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Napoli

Vietnam Pd in Campania, il segretario di Vincenzo De Luca ha violato lo Statuto ma ora sistema tutto

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Appena varata e già rivoluzionata. Il segretario regionale del Pd della Campania, Leo Annunziata, deve passare dunque dai 25 membri attuali (più quelli di diritto) a 15 ovvero il numero massimo previsto dallo Statuto nazionale del partito di Zingaretti. Annunziata, l’uomo  del presidente della giunta Regionale Vincenzo De Luca,  nei primi sei mesi di leadership del partito campano per procura si è distinto per due scelte: aver chiesto a De Luca come scegliere una folla di dirigenti violando lo Statuto del partito e poi il silenzio, il nulla. Sui criteri di scelta dei dirigenti meglio non commentare perché “la questione non è legata alle persone che affollano la segreteria regionale, tutte degnissime, ma come ci sono arrivate e perchè sono state nominate da Annunziata” dice un dirigente del Pd che chiede l’anonimato “perchè vivo male questo momento e perchè avrei volentieri seguito Renzi ma credo che a Napoli ci sia ancora lo spazio per far nascere il Pd che ancora manca all’appello”.

AL momento la segreteria regionale del Pd della Campania è una specie di piccola Beirut dei tempi della guerra civile tra cristiani e tra cristiani e musulmani e Hezbollah. Leo Annunziata, di questo si può essere certi, non può continuare ad essere il leader per procura di Vincenzo De Luca. “Non è uno che assicura unità e condivisione delle scelte del Pd in vista delle scadenze dei prossimi mesi. È uno che è impegnato solo a dare coperture politiche spericolate al suo capo, Vincenzo De Luca, che a prescindere da ogni ragionamento politico agisce in proprio, si è candidato già e cerca alleanze senza mai discuterne nel partito” spiega sempre la nostra fonte interna al Pd.

Che cosa sta succedendo ora? Ci sono tre gruppi all’interno del Pd che fanno capo ad Armida Filippelli,  Umberto del Basso de Caro e  Antonio Marciano che chiedono ad Annunziata di  ripristinare la legalità statutaria nel Pd. Che significa? Che Annunziata deve nominare non più di 15 componenti e non i 25 che ha scelto violando la Statuto. Annunziata ora non sa che pesci pigliare. Da un lato teme un ricorso interno al partito che potrebbe portarlo in tempi brevi alla  “caducazione”. Dall’altro ha paura anche di un ricorso giudiziario. E poi c’è la paura di De Luca. Annunziata non è un dirigente autonomo ma è stato eletto e risponde solo alle sollecitazione di De Luca. Così fa marcia indietro, seguendo sempre le indicazioni di De Luca. Annunziata parla di “rimodulazione organizzativa dell’organismo che tenga conto dei vincoli statutari”. In pratica Annunziata in poche righe ammette di aver violato lo Statuto e che ora deve ripristinare la legalità violata (passare dai 25 membri che lui ha scelto ai 15 massimo previsti dallo Statuto). E allora Manuale De Luca alla mano, Annunziata ora nominerà 9 persone che dovranno garantirgli la maggioranza. Ma deve aspettare che De Luca gli dia via libera.

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Cronache

Auto in fiamme a Napoli, si blocca la zona collinare, traffico in tilt

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Un incendio di vaste proporzione ha creato notevoli problemi alla circolazione della zona collinare di Napoli: un’auto in fiamme in via Bernardo Cavallino per motivi da accertare, ha provocato una nuvola di fumo che ha costretto due squadre di Vigili del Fuoco ad intervenire. Non ci sono feriti, ma gli abitanti del quartiere hanno temuto il peggio. La zona è rimasta bloccata da poco dopo le 8 del mattino ed ancora si sta lavorando per mettere la zona in sicurezza. visto che si tratta di un’arteria importante delal zona collinare della città e densamente abitata

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Cronache

Napoli, incidente traghetto da Capri, bilancio aggiornato: una trentina le persone medicate

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 La nave veloce trasportava oltre 100 passeggeri tra uomini delle forze dell’ordine impegnati a Capri in questi giorni in turni per i servizi predisposti per la sicurezza del G7 dei ministri degli Esteri, e turisti. Le persone che hanno fatto ricorso alle cure dei medici o sono passate per un pronto soccorso sono una trentina, 21 i feriti in ospedale, una donna è la più grave, gli altri – questo il bollettino della Asl 1 – sono ‘policontusi’.

Lo squarcio nell’ Isola di Procida

il bollettino dell’Asl 1 di Napoli

 

Napoli, nave da Capri contro la banchina: 18 feriti, donna grave

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Cronache

Soldi falsi, ai 4 indagati sequestrati anche tre case e due magazzini

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Sequestro preventivo di beni per un milione di euro emesso dal Gip di Napoli su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di quattro soggetti gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere e di falsificazione e spendita di banconote contraffatte, già destinatari, di una ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere.

Il provvedimento di sequestro scaturisce da accertamenti economico-patrimoniali che hanno fatto emergere significative incongruenze in un ampio arco temporale, compreso tra il 2004 e il 2022, fra i beni nella disponibilità degli indagati e dei rispettivi nuclei familiari e i redditi dichiarati o le attività economiche svolte.
Tale circostanza, sintomatica di un’illecita accumulazione patrimoniale protratta nel tempo, è alla base del sequestro preventivo per sproporzione eseguito dal G.I.C.O. della Guardia di Finanza, avente ad oggetto tre abitazioni ad uso civile e due magazzini siti in Napoli nonché i rapporti bancari e finanziari risultati nella disponibilità degli indagati, anche per interposta persona. È stato inoltre sequestrato un immobile ubicato nel quartiere Pendino di Napoli, costituente la base operativa del sodalizio nonché il luogo utilizzato dagli indagati per lo smercio delle banconote contraffatte.
Il valore complessivo dei beni in sequestro ammonta a circa 1 milione di euro. Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i relativi destinatari sono persone
sottoposta ad indagini e, quindi, presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

Fiumi di euro falsi da Napoli anche in altri paesi d’Europa, decine di indagati e arresti in Italia e all’estero

Alla banda di falsari clan Mazzarella chiedeva pizzo “a piacere”

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