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Erwin e Sandro, due giovani con la passione per le arti marziali diventata un lavoro e un canale Youtube Taod

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Loro sono Erwin Pintiliuc, 26 anni, e Sandro Piseddu, 28 anni. Sono due giovani di Pinerolo che trattano le arti marziali e da combattimento in modo ironico e gentile. Per capire chi sono e perché vi diciamo che una delle loro caratteristiche è l’ironia, vi consigliamo di seguire il loro canale YouTube. Questa settimana ci intratteniamo e facciamo due chiacchiere con loro. Sono due ragazzi molto interessanti. La domanda è unica, loro rispondono assieme. L’uno o l’altro, non fa differenza.

Da dove nasce la passione per gli sport da combattimento?

Beh la passione per lo sport da combattimento nel caso di Sandro parte già prestissimo, fin da piccolino inizia ad intraprendere la strada delle arti marziali con il Taekwondo per poi successivamente passare al Kick Boxing, Muay Thai fino ad arrivare ora a passare al Brazilian Jiu Jitsu e Grappling. Mentre nel caso di Erwin, inizia gli sport da combattimento a 19 anni con la Muay Thai per poi passare al pugilato.

Alcuni dei motivi che ci hanno avvicinato alla palestra sono stati  sicuramente i casi di bullismo da piccoli e sicuramente dopo anche i film quali Rocky e Never back Down che hanno fatto sicuramente la loro parte, e una volta entrati in palestra è nata subito la passione. Quindi la cosa importante è sicuramente il primo step, che è quello di andare intanto a provare uno sport da combattimento o arte marziale che sia e invitiamo tutti quelli che ci seguono e che non lo hanno mai provato di andare a provare!

Siete 2 (quasi) giovani youtubers, con i numeri di iscritti sul canale che aumentano giorno dopo giorno, come mai avete scelto questo strumento?

Abbiamo deciso, intanto, oltre agli sport che pratichiamo, di girare altre palestre con diverse discipline del settore marziale e di sport da combattimento. Per una cultura nostra personale abbiamo pensato: ma se documentassimo tutte queste nostre nuove esperienze con dei filmati da condividere poi con gli altri? E da li la piattaforma più giusta per fare ciò ci sembrava proprio YouTube nella quale mancava un p0′ questo stile di VLOG dedicati agli Sport da Combattimento e alle Arti Marziali che qui in Italia sono ancora in crescita.

Andate in giro per l’Italia a prendere botte e provare arti, sport e palestre tant’è che avete coniato il termine Taodboxe, ma chi ve lo fa fare e soprattutto cosa significa Taod?

Partiamo con l’ultima domanda. Che cosa significa TAOD? TAOD è l’acronimo di Try All Or Die (Prova tutto o muori) che per noi è diventato un po’ uno stile di vita ed è la chiave del nostro canale. Cerchiamo di non “snobbare” nessuna Arte Marziale o sport da combattimento (SDC), ma andiamo a provarle tutte e cerchiamo noi stessi di metterci in gioco. Per noi oltre ad essere una missione, rimane prima di tutto una passione che cercheremo di portare avanti finché potremo o finché  non ci bandiranno dalle palestre o dagli eventi.

Diciamo inoltre che ci stuzzica l’idea di metterci sempre in competizione con gli atleti di tutte le palestre e delle diverse discipline, cosa che ci porta molta soddisfazione personale!

Ora una domanda particolare: che rapporto avete con la paura?

La paura è la cosa più normale che uno che intraprende la strada degli Sport da Combattimento possa avere, che ti permette di dare sempre il meglio e di migliorare sempre di più e crescere. Da ex fighters possiamo dire che intrapresa questa strada con la paura ci devi convivere quotidianamente, non solo nei match ma anche solo nella semplice sessione di sparring con atleti che non conosci. Noi con il nostro “TOUR” che abbiamo nominato “Botte per L’italia” ci mettiamo ogni volta in gioco cercando di stimolare magari anche il pubblico che ci segue a fare altrettanto ed avvicinarsi a questi sport.

Siete (quasi) giovani, che futuro vedete per la vostra generazione nel nostro Paese? Prima o poi scapperete anche voi?

Parlando dal punto di vista degli SDC, la nostra missione è quella di abbattere un po’ le frontiere della “mentalità da calcio” che qui in Italia prevale e di appassionare sempre più persone a questi sport che ti insegnano innanzitutto dei valori importanti come il rispetto degli avversari, per poi creare anche un mercato attorno a questi sport che permettano agli atleti di vivere di questo, cosa che in altri paesi è cosa normale una volta intrapresa la carriera da professionista. C’è ancora tanto lavoro da fare qui e speriamo di riuscire nella nostra impresa e di fare di questa nostra passione il nostro lavoro. Questo settore è in crescita giorno dopo giorno grazie anche ai grandi eventi. Alcuni anche di grande rilievo, giusto per citarne qualcuno: la Yokkao che si occupa del settore Muay Thai con eventi in tutta Italia e Bellator che si occupa del settore Kick Boxing ed MMA.

Grazie per averci dato spazio con questa intervista, speriamo che arrivi il messaggio a sempre più persone e speriamo che un giorno anche qui in Italia gli Sport da Combattimento abbiano il posto che meritano al pari del Calcio! Viva la TAODBOXE 🙂

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Toti e gli altri: tutti i nomi e le accuse ai 10 indagati raggiunti da misure cautelari del gip di Genova

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Sono dieci gli indagati, raggiunti da provvedimenti cautelari di diverso tipo, nell’ inchiesta della Dda di Genova che ha travolto il governatore della Liguria Giovanni Toti. Si tratta di persone del suo stretto entourage, imprenditori, e anche anelli di collegamento con Cosa Nostra. Nei loro confronti, sono state emesse misure cautelari e reali dal gip del Tribunale del capoluogo ligure, eseguite dalla Guardia di Finanza, in base a diverse ipotesi di reato. A richiederle è stata la Procura di Genova, lo scorso 27 dicembre. Ecco quanto risulta dalla nota di oggi della Procura genovese.

GIOVANNI TOTI – Il presidente della Regione Liguria è accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, per lui la misura cautelare degli arresti domiciliari.

PAOLO EMILIO SIGNORINI – Ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, è accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio. A suo carico è stata disposta la misura restrittiva più severa, quella della custodia cautelare in carcere.

ALDO SPINELLI – Imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, è accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini e del presidente della Regione Liguria. Arresti domiciliari anche per lui.

ROBERTO SPINELLI – Figlio di Aldo, e come lui è imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, è accusato di corruzione nei confronti del Presidente della Regione Liguria. Gli è stata applicata la sola misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale.

MAURO VIANELLO – Imprenditore operante nell’ambito del Porto di Genova, è accusato di corruzione nei confronti di Paolo Emilio Signorini, anche a lui è stata applicata la sola misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale.

FRANCESCO MONCADA – Consigliere di amministrazione di Esselunga, è accusato di corruzione nei confronti del Presidente della Regione Liguria. Come per Spinelli jr e Vianello, a suo carico la sola misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale.

MATTEO COZZANI – Capo di gabinetto del presidente della Regione Liguria, è accusato di corruzione elettorale, con l’aggravante mafiosa di aver agito in favore di Cosa Nostra, in particolare a vantaggio del clan Cammarata del ‘mandamento’ di Riesi (Caltanissetta) con proiezione nella città di Genova, è accusato anche di corruzione per l’esercizio della funzione. Per lui gli arresti domiciliari.

ARTURO ANGELO TESTA e ITALO MAURIZIO TESTA – I due fratelli sono accusati di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra, entrambi sono sottoposti all’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere (Bergamo). Alle regionali in Liguria del 20 e 21 settembre 2020, avrebbero promesso posti di lavoro per far convogliare i voti degli elettori, appartenenti alla comunità riesina di Genova e comunque siciliani, verso la lista ‘Cambiamo con Toti Presidente’ e verso il candidato Stefano Anzalone, indagato ma non colpito da ‘misure’. Iscritti a Forza Italia, sono stati sospesi dal partito. Arturo Testa lavora al Consiglio regionale della Lombardia come collaboratore del gruppo di FI.

VENANZIO MAURICI – Ex sindacalista della Cgil in pensione, è accusato di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra, in particolare il clan Cammarata di Riesi con proiezione su Genova, è destinatario dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. La Cgil lo ha sospeso. SEQUESTRO – Nei confronti di Signorini e di Spinelli padre e figlio, il gip ha disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un importo complessivo di oltre 570 mila euro, ritenuti profitto dei reati di corruzione contestati.

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Sequestrati 48 milioni di euro falsi, 7 fermi a Napoli

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Non è mai stata sfiorata dal senso di colpa che invece frenò ‘la banda degli onesti’ di Totò, la cricca guidata dall’espertissimo falsario 70enne Alfredo Muoio, in grado di stampare senza sosta banconote da 50 euro perfettamente contraffatte. Il nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha scoperto un vero tesoro di euro falsi: ben 48 milioni, in un capannone del quartiere Ponticelli, dove gli imponenti macchinari off-set, provenienti dall’hinterland, precisamente da Casavatore, erano stati trasferiti di recente. Il blitz delle fiamme gialle, coordinato dalla Procura di Napoli Nord, è scattato all’alba. Sette, alla fine, le persone sottoposte a fermo dai pubblici ministeri.

Oltre al capobanda, Alfredo Muoio, sono stati presi i suoi due abili falsari e il vivandiere, che si occupava dei loro bisogni e che teneva in piedi i contatti con Muoio, visto che gli instancabili Alessandro Aprea e Ciro Di Mauro da quel capannone non si spostavano quasi mai. La qualità delle banconote ha indotto il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma a ritenere che fossero riconducibili all’ormai notissimo “NapoliGroup”, cartello tra i più efficienti al mondo, che opera anche in modalità itinerante tra Caserta e Napoli. E infatti, il loro prezzo di smercio è altissimo: 20 euro veri per ogni pezzo da 50 falso, come dimostrato di recente.

Da aprile scorso i due falsari hanno vissuto praticamente in isolamento per non interrompere la produzione: nel capannone c’erano circa 80.000 fogli ritraenti ciascuno 12 banconote da 50 euro del tipo Europa che dovevano essere solo tagliati per apporre la banda verticale argentata. Muoio è una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine: tipografo di professione e titolare della ‘Muoiocartedagioco’, si è sempre dedicato, fin dai tempi delle lire, alla contraffazione monetaria. Più volte ha allestito stamperie clandestine e nel 2006 venne arrestato in flagranza in un capannone di Castel Volturno (Caserta) mentre stampava banconote false da 50 euro.

Non ha mai smesso di dedicarsi alla produzione e commercializzazione di valuta contraffatta e a lui sono riconducibili le riproduzioni più insidiose sia per quanto riguarda il taglio da 100, sia per quelle da 50 euro, peraltro sequestrate in tutta Europa. Dopo il primo arresto, però, il falsario ha deciso di variare il suo modus operandi: ha deciso di non esporsi più in prima persona ma di delegare la produzione a suoi “fedelissimi”, rimanendo sempre – almeno fisicamente – distaccato e distante dal laboratorio clandestino. Espediente che però non ha impedito ai finanzieri di notificargli un fermo emesso dall’ufficio inquirente coordinato dal procuratore Maria Antonietta Troncone. Fermati dalle Fiamme gialle anche i tre autotrasportatori grazie ai quali è stato possibile trasferire i macchinari dal deposito dell’azienda di Muoio, a Casavatore, al capannone preso in affitto da una società di bonifiche a Napoli, del tutto estranea alle contestazioni.

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Più di 1 italiano su 4 a rischio povertà o esclusione

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Diminuiscono gli italiani a rischio povertà, ma aumenta la percentuale di coloro che è in grave difficoltà. In tutto si tratta di quasi 14 milioni di persone, oltre un italiano su quattro. La fotografia arriva dall’Istat che complessivamente rileva nel 2023 una diminuzione del numero di individui a rischio, grazie soprattutto ai sostegni pubblici, dall’assegno unico per i figli ai bonus energetici attivi lo scorso anno, fino alla revisione della tassazione (a partire dal taglio del cuneo). Guardando in dettaglio i dati dell’istituto emerge che il 22,8% della popolazione italiana è a rischio di povertà o esclusione sociale. Il valore è appunto in calo rispetto al 24,4% del 2022 ed è il risultato di una riduzione della quota di popolazione a rischio, che si attesta al 18,9% (dal 20,1% dell’anno precedente), pari a poco più di 11 milioni di persone, e di un contemporaneo lieve aumento della popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale (4,7% rispetto al 4,5%), pari a quasi 2,8 milioni di individui. Rimane, anzi si accentua, la differenza tra Nord e Sud del Paese.

Rispetto al 2022 si osserva un aumento delle condizioni di grave deprivazione in particolare al Centro e al Sud e nelle Isole, mentre la riduzione della popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è particolarmente marcata al Nord. Il Nord-est si conferma peraltro l’area con la minore incidenza di rischio di povertà (11%). La dicotomia è anche tra italiani e non: le famiglie con solo italiani godono infatti della riduzione del rischio, mentre i nuclei con almeno un cittadino straniero, di per sé già più esposti, soffrono un aumento (40,1% rispetto al 39,6% del 2022). Infine, con riferimento invece al 2022, l’Istat ribadisce come l’inflazione abbia di fatto ‘mangiato’ gli stipendi e le pensioni.

Il reddito medio delle famiglie italiane è stato pari due anni fa a 35.995 euro, in deciso aumento in termini nominali (+6,5%), ma con una netta flessione in termini reali (-2,1%). Sempre nel 2022, il reddito totale delle famiglie più abbienti è stato 5,3 volte quello delle famiglie più povere, in questo caso in lieve calo rispetto alle 5,6 volte del 2021. Le associazioni dei consumatori denunciano dati “non degni di un Paese civile”, come afferma Assoutenti, addirittura “da terzo mondo”, secondo l’Unc. Mentre la Cgil parla di “un’emergenza che deve essere affrontata urgentemente”.

Del resto secondo l’Ocse, se negli ultimi mesi dello scorso anno i redditi familiari dei Pasi membri sono in media aumentati dello 0,5%, l’Italia si è mossa in controtendenza con un calo nello stesso periodo dello 0,4%. Stando all’ultima indagine di Confcommercio e Censis, l’economia italiana è in salute, ma sulle famiglie pesano l’incertezza e un po’ di paura, che portano a peggiorare le aspettative future e a ridurre le intenzioni di acquisto. Secondo l’associazione dei commercianti, “non siamo affatto fuori dall’alone di rischio di tornare a tassi di variazione dell’attività economica attorno allo zero virgola niente, come nei vent’anni prepandemici, quelli del declino”.

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