo straordinario. Papa Francesco “ci ha ricordato che non può esserci pace senza il riconoscimento dell’altro, senza l’attenzione a chi è più debole e, soprattutto, non può esserci mai la pace se non impariamo a perdonarci reciprocamente, usando tra di noi la stessa misericordia che Dio ha verso la nostra vita”. Una misericordia che è guida anche nell’azione diplomatica della Santa Sede, come si è visto ancora ieri nell’incontro in Basilica tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, in una foto che ha fatto il giro del mondo ed è rimasta l’emblema della giornata: non pochi l’hanno definita “l’ultimo miracolo di papa Francesco”.

Zelensky ieri ha anche incontrato proprio Parolin, capo della diplomazia d’Otretevere, ringraziando poi su X “per il sostegno al diritto dell’Ucraina all’autodifesa e al principio secondo cui le condizioni di pace non possono essere imposte al Paese vittima”. E oggi, per l’incontro in Basilica, l’ambasciatore ucraino Andrii Yurash ha riconosciuto con l’ANSA “il grande sostegno della Santa Sede”.

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