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Cronache

Alla banda di falsari clan Mazzarella chiedeva pizzo “a piacere”

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Alla banda di falsari sgominata dai carabinieri e dalla Procura a Napoli il clan Mazzarella riservava un trattamento speciale, una sorta di “pizzo a piacere”, in virtù del fatto che produceva imponenti guadagni per la camorra: in sostanza pagava la tangente stabilendo autonomamente la percentuale da versare e anche la data in cui versarla mentre, solitamente, le date canoniche del “pizzo” sono Natale, Pasquale e Ferragosto. E’ emerso anche questo nel corso delle indagini che hanno visto coinvolti anche Europol ed Eurojust e che hanno consentito oggi di eseguire ben 63 provvedimenti cautelari emessi dal gip di Napoli su richiesta della Procura Antimafia partenopea. Nel corso degli accertamenti sono stati sequestrati circa 200mila euro abilmente contraffatti e tra le persone arrestate in flagranza figurano anche tre francesi, venuti appositamente a Napoli, per acquistare le banconote da 50 e 100 euro abilmente falsificate.

Nel corso di una conferenza stampa (a cui hanno preso parte il procuratore Nicola Gratteri, il comandante dei carabinieri Antifalsificazione Monetaria generale Giuseppe Cavallari e il comandante del nucleo anti falsificazione di Napoli colonnello Lorenzo Marinaccio) il comandante provinciale di Napoli generale Enrico Scandone ha voluto ricordare Francesco Pastore e Francesco Ferraro, i due militari dell’arma morti nel grave incidente stradale avvenuto nel Salernitano. Tra i destinatari della misure cautelari figurano indagati ritenuti legati al clan Mazzarella, componenti della banda di falsari e acquirenti, italiani e stranieri, tra cui diversi negozianti, che acquistavano le banconote per poi rivenderle. La vendita, è emerso dalle indagini, avveniva solo in determinati orari della giornata e le fasce orarie, così come avviene per quasi tutti gli esercizi commerciali, nel giorni festivi venivano ridotte.

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Stupro di gruppo: gli imputati rinunciano all’abbreviato

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Si svolgerà con il rito ordinario il processo ai sei ragazzi palermitani accusati di aver violentato, a luglio scorso, una 19enne al Foro Italico. Gli imputati avevano presentato richiesta di ammissione al rito abbreviato condizionando l’istanza a una serie di nuove attività tra le quali l’esame in aula della vittima che il gup ha però respinto. La 19enne peraltro è stata sentita dal Gip di Palermo, Clelia Maltese, nel corso di un incidente probatorio, due mesi e mezzo fa. Il giudice ha invece deciso di accogliere la richiesta di disporre una consulenza tecnica sul telefono della ragazza, ma i difensori hanno comunque rinunciato all’abbreviato optando per il dibattimento.

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Otto milioni evasi al fisco, tre aziende irpine nei guai

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False fatturazioni ed altrettante inesistenti operazioni transnazionali per evadere le imposte dirette e i versamenti Iva. Tre aziende operanti in provincia di Avellino sono state denunciate dalla Guardia di Finanza per una evasione complessiva di otto milioni di euro nel corso di altrettante verifiche fiscali. Cinque milioni sottratti alla tassazione dirette e 1,5 milioni all’Iva. Nel corso dei controlli è anche emerso che un professionista del capoluogo ha sottratto mezzo milione di euro all’erario facendo figurare come acquisite prestazioni tecniche, in realtà mai ricevute, ma falsamente fatturate da una società a lui riconducibile.

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Fassino denunciato, informativa Polaria trasmessa a pm

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E’ all’attenzione dei magistrati della Procura di Civitavecchia l’informativa della Polaria sull’episodio del furto di una confezione di profumo da parte del parlamentate Piero Fassino in un negozio del duty free di Fiumicino e costata una denuncia. Allegato all’incartamento anche il video di quanto avvenuto il 15 aprile scorso nello scalo della Capitale e ripreso da una telecamera di sicurezza presente nell’esercizio commerciale. Nei giorni scorsi è emerso dal racconto di alcuni dipendenti del negozio che Fassino sarebbe stato autore già di un tentativo di furto nelle scorse settimane. Spetterà ora ai pm decidere come procedere e se affidare delega alla polizia giudiziaria per svolgere ulteriori approfondimenti.

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