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Morti 2 turisti della Diamond Princess, italiani negativi ai test

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La crociera dell’orrore ha fatto le sue prime vittime: sono morti i due anziani coniugi giapponesi contagiati tra i primi a bordo della Diamond Princess. Sono invece risultati tutti negativi al primo test per il coronavirus i 34 italiani che si trovano sulla nave, al netto ovviamente di uno dei connazionali trovato positivo al Covid-19 nei giorni scorsi. Se anche il secondo test andra’ bene, si procedera’ al volo di rimpatrio in Italia, slittato a domani. E mentre la Diamond Princess continua ad essere un incubatore di contagi con 13 nuovi casi che portano a 634 il totale delle infezioni, diminuiscono nettamente i nuovi malati in Cina anche se, nota l’Oms, “non e’ ancora tempo per abbassare la guardia”. Secondo gli aggiornamenti della John Hopkins, i morti in totale sono 2.130 mentre i contagiati sono 75.752. Ma a quanto riporta la Commissione sanitaria nazionale cinese (Nhc), ieri i nuovi casi sono stati 394: un drastico calo rispetto ai 1.749 di martedi’. Un risultato dovuto alle “misure eccezionali che la Cina ha deciso di adottare”, ha notato il fisico esperto di sistemi complessi Alessandro Vespignani, direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston, ma anche al fatto che Pechino ha cambiato in parte i parametri di prevenzione e controllo. La provincia dell’Hubei, epicentro dell’epidemia di coronavirus, ha esteso il blocco per le imprese per la terza volta, fino al 10 marzo, a oltre un mese e mezzo di dalla fine del Capodanno lunare. Esplode invece l’allarme in Corea del Sud con 104 casi e un morto. E cresce la preoccupazione in Iran, dove si registrano, riportano alcuni media, almeno 25 contagi a Qom e 9-10 vittime. Nella citta’ del nord-ovest del Paese, di fatto in quarantena, scuole e universita’ sono chiuse. L’invito a “non abbassare la guardia” arriva anche dal ministro della Salute Roberto Speranza che conferma tutte le misure predisposte in Italia e sottolinea il “collegamento costante con i nostri medici e il nostro personale sanitario in Giappone per monitorare la situazione dei nostri connazionali e cercare di farli rientrare”. E’ gia’ in Giappone il Boeing dell’Aeronautica militare sul quale saranno imbarcati i connazionali e altri 26-27 cittadini europei. Mentre l’italiano positivo sara’ rimpatriato separatamente a bordo di un secondo aereo di biocontenimento. Rimane invece a bordo il comandante della Diamond Princess, Gennaro Arma, con alcuni membri dell’equipaggio.

 

“E’ in buona salute e sta guidando il suo team in questa situazione straordinaria”, sottolinea l’armatore in una nota, aggiungendo che “al momento non e’ disponibile per alcuna intervista” e chiedendo di “rispettare la privacy della sua famiglia”. L’aereo che riportera’ a Roma gli italiani, prima di atterrare a Pratica di Mare, fara’ scalo a Berlino, dove sbarcheranno alcuni dei passeggeri degli altri Paesi europei che provengono da Olanda, Germania, Romania, Serbia, Slovenia, Grecia, Croazia, Montenegro. Proseguono intanto i controlli sanitari negli aeroporti italiani per l’emergenza da Covid-19. La protezione civile fa sapere che dal 5 febbraio, data di inizio del monitoraggio, sono stati controllati quasi 2 milioni di passeggeri. E sono sempre sospesi i voli diretti da e per la Cina ma anche da e per Taiwan, che ha annunciato il bando alle importazioni di maiali vivi e prodotti suini lavorati dall’Italia. Una misura giustificata dall’escalation di peste suina africana in Sardegna e non legata – ha affermato la portavoce Joanne Ou – alla decisione di Roma sulle restrizioni dei voli da e per Taipei. Una decisione comunque stigmatizzata da Ou, secondo la quale la mossa italiana poggia sulla “rappresentazione sbagliata” dell’Oms, per cui Taiwan e’ parte della Cina. Londra ha intanto annunciato, sempre per domani, il rimpatrio con un volo speciale dei cittadini britannici che si trovano sulla nave: sono 78 e potranno partire solo coloro che non hanno sintomi di coronavirus. Una coppia di cittadini di Sua Maesta’, risultata positiva, e’ stata gia’ sbarcata. Sono stati autorizzati a scendere anche undici cittadini israeliani che da due settimane erano in quarantena. Altri quattro, contagiati, restano invece in Giappone.

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AstraZeneca ammette: vaccino contro Covid-19 può causare trombosi

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L’azienda biofarmaceutica internazionale AstraZeneca ha ammesso per la prima volta che uno degli effetti collaterali del suo vaccino contro il Covid-19 può essere la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS). Lo ha scritto il Telegraph, citando documenti di tribunale. È stata presentata un’azione legale collettiva contro l’azienda perché il vaccino, sviluppato insieme all’Università di Oxford, ha causato danni gravi o fatali a diversi pazienti, si legge nel comunicato.

“Il vaccino può causare, in casi molto rari, una sindrome da trombosi con trombocitopenia (Tts). Le cause sono sconosciute”, si legge in un estratto di un documento fornito dall’azienda a un tribunale lo scorso febbraio. Secondo i media, sono state presentate 51 richieste di risarcimento all’Alta Corte di Londra, in cui le vittime e le loro famiglie chiedono danni per circa 125 milioni di dollari. La sindrome da trombosi con trombocitopenia causa coaguli di sangue e un basso numero di piastrine, ha spiegato il quotidiano.

La prima richiesta, spiega l’articolo, è stata presentata l’anno scorso da Jamie Scott, che, dopo la somministrazione del vaccino nell’aprile 2021, ha sviluppato un coagulo di sangue e un’emorragia cerebrale, che avrebbe causato danni permanenti al cervello. Viene citato anche il caso della famiglia di Francesca Tuscano, una donna italiana morta nell’aprile 2021 dopo essere stata vaccinata contro il coronavirus. La famiglia della 32enne si è rivolta a un medico legale e a un ematologo, che hanno stabilito che “la morte della paziente può essere attribuita agli effetti collaterali della somministrazione del vaccino Covid-19”. La donna è deceduta per trombosi vascolare cerebrale il giorno successivo alla somministrazione del farmaco di AstraZeneca.

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Covid, ancora calo dei casi e dei decessi

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Continua il calo dei nuovi casi di Covid in Italia e sono in netta diminuzione i decessi. Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 – secondo il bollettino del ministero della Salute – si registrano 528 nuovi casi positivi con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538); 7 i deceduti con una variazione di -22,2% rispetto ai 9 della settimana precedente. Sono stati 100.622 i tamponi effettuati con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539) mentre il tasso di positività è invariato e si ferma allo 0,5%. Il tasso di occupazione in area medica al 24 aprile è pari allo 0,9% (570 ricoverati), rispetto all’1,1% (700 ricoverati) del 17 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24 aprile è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17 aprile.

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Influenza e Covid, attesa crescita con ritorno a scuola

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La riapertura delle scuole dopo le festività natalizie potrebbe dare un’ulteriore spinta alle infezioni respiratorie: influenza, soprattutto, ma anche Covid-19 e virus respiratorio sinciziale. È il timore espresso da più parti e confermato anche dalla Società Italiana di Pediatria. “Con il rientro dei bambini a scuola ci aspettiamo un aumento dei casi di influenza anche se – c’è da dire – durante il periodo delle vacanze non si è osservato un calo dei contagi, probabilmente per le occasioni di vita sociale durante le festività.

Inoltre, siamo nel momento del clou del virus respiratorio sinciziale”, dice Rino Agostiniani, consigliere nazionale della Società Italiana di Pediatria, che sottolinea che “è importante che i bambini che hanno sintomi influenzali rimangano a casa”. “Ho scritto al ministro della Salute con l’obiettivo di accedere un faro su una malattia che provoca, soprattutto tra i neonati, gravi patologie, anche mortali: la bronchiolite.

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino Nirsevimab che ha già passato severissime e rigidissime misure di controllo da parte di Ema. Questo farmaco potrebbe essere uno strumento fondamentale per la lotta alla bronchiolite ed è arrivato il momento che venga adottato anche nel nostro Paese, quanto prima”, ha intanto fatto sapere Orfeo Mazzella, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Sociali al Senato, citando il caso di una neonata di tre mese morta a fine anno probabilmente proprio a causa di questo virus.

Intanto nelle ultime due settimane, in Italia, l’influenza e le sindromi simil-influenzali hanno fatto registrare numeri da record: due milioni di persone messe a letto solo nelle ultime due settimane dell’anno, con tassi elevati soprattutto nei bambini più piccoli “che sono quelli nel corso degli ultimi anni non hanno sviluppato un patrimonio immunitario per difendersi dall’infezione”, spiega Agostiniani. Covid-19, al contrario, nell’ultima rilevazione del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità ha mostrato un lieve rallentamento.

Tuttavia, nel mondo sembra che i contagi abbiano ripreso a salire: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nelle ultime 4 settimane ci sono stati 850mila casi di Covid nel mondo, con un aumento del 52% rispetto al mese precedente. I numeri reali, tuttavia, potrebbero essere molto più alti.

“Sappiamo che in tutto il mondo le segnalazioni sono diminuite, i centri di sorveglianza sono diminuiti, i centri di vaccinazione sono stati smantellati o chiusi. Questo fornisce un quadro incompleto della situazione e purtroppo dobbiamo aspettarci più casi di quelli che abbiamo dichiarato ufficialmente”, ha detto Christian Lindmeier dell’Oms.

Che la situazione stia peggiorando si intuisce anche dai ricoveri: tra il 13 novembre e il 10 dicembre, nei Paesi che segnalano sistematicamente i dati all’Oms e che sono ormai meno di 60, sono stati registrati più di 118 mila nuovi ricoveri per Covid e più di 1.600 nuovi ricoveri in terapia intensiva, con un aumento rispettivamente del 23% e del 51%.

La ripresa dei contagi potrebbe essere legata alla nuova JN.1 del virus Sars-CoV-2. I dati che arrivano dagli Stati Uniti sembrano confermarlo. Secondo le ultime stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) nell’ultima settimana JN.1 è arrivata al 61,6% di prevalenza. JN.1, che ormai è dominante anche in Italia, discende dalla variante BA.2.86 (Pirola) ed è stata isolata proprio negli Stati Uniti lo scorso settembre. Per i Cdc “al momento non vi è alcuna indicazione di un aumento della gravità da JN.1”. Tuttavia, è possibile che “questa variante possa determinare un aumento delle infezioni”.

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